Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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31. PREPARARSI AL NATALE E AL NUOVO ANNO1


Per adesso, vi auguro una buona novena, poi sarà il buon Natale! Buona novena! Farla con Maria la quale attendeva quello che si doveva compiere, cioè il mistero dell’incarnazione, meglio, l’apparizione del Figlio di Dio in mezzo agli uomini. Così verrà confermata la sua dignità di Madre di Dio e insieme il privilegio della verginità unita alla maternità.
Tre pensieri in questo tempo. Primo, riconoscere i benefici ricevuti in quest’anno dal Signore, quindi il Magnificat2 di ringraziamento. Secondo, riconoscere le nostre mancanze, imperfezioni nell’anno 1960 che sta per finire, e allora il Miserere3. Terzo, riconoscere i bisogni che abbiamo per l’anno prossimo se al Signore piacerà di farci arrivare e di darcelo.
Prima la riconoscenza al Signore. Questo deve incitarci all’amore verso il Signore che è stato tanto buono: Vi ringrazio di avermi non solo creato ma conservato e conservato per un anno. Conservato quanto alla vita materiale, corporale, e conservato in grazia di Dio. Conservato nell’impegno di santificarsi, e nella intimità di unione con lo Spirito Santo. Conservato nel desiderio di perfezionamento, di compiere pienamente i voleri di Dio, ossia corrispondere a tutte le grazie, alla vocazione. Conservati!
Ogni giorno è un seguito di grazie. E chi le può contare? Noi siamo sempre un po’ superficiali, siamo più inclinati a domandare che a ringraziare. Qualche volta facciamo un po’ come le galline: mangiano, e poi se ne vanno; noi riceviamo e basta, e poi ce ne andiamo. Dire almeno al Signore: Deo gratias4. Amarlo di più, perché il suo amore si dimostra sempre più abbondante per le nostre anime, ci prepara al paradiso,
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all’incontro con lui, all’amplesso eterno con lui. Ringraziare. Vi sono poi molte grazie intime che altri non conoscono, ma che noi un po’ conosciamo nel conversare, nel trattenerci con Gesù. Allora ringraziare anche di queste grazie che gli altri non vedono e non conoscono, notando anche che molte volte neppure noi le conosciamo. Eppure il Signore è sempre vicino e dà. Oltre al Magnificat da dire qualche volta nel corso della giornata, alla fine cantare il Te Deum.
Secondo pensiero: in questi giorni, in quest’ultima metà del mese di dicembre, e quindi dell’anno, riparare. Nel corso della nostra vita ci sono delle attività, quello che si è fatto e si fa di bene ogni giorno, ma vi è anche una colonna che può essere la colonna delle passività con il Signore. La vita è negotium unicum5. Quello che stiamo facendo è l’impegno unico che dobbiamo compiere sulla terra: la salvezza. Quindi guadagnare meriti e riempire le giornate di meriti. Ma di passività ce ne saranno, anzi certamente ce ne sono: incorrispondenze, tiepidezze, un po’ d’orgoglio e poi pigrizia nel compiere il volere di Dio. Qualche volta si poteva fare di più, potevamo essere più pronti e potevamo fare il volere di Dio con più perfezione. Togliere le passività prima di arrivare all’inizio dell’anno ’61.
Abbiamo anche questa grazia: Gesù tiene conto di tutti i meriti che abbiamo fatto nell’anno ed è disposto a cancellare tutti i demeriti, tutte le mancanze con il suo sangue. Se facendo l’esame di coscienza, troviamo che nell’anno ci sono stati dei giorni, delle ore, dei minuti un po’ vuoti, allora si domanda perdono e si prega che Gesù riempia con il suo sangue i nostri vuoti, con i suoi meriti dove mancano i nostri. «In sanguine Agni dealbati», arrivare al primo gennaio dopo esserci «lavati nel sangue dell’Agnello6. Quindi l’esame un po’ esteso a tutto l’anno, la Confessione estesa un po’ a tutto l’anno, sebbene non si tratta di una Confessione nei particolari, ma di estendere
il dolore a tutto l’anno. Poi restarsene umili, umili.
Quando ero ragazzo, chierico, nelle preghiere che il vescovo aveva composto ci faceva dire: Signore, mentre voi moltiplicate
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i miei giorni sulla terra che io [non] continui a moltiplicare le mie incorrispondenze, i miei peccati. E poi avanti. Dobbiamo dire qualcosa di simile? Certamente, qualcosa sì. Allora il Miserere di cuore, il Gesù mio, misericordia, poi ci sono tanti atti e tante formule di contrizione, di pentimento. Non portare debiti nell’anno prossimo, giacché Gesù ci offre il suo sangue per pagare tutto.
Terzo pensiero: prepararsi bene all’anno prossimo, fin quando il Signore vorrà darcelo. Se ci arriviamo e se la nostra vita si prolungherà, così che l’anno nuovo ci sia dato interamente, prepararsi a santificarlo. E allora, il Veni Creator Spiritus. Preghiere allo Spirito Santo che illumini la mente, fortifichi il cuore, e ci dia volontà risoluta, forte. Aumento di fede, di speranza e di carità. La nostra volontà totalmente in Dio, il nostro cuore totalmente in Dio, la nostra mente tutta ispirata alla fede, tutta in Dio, e tutta [intenta] a studiare il modo per corrispondere alla grazia. L’anno prossimo sia lieto e santo. Lieto della letizia santa che procede dall’unione con Gesù, con Dio sommo bene, nostra eterna felicità.
Per l’anno poi ciascuno ha i suoi propositi particolari fatti nel corso degli Esercizi, o nei ritiri mensili, ecc. Raccomandare al Signore i nostri propositi perché siamo fedeli e generosi. Una volta che un proposito si è fatto, una cosa si è decisa, dobbiamo essere fedeli, rinnovarlo ogni giorno e tornare ogni giorno ad esaminarci cosicché non passino solamente gli anni, ma che noi, passando gli anni, camminiamo nella via della santità, e non solamente nell’età. Camminare, camminare! Fermarsi è già un male7, è già caricarsi di responsabilità. Avanti quindi, supplicare il Signore perché possiamo crescere, compiere i doveri fondamentali della vita religiosa e attendere alla perfezione.
Dunque, tre pensieri e quindi tre preghiere: la riconoscenza, allora il Magnificat; l’umiliazione, il pentimento, e allora il Miserere, l’atto di dolore. Poi la supplica per l’anno prossimo che si avvicina, e allora il Veni Creator e gli atti di fede, speranza e carità. Ecco, tre pensieri e tre preghiere corrispondenti.
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1 Meditazione tenuta ad Albano Laziale (RM) il 15 dicembre 1960. Trascrizione da nastro: A6/an 88b = ac 150a.

2 Cf Lc 1,46-55: «L’anima mia magnifica il Signore…».

3 Cf Sal 51.

4 Grazie a Dio.

5 Impegno unico.

6 Cf Ap 7,14.

7 I maestri di spiritualità dicevano che, nella vita spirituale: “Non avanzare è retrocedere: Non progredi regredi est”.