Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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III
L’APOSTOLATO1


Siamo usciti dalle mani di Dio che ci ha creati, siamo venuti sulla terra e ritorneremo a Dio, come dice Gesù: «Veni a Patre meo in hunc mundum, et iterum relinquo mundum et vado ad Patrem meum2. Gesù venne dal Padre, venne in questo mondo a fare la missione del Padre, che era la sua vocazione, per poi ritornare al Padre. Siamo entrati nel mondo, creati senza alcun merito nostro, battezzati senza alcun merito nostro, ma quando usciremo dal mondo, dovremo avere i nostri meriti per entrare nella casa paterna, nella casa di Dio.
Venuti in questo mondo a compiere la volontà di Dio, tutti noi siamo mandati sulla terra a fare qualcosa, diremmo qualche commissione, con qualche incarico, che è la vocazione. Poi il Signore chiama e se abbiamo fatto la sua volontà, cioè se abbiamo corrisposto alla vocazione, paradiso eterno! Felicità eterna! La vita è breve, ma in ogni minuto possiamo aumentare i meriti e quindi presentarci al Signore ricchi. Nati poverissimi, possiamo presentarci al Signore ricchi per la nostra buona volontà, per la corrispondenza alla vocazione alla quale Gesù ha comunicato la sua grazia. Mediante la buona volontà e la grazia di Dio possiamo santificarci, compiere cioè quella missione che il Signore ci ha affidato.
La missione è segnata nel secondo articolo delle Costituzioni, e cioè: la Congregazione è per la diffusione del pensiero, della morale e del culto cristiano, non con i mezzi soliti della
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predicazione o del catechismo orale, ma con i mezzi tecnici, e cioè mediante la stampa, il cinema, la radio, la televisione e potete aggiungere gli altri mezzi simili, come le filmine, i dischi, a cui avete già dato inizio con qualcosa. Questo è l’apostolato. Quest’anno poi, abbiamo un particolare apostolato assegnato: l’apostolato della Bibbia che è sempre l’apostolato della stampa, cioè delle edizioni. L’Anno biblico che va dal 30 di questo mese 1960, festa di S. Paolo, fino al 30 giugno 1961.
Anno biblico, che cosa significa? La propaganda deve concentrarsi in modo speciale lì, e dobbiamo istruirci sulla Bibbia, conoscere meglio la Bibbia. Secondo: produrre la Bibbia, cioè fare sempre meglio la parte tecnica. Diffondere la Bibbia, sia portata in ogni famiglia, perché sia posta in un luogo d’onore; perché sia letta e sia praticata. Dal 1920 in poi, in Italia si sono diffusi circa quattordicimilioni di Vangeli e molte Bibbie, ma attualmente, data la propaganda protestante, molti desiderano più la Bibbia che non il solo Vangelo. Il Vangelo è parte fondamentale della Bibbia, ma molti vogliono leggerla tutta nel suo testo originale, cioè tradotta dai testi originali3, dalle lingue in cui fu scritta.
Questo apostolato che cos’è? È compiere ciò che ha fatto Maria: Maria ha dato Gesù al mondo, Gesù Via, Verità e Vita. Dando Gesù Via, ci ha dato la morale cristiana; dandoci Gesù Verità ci ha dato la dogmatica, la verità, la dottrina; e dandoci Gesù Vita ci ha dato la grazia, non per lei che l’aveva già, ma perché Iddio ha voluto che suo Figlio passasse per Maria, e suo Figlio ha portato la morale, la dottrina e il culto, la liturgia. Tutto questo è passato per Maria ed è venuto a noi per mezzo di lei. E noi dobbiamo sempre rappresentare Maria, che offre Gesù, il frutto benedetto del suo seno.
Ora, voi che cosa fate? Lo stesso, e cioè: come Maria ha dato al mondo Gesù Cristo fisico, così voi, dando la dottrina, la morale e il culto cristiano, date Gesù mistico che è la Chiesa stessa, cioè il complesso dei fedeli, di coloro che vivono in dipendenza dal Romano Pontefice, credono alla dottrina del
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Vangelo e vogliono vivere secondo il Vangelo. Un apostolato così alto, per cui siete paragonate e conformate all’apostolato di Maria, che è poi l’apostolato anche di Gesù.
Gesù che cosa ha dato? Che cosa vuol dire apostolato? Apostolato vuol dire portare il bene, e quale bene maggiore di quello che ha portato Gesù dal cielo? Gli uomini senza accogliere il bene che ha portato Gesù dal cielo, non possono arrivare alla vita eterna. «Chi non crede è già condannato4. Chi non segue Gesù vive in peccato, allora se uno trasgredisce la legge di Dio, anche un solo comandamento, pecca e non può salvarsi. Se non accetta la grazia, cioè se non riceve i sacramenti, il Battesimo e gli altri sacramenti, come avrà la vita eterna? Gesù ha portato questo dal cielo. E voi che cosa portate in propaganda se non questo? La dottrina di Gesù Cristo, la morale di Gesù Cristo, la vita che è in Gesù Cristo. Voi portate i mezzi di grazia perché gli uomini se ne servano ed abbiano la vita eterna. Il Signore vi ha elevato a una dignità grande: collaborare con Maria, collaborare con Gesù per la salvezza delle anime, per la gloria di Dio.
Il Signore non poteva darvi qualcosa di meglio che associarvi all’opera della Chiesa, all’opera del sacerdote5. La parola di Dio è affidata al sacerdote e agli apostoli, ai quali Gesù ha detto: «Andate, predicate, fate mie discepole le nazioni e battezzate6. La dottrina è affidata al sacerdote e voi collaborate con il sacerdote. A che cosa assomigliare questo? In una parrocchia, al parroco è affidata la dottrina cristiana, ed egli deve predicare, fare i catechismi, egli deve guidare le anime e santificarle mediante i sacramenti. Orbene, nella parrocchia il parroco si associa collaboratori, collaboratrici. E queste, in primo luogo, sono le catechiste, poi tutti quelli che lavorano nelle opere cattoliche, e tutti quelli che preparano, ad esempio, ai sacramenti.
Ecco allora, la vostra unione con il parroco, cioè la vostra unione con il sacerdote. Sia che si tratti dell’opera catechistica,

4 Cf Gv 3,18.
5 Cf Giacomo Alberione, La donna associata allo zelo sacerdotale, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2001.
6 Cf Mt 28,19.
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sia che si tratti dell’Unum sint7, per la purezza della fede, e sia che si tratti della Società biblica internazionale8, ma cattolica, sempre questo è affidato al sacerdote e a voi la partecipazione con il sacerdote in questi ministeri di predicare la dottrina cristiana, di conservarla pura e diffonderla, particolarmente con la Bibbia e con la Tradizione. Voi, con tutti i mezzi moderni che sono più fruttuosi, più larghi, più celeri fate questo per arrivare alle anime. Quante anime non hanno ancora ricevuto il messaggio di Gesù Cristo! Allora, se vi moltiplicate, se conservate il vostro spirito paolino, se nello spirito paolino entrerete di nazione in nazione, questo significa accelerare il regno di Dio, espandere la Chiesa, condurre le anime a Gesù Cristo e salvare queste anime. Se ciascuna conoscesse bene a quale missione è chiamata, sarebbe piena di gioia e direbbe con la Madonna: «Mi ha dato cose grandi colui che è potente»9, cioè Dio «cose grandi ha fatto di me».
Una grande vocazione veramente! Una grande vocazione in una Congregazione che è bella, che è modello per le sue Costituzioni, che è agile nei suoi movimenti e che, evidentemente, è benedetta da Dio, perché il moltiplicarsi delle vocazioni è prova di Dio, prova con cui Dio manifesta che è con voi e che la Congregazione gli è cara, e che egli vuole servirsi della Congregazione per i suoi fini, cioè per la sua gloria e la salvezza degli uomini. Se fossimo capaci a stare sempre nell’umiltà, se qualche volta ci guardassimo bene dal compiacerci: So già questo, e faccio già quello, e so muovermi, ecc.. Se noi sapessimo tenerci sempre nell’umiltà, quante cose farebbe di più il Signore! L’umiltà e la fede nello stesso tempo, perché umiltà porta alla fede e la fede suppone l’umiltà. Allora c’è l’apostolato.
L’apostolato si divide in tre parti: la redazione, la tecnica e quindi la diffusione. La redazione per cui ci sono gli studi. Gli studi sono indirizzati appunto perché ci possano essere le Maestre a istruire, ci possano essere le Maestre di noviziato,
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e ci possano essere coloro che fanno la redazione, cioè che scrivono.
La tecnica la conoscete, e il rumore delle macchine avverte che cosa sia la tecnica. La tecnica si fa sentire sia quando si attende alla compositoria, come alle macchine, come alla legatoria. La tecnica non è soltanto per il libro, ma anche per la pellicola, e cioè per l’apostolato del cinema, il quale è uguale all’altro. Non ci sono diversi apostolati, ma sono un unico apostolato con diversi mezzi. L’apostolato della stampa parla di più all’occhio perché si vede; l’apostolato del cinema parla all’occhio, ma anche al cuore, all’udito; l’apostolato della radio parla specialmente all’udito. L’apostolato della televisione parla insieme all’udito e all’occhio, anzi la televisione combina insieme i vantaggi della radio e del cinema. Apostolato unico con diversi mezzi, ma sempre i mezzi tecnici, i mezzi moderni, efficaci e celeri.
Che cosa bisogna fare per attendere al vostro apostolato? Ecco, in primo luogo è necessario che ci sia la retta intenzione: per la gloria di Dio, per la santità nostra. Gloria di Dio e santità nostra, in modo tale esserne investiti, da sentire queste intenzioni così che neppure un passo, neppure una parola, neppure un respiro sia ordinato ad altro che a questo: gloria di Dio e santità nostra. Che nulla vada perduto del tempo, dei pensieri, dei sentimenti, della salute: tutto sia indirizzato sempre alla gloria di Dio e alla pace, alla santità e alla salvezza degli uomini.
Si capisce che bisogna anche fare riposo, e il riposo però si fa ordinato a mantenersi nel servizio di Dio. Si deve prendere il cibo ordinati a mantenersi nell’apostolato. La stessa propaganda che viene fatta, e si hanno le offerte e si ritira il denaro, ma non un soldo che non sia per la Congregazione e le opere della Congregazione; non un soldo che sia per arricchirsi o per approfittarne. Sempre secondo quello che dice l’articolo terzo delle Costituzioni: Prendere quanto è necessario per il sostentamento e per lo sviluppo della Congregazione. Non si può rimanere senza le offerte. Il prete non può stare senza le offerte della Messa. Il prete, il parroco non può stare senza l’entrata che gli viene dall’ufficio, che sarà il podere o saranno le offerte dei fedeli o sarà la parte che viene dal governo
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come congrua10. Perché? Perché il Signore non ha dispensato l’apostolo dal mangiare e dal riposare, quindi è necessario che abbia quello che riguarda la vita presente. Ma rettitudine di intenzione!
Secondo: buona volontà. Bisogna capire questo: non dobbiamo fare soltanto i tipografi e i librai, soltanto la tecnica del cinema e l’agenzia del cinema, no! Dobbiamo dare la verità, dobbiamo insegnare al popolo a vivere secondo le leggi di Dio e a usare i mezzi di salvezza, specialmente i sacramenti. Cioè il parroco dà la dottrina, e voi date la dottrina; ma il parroco dà la dottrina che ha appreso, e la catechista dà la dottrina che apprende dal parroco. Quindi dare le edizioni nostre con larghissima preferenza. Le altre cose, in generale, non sono da esporre in vetrina né sul banco; le altre cose si danno se vengono chieste per fare un servizio ai fedeli e ai sacerdoti. Ma quello che è proprio la sostanza e costituisce l’apostolato paolino è dare ciò che viene attraverso la nostra redazione! La redazione che fa il sacerdote e la redazione anche della suora, quando viene approvata. Quindi, in modo deciso, dare le nostre edizioni e le altre per quel tanto che è servizio alle anime, perché venendo lì per prendere un vostro libro, e dopo per prenderne un altro, non devono correre in un altro posto.
Secondo, voi non siete chiamate per gli oggetti religiosi. Per gli oggetti religiosi si deve fare un servizio in qualcosa, ma pochissimo, perché voi non potete fabbricarli e non potete diventare negozianti di oggetti religiosi. Negoziare vuol dire comprare e poi rivendere aumentando il prezzo e quindi guadagnare. Non è come comprare la carta che poi si stampa, la si lavora e si produce il libro; quello non è negoziazione, quello è apostolato. Perciò, come le Pie Discepole non devono mettere su la tipografia, le Figlie di San Paolo non possono mettere su un laboratorio di confezione di cose sacre oppure produzione di calici o di altre cose simili. Ognuno nella sua via! Si tende a fare un po’ di confusione, ma questo non piacerebbe al Signore e non porterebbe più benedizioni così abbondanti sull’apostolato,
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se le Pie Discepole uscissero fuori dalla loro strada o usciste fuori dalla buona strada voi che siete le Figlie di San Paolo. È segnato nelle Costituzioni, perciò: sempre meno oggetti religiosi.
Ora, se le Pie Discepole vogliono diffondere, supponiamo, quel che riguarda la liturgia, questo appartiene anche a loro, il Messalino ad esempio, e va bene, ma devono prenderlo da voi o dalla Pia Società San Paolo. Così voi prendere da loro quello che riguarda la parte degli oggetti religiosi11. Non uscire di strada, che poi vorrebbe dire mancare delle benedizioni, diminuire le forze nel vostro vero apostolato e, in pratica correre, correre dietro ai soldi. Un po’ di servizio sì, ma ridotto nella misura giusta. Allora, apostolato fatto con retta intenzione, con buona volontà. Preferenza in modo assoluto, non totale, ma una preferenza assoluta della produzione nostra: ciò che è scritto da noi, tradotto da noi, presentato da noi. Secondo, tenersi nella via delle edizioni: libro, periodico, pellicola, parlare alla radio. Ecco, si arrivi lì, alla radio, che è la vostra parte!
Già in qualche nazione si fanno i primi esperimenti, e poi alla televisione, ma vedete come andiamo adagio. Per ottenere le benedizioni di Dio, ciscuna deve camminare nella propria via. Diversamente non si sarebbero fatte due famiglie, no! Come generalmente dovete lasciare alle Pastorelle il catechismo ai bambini. Non siete chiamate per andare nelle parrocchie e fare il catechismo. Si può fare qualche piccolo servizio, ma in aggiunta e sempre temporaneamente. Così non potete fare l’apostolato vocazionario. Dovete avere la ricerca delle vocazioni vostre, ma non nel senso che ha l’Istituto Regina Apostolorum, perché loro devono orientare tutte le vocazioni, fare la propaganda per tutte e per tutti gli apostolati. È tutt’altra cosa. Se ci fosse solo una cosa da fare, basterebbe un Istituto.
Sono certo della vostra buona volontà. In questi Esercizi preghiamo per avere una grande luce. Capita così che, a volte, ripetendo sempre un’azione, si finisce con il credere che sia buona, come abituandosi a fare una cosa, si finisce con il pensare che quella sia proprio la cosa retta, la via retta. Come
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quando si ha un difetto, alla fine uno si persuade che è una virtù, ma non è una virtù! Ma io devo farmi rispettare!. Quindi si manca un poco di riguardo, magari si alza la voce oppure ci si fa sentire. Dunque, sempre più luce, sempre più consolazione, sempre più letizia, sempre più gli occhi rivolti al cielo: Là il Padre celeste mi aspetta; faccio bene le commissioni che mi ha affidate e poi vado a ricevere la ricompensa eterna.
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1 Meditazione tenuta ad Ariccia (RM) il 18 giugno 1960 in occasione di un corso di Esercizi spirituali alle novizie in preparazione alla professione religiosa e alle candidate al noviziato. Trascrizione da nastro: A6/an 82a = ac 138a. Stampata in un trentaduesimo.

2 Cf Gv 16,28: «Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo, ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre».

3 Gia nel 1958 le Edizioni Paoline avevano editato una Bibbia tradotta dai testi originali. Nel 1959 uscì l’edizione tascabile. Cf RA, gennaio 1960, p. 1.

4 Cf Gv 3,18.

5 Cf Giacomo Alberione, La donna associata allo zelo sacerdotale, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2001.

6 Cf Mt 28,19.

7 Cf III med. Ariccia 31 maggio 1960, nota 13.

8 Cf III med. Ariccia 31 maggio 1960, nota 14.

9 Cf Lc 1,49.

10 L’assegno di congrua rappresentava uno stipendio mensile effettuato dallo Stato italiano ai parroci prima del Concordato del 1984.

11 Cf II med. Ariccia, 12 giugno 1960, p. 375.