Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Esercizi spirituali,
Ariccia 24 gennaio 1960


I
L’APOSTOLATO E IL LAVORO DI SANTIFICAZIONE1


Ci sono varie specie di Esercizi spirituali. Vi possono essere, ad esempio, gli Esercizi per la conversione, gli Esercizi per la scelta della vocazione e vi possono essere Esercizi di perfezionamento, per la perfezione. Questo corso è precisamente per questo scopo: perfezionare la vita religiosa e la vita dell’apostolato. Sempre perché gli articoli fondamentali delle Costituzioni che segnano la via della santificazione sono due: il primo riguarda la santificazione, il lavoro spirituale, il progresso nella virtù; il secondo riguarda il lavoro apostolico, cioè l’apostolato, associando la vita contemplativa alla vita attiva2.
Può essere che nasca l’obiezione che la santità sia un po’ impedita dall’apostolato, e invece che l’apostolato sia di aiuto allo spirito. Se il lavoro di santificazione e il lavoro di apostolato sono ben coordinati, non si oppongono, ma si aiutano vicendevolmente. Bisogna però arrivare sempre all’amore di Dio, alla carità verso Dio. In spirito di fede, in spirito di fiducia, di buona volontà e in spirito di amore al Signore, noi abbiamo l’unione con Dio.
Da questo spirito far nascere l’amore alle anime, perché non possiamo amare il Signore se non amiamo coloro che sono le immagini del Signore. Non si può amare l’Ostia se non amiamo anche il Crocifisso, che è fatto di legno, di metallo o di altra materia. Il prossimo è immagine di Dio, e allora per riflesso noi amiamo Iddio e quindi il prossimo. È l’esercizio della fede, di speranza e di carità. La fede prepara la speranza, la fede e la speranza preparano la carità. Ecco questo deve essere
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la sorgente, il motivo e l’agente, la forza per l’apostolato. Dice un certo poeta tedesco: Si usa parlare così: i fiumi nascono dai monti, io invece dico che i fiumi nascono dal mare. Che cosa significa? Significa che dal mare l’acqua evapora e il vapore sale e forma le nubi; le nubi poi gettano la pioggia e la neve sopra i monti; ed ecco che da là vengono alimentati i corsi d’acqua che tornano al mare. Bisogna che noi siamo profondamente uniti a Dio, al Signore, che amiamo il Signore veramente secondo l’Atto di carità, con tutto il cuore, con tutte le forze, e da lì nascerà l’amore al prossimo e l’attività [apostolica].
Non si fanno due lavori: adesso la preghiera, adesso l’apostolato. È un lavoro solo. È sempre un lavoro di amore di Dio, cioè guadagnare meriti. L’amore di Dio si può esprimere con questi termini: Volere la gloria di Dio: «Gloria a Dio nel cielo altissimo». Ora, per dare gloria a Dio, bisogna operare, bisogna portargli le anime che lo glorificano, perché il Signore Gesù non ha voluto disgiungere l’opera che riguarda lui, cioè la santità, dall’opera di apostolato, quindi sulla culla del Bambino è stato cantato: «Gloria a Dio e pace agli uomini3.
Può essere che uno dica: Io penso troppo all’apostolato e questo mi disturba nella preghiera, nel lavoro spirituale. Invece bisogna dire: Pensa di più alla preghiera, al lavoro spirituale, verrà di conseguenza [l’apostolato]!. Nella preghiera, nel lavoro spirituale si ravvivano le forze dell’anima e queste forze su che cosa saranno impegnate? Saranno impegnate per l’apostolato. Cosicché poi l’apostolato arricchisce l’anima e, se fatto per il Signore, prepara di nuovo alla preghiera, così che si completano l’opera della santificazione e l’opera dell’apostolato, cioè l’opera apostolica.
Perfezionarsi, allora! Perfezionare l’interno! Quando poi si ascoltano le conferenze su come vivere la vita religiosa, questo perfeziona lo spirito; e quando ci sono le conferenze sull’apostolato, questo è un modo di spiegare l’amore a Dio, di mostrare di amare il Signore.
Chi fa sorgere tutta la sua attività apostolica dallo spirito, dall’anima, dal lavoro spirituale, dall’amore a Gesù in sostanza,
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dall’amore al Signore, dal desiderio della gloria di Dio, non si distrae affatto nell’apostolato. È un modo di mostrare l’amore a Dio, è un modo di raccogliere meriti, è un modo di promuovere la sua gloria, di far amare il Signore: «Ad hoc veni in mundum ut testimonium perhibeam veritati: Il Signore Gesù è venuto in questo mondo per rendere testimonianza alla verità4. E Gesù, parlando di sé, dice: «Propter eos sanctifico meipsum»5, siccome ci sono tante anime da salvare, mi santifico. Ognuno di noi deve dire così: «Propter eos», perché sia più santo il mio apostolato. Anzitutto perché sia fatto con retta intenzione, per il Signore e per le anime, come Gesù ha operato per la gloria del Padre: «Quae placita sunt ei facio semper6. Questo è il cuore che tanto ha amato gli uomini e nulla ha risparmiato per essi7.
Bisogna santificarsi per essere efficaci nell’apostolato, allora vi andrai con retta intenzione, per Dio, per le anime! Il mio spirito, il mio cuore unito ai desideri, ai sentimenti e alle intenzioni che Gesù ha ogni mattina nella Messa. Perciò il nutrimento dello spirito apostolico è particolarmente nella consacrazione della Messa, nella Comunione e nella Visita: «Propter eos sanctifico meipsum: per loro mi santifico». Quindi la retta intenzione.
Secondo: l’applicazione per capire che cosa posso fare per riuscire meglio nell’apostolato; quindi domandare al Signore la grazia che dovunque si arrivi, con chiunque si tratti, ci sia molta grazia. Senza accorgerti, se sei santa, spargi calore attorno a te, un calore che riscalda le anime, che arriva fino a riscaldare le anime, e spargi la luce come una lampada che sparge la luce attorno. Sì, perché dall’abbondanza del cuore, secondo i sentimenti del cuore, vengono fuori le parole. Vi sono persone:
«Si quis loquitur quasi sermones Dei»8 che quando parlano, dicono le cose come parlava Gesù, come parlava la santa Madonna. E perché il cuore è pieno, allora che cosa vien fuori?
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Vien fuori quello che c’è dentro. La botte dà il vino che ha, non un altro vino; se ha acqua, certo non dà vino. Quindi si dà quello spirito proprio per amore del Signore, per edificare le anime, per portare dappertutto il fuoco dell’amor di Dio e la luce: «Vos estis lux mundi: Siete la luce del mondo»9, come Gesù diceva di sé: «Io sono la luce del mondo: Ego sum lux mundi10. Quindi avvicinare le persone.
In terzo luogo: l’organizzazione dell’apostolato e l’istruzione sull’apostolato. Quando si ha veramente amore a Dio, i discorsi, le letture, i tempi liberi, tutto è istruzione, approfondimento, allargamento per l’apostolato stesso. Questo è anche un mezzo per evitare le tentazioni.
Quando la mente è occupata in una cosa, non si occupa di altro e questo è un modo per edificare, per evitare i discorsi inutili, per concentrare la mente, lo spirito, la fantasia, le facoltà interne e il cuore in ciò che è di vantaggio per le anime. Quindi l’apostolato aiuta per la santificazione. Voler progredire nell’apostolato, non fermarsi mai, e trovare sempre nuove industrie, anche aiutandosi una casa con l’altra, e particolarmente imparando da ciò che vi viene comunicato attraverso le circolari11 e il piccolo periodico che vi arriva nelle varie case12. Progresso!
Quando ci sono queste tre condizioni, allora si ha anche la sapienza, la scienza delle anime, perché veramente due sono le scienze: la scienza teorica e la scienza pratica. La scienza teorica, in generale, è data dalla scuola. Non è che la scuola debba dare solo una scienza teorica, perché sempre deve essere fatta in spirito pastorale, ma vi è anche una scienza pratica. Per i sacerdoti è chiamata la scuola di pastorale13, che una volta era quasi riservata a qualche diocesi, ora è estesa a tutta
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la Chiesa e a tutti gli istituti religiosi. I chierici, dopo l’ordinazione, devono studiare la pastorale pratica: conoscere le anime, i bisogni, studiare le tendenze; studiare in quale modo si possono avvicinare le anime; come moltiplicare il bene, quali organizzazioni ci vogliono. Tutto questo è la parte pratica che per voi è la parte pastorale.
Non solo dare i libri che devono essere conformi alla pastorale, cioè i libri che fanno del bene all’anima, ma dare all’anima proprio ciò di cui ha bisogno. E non può essere dato un libro di alta cultura religiosa a una famiglia di pastori o di semplici operai. Tutto proporzionato! Avere proprio la sapienza pratica! Questo in parte, procede dalla Comunione, dalla Visita: è il Signore che ispira, che illumina le anime semplici, le quali però sembra che abbiano l’istinto di proporzionare la medicina all’infermo. E «non hanno bisogno del medico i sani, ma gli ammalati, così Gesù è venuto non per i sani, ma per gli ammalati14. La medicina adatta a noi.
Quindi il progresso nello spirito aiuta il progresso nell’apostolato; il progresso nell’apostolato aumenta i meriti per la vita eterna, aiuta la concentrazione del nostro essere in Gesù Cristo e il progresso nel lavoro spirituale, specialmente per ciò che riguarda povertà, castità e obbedienza, per quello che riguarda la vita comune, cioè umiltà, docilità, bontà con tutti. Viene, quindi, lo spirito ad aiutare l’apostolato e l’apostolato aiuta l’opera della santificazione. Bisogna pensare che c’è un solo lavoro da fare, il quale ha diverse applicazioni: crescere nella fede per alimentare la speranza, per eccitare l’amor di Dio e l’amore al prossimo in cui sta la perfezione. In questo sta la perfezione! Allora l’anima che si avvicina a Dio, si avvicina di più anche alle anime!
L’anima che sente Dio, che parla con Dio con una certa intimità, specialmente nella Visita, nella Comunione o in altri momenti, come sarebbe la meditazione e il tempo della consacrazione, quell’anima prende vigore e nello stesso tempo si accende. Non vi sono due amori, ma c’è un solo amore, una sola fiamma che in quanto si innalza, va verso Dio, e in quanto
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si allarga, spande il calore e va al prossimo. Ma è sempre l’amor di Dio applicato secondo le vostre circostanze, come un medico avesse molto amor di Dio, vuole guarire i corpi, e vuol fare bene il suo ufficio, la sua professione. E così se una madre vuol bene al Signore, vuole santificare i suoi bambini, che non pecchino e vivano da buoni cristiani. Se la suora vuol veramente bene al Signore, vuole che tutti amino il Signore, e pena quando vede il peccato, sente pena quando Gesù è offeso, quando è bestemmiato, quando è contraddetto, ecc.
Si nota che i nemici si organizzano sempre di più: «Dies mali sunt: I giorni sono cattivi»15 e ci promettono, preludono giornate più cattive. E allora: più intimità con Gesù, più forza da Gesù, forza che si riflette poi nell’apostolato. Bisogna pregare, pregare, pregare, perché la fiamma divampi, e noi dobbiamo alimentare questa fiamma. «Dies mali sunt: I giorni sono cattivi!». Non dobbiamo avere delle malinconie, né solo piangere sui mali che vediamo attorno a noi. Gesù ha visto infiniti mali attorno a sé, sentiva il dolore e pianse su Gerusalemme16. Ma non un pianto sterile, tutt’altro! Allora si accendeva di zelo per compiere sempre meglio la sua missione e per allontanare il peccato dalla terra: «Ut deleatur iniquitas: Perché sia cancellata l’iniquità, et adducatur iustitia sempiterna»17, e sia introdotta la vita cristiana, la vita buona, la vita onesta nel mondo.
Che cosa farebbe adesso S. Paolo? Tutto acceso di amore di Dio: «Quis nos separabit a caritate Christi? Chi mi distaccherà dall’amore a Dio? Né la tribolazione, né la fame, né la sete, né la spada, né la morte18. Niente! E allora che cosa ha fatto? Ha percorso il mondo, predicando e santificando tutti quelli che avvicinava con il suo esempio, con la sua vita santa così edificante. In quante nazioni ha sparso il buon profumo di Cristo19! Sentiva l’universalità della sua missione. Vi sono purtroppo anime che vogliono avvicinarsi troppo al mondo, e
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credono: Ah, guadagniamo questa gente!. Prima di presentare Gesù Cristo, diamo qualcosa che alletti, che attiri e che serva ad accontentare un poco i gusti, le tendenze forse troppo umane, e poi daremo Gesù Cristo. [No.] Bisogna dare Gesù Cristo, poi accontentare!
Nostro Signore Gesù Cristo come ha operato? Ha predicato il Vangelo puro e lo ha fatto vedere sensibilmente nella santità della sua vita povera, delicatissima, santissima, obbedientissima, umilissima, mitissima, con la preghiera e con il sacrificio di sé. Non nascondere il Cristo, no, metterlo sempre avanti, perché: «Non vi è salute in altri: Non est in alio aliquo salus20. La salute è tutta in Gesù Cristo, non vi è altri in cui sperare la salvezza. La grazia che porti nel cuore ti accompagna dove vai, ed è la grazia di ufficio che hai di far conoscere Gesù Cristo e di edificare il mondo con la santità della tua vita e con la preghiera. Così quando ti raccogli nel silenzio della cappella e nell’intimità con Gesù che sta nel cuore, e che porti con te come in un tabernacolo, perché Gesù inabita nell’anima, la sua presenza spirituale continua sempre, non c’è solo la presenza sacramentale.
Allora, parliamo di Dio, di Gesù Cristo, a voce alta! I primi libri che si propongono siano sempre quelli che presentano Gesù Cristo, e i primi articoli siano quelli, non possono essere altro. Tanto più la suora in questo senso, perché la suora si distingue dalla gente comune per l’abito stesso che porta! Quanti anni si è tardato a decidersi se le Figlie di San Paolo dovevano vestire l’abito secolare o l’abito religioso! E dopo tante preghiere, dopo tanti consigli ricevuti, dopo tanto pensare, andiamo a vele spiegate: noi portiamo Cristo, lo dice il nostro abito stesso.
A volte c’è da umiliarci a dare qualche cosa d’altro, però dopo che noi abbiamo presentato Gesù Cristo, per chi ancora lo rifiuta, che almeno non faccia dei peccati leggendo cose cattive! Far nascere sempre l’apostolato dalla pietà, l’azione dall’orazione!
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Vedete, si dovrebbe fare un passo avanti e arrivare a delle organizzazioni di propaganda in cui utilizzare i Cooperatori21, le Annunziatine22, il clero stesso, perché si è dovuto ricorrere ad altri mezzi, ma forzatamente. Non si è arrivato a organizzare Cooperatori come si doveva, organizzare l’aiuto dei parroci, dei sacerdoti e organizzare i semplici fedeli, e particolarmente, ancora adesso, ricorriamo solo alle Annunziatine. L’Università Cattolica non ha il sussidio del governo, vive di offerte23 e di quelle piccole tasse, relativamente piccole rispetto ai bisogni. Oggi sono circa tremila le iscritte all’Istituto Secolare Regalità24 che muovono i vescovi, i sacerdoti e tanti cattolici quando si avvicina la giornata dell’Università.
Quindi so bene quel che dico, perché conosco parecchie cose. Bisogna muovere! Non è più il tempo di andare soltanto di famiglia in famiglia e tanto si diffonde quante sono le famiglie che si raggiungono. Quest’anno bisogna di nuovo ripensarci, ripensare a noi stessi, al nostro modo [di fare apostolato], com’è nostra attività. Ora, con le persone che ci sono in Italia, il lavoro apostolico rende meno, in quanto si raggiungono ancora troppo poche anime, specialmente in certi ambienti in cui non si è ancora arrivati e nei quali bisogna arrivare.
Allora, in questi giorni, pensare molto se vi sono altre maniere e se vi sono altre cose in cui si può avanzare. E supplicare il Signore così: Signore, illuminateci! Signore guidateci! Siccome poi l’apostolato è tutto in S. Paolo, sotto la protezione di S. Paolo, e tutte le grazie che riguardano l’apostolato bisogna chiederle per mezzo di S. Paolo, dire molte volte la coroncina
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o le altre preghiere, per esempio le Litanie a S. Paolo, le lodi a S. Paolo, tanto più domani, giorno della Conversione di S. Paolo. Diventare sapienti, non solo fortificare i piedi e le gambe, ma svolgere una propaganda sapiente, utilizzando le forze cattoliche! Vedete come il Papa desidera utilizzare le forze dell’Azione Cattolica25? L’azione paolina deve assomigliare un po’ a questo. E quando c’è amore in un’anima, quando c’è il vero amor di Dio, si diviene inventivi e progressivi.
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1 Meditazione tenuta ad Ariccia (RM) il 24 gennaio 1960. Trascrizione da nastro: A6/an 73b = ac 126b.

2 Cf Cost’53, artt.1 e 2.

3 Cf Lc 2,14.

4 Cf Gv 18,37.

5 Cf Gv 17,19: «Per loro consacro me stesso».

6 Cf Gv 8,29: «Faccio sempre le cose che gli sono gradite».

7 Dalle rivelazioni del Sacro Cuore di Gesù a S. Margherita Maria Alacoque.

8 Cf 1Pt 4,11: «Chi parla, lo faccia con parole di Dio».

9 Cf Mt 5,14.

10 Cf Gv 8,12.

11 Nel 1960 la circolare interna aveva come titolo: Regina Apostolorum.

12 Cf Il Raggio, periodico interno delle Figlie di San Paolo con lo scopo di aiutare le propagandiste e le libreriste nel loro compito apostolico, iniziò la pubblicazione nel febbraio del 1957 e cessò nel 1968. Cf Giovannina Boffa, Gli studi e la redazione nella storia delle Figlie di San Paolo 1915-1971, Figlie di San Paolo, Roma 2011, pp. 253-256.

13 Cf FSP59, med. 26, pp. 168-177.

14 Cf Lc 5,31.

15 Cf Ef 5,16.

16 Cf Lc 19,41.

17 Cf Dn 9,24: «Per espiare l’iniquità e stabilire una giustizia eterna».

18 Cf Rm 8,35-36.

19 Cf 2Cor 2,14.

20 Cf At 4,12.

21 L’Associazione dei Cooperatori Paolini è stata fondata da Don Alberione nel 1917. Sono laici che credono nel valore del carisma paolino, e continuano, diffondono, propongono nei più svariati settori e ambienti i molteplici apostolati della Famiglia Paolina.

22 Cf med. 16, nota 2.

23 L’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ha avuto inizio nella seconda metà del secolo XIX per volontà dei cattolici, guidati dal beato Giuseppe Toniolo (1845-1918) che in seguito la affidò a padre Agostino Gemelli ofm (18781959). L’ateneo fu inaugurato il 7 dicembre 1921 dal card. Achille Ratti, vescovo di Milano e futuro Papa Pio XI (1857-1939). Ogni anno si celebra la Giornata dell’Università Cattolica e si fa una colletta per sostenerne le attività.

24 L’Istituto Secolare dei Missionari della Regalità di Cristo è stato fondato nel 1928 da padre Agostino Gemelli ofm e approvato come Istituto di diritto pontificio nel 1997.

25 Azione Cattolica Italiana (ACI), fondata nel 1867 da Mario Fani (18451969) e Giovanni Acquaderni (1839-1922), è un’associazione di laici impegnati in forma comunitaria ed organica, in diretta collaborazione con i Pastori per la missione evangelizzatrice nella Chiesa.