Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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11. IN OCCASIONE DELLA PROFESSIONE RELIGIOSA1


Ieri ho ricordato che colui che intraprende «Viaggi santi: Sacra itinera»2, deve sempre attendere l’aiuto del cielo, l’aiuto per il cammino, il cammino verso la perfezione religiosa, il cammino verso la patria celeste, il cammino dell’apostolato. Quest’anno, 1960-1961, si celebrano i viaggi di S. Paolo, ricordando quello che egli ha compiuto verso Roma3, il suo arrivo, portatore di Gesù Cristo a Roma. La vita è tutta un viaggio, tutta, e si tratta di compiere bene questo viaggio. Coloro che intraprendono il proprio viaggio e partono riforniti di tutti gli elementi necessari per assicurarsi un buon viaggio e lo percorrono con confidenza e costanza, poi arriveranno finalmente alla meta alla quale erano indirizzati.
Una parte di voi ha iniziato ieri il viaggio, se si vuole considerare così la vestizione, ma propriamente il viaggio viene incominciato con la prima professione e viene riconfermato con le professioni seguenti, sempre temporanee, e finalmente viene fissato, scelto, fornito di quanto è necessario con la professione perpetua.
Chi intraprende il viaggio deve assicurarsi in primo luogo quale meta gli sia conveniente, quale meta voglia raggiungere. Questo è fissato dalla nostra fede: usciti dalle mani di Dio facciamo il viaggio attraverso a questo mondo e ritorniamo a Dio. Così come disse Gesù stesso: «Exivi a Patre, veni in mundum, relinquo mundum et vado ad Patrem4. La via è tutta lì. Si tratta che questa via sia ben percorsa.
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Ora, fissata la meta, chi vuole partire si rifornisce. Quando partite per la propaganda, ad esempio, vedete se la macchina è in ordine, se i libri scelti sono quelli più convenienti, se la vostra salute è buona; se il viaggio è lungo, come essere riforniti del necessario per il corpo, e soprattutto vi rifornite della grazia di Dio: una bella Comunione, una bella meditazione, una santa Messa.
La Congregazione vi ha rifornite bene per il viaggio. Quanta istruzione! Durante l’aspirandato, durante il noviziato e successivamente ancora durante il tempo di professione temporanea, questo per coloro che hanno fatto oggi la professione perpetua. La Congregazione vi ha istruite, vi ha alimentate con il pane dello spirito. La Congregazione è sicura che siete chiamate per questa strada, e ancora vi accompagna con la preghiera. Non vi manda per un viaggio difficile senza rifornimenti, anzi la formazione delle Figlie di San Paolo è piuttosto abbondante; abbondante non solamente per la durata, ma abbondante per la cura, la sollecitudine, la sapienza, la diligenza con cui viene data. Ringraziare il Signore! Partite allora ben rifornite.
A quelle che partono bisogna dire così: State attente a non cadere, attente ai guai, ai pericoli, attente specialmente ai primi passi. Non si può partire con la fiducia solo in noi medesimi, come era stato detto a quella nave5, la più grande che era allora costruita: Parti, non puoi temere pericoli. No! Bisogna camminare con prudenza, specialmente nei primi passi, cioè farsi guidare, docilmente lasciarsi guidare, sempre sentire il bisogno di maggior luce, di maggior prudenza, di maggior preghiera. A volte un passo falso può avere conseguenze che difficilmente vengono tolte in seguito. Attente a non cadere! Ho visto in Svizzera che al principio di una strada in discesa c’era scritto: Attenti a non cadere, e voleva dire non sdrucciolare.
Si può sdrucciolare in tante maniere. Siate attaccatissime alla Congregazione. Questo è sempre il grande segno della vocazione: l’amore alla Congregazione. Il che vuol dire: accettare
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tutto l’indirizzo che viene dato da coloro che vi hanno formato in Casa madre, in Casa generalizia. Sempre seminare questo affetto, questo rispetto, questo amore alla direzione dell’Istituto. Ogni giudizio contrario è un po’ di veleno che si introduce in un cibo anche sano. E basta un po’ di veleno, a volte! Attente a non cadere! Quindi prudenza, preghiera, generosità, spirito di sacrificio, soprattutto sempre rinnovare le forze e ogni mattina dire: Oggi comincio. Ieri ho fatto un tratto del viaggio, oggi incomincio un altro tratto e mi rifornisco di nuovo: meditazione, Messa, Comunione. Quindi il rifornimento speciale, cioè settimanale: una buona Confessione. E poi l’adorazione e il Ritiro mensile, sempre.
In terzo luogo, a coloro che già viaggiano e sono arrivate a un buon punto del loro cammino, che cosa bisogna dire? Tre cose: l’esame di coscienza fatto negli Esercizi spirituali vi ha certamente portato ad eliminare qualcosa che nel viaggio vi aveva dato degli inconvenienti, oppure presentava dei pericoli: eliminare quello che è stata forse un po’ la tiepidezza. Vi è chi ha un passo fermo, risoluto, svelto. Vi è chi quasi si lascia trascinare o si trascina: eliminare ciò che è pericoloso. In secondo luogo, riconfermare tutto il bene che già si aveva, e pregare il Signore che ancora l’aumenti.
Molte cose avete fatto bene, e da parte mia vi esprimo in generale un giudizio favorevole, molto favorevole, che penso rifletta il giudizio, il pensiero di Dio. Penso di pensare di voi come pensa Gesù nel santo Tabernacolo. Allora, non stancarsi. Riposeremo in paradiso. Il lavoro per la nostra emendazione e per la conquista della perfezione è sempre un lavoro che costa fatica. Il cammino! In questi giorni ero in Alba, a Casa madre, per il processo del can. Chiesa4, processo diocesano per la beatificazione.
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Tra i propositi che ho letto di lui, dal 1904 al 1924, sempre lo stesso proposito: la pazienza, la dolcezza, la mansuetudine. Venti anni. Non stanchiamoci nel rinnovare i propositi finché non abbiamo acquistato la virtù contraria a quel difetto che forse prima ci dominava. Allora il viaggio è buono.
In secondo luogo il viaggio verso l’eternità ci deve incoraggiare. Quando si parte per arrivare in una città, specialmente quelle che sono sopra i cosiddetti colli su cui è costruita, supponiamo Roma, a una certa distanza si cominciano a vedere i campanili e poi le costruzioni più alte. Ecco, la città celeste, la celeste Gerusalemme! Noi che avanziamo verso quella città, già contempliamo nella luce dell’eternità la città che ci aspetta e nella quale dobbiamo un giorno dimorare. Quindi, passati gli anni, considerando che l’eternità è sempre più vicina, coraggio, affrettate il passo! Non rallentare, non intiepidirsi, non cadere in difetti e pretesti per ragioni che qui non è il caso di esporre.
Coraggio, sempre di più! Se diminuiscono le forze fisiche, lo spirito sia più forte, più circondato, sempre di più penetrato dalla grazia dello Spirito Santo. E nel viaggio dell’apostolato, nel cammino dell’apostolato: progredire! La propaganda capillare, la propaganda alle famiglie, la propaganda collettiva, la propaganda che oggi va uniformandosi a nuove esigenze e a nuove vie7.
E quante persone, sapendolo o non sapendolo, alzano la mano per avere il conforto della parola celeste, della parola che portate voi, postine di Gesù8 e postine della Chiesa! Che il Signore vi illumini di più, sempre di più. Ognuna deve progredire, ma insieme deve progredire l’Istituto, tutto assieme. Avanti, avanti «sacra itinera»: percorrere il cammino della perfezione, il cammino verso il cielo, il cammino dell’apostolato! Così ho l’occasione di augurare buon viaggio, anche a quelle
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che rimangono, perché il cammino della perfezione è per tutti, e d’altra parte nessuna si è messa a sedere: tutte camminate anche nell’apostolato e in altre maniere.
Sì, S. Paolo ricco viaggiatore, sì ci stia sempre davanti. Il salmo andando avanti dice: «Per vallem aridam9. Passerete per valli aride, cioè per difficoltà, ma aggiunge il salmo che mentre il mondo è una valle arida, voi portate il refrigerio e il salmo nomina la pluvia prima, la pioggia principale, che è quella dello spirito, che è quella della fede, del sentimento cristiano che ci fa considerare ciò che ci attende: il paradiso. Ora, la benedizione su ognuna. Prego tutte le suore a fermarsi un momento perché devo dire una parola speciale a loro.
Adiutorium nostrum in nomine Domini.... Benedictio Dei omnipotentis...
Allora si fermano le suore?
Ma, non avete ragione di dire: È tanto tempo che non vi vedo! Siamo tanto lontane! Ma io al mattino vi ho tutte attorno all’altare, e siete ben vicino, non lontane, e non è molto che ci siamo veduti, perché è dal giorno prima. Mi avete sentito anche in fondo?
Quello che voglio dirvi: Nessuna direzione spirituale per lettera eccetto che alle vostre Maestre. Nessuna! Anche se riceveste, e anche se aveste già intavolato relazioni: forbici, tagliare, tagliare! Sapete cosa vuol dire tagliare? Tagliare per unirvi più con Gesù. Nessuna direzione spirituale per lettera. Va bene? Per la direzione spirituale tenere quello che ho predicato negli Esercizi10. Non mi sono trovato con tutte però, perché io sono servo di molti padroni, quindi, non posso sempre essere presente. Dunque, tenetelo per fermo: attaccatevi bene a Gesù, attaccatevi alle vostre Maestre. Certo che a volte è più facile che il diavolo vi persuada del contrario: nessuna direzione spirituale per lettera. Non siete nelle condizioni che la teologia esigerebbe per una direzione spirituale per lettera. S. Francesco di Sales si è trovato in quelle condizioni in cui poteva fare una direzione spirituale per lettera. Voi non siete nessuna in
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quelle condizioni. Bisognerebbe in sostanza che non foste suore. Ma siete suore.
Adesso, una benedizione speciale alle teste, tutte le teste! Quando fate il segno [di croce sulla fronte] al mattino per il Vangelo, avrete sempre questa intenzione: Signore, benedite la mia testa! E la benedite anche voi facendo il segno. Ogni segno di croce è una benedizione che ci diamo. Dunque, benedico le teste, i cuori e le volontà. Le volontà che sono espresse nei vostri propositi; i cuori perché siano uniformati al cuore di Gesù; e la mente, la testa, perché sempre pensiamo secondo Gesù.
Andando poi nelle varie case, porterete anche la benedizione e i saluti miei, non è vero? Perché una parte di voi si mette in viaggio. E poi mi direte un’Ave Maria.
Iesu Magister, Via, Veritas et Vita....
Regina Apostolorum, ...

Sancte Paule apostole...
Benedictio Dei omnipotentis...

Ci sono ancora di quelle che hanno le corone da benedire? No! Se ci sono le benedico qui. Tenetele pure in mano e anche in tasca. Io benedico tutte quelle corone che non sono ancora benedette.

Ad gaudium et gloriam Deiparis Virginis Mariae...
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1 Meditazione tenuta a Roma il 30 giugno 1960. Trascrizione da nastro: A6/ an 83a = ac 139b.

2 Cf Sal 84,6.

3 Nel 1960 si celebra il XIX centenario della venuta di S. Paolo a Roma. Per ricordare l’importante evento si pensò di erigere l’altare all’Apostolo a destra di chi entra nel santuario Regina Apostolorum. L’altare fu benedetto il 18 marzo 1961 dal card. Arcadio Larraona. Cf RA, 3-4 (1961) 1-3.

4 Cf Gv 16,28: «Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo, ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre».

5 Riferimento al transatlantico britannico Titanic che, entrato in collisione con un iceberg, nella notte tra il 14 e l5 aprile 1912 affondò poche ore dopo. Nel naufragio persero la vita 1.518 dei 2.223 passeggeri imbarcati.

6 Venerabile Francesco Chiesa (1874-1946), sacerdote della diocesi di Alba, insegnante di filosofia e teologia nel seminario diocesano, canonico e parroco della Chiesa dei SS. Cosma e Damiano dal 1913 al 1946. Fu direttore spirituale di Don Alberione e dei primi paolini. Per questo è considerato il padrino della Famiglia Paolina. L’apertura del processo informativo per la causa di beatificazione fu celebrato presso il Tribunale diocesano di Alba (4 febbraio 1959-21 dicembre 1964). Il 23 maggio 1975 fu introdotta la causa di beatificazione; l’11 dicembre 1987 Giovanni Paolo II (1920-2005) promulgò il decreto riguardante le sue virtù eroiche e gli attribuì il titolo di venerabile.

7 Per propaganda capillare si intende la diffusione delle Edizioni Paoline alle famiglie. Per propaganda collettiva si intende la diffusione nelle collettività: scuole, seminari, uffici, carceri, ospedali, colonie, ecc. Cf Bassi A., La missione delle Figlie di San Paolo, Figlie di San Paolo, Roma 2006, pp. 40ss. e 95ss.

8 Don Alberione chiama le Figlie di San Paolo “postine di Gesù”, forse per la prima volta, in Beatitudini delle propagandiste, circolare del Natale 1946. Cf CVV 118.

9 Cf Sal 84,7: «…per la valle del pianto».

10 Cf ES, 18-19 giugno 1960, I-IV.