Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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1. AUGURI PER IL NUOVO ANNO1



Seguendo il corso della Messa, dobbiamo ricordare quattro pensieri, particolarmente l’ultimo che vi comunicherò.
Il primo pensiero è quello dalla liturgia antica: oggi è l’ottava del santo Natale e dobbiamo ringraziare il Padre celeste, dobbiamo ringraziare il Figlio. Il Padre celeste che ci ha mandato il Salvatore, e Gesù che nasce nel presepio, fatto uomo per noi, per prendersi i nostri mali, i nostri peccati e ripararli e dare a noi la grazia: prendersi i nostri mali e dare a noi i suoi beni. Quindi, in questa circostanza, tra gli uomini si è introdotto l’uso, che è cristiano, degli auguri per le feste natalizie.
Il secondo pensiero, che domina nella liturgia del Medio Evo, è un ringraziamento a Maria, perché, dopo il Padre celeste, noi dobbiamo a lei, a Maria che nel presepio ha compiuto il suo apostolato dandoci Gesù.
Il terzo pensiero riguarda la circoncisione, facendo particolarmente qui il punto: «Et vocatum est nomen eius Jesus: E gli fu dato il nome Gesù2. Il nome Gesù non venne dagli uomini, venne da Dio. L’angelo a Maria aveva detto: «Lo chiamerai Gesù3. L’angelo apparso in seguito a S. Giuseppe disse la medesima cosa: «Gli porrai nome Gesù4.
E va bene che in questa circostanza noi ci rivolgiamo con il pensiero a Gesù Maestro. A lui che nel presepio ha aperto la sua grande scuola, scuola maggiore di ogni università, scuola che è per tutti gli uomini. Scuola alla quale è necessario accedere ed essere accettati, particolarmente con la raccomandazione
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di Maria; scuola continuata poi per trentatrè anni, finché Gesù nell’ascensione arriva alla destra del Padre in cielo.
Il quarto pensiero ci è suggerito dalla circostanza del tempo: oggi è il primo giorno dell’anno. Noi dobbiamo ringraziare il Signore, perché ci ha fatto pervenire a questo anno. L’anno scorso tanti hanno cominciato il 1959 e ora sono già passati all’eternità. Perché il Signore ci vuole concedere un altro anno? Il perché è dato dal catechismo: Perché siamo creati? Perché esistiamo? Per tre fini sulla terra, e per il fine ultimo in cielo. Sulla terra: Per conoscere, amare e servire il Signore, e in cielo per goderlo tutta l’eternità5.
Allora, perché quest’anno? Il fine per cui il Signore ci ha concesso di cominciare quest’anno, ma non sappiamo se lo finiremo, il fine è triplice. Riguardo alla vita temporanea è conoscere un po’ meglio Gesù, conoscere un po’ meglio il Signore e amarlo di più, servirlo fedelmente, perché facciamo un passo importante nella conoscenza e nell’amore e nel servizio di Dio. Il fine di ogni giorno, e quindi di ogni anno è propriamente questo: il Signore nella sua misericordia ci concede tempo affinché arriviamo alla conoscenza di Dio, all’amore di Dio e arriviamo sempre meglio alla fedeltà a Dio. Il Signore ci chiederà conto di ogni minuto, tanto più dei giorni e tanto più degli anni. E chi avrà impiegato i suoi giorni a conoscere Dio, ad amarlo, a servirlo, finalmente arriverà all’eterna beatitudine.
In questo anno conoscere meglio il Signore, perciò i catechismi, le letture spirituali, le meditazioni, le prediche, le istruzioni, le letture di libri buoni, dei libri che ci parlano di Dio, per conoscere Dio, per conoscere la sua volontà, conoscere quello che dobbiamo fare per piacere a Dio e meritare il paradiso. Quale sarà il nostro stato spirituale, la nostra soddisfazione in punto di morte, la nostra consolazione, se avremo impiegato ogni giorno, ogni anno della vita per conoscere Dio!
Secondo fine: imparare ad amare di più il Signore Gesù e orientare la vita verso Dio, verso il paradiso, per l’unione con Dio sulla terra e l’unione eterna e felice in cielo. Operare per
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Dio, compiacere Iddio, fare la sua volontà è uguale a dire, sostanzialmente: per il paradiso. Amare di più il Signore quindi, non vanità, non soddisfazioni inutili, non cercare quello che piace a noi, ma quello che piace a Dio. Il cuore per Dio, solo Iddio e le altre cose in Dio, come si esprime S. Francesco di Sales6: Amate le persone care nel Signore… nelle braccia di Gesù7.
Orientare il cuore verso Dio, non in generale, ma in particolare, fare delle buone Confessioni, ma prima di tutto evitare il peccato che distacca da Dio. Buone Confessioni che rimettano nell’amore, nell’unione con Dio. Fare delle Comunioni fervorose, perché il cuore si stabilisca nell’amore a Gesù, delle belle Visite al SS. Sacramento. Qui nel Tabernacolo vi è il Signore, egli ci ama, allora parliamo a lui con confidenza, offriamogli spesso il cuore. Rinnoviamo quest’oggi solennemente i voti battesimali, ma poi nel corso dell’anno rinnovarli sovente in privato; chi ha i voti [religiosi] dopo i voti battesimali, i voti religiosi. I voti si possono emettere, rinnovare, particolarmente dopo la Comunione. È un orientare la vita verso il cielo.
Per orientare la vita verso il cielo, curare, l’osservanza, la conoscenza, la penetrazione della liturgia, accompagnare con il cuore la preghiera che ci mette sulle labbra la Chiesa, e fare bene le cerimonie con bei canti: sono tutti mezzi per orientare il cuore a Dio. Orientarlo da piccoli; è così simpatico rivolgerci a Gesù Bambino!
Terzo, il Signore ci concede un altro anno, almeno abbiamo avuto la grazia di iniziarlo, perché noi lo serviamo più fedelmente. Che cosa significa servire Dio più fedelmente? In generale, compiere il suo volere, compiere i doveri della giornata: lo studio ben fatto, la scuola seguita bene, l’apostolato con entusiasmo paolino, la disciplina quotidiana. Particolarmente, per chi ha già fatto la professione, dobbiamo ricordare
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le Costituzioni8; per chi non ha ancora emesso la professione, ricordare invece la disciplina quotidiana e aspirare a quella vita in cui il Signore può chiamarci, in quanto ci ha creati per questo. L’osservanza, meglio fatta, di alcuni comandamenti che ci toccano più da vicino; l’osservanza del regolamento, e prima l’accettazione degli indirizzi che vengono dati, dei consigli che si ricevono in Confessione o nella direzione spirituale.
Poi tutto quello che il Signore chiede a ciascun’anima in particolare, e servirlo più fedelmente. E poi… la conclusione degli anni, la conclusione della vita in paradiso. Mirare lassù! Gli anni se ne vanno, le cose passano, «ipsi peribunt», tutto passa. Il Signore è sempre lo stesso, dal cielo egli vede passare sulla terra tanti uomini, ogni secolo cambiano. «Veterascent», dice S. Paolo, invecchiano tutte le cose, «tu autem», tu o Signore «invece rimani9. Rimane per conferire e dare a noi la grazia, e rimane per invitarci a seguirlo, per invitarci al cielo.
Già avete detto il Cuore divino di Gesù10, richiamate quell’intenzione che ha Gesù nella santa Messa. Non possiamo averne migliori e più numerose; sono riassunte tutte nel Cuore divino di Gesù.
Allora, seguendo la Messa, particolarmente abbiamo questa intenzione: ringraziare il Padre celeste che ci ha dato il suo Figlio; ringraziare Maria, perché ella fu l’apostola che ci diede Gesù, il Maestro divino. Incominciare santamente oggi la novena a Gesù Maestro che celebrerete solennemente11 e [seguendo] l’orientamento: conoscenza maggiore di Dio, il Signore; amore più intenso a Dio; fedeltà maggiore nel compimento del volere del Signore. Allora i giorni saranno pieni di meriti e l’anno sarà pieno di meriti e se si giungerà al termine dell’anno, ecco una grande consolazione nel nostro cuore. E quando il Signore ci chiamerà all’altra vita, il nostro incontro con Gesù sarà un incontro felice: «Vieni, servo buono e
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fedele»12, perché mi hai conosciuto sempre meglio, mi hai amato sempre più, mi hai servito sempre più fedelmente.
La Messa sia indirizzata da tutti con queste intenzioni, offrendo il Sangue benedetto di Gesù, offrendo l’intercessione e le preghiere di Maria, offrendo le intercessioni, le preghiere di S. Paolo. Molto raccolte; essendo il primo giorno dell’anno deve essere il modello di ogni altro giorno dell’anno che vi auguro lieto e santo.
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1 Meditazione tenuta il 1° gennaio 1960 alla Famiglia Paolina nella cripta del santuario Regina Apostolorum a Roma. Trascrizione da nastro A6/an 72a = ac 124b. Stampata su quartino. L’omelia è stata trasmessa in simultanea nel santuario Regina Apostolorum dove la numerosa comunità delle Figlie di San Paolo si riuniva per la preghiera liturgica, comunitaria e personale, perché il posto in Cripta non era sufficiente.

2 Cf Lc 2,21.

3 Cf Lc 1,31.

4 Cf Mt 1,21.

5 Cf Catechismo della dottrina cristiana, Edizioni Paoline, Figlie di San Paolo, Roma 1949, domanda n. 13.

6 Francesco di Sales (1567-1622) vescovo di Ginevra, Dottore della Chiesa, autore di opere di spiritualità, fondatore dell’Ordine della Visitazione di Santa Maria (Visitandine) con la collaborazione di S. Giovanna Francesca di Chantal (15721641). Tra le sue opere: Introduzione alla vita devota e Trattato dell’amore di Dio sono testi fondamentali della letteratura.

7 Cf Barberis Giulio, Vita di S. Francesco di Sales, S.E.I., Torino 1944, pp. 525ss.

8 Le Costituzioni della Pia Società Figlie di San Paolo furono approvate dalla Santa Sede nella loro definitiva redazione il 15 marzo 1953.

9 Cf Eb 1,11: «… Essi periranno, ma tu rimani».

10 Cf LP, ed. 2011, p. 17.

11 Nel 1960 la festa di Gesù Maestro si celebrò il 10 gennaio, prima domenica dopo l’Epifania, come era stato stabilito.

12 Cf Mt 25,21.