Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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7. LE COSTITUZIONI VIA UNICA ALLA SANTITÀ1



Invochiamo Maria Regina sanctorum omnium, Regina di tutti i santi2, vuol dire che lei è la più santa, la santissima. Ella illumina i santi e cioè illumina coloro che hanno buona volontà di farsi santi, li dirige nelle vie di Dio, come quando ci troviamo fuori strada davanti a un bivio e si tratta di indovinare la parte per cui dobbiamo passare. È la Madre del buon consiglio, illumina i santi. Li illumina interiormente, perché siano guidati da Dio per acquistare il massimo dei meriti. Maria inoltre conferisce la sua grazia, ella che è la piena di grazia, per darla a noi. E sostiene i figli suoi, i suoi bambini che siamo noi. Chi è devoto di Maria si salva; chi è molto devoto si fa santo; chi entra nell’intimità di Maria trova facile il farsi santo, lo trova facile perché supera le difficoltà e diviene, come la vergine, prudente, prende tutte le occasioni per guadagnare qualche merito, per aumentare i meriti. Regina dei santi!
Il Signore ci vuole santi: «Elegit nos ut essemus sancti: Ci elesse perché ci facessimo santi3. Questo è il suo volere, il volere di Dio, santi, distinti in santità, perché: «Haec est voluntas Dei, sanctificatio vestra: Questa è la volontà di Dio, che vi facciate santi4. Noi avendo preso questa via, cioè essendo arrivati alla professione religiosa, abbiamo preso un impegno diverso, più forte dei cristiani comuni, di farci santi, perché il Signore ci ha messi in uno stato di perfezione, in una condizione in cui possiamo veramente farci santi, e si chiama lo stato religioso, stato di perfezione. Fatta la professione, questa è la via sicura per arrivare alla santità, è la via unica perché è
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scelta, è di volontà di Dio manifestata attraverso la Chiesa che ha approvato le Costituzioni. Non ci può essere dubbio, non è che noi abbiamo un sentimento o che dobbiamo ancora fare una scelta e cercare il meglio.
Il meglio per la religiosa, per il religioso è unico, cioè prendere quello che è stabilito nelle Costituzioni, quello che dispongono i superiori, e che viene dalla volontà di Dio nei vari casi della vita. Non c’è più da questionare sul meglio. Il meglio è quello che Dio manifesta direttamente, come quando permette una malattia. Allora interviene il volere di Dio che si manifesta con la malattia stessa, e cioè vuole che ti curi e intanto sopporti il male. È così che in questa maniera guadagni i meriti, come prima, essendo sana guadagnavi i meriti compiendo l’apostolato, gli uffici e i lavori che ti erano assegnati. È la via sicura, perché è certo che quando il Papa approva un Istituto assicura i fedeli che in quella via possono santificarsi e hanno i mezzi per santificarsi. Quando il Papa approva un istituto solennemente, intende proporre alla Chiesa, a tutti, che quella è la via per coloro che sono chiamati.
Le grazie dei religiosi sono per fare la volontà di Dio, non per fare la propria volontà, non per scegliere qualcosa di meglio, quel che ci pare il meglio, ma essere persuasi che il meglio è ciò che è disposto. E non andiamo a cercare altre cose: né la pietà, né l’ascetica del caso o del sentimento o delle circostanze, un’ascetica soggettiva. La via del religioso è larga, ed è sempre segnata dalle grazie di Dio: lì troverai tutto. Se invece vuoi fare da te, sei sola, e non c’è più il Signore con te. Volete che il Signore ci aiuti a fare contro la sua volontà? Non ci aiuta. Ci aiuta a compiere la sua volontà e poi dà il premio a chi ha fatto la sua volontà. È questa la via sicura, ed è l’unica, perché se si opera fuori delle Costituzioni o indipendentemente dalla volontà, dalle disposizioni di chi ci guida, o se si opera cercando di formarsi una coscienza [propria] e cercando altre vie, noi saremo soli.
Questa è la via sicura ed unica, e chi perde la vocazione, e quindi la tradisce, perde un cumulo di grazie, diviene uno spostato. E chi magari continuando nella vocazione a portare l’abito e ad appartenere all’Istituto, ma non opera secondo l’Istituto,
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non osserva le Costituzioni nella lettera e nello spirito, questo perde le grazie, un cumulo di grazie, fatica e raccoglie poco. I santi, anche umanamente, sono le persone più perfette, e Gesù è Perfectus Deus et perfectus homo5. I santi sono i cittadini più onesti, sono anche le persone che trattano meglio il prossimo, perché non badano che a questo che è un motivo soprannaturale: sono immagine di Dio, sono fatti a somiglianza di Dio, sono i miei fratelli e mie sorelle.
Allora si tende sicuramente alla santità. Questi hanno pochi problemi, poche fantasie, poche scelte da fare: La mia giornata è già fissata, quel che devo fare l’ho preso come un impegno serio nella professione, sono certo che è la via sicura e buona. Non devi cercare altre cose, questa è la via unica, la via sicura, quello che è stabilito nell’Istituto, nelle Costituzioni, dalla voce dei superiori e nella volontà che viene significata da Dio, da certe circostanze, come ho detto, se per esempio uno diviene malato. Fermi qui sopra! Tutta l’ascetica della religiosa deve essere indirizzata solo a questo: vivere la sua vita, la vita del suo Istituto, nello spirito del suo Istituto. Certo che mentre si è in una clinica, come parecchie di voi, allora bisogna prendere l’orario, le disposizioni e tutto quello che viene assegnato o come cura o per l’ordine della Casa [di cura], ecc. Bisogna uniformarsi, perché in questo tempo, c’è come una parentesi.
Lo spirito è sempre quello del proprio Istituto, la manifestazione di questo spirito però sta nell’uniformarsi a ciò che è stabilito nella Casa [di cura]. Ma siete sicure che questa è la via unica per farvi sante.
Quando si vuol dire che una suora è brava, si dice che è osservante, e quando si vuol dire che una suora non è brava, non si fa santa, quella suora non è osservante. Ma cerca di fare cose migliori... è eccezionale nella sua preghiera. L’eccezione deve essere solo in questo: fare meglio la volontà di Dio, sempre meglio, sempre più perfettamente, e odisse dispensationem
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regulis tamquam pestem: odiare la dispensa e le licenze e le eccezioni come la peste6.
Anche gli Istituti che ricorrono sovente per dispense alla Santa Sede per l’età o per condizioni speciali in cui viene a trovarsi una persona, se cominciano con le dispense, fanno l’abitudine poi si dispensano da tutto. Qualche volta si devono certamente ottenere delle dispense, ma che vi siano proprio motivi seri e gravi. In generale, camminare nella via segnata, tranquillamente. Lì si guadagnano i meriti e c’è la santità. Non illusioni, non fantasie, non una pietà e una ascetica soggettiva secondo la tale spiritualità o secondo un’altra. Vi sono tentazioni che fanno perdere tempo nello spirito.
Quello che è più sicuro e sempre a posto è la Regola, sono le Costituzioni, sono le disposizioni che vengono date, sono quelle manifestazioni di volontà di Dio che talvolta ci vengono anche dall’esterno, come ho detto, ad esempio nel caso di malattia. Stare serene, tranquille. Sono nel volere di Dio, faccio il volere di Dio. E non vi è dubbio che hai fatto la professione, perché dopo hai firmato, no? Quando si è fatta la professione, in maniera che non c’è più altra strada, questa è la via scelta. Ci può essere un caso straordinario, ma così eccezionale, del quale non dobbiamo tenere conto, parlando a persone consacrate a Dio. E l’ultima volontà di Dio allora sarà: «Vieni, servo buono, fedele»7; sei stato fedele alle Costituzioni su cui hai giurato, ti sei impegnato di osservarle sul Crocifisso o sul Vangelo. Questa è la volontà di Dio chiara, esterna. Non si può dubitare. Allora serenità nella scelta che avete fatto: l’osservanza volenterosa, generosa, quotidiana, anzi di momento in momento per quello che piace al Signore. E allora piacete al Signore sicuramente, e il Signore può ben dire di ciascuna: Questa è una figlia, questo è un figlio che mi piace.
Stare attenti a non farsi illusioni e perdite di tempo. Cercare di qua, cercare di là: consigli, letture, tentare metodi, ecc.
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No! Tutto è segnato, non c’è un altro metodo che quello delle Costituzioni, cioè l’osservanza delle Costituzioni alla lettera e nello spirito, e poi come viene interpretato dalle superiore, dai superiori e viene assegnato come ufficio, e ciò viene manifestato da Dio per circostanze esterne. Volontà del Signore: non c’è altra santità, non ce n’è un’altra! Nella caterva di libri che ci sono adesso, non sempre si insegna la via diritta. Tante anime finiscono con il perdere tempo, mentre potrebbero arricchirsi di meriti. La via è ben segnata e chiara, e viene disposta dall’alto, cioè dalle nostre supreme autorità, e quindi non vi è dubbio che seguendo questa, noi seguiamo il volere di Dio. E ti farai santa solo nella misura che sei osservante.
Allora pregare la Regina dei santi che ci guidi, che ci renda proprio vergini prudenti, non stolte che vanno a cercare altre cose, perché andare a cercare del meglio fuori di quello, è un errore. Il meglio è l’osservanza delle Costituzioni, delle disposizioni dei superiori e poi uniformità a quello che dispone il Signore direttamente, ma lo dispone esteriormente, e ce lo manifesta con qualche circostanza che sarà chiara. Ripeto sempre: può essere una malattia. Piaccia alla Vergine santissima di dirigerci, Regina sanctorum omnium. Quella bella coroncina: Fateci santi, fateci santi, fateci santi!
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1 Meditazione tenuta ad Albano Laziale (RM), il 14 maggio 1960. Trascrizione da nastro: A6/an 77b = ac 131b.

2 Invocazione delle Litanie lauretane.

3 Cf Ef 1,4: «Ci ha scelti [prima della creazione del mondo] per essere santi e
immacolati».

4 Cf 1Ts 4,3: «Questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione».

5 Perfetto Dio e perfetto uomo. Cf Simbolo atanasiano “Quicumque vult” attribuito a S. Atanasio (295-373), Padre della Chiesa d’Oriente, vescovo di Alessandria d’Egitto, uno dei protagonisti del Concilio di Nicea (325).

6 “Odiare come peste il dispensarsi dalle regole”. La frase è attribuita a S. Giovanni Berchmans. Cf Celestino Testore SJ, La perfezione della virtù nella vita comune, Edizioni Paoline, Alba 1933, p. 67. Il volume fu ristampato nel 1960 dalle Edizioni Paoline di Bari.

7 Cf Mt 25,21.