Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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12. LA VITA È UN VIAGGIO VERSO IL PARADISO1


Stiamo preparandoci alla festa di Maria Assunta, l’assunzione di Maria in cielo. I nostri pensieri si devono rivolgere, orientare verso il paradiso. Del resto tutto il mese di agosto è dedicato da molte anime pie al pensiero del paradiso, cioè: primo, penetrare e rafforzare la nostra fede nella vita eterna; secondo, dirigere i sentimenti, i desideri verso la patria, verso quell’abitazione di Dio, dove egli aspetta i suoi figliuoli fedeli. Terzo, pregare perché il nostro cammino verso il cielo sia diritto, non abbia tante curve e non avvengano deviazioni e non capitino incidenti per la strada.
Primo, la fede: Credo la vita eterna. Molto spesso siamo più impressionati dalle cose che ci circondano, dai fatti e dagli avvenimenti della vita presente, e sentiamo di più quello che tocca immediatamente il corpo, cioè la salute, i bisogni e le cure necessarie. Al corpo dobbiamo dare ciò che è doveroso, trattarlo come un buon figliuolo, ma che stia buono, che obbedisca allo spirito. Però: «Non habemus hic manentem civitatem, sed futuram inquirimus2. La vita è tutta un viaggio. Entra nel numero di quei viaggi di cui parla il salmo: «Sacra itinera: I santi viaggi3. I santi viaggi sono vari: c’è il cammino della perfezione, il cammino dell’apostolato e c’è il cammino verso l’eternità: il sacro viaggio. Questo riassume gli altri, perché tutto il rimanente si fa in ordine a questo viaggio e per compiere bene il viaggio verso l’eternità.
La vita presente ha senso in quanto noi consideriamo il paradiso, consideriamo cioè l’altra vita. Se uno legge un libro e arriva al fondo della pagina, pagina di destra, e il periodo non è
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finito, il senso rimane in sospeso, non si sa che cosa voglia dire l’autore. Ma il periodo finisce di là, e se si volta il foglio, allora leggendo le ultime parole del periodo si capisce il senso della vita presente. Così, se noi guardiamo all’eternità capiamo il senso della vita presente: è un viaggio verso il cielo. Il viaggio presente è una prova di fede, di amore, di fedeltà al Signore. E al termine del viaggio, si aspetta il Signore. Che questo pensiero dominante finisca con il produrre i frutti e le applicazioni necessarie, e tirare da esso le conseguenze necessarie, cioè venire alla pratica della vita e assicurarci un viaggio buono.
Maria se l’è assicurato ottimo il viaggio ed ora ella sta lassù dove aspetta tutti i suoi figlioli, i suoi devoti. Occorre che noi impariamo da lei come si cammina, come si fa il viaggio. Il viaggio per una strada diritta, non con troppe tortuosità che sono delusioni, inganni. Non deviazioni, che sono i peccati, non incidenti mortali che sarebbero i peccati gravi. E se vi è qualche caduta rialzarsi e riprendere la strada e guadagnare il tempo perduto con fervore più vivo, perché il tempo perduto venga riguadagnato.
Camminare diritto, e il vostro viaggio è molto semplice: le Costituzioni. Ognuno ha la sua regola, lì è segnato bene il viaggio e in particolare, anzi è segnato come si deve camminare giorno dopo giorno, per la vita individuale della santificazione, sia che si parli della vita sociale, cioè della vita di comunità e sia che si parli della vita di apostolato. Tutto è segnato bene. Amare le Costituzioni, amarle tanto. Le Costituzioni sono il primo direttore [spirituale]. Se ci sono cento problemi nella vita, novantotto e mezzo si risolvono leggendo, meditando le Costituzioni. Le Costituzioni, quando sono ben fatte, in sostanza provvedono a tutto, eccetto qualche particolarità, qualche caso che forse non sappiamo ridurre al principio, non sappiamo considerarlo nella vita vera, ma in sostanza le varie condizioni, i vari problemi, in radice almeno, sono lì risolti, lì c’è almeno la chiave per risolverli.
Quindi amare le Costituzioni come la via bella, sebbene ripida, sebbene seminata a volte un po’ di spine ed anche con pietre, ciottoli: è la via sicura che conduce alla perfezione, lì il direttore è il Papa, è lui che le ha approvate. Ogni Istituto è
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stato approvato, in ultima conclusione, proprio dalla volontà, dalla decisione del Papa. Altri hanno potuto preparare, ordinare, pensare e pregare, ecc., ma il Papa dice l’ultima parola. E che direttore migliore c’è del vicario di Cristo!
Non cercare facilmente soluzioni fuori dalla Regola o magari mettendo la Regola un po’ a parte. Il libro caro, il libro che ci segna il cammino della giornata è quello. Generalmente è prescritto che le Costituzioni o le Regole si leggano ogni anno, però questo è il minimo. È come dire: ricevere la Comunione almeno una volta l’anno a Pasqua! Ma chi vuole proprio vivere bene, fa più spesso la Comunione, la fa anche quotidiana. Chi vuole ridursi al minimo, legge le Costituzioni una volta l’anno; chi invece vuole proprio camminare bene, chi vuole proprio camminare in perfezione, sicuro nella sua via, nella volontà precisa, quella proprio nostra in particolare, segue perfettamente le Costituzioni.
E chi le seguirà perfettamente? Chi non solo le sa a memoria, ma le ha considerate nelle loro applicazioni, le ama e tutti i giorni domanda la grazia di seguire quella strada che è la strada breve e sicura della perfezione. Quindi viaggio senza arresti: tutti i giorni una nostra piccola parte di cammino, senza tortuosità, senza cercare altro. Non si cerchi la perfezione fuori della propria strada, cercando altro. Guardarsi dagli incidenti e dalle cadute. Se mai ci sono state cadute saranno in generale imperfezioni. Perdonatemi il male oggi commesso, si dice la sera e mettiamo i nostri conti a posto e con la volontà decisa di riprendere il cammino. Anche se fosse un cammino come quello del Calvario, alla fine del quale c’è l’offerta e il sacrificio della nostra vita, offriamola al Signore in unione con il sacrificio di Gesù nella Messa, sacrificio di Gesù sul Calvario.
Terzo, veniamo alle conseguenze pratiche, cioè alla preghiera. Desiderare il cielo, desiderare di camminare bene, queste due cose sono necessarie. Ma il cammino ha sempre delle difficoltà e ci vuole la preghiera! Illos tuos misericordes oculos ad nos converte: Rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi e mostraci dopo questo esilio Gesù4. Guardare a Maria in cielo
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gloriosa, assunta in corpo ed anima, e pregarla. Maria che sta già lassù al sicuro, che ha oltrepassato la sua prova, ha fatto santissimamente il suo cammino, ora l’eternità felice. Al di là della porta dell’eternità, che è la porta della morte, non ci sono più tentazioni, non c’è più timore di peccato. La vita eterna è sicura, è senza tentazioni, senza pericoli, è una felicità che dura sempre. Durerà sempre, da quando il Padre celeste ci farà sedere alla sua mensa eterna, cioè ci farà partecipi della sua gloria, del suo gaudio, della sua beatitudine.
Il frutto principale della novena e della festa dell’Assunta sia dunque questo: il paradiso. Fede viva, cammino, viaggio sicuro e cioè: fare liberamente un buon viaggio. Quando partiamo ci augurano: Buon viaggio e quando ci incamminiamo al mattino per il nostro viaggio della giornata, domandiamo al Signore il buon viaggio.
Arrivando a Buenos Aires, poco dopo l’aeroporto ho visto che c’era la chiesa dedicata a Maria del buon viaggio5. Sicuro, sono stati gli emigranti, che in riconoscenza del buon viaggio, hanno fatto offerte per la costruzione di quella chiesa. In tempi passati i viaggi erano più pericolosi di adesso. Ora, pregare la Madonna del buon viaggio della nostra vita, il viaggio che mette capo alla città di arrivo, alla celeste Gerusalemme. Al mattino domandare e mettersi sotto la protezione di Maria del buon viaggio: Sub tuum praesidium confugimus. Il pezzo di strada che farò oggi sia fatto bene senza incidenti, senza cadute, senza deviazioni, senza illusioni, senza fermarmi, senza scoraggiamenti. Un passo alla volta e sempre avanti! Non eccessivi entusiasmi, ma costanza, piccoli passi, passi sicuri e continuati.
Quindi mettiamo la giornata: Sub tuum praesidium di Maria del buon viaggio e, in conclusione, verremo anche a orientarci sempre meglio nella vita. Non considerare solo le giornate presenti, le difficoltà presenti, le soddisfazioni che si possono
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avere su questa terra, non attaccare il cuore a questo o a quello. Al paradiso! Voi cantate spesso: Andrò a vederla un dì6. Molto bene e cantatela anche spesso! Una volta si cantava spesso: Paradiso7. Sono belle queste lodi che ci orientano verso il cielo, che ci fanno desiderare sempre più il cielo e ci rendono familiare il pensiero del paradiso in modo tale che questa vita è considerata solo un viaggio breve. Anche se durasse cent’anni è sempre un viaggio molto breve rispetto all’eternità che è senza fine.
Dunque i frutti della festa di Maria siano questi. E poi canterete abbondantemente: Andrò a vederla un dì oppure Paradiso o altra lode simile. «Et sic semper cum Domino erimus»8, e così saremo sempre col Signore lassù, lassù!
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1 Meditazione tenuta ad Albano Laziale (RM) il [13] agosto 1960. Trascrizione da nastro: A6/an 83a = ac 140a. Non è indicato il giorno, ma il Diario Sp. riporta che il 13 agosto Don Alberione si reca “alla Casa di Cura Regina Apostolorum per alcuni esami e una visita”.

2 Cf Eb 13,14: «Non abbiamo quaggiù una città stabile, ma andiamo in cerca di quella futura».

3 Cf Sal 84,6.

4 Rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. Cf Salve Regina.

5 La cattedrale di Moron, diocesi suffraganea di Buenos Aires, è dedicata all’Inmaculada Concepción del Buen Viaje. Fu costruita nel secolo XVII come cappella parrocchiale dove i pellegrini invocavano l’aiuto di Maria. Nel 1957 è stata dichiarata cattedrale da Papa Pio XII, e nel 1963 fu elevata a basilica minore da Papa Giovanni XXIII.

6 Cf AA. VV., Preghiamo due volte, Edizioni Paoline, Roma 1964, p. 158.

7 Cf Paradiso, paradiso degli eletti gran città, ibidem, p. 325.

8 Cf 1Ts 4,17.