Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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16. I FRUTTI DELLA LETTURA DELLA BIBBIA1


Abbiamo ricordato la lettura delle Costituzioni. In questo tempo è utile leggere gli articoli dal numero 255 in avanti, cioè tutta la parte che riguarda la redazione, la tecnica e la propaganda. Chi studia bene la Bibbia potrà scrivere bene riguardo all’insegnamento che ci viene da essa, e chi ama la Bibbia facilmente ne farà la propaganda più efficacemente. È bene che nel libro della Bibbia che ognuna legge, si metta una delle tre immagini: S. Anna che ha Maria bambina ai piedi e svolge davanti a Maria le pergamene e insegna a leggere la Bibbia. L’altra immagine che adesso è riprodotta e vi è anche la preghiera da dire prima e dopo la lettura della Bibbia: Maria intenta a leggere la Sacra Scrittura. Poi, come immagine e distintivo per le Annunziatine2 e per i Gabrielini3 abbiamo scelto l’immagine di Maria che viene annunziata dall’arcangelo, rappresentata inginocchiata mentre legge la Sacra Scrittura. Questo per indicare una massima o una pratica: invocare Maria per leggere e capire la Scrittura, ricordando insieme sempre la diffusione: «Evangelizare pauperibus misit me», la frase del Maestro Divino, «il Signore mi ha mandato a evangelizzare i poveri4.
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Non sono solamente i poveri riguardo ai beni temporali, cioè quelli che mancano di ricchezze, ma sono poveri anche gli ignoranti che alle volte sono più poveri di molti ricchi, perché sono veramente nell’ignoranza delle cose della fede e di quello che è il massimo problema: la salvezza eterna.
Ora, qualcosa che serva di indirizzo. La Scrittura si compone di settantatré libri, e tutto l’insieme si chiama Il Libro: quarantasei sono dell’Antico Testamento e ventisette del Nuovo Testamento. Sia quelli dell’Antico Testamento come quelli del Nuovo Testamento si dividono in libri Storici, Morali o didattici, Profetici. Nel Nuovo Testamento un solo libro è profetico, l’Apocalisse il quale per noi è ancora tanto oscuro, ma che si comprende man mano che passano i secoli.
Leggere la Sacra Scrittura tenendo presente i quattro frutti: primo, imparare le verità che il Signore ha voluto rivelare agli uomini. Verità che se non si credono, non c’è salvezza. «Colui che non crede è già giudicato»5, ha detto il Maestro Divino. Secondo, imparare le virtù: l’osservanza dei comandamenti, l’osservanza dei consigli evangelici, quindi la morale oltre che la dogmatica. E terzo, la liturgia, cioè la preghiera. Imparare il modo di pregare, le disposizioni per pregare, le grazie da chiedere al Signore nella preghiera. Quarto, l’apostolato.
Guardando il Libro divino come si presenta a noi, per chi deve fare l’apostolato, il Libro divino è la regola, la falsariga di tutto, dobbiamo dire la vera riga di tutto. Il nome falsariga si dà a quei fogli che vengono messi sotto i fogli su cui si scrive6. È un modello quanto a redazione, quanto a divulgazione e modello anche quanto alla tecnica, poiché l’umanità si è sempre servita dei mezzi tecnici che aveva a disposizione per scrivere. Quindi anche gli agiografi hanno dovuto servirsi di quei mezzi tecnici quali erano nei primi secoli e quali poi furono nei secoli seguenti e successivamente. Ora siamo alla carta ordinaria e con il modo di stampare ordinario che abbiamo oggi, ecc.
Primo: le verità. La religione nel suo insegnamento è presentata storicamente. Così noi conosciamo la creazione, l’elevazione
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di Adamo e di Eva all’ordine soprannaturale, la prova a cui furono sottomessi, la caduta, la promessa del Messia, e poi avanti in altri libri successivi dell’Antico Testamento, le profezie, le figure, i tipi che ricordavano quello che Dio aveva promesso, cioè il Redentore, ed accanto al Redentore, al Maestro Divino la figura bella che Iddio ha voluto mettere: Maria. Allora, tutto l’Antico Testamento bisogna leggerlo guardando al futuro, cioè preparazione al Messia, a ricevere il Messia, a comprendere e riconoscere la dottrina del Messia futuro e i segni che egli darà della sua divinità, della sua missione. Quindi gli antichi dovevano guardare tutti a Gesù Cristo. Poi c’è il centro della Scrittura, che è la vita di Gesù Cristo. Successivamente viene ciò che Gesù Cristo ha ordinato, cioè: «Andate e predicate al mondo intero7. È da sottolineare la parola andate, euntes, e docete: andare predicando e predicare andando. Allora, ecco i Vangeli, gli Atti degli Apostoli, poi le Lettere, particolarmente di S. Paolo,
ecc. Quindi la Chiesa!
Allora noi che viviamo dopo la venuta di Gesù Cristo volgiamo l’occhio indietro: Che cosa ha insegnato Gesù? Che cosa ha comandato di fare? Come ci ha insegnato a pregare? Gesù Cristo è del tutto assente oggi? No, vive nel tabernacolo e vive nella Chiesa, la quale è anch’essa sempre la via, la verità e la vita, perché corpo mistico di Gesù Cristo. Quindi il centro della storia umana è il Salvatore, il Messia. Dio aveva detto a Mosè a cui aveva dato la legge: «Verrà un altro profeta più grande di te scelto tra la tua gente, cioè tra il popolo ebreo 8. E questo è il Maestro Divino. Si sono raccolte tutte le verità, anche le verità di ordine naturale sono ricordate implicitamente o esplicitamente. Quindi, è studio di teologia, è allargamento del catechismo.
In secondo luogo, c’è da imparare la morale, cioè la vita cristiana. La vita che si santifica osservando la legge naturale come è nei comandamenti, e la legge cristiana come è data da Gesù Cristo, e la vita religiosa come egli l’ha insegnata e come
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l’ha vissuta e come egli la volle nelle persone che l’hanno circondato nel suo passaggio [terreno].
Poi la dottrina della perfezione altissima, qual è registrata nei Vangeli e nelle Lettere apostoliche. Lì, per mezzo di fatti, di dottrine, di esempi, di minacce, per mezzo di promesse, vengono descritti i nostri doveri ed esposti i castighi per chi non li osserva ed esposte le promesse per chi le osserva. È un magnifico trattato di ascetica, di mistica, notando subito la differenza tra l’Antico Testamento dove specialmente si predica la giustizia, e il Nuovo Testamento dove specialmente si predica l’amore. Bisogna intendere allora qual è lo spirito del Nuovo Testamento. Quando Gesù rimproverava e diceva: «Voi non sapete di che spirito dovete essere»9, questo è lo spirito dell’amore. Il regno dell’amore è il Nuovo Testamento. Anche nella condotta interiore, spirituale, ricordare che non siamo nell’Antico Testamento, ma che c’è anche la giustizia. Sulla terra, finché si vive c’è la fiducia serena, perché: «Le sono rimessi molti peccati, perché molto ha amato10.
Poi s’impara la preghiera, la liturgia. C’è tutta la liturgia antica nell’Antico Testamento. Cominciando dai sacrifici ancora prima di Mosè come venivano offerti, per esempio da Caino ed Abele, poi i sacrifici istituiti dalla legge mosaica e poi avanti, quante preghiere! Preghiere, tante volte per esteso, altre volte invece è la raccomandazione della preghiera, e sono descritte le disposizioni della preghiera. E tra queste, il Libro dei Salmi è tutta preghiera. Quindi viene il Nuovo Testamento che ha tutta una parte dedicata all’insegnamento dell’orazione, non solo con gli esempi di Gesù Cristo che «pernoctans in oratione Dei»11, e la preghiera del Padre nostro, ma egli è la liturgia, è il liturgo.
La preghiera essenziale è la Messa, sono i sacramenti: Battesimo, Cresima, Eucaristia, Penitenza, ecc. È tutta la liturgia, e la liturgia è presa dalla Scrittura, per la parte che riguarda le parole. Sono testi coordinati appunto per le varie funzioni. Che
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cos’è la Messa? È un complesso di testi: Epistola, Vangelo, Introito, ecc., e poi la narrazione dell’ultima cena. La consacrazione, la storia dell’ultima cena viene ripetuta, e nella ripetizione avviene la transustanziazione, ciò che poi è completato con la Comunione. Tutta la liturgia, tutta la preghiera dalla Scrittura. Che magnifico trattato! Come il Signore si è adattato a noi, dandoci la religione nella sua parte di dogma, morale e culto, dandocela storicamente per esempi, per mezzo di fatti, ecc. Oh, è proprio il Padre celeste che si avvicina ai suoi figli e adatta le sue parole a noi bambini! Noi diciamo nel Salmo:
«Signore, abbassa un po’ la tua testa, io devo parlarti nell’orecchio12. Sì, ho qualcosa da dirti. Quante cose avete da dire al Padre celeste nell’orecchio, a Gesù eucaristico, non è vero? E quante cose dice lui, facendovi sentire nel cuore certe ispirazioni, richiami, certi inviti! Qualche volta il cuore subisce addirittura un tuffo di amore. Anime elette, alzatevi, guardate il cielo!
Ho detto, in quarto luogo: leggere la Bibbia sotto un altro aspetto, e cioè quello è il libro che dobbiamo dare. O lo diamo tramite pellicole, la carta, la voce che sarà la radio, o lo diamo per mezzo di dischi, o per mezzo di filmine13 o in altro modo, usando tutti i mezzi che il Signore ci ha forniti, come noi ci serviamo di tutti gli alimenti che egli ha creati, così ci vestiamo e ci nutriamo di quello che egli ha creato. Il Padre celeste quanto è buono!
Nei tempi antichi ha parlato in molte maniere per mezzo dei profeti, dei patriarchi, e quindi, vedendo che eravamo tanto sordi, l’umanità era tanto sorda: «Novissimis diebus: in questi ultimi tempi ha mandato suo Figlio»14, il Maestro a insegnarci. Questo è il secondo libro da dare. Nella gerarchia dell’apostolato, prima c’è la dottrina della Chiesa, il catechismo e la cultura religiosa in genere, che è sempre catechismo; secondo è la Bibbia, perché la Chiesa prende principalmente le verità dalla Bibbia e le propone a noi a credere. Poi viene la Tradizione.
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Quindi la Scrittura sta nel secondo piano. Noi dobbiamo modellare l’apostolato sulla Bibbia.
Ho detto: redazione. Là c’è il modo di scrivere, di presentare le cose, là c’è il modo per adattarsi ai piccoli, ai deboli, a coloro che sono poco o per niente istruiti. In questi ultimi secoli, nella Chiesa ci siamo trovati un po’ impreparati a portare il Vangelo come si deve e farlo arrivare più largamente, poiché gli avversari si sono serviti dei mezzi per seminare gli errori. Noi siamo stati troppo fermi. Ma il Signore vi ha eletto oggi per la missione e per l’uso di questi mezzi15, che devono servire appunto alla divulgazione della Parola di Dio. Oltre che la voce dei profeti e la voce di Gesù, il Signore ha fatto scrivere settantatré libri, dunque vuole che ci serviamo dei mezzi. E quale figliuola potrebbe dirsi veramente paolina, se non pensasse così, se non pensasse come Dio, e che è mandata a completare, cioè a continuare quello che Gesù ha fatto, quello che Dio ha voluto? Pensare quindi rettamente dell’apostolato!
Sapere e imparare come presentare il Libro sacro. Ho detto già prima: chi ne ha la devozione ha anche la parola per la diffusione e per la redazione, perché quando si ama si dice quel che si ama, quando si capisce si dice quel che si sa. E chi non sa, e sa solo cose che vengono dal mondo, dirà sempre quelle. Che cosa ha da dire se non conosce quello che è soprannaturale? Che cosa esporrà, come farà ad amare ciò che non ama? Invece quello che [si] ama, facilmente lo si fa amare, perché si sa presentarlo, si sa difenderlo, si sanno dire parole che vengono dall’intimo, e specialmente in esse vi è la divina grazia, la benedizione.
Dunque, tenere presenti i quattro punti nelle letture. A volte serve più un punto, a volte più l’altro, secondo i casi. La Scrittura contiene le verità che dobbiamo credere: dogma; contiene i precetti, le virtù che dobbiamo praticare: morale; la Scrittura contiene la preghiera sostanziale che è la Messa; poi i sette sacramenti, i rigagnoli della grazia che portano l’acqua salutare dell’Eucaristia; e tutte le devozioni in generale: la meditazione, la lettura spirituale, ecc.
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Poi l’apostolato, pensando e consacrando al Maestro Divino la redazione, la tecnica, la divulgazione. Amare la Bibbia come l’amava Maria: era il suo libro! Infatti se uno legge il Magnificat16 e confronta le frasi del Magnificat con molte frasi dell’Antico Testamento, vede che è un riassunto, una ripetizione, una cucitura, diciamo, di vari pezzi scritturali. Le era entrata nell’anima, la conosceva bene e ha scelto in quel momento nella sua preghiera quello che aveva letto. Adesso per capire queste cose, siamo ancora un po’ superbi e un po’ pieni di noi? Abbiamo fede nella vocazione e nell’efficacia della propaganda della Parola di Dio? Tutte avete le grazie di ufficio, chi per una cosa specialmente e chi per l’altra. Fede quindi!
E poi in terzo luogo: Signore, illuminatemi, so così poco, eppure non so tenere il capo chino e supplicare invocando la pietà, la misericordia17. Umiliamoci della superbia che abbiamo. E allora il Signore troverà la via e troverà il posto nel nostro cuore per depositare le grazie. Perché quando è già pieno di orgoglio, dove stanno le grazie di Dio? Dove c’è l’io non ci può stare Dio. Allora umiliamoci, chiediamo perdono, facciamo i nostri propositi.
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1 Meditazione tenuta a Roma il 25 agosto 1960. Trascrizione da nastro: A6/an 85a = ac 143a.

2 L’Istituto secolare Maria Santissima Annunziata (Annunziatine), aggregato alla Società San Paolo, fondato da Don Alberione nel 1958, si compone di donne desiderose di santificare la loro vita mediante i tre voti, pur stando nel mondo e lavorando nel mondo. “Fine dell’Istituto: dare all’umanità Gesù Cristo Via, Verità e Vita, con la diffusione del pensiero cristiano, della morale cristiana e dei mezzi di elevazione della vita individuale e sociale particolarmente in forme moderne”. Cf RA, 4(1958), pp. 5-6.

3 L’Istituto secolare San Gabriele Arcangelo (Gabrielini), aggregato alla Società San Paolo, è stato fondato da Don Alberione nel 1958. Il Primo Maestro scrive: “L’Istituto San Gabriele prende il nome da S. Gabriele arcangelo, perché vuole formare e avviare i suoi membri ad una vita apostolica di penetrazione usando tra gli altri mezzi: cinema, televisione e radio che sono stati posti sotto il patrocinio di S. Gabriele arcangelo da Pio XII con l’enciclica Miranda Prorsus, 8 settembre 1957, su cinema, radio e televisione. Cf RA, 4(1958), pp. 4-5.

4 Cf Lc 4,18.

5 Cf Gv 3,18.

6 Serve per scrivere diritto.

7 Cf Mc 16,15.

8 Cf Dt 18,18.

9 Cf Lc 9,55 (Volgata).

10 Cf Lc 7,47.

11 Cf Lc 6,12: «Passò tutta la notte pregando Dio».

12 Cf Sal 17,6.

13 Pellicola cinematografica i cui fotogrammi vengono proiettati come diapositive, soprattutto per scopi didattici.

14 Cf Eb 1,2.

15 Strumenti.

16 Cf Lc 1,46-55.

17 Cf ultimo punto dell’Offertorio paolino, LP, ed. 2011, p. 41: … conoscendo la nostra ignoranza e miseria sentiamo il bisogno di accostarci alla fonte della vita, invocando per tutti gli uomini luce, amore e misericordia.