Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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9. IL GRANDE SACRAMENTO: L’EUCARESTIA
Messa, Comunione e Visita
Domenica IV di Quaresima, Meditazione, Castel Gandolfo, 12 marzo 19611

Il Vangelo di questa domenica ci parla della moltiplicazione dei pani. Gesù, con pochi pani, con pochi pesci sfamò cinquemila persone; e sopravanzarono dodici canestri, perché Gesù aveva fatto raccogliere anche i pezzi avanzati per tenerne in conto e mostrarci che ogni dono di Dio va apprezzato. Le briciole… aver cura delle stesse briciole è insegnamento di Gesù, con il suo esempio.
«In quel tempo: Gesù andò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberiade, e lo seguiva una gran folla, perché vedeva i prodigi fatti da lui sugli infermi. Salì pertanto Gesù sopra un monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la grande festa dei Giudei.
Gesù, avendo alzati gli occhi e vedendo la gran turba che veniva a lui, disse a Filippo: Dove compreremo il pane per sfamare tutta questa gente? Lo diceva soltanto per metterlo alla prova, perché sapeva bene quanto egli stava per fare. Gli rispose Filippo: Duecento denari non bastano neanche a dare un boccone di pane per uno. Gli disse uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: Qui c’è un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci: ma che è questo per tanta gente? Gesù disse: Fateli mettere a sedere. C’era lì molta erba e gli uomini, circa cinquemila, si misero pertanto a sedere. Allora Gesù prese i pani e rese le gra-
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zie, li distribuì alla gente seduta e così pure fece dei pesci finché ne vollero. Saziati che furono, disse ai suoi discepoli: Raccogliete gli avanzi, perché non vadano a male. Così fecero, e riempirono dodici grandi canestri dei pezzi che erano avanzati a coloro che avevano mangiato di quei cinque pani d’orzo. Ora quegli uomini, visto il prodigio fatto da Gesù, dicevano: Questo è davvero il profeta che deve venire al mondo. Gesù, accortosi che venivano a rapirlo per proclamarlo re, si ritirò di nuovo solo sul monte»2.

Oh! Era vicina la Pasqua, dice il sacro testo, e la Pasqua è il tempo in cui la Chiesa ordina a tutti di accostarsi al sacramento della Confessione e specialmente al sacramento della Comunione. Qui, questa moltiplicazione dei pani è figura della moltiplicazione delle ostie: un solo Gesù in tante ostie. Oh! Questo ricorda l’Eucarestia, il sacramento dell’Eucarestia. Il sacramento dell’Eucarestia ha delle diversità rispetto agli altri sacramenti, perché è il sacramento centrale.
Negli altri sacramenti c’è Gesù Cristo che opera, sì, opera: Io ti battezzo… e cioè «hic est qui baptizat» 3 [Gv 1,33], è Gesù che scancella la macchia originale dall’anima; e come l’acqua all’esterno lava il bambino, così la grazia di Gesù Cristo monda l’anima dalla colpa originale. Ma nell’Eucarestia non solo opera Gesù Cristo, ma vi è lui presente e quindi quando si riceve la Comunione, si riceve Gesù… non solo la sua grazia.
Oh! Poi il sacramento dell’Eucarestia ha una diversità rispetto agli altri perché, per la consecrazione nella Messa, è portato sugli altari spiritualmente il Calvario, si ripete quello che è stato fatto sopra il Calvario: e là nella Messa, ecco, vi è lo stesso Gesù che si offre al Padre ed è lui stesso la medesima vittima che si è offerta al Padre sul Calvario. E vi sono gli stessi frutti, sebbene l’apparato esterno è diverso, e cioè è diverso da quello che si vide sul Calvario, specialmente lo spargimento del sangue: qui invece non si vede, ma la fede ce lo dice, e si presenta a noi sull’altare il sangue già sparso
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da Gesù sul Calvario. Poi il sacramento dell’Eucarestia è indirizzato alla Comunione: si consacra, e nella Messa si fa la Comunione almeno dal sacerdote4. Gesù è il Pane che vuole nutrire il nostro spirito: La mia carne è veramente cibo [cf Gv 6,55]… e quindi abbiamo un sacramento il quale si completa nella Comunione.
Ma vi è ancora una terza diversità: nel Battesimo, in un istante si versa l’acqua e si accompagna il versamento dell’acqua con le parole sacramentali. Invece nell’Eucarestia, Gesù resta sempre nel tabernacolo e nel tabernacolo si rinnovano le ostie e nel tabernacolo continua la sua dimora, Gesù: Io sono con voi fino alla fine dei secoli [cf Mt 28,20]. Cosicché il Battesimo si dà per un atto breve, transeunte; l’Eucarestia è in atto permanente, cioè una continuità: tutti i giorni possiamo andare a fare la Visita al Santissimo Sacramento, e troviamo Gesù che è lì in quel tabernacolo, che prega il Padre, che ci osserva con il suo sguardo, che ha le mani piene di grazie per donarcele, che vuole e ci aspetta che andiamo a lui e che parliamo con lui…
Allora tre doveri verso l’Eucarestia: primo, ascoltar bene la Messa, partecipare bene; secondo, far bene la Comunione con fede, speranza e carità, con buoni propositi; e terzo, visitare Gesù, la Visita al Santissimo Sacramento. Cosicché, secondo le vostre Costituzioni, il culto all’Eucarestia è pieno5, perché Gesù si immola e noi andiamo ad assistere alla Messa, e offriamo la vittima Gesù, in unione con Maria quando si trovava sul Calvario, per la salvezza del mondo e per la santità nostra.
Secondo. Gesù ha istituito l’Eucarestia come Comunione: Prendete e mangiate: questo è il mio corpo [Mt 26,26]. Ecco, lui lo dice: Prendete e mangiate. Quelle parole non riguardavano solo i Dodici che erano lì alla mensa, all’Ultima Cena di Gesù, ma si volgevano ai secoli quelle parole, fino alla fine del mondo… Sempre vale il prendete e mangiate per ogni tempo e per ogni persona.
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E terzo, che voi fate la Visita, l’adorazione. Al dono che Gesù ci fa della sua presenza continuata in mezzo a noi, si corrisponde con delle belle Visite.
Quindi, la Messa, la Comunione, la Visita: è un culto totale, pieno; è il sacramento più grande. Gli altri sacramenti sono ordinati tutti all’unione con Gesù: o la preparano questa unione o servono a mantenerla questa unione con Gesù; e non è sempre che si faccia la Comunione, ma l’unione con Gesù bisogna sempre conservarla. Il Battesimo è la porta degli altri sacramenti, come si esprime la teologia6: e allora il primo sacramento è il Battesimo, ma è ordinato anch’esso alla Comunione, all’Eucarestia.
Quali grazie domandare in generale nella Visita. Primo, che i bambini faccian le Comunioni, si preparino bene alla Prima Comunione con cuore puro. Secondo: chiedere che i malati ricevano il Viatico in punto di morte. Terzo: la frequenza alla Comunione nella vita, durante la vita. Così, si comincia con la Prima Comunione e si finisce con l’ultima Comunione…; e nel corso della vita, chi è un buon cristiano, specialmente chi è un buon religioso frequenta la Comunione e la fa sempre meglio.
Grande è questo sacramento! È il sacramento che ebbe più figure nell’Antico Testamento, figure e promesse. Figura dell’Eucarestia è stato l’agnello immolato dagli Ebrei quando dovevano partire dall’Egitto [cf Es 12,1-14]; figura, il sacrificio di Abele [cf Gen 4,3-8; Eb 11,4; 12,24]; figura, il sacrificio di Abramo [cf Gen 22,1-18]; figura, il sacrificio di Melchisedek [cf Gen 14,18-20; Sal 110(109),4; Eb 7]…; è scritto che cesseranno i sacrifici dell’antica legge - i sacerdoti che offrivano agnelli, offrivano buoi e immolavano a Dio - ma verrà il tempo in cui dall’oriente e dall’occidente si offrirà un sacrificio nuovo, l’Ostia monda, l’Ostia santa, Gesù Cristo vivo [cf Ml 1,11; Eb 9]. E così tante altre figure, tra cui particolarmente la manna che ha servito a
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nutrire gli Ebrei per tanti anni nel deserto [cf Es 16; Gv 6,31-33]. Quando Elia fugge dai nemici e ad un certo punto è stanco, si ferma all’ombra di un ginepro, si addormenta… e si sentiva così scoraggiato da chiedere quasi al Signore che lo prendesse… ma durante il sonno, l’angelo lo scosse e gli mostrò il pane e l’acqua lì preparate accanto a lui: Taglia questo e mangialo, taglia di questo pane, mangia, ecco! E una seconda volta… Perché lunga è la strada - gli dice l’angelo -, la strada che hai ancor da fare: bisogna che ti fortifichi! [cf 1Re 19,1-8].
E se vogliamo fortificarci bene, nutriamoci bene della Comunione. Quanto più il cuore è puro, la mente, la fantasia, la vita quotidiana, tanto più son grandi le grazie! Chi si nutre bene di questo cibo crescerà in santità continuamente.
L’esame [di coscienza] sarà dunque per noi come si partecipa al sacrificio della Messa, come ci nutriamo del Corpo, del Sangue, dell’anima e divinità di Gesù Cristo nella Comunione, e come visitiamo Gesù lungo la giornata. Grande tesoro è questo che è contenuto nelle Costituzioni [riguardo] la Visita quotidiana 7 ben fatta a Gesù. Questi i propositi… E se si manterranno, vi sentirete sempre con Gesù, ogni giorno, tutta la vita… e si conchiuderà la vita con Gesù, perché, dopo averlo adorato tanto, aver fatto delle belle Visite e avere avuto nel nostro cuore fede nella sua presenza: Questo è il mio corpo… questo è il calice del mio sangue [cf Mt 26,26-28], dopo aver esercitato questa fede, allora si vedrà Gesù faccia a faccia in paradiso.
Sempre «magis credere»! Sempre credere meglio, sempre sperar di più e sempre amarlo con maggiore intensità8, finché finiremo di amarlo senza incertezze, senza imperfezioni lassù in cielo. Come è bello il canto del Tantum ergo! Leggete sempre la traduzione per capire meglio.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 90/61 (Nastro archivio 86a. Cassetta 86, lato 1. File audio AP 086a). Titolo Cassetta: “Moltiplicazione dei pani”.

2 Vangelo: Gv 6,1-15. Il brano viene brevemente commentato dal PM all’inizio della meditazione.
3 «È lui che battezza».

4 Intende dire: la Comunione viene assunta almeno dal sacerdote.
5 Cf C ’58, artt. 2c; 203-207; 209-210; 287-288.

6 Cf Catechismo della Chiesa Cattolica, 1213, che cita il Concilio di Firenze, Decretum pro Armenis (Bolla di unione degli Armeni, SESSIONE VIII, 22 novembre 1439): «Primo di tutti i sacramenti è il battesimo, che è la porta della vita spirituale. Con esso diveniamo membra di Cristo e parte del corpo della chiesa» (anche in HEINRICH DENZINGER, Enchiridion Symbolorum, Bologna 1995, 1313).

7 Vedi p. 60, nota 5.
8 «Fac me tibi semper magis credere, in te spem habere, te diligere», «Fammi credere sempre più in te, in te sperare, te amare». Queste parole sono nella quarta strofa dell’Adoro te devote (Ti adoro devotamente), il noto inno eucaristico attribuito a san Tommaso d’Aquino. Cf Preghiere, ed. 1957, pp. 252-253; ed. 1985, pp. 300-301.