Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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51. CAMMINARE VERSO UNA FEDE PIENA
La preghiera del rosario nel mese di ottobre
Domenica XX dopo Pentecoste, Meditazione, Castel Gandolfo, 8 ottobre 19611

Nel mese di ottobre recitare bene il santo rosario e, per quanto possibile, riflettere sui misteri del rosario: in generale si può avere questa intenzione. Molte altre intenzioni buone si possono avere anche, ma queste sono importanti.
Nei misteri gaudiosi si contempla la vita privata di Gesù e di Maria: e allora domandar la grazia di santificar la vita comune, la vita privata nell’interno della casa, e particolarmente nell’interno del cuore, nell’osservanza di quanto è connesso con la vita religiosa. Nei misteri dolorosi si può domandar la grazia di compiere un apostolato, compierlo bene. E nei misteri gloriosi la vita celeste, cioè la patria che ci aspetta, il cielo, lassù dove il Padre celeste ha preparato delizie che noi non comprendiamo, ma delizie che noi non abbiamo mai assaporato… paradiso.
Allora i misteri gaudiosi van molto bene a pensare alla santificazione in privato nella vita comune; nei misteri dolorosi si può pensare alla vita di apostolato, la vita esterna, le attività esterne; e poi nei misteri gloriosi pensare che questa vita passa, è tanto miserabile, e che invece il Signore ci ha preparato cose ineffabili per noi, che non sappiamo dire e san Paolo neppure si è allungato a spiegarle [cf 2Cor 12,2-4], ma sono cose che sorpassano tutto quello che un uomo ha visto,
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quel che un uomo ha udito, quel che l’uomo ha sentito nel proprio cuore! Quindi chiedere il paradiso, la salvezza eterna a noi… agli altri.
Il tratto di Vangelo di oggi ci porta soprattutto a chiedere al Signore lo spirito di fede, perché san Giovanni narra questo miracolo, che egli ha scelto fra i vari miracoli che poteva narrare, perché erano moltissimi i miracoli da Gesù fatti… la conclusione stava a cuore all’Evangelista: Egli credette in Gesù e con lui tutta la famiglia. Chiedere la fede… e chiede la fede lui che era capo di casa, e la fede vera, e non solo per lui ma per tutta la famiglia, e tutta la famiglia infatti acquistò la fede in Gesù.
«In quel tempo, a Cafarnao vi era un ufficiale reale, il cui figlio era ammalato - un ufficiale reale, quindi un romano… perciò un pagano -. Questi, avendo sentito dire che Gesù dalla Giudea era venuto in Galilea, andò a trovarlo e lo pregò di recarsi a guarire suo figlio che era moribondo. Gesù gli disse: Se non vedete miracoli e prodigi, voi non credete. Ma l’ufficiale insisteva: Signore, vieni prima che mio figlio muoia. Gesù gli disse: Va’, tuo figlio vive! Quell’uomo prestò fede alle parole di Gesù e partì.
Prima ancora di arrivare a casa gli corsero incontro i servi con la notizia che il figlio era guarito. Chiese loro in che ora aveva incominciato a star meglio, e quelli risposero: La febbre è cessata ieri verso l’una, nel pomeriggio. Allora il padre conobbe che quella era appunto l’ora in cui Gesù gli aveva detto: tuo figlio vive. Egli credette in Gesù e con lui tutta la famiglia»2.

Gesù ha promesso di ascoltare chi lo prega, anche se lo prega uno il quale non è ancora cristiano, eppure che ha il cuore retto e che ha fiducia in Dio. Questo ufficiale chiedeva addirittura un miracolo, ma voleva che Gesù andasse a casa sua: credeva che solo in quel modo il figlio avrebbe riacquistato la sua sanità. Perciò, credendo solo con una fede im
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perfetta, Gesù gli rispose: Se non vedete miracoli e prodigi, voi non credete; e tuttavia un poco credeva, altrimenti non sarebbe venuto da Gesù, ma la fede era imperfetta, e cioè pensava fosse necessario che Gesù3 andasse a casa a vedere il figlio malato e magari mettergli le mani sopra, magari sul capo, eccetera… perciò Gesù gli dice: Se non vedete miracoli, voi non credete. E allora perché la sua fede, la fede di questo ufficiale fosse piena, cosa fece Gesù? Gli mostrò che non era necessario andare a casa di lui, e il miracolo poteva operarlo da lontano. Perciò gli disse già: Va’, tuo figlio vive, cioè è guarito. E allora crebbe la fede in lui: quell’uomo prestò fede alle parole di Gesù e partì; e il fatto confermò quanto Gesù aveva detto, e perciò la fede in quell’uomo, in quell’ufficiale, crebbe. Perché era lontano Gesù da dove giaceva il figlio malato, e quindi ha dovuto fare un cammino abbastanza lungo… ma ecco che mentre stava per arrivare a casa, gli andarono incontro i servitori per dirgli: Tuo figlio sta bene, è guarito; e domandò allora, per accertarsi, quando la febbre era cessata, e gli dissero: Ieri all’una [di] pomeriggio. Allora ricordò che precisamente era quella l’ora in cui Gesù gli aveva detto: Va’, tuo figlio vive, cioè vivrà, è guarito in sostanza. Allora la fede sua divenne piena, e cioè che Gesù potesse operare prodigi anche in distanza; la fede sua divenne piena e non solamente in lui, ma nella famiglia: E con lui tutta la famiglia credette.
Ecco, molte volte c’è fede in noi, ma non sempre è perfetta: domandiamo un aumento della fede. E sì! Credeva, ma c’era bisogno di quella domanda… quel certo padre di famiglia che credeva già in Gesù - parlando di un altro caso - [disse]: Credo, Signore, ma aiuta la mia poca fede, soccorri la mia poca fede! [cf Mc 9,24]; e il Signore anche in quel caso operò il prodigio. Oh! Domandare una fede piena. Fede. Quando il Signore chiama ad una vita più perfetta, vita più santa, qualche volta si dice oppure può venir detto questo: Ma fatti più santa, fatti santa… e si sente la risposta: Santa
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io?. Non è possibile, si vuol dire! Ecco, la fede allora non è piena… E non sono tutti chiamati alla santità? E non hanno tutti le grazie per arrivarci? Sì! E allora… un po’ migliorar la fede, un poco! E molti non si azzardano a far dei propositi e a lavorare spiritualmente con impegno… e poca fede hanno nella riuscita come fosse una cosa impossibile, non fatta per loro: è fatta per tutti la santità, perché [Dio] ci ha creati per la santità: «Ut essemus sancti»4 [Ef 1,4]. E allora, fede piena.
Non manca mai da parte di Dio la sua bontà, la sua misericordia, il suo potere… abbiamo bisogno di aver paura di noi stessi, cioè che manchiamo nella fede e nell’umiltà e nella perseveranza a pregare, perché bisogna pregare con insistenza. Mentre che Gesù faceva osservare all’ufficiale: Se non vedete miracoli e prodigi non credete, Gesù sembrava che volesse fare un discorso, quasi un rimprovero, sì, ma l’altro era tutto preoccupato del figlio… quindi: Vieni, prima che il figlio muoia!. Oh, allora, ecco, perseverò nel domandare e ottenne quel che voleva… e più di quel che voleva! Gesù non si mosse ma il miracolo fu compìto.
Allora bisogna che noi abbiamo più fede. Quelle grazie che domandiamo un giorno, due, dieci, un anno e due anni e anche dieci anni, di vincere questo, di ottenere quello… Fede! Il Signore ascolta chi prega quando si chiedono grazie spirituali e grazie che riguardano la salvezza della nostra anima, la gloria di Dio… ma fede ci vuole! Questa fede si dimostra con il perseverare nella preghiera: L’otterrò e il Signore me la darà al tempo debito; il Signore comincia già a darmene un po’, perché ho già più volontà, ho già più fervore, ho già più impegno. Avanti dunque… Domandare sempre più aumento di fede e di umiltà e perseveranza nel pregare.
E questo mese la cura dei rosari dappertutto: quando si può, dirlo abbondantemente. Tuttavia non è tanto la quantità quanto la qualità, cioè dirlo, [per] quel che possiamo, bene. Si capisce che si dice meglio in chiesa, e si capisce
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come, quando si fa un lavoro, l’attenzione vada al lavoro più che al mistero. Tuttavia, anche rispondendo e dicendo così come possiamo e cercando di far bene ciò che abbiamo da fare, quella preghiera piace al Signore.
Perciò nessuno scoraggiamento e fede nella misericordia di Dio, fede nell’intercessione di Maria.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 112/61 (Nastro archivio 102b. Cassetta 102, lato 2. File audio AP 102b). Titolo Cassetta: “La fede. Il rosario”.

2 Vangelo: Gv 4,46-53. Il brano viene citato liberamente dal PM all’interno della meditazione.

3 Il PM dice: e cioè se Gesù era necessario che.

4 «[Ci ha scelti prima della creazione del mondo] per essere santi…».