Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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34. GESÙ NELLA VITA PRIVATA
L’umiliazione del Figlio di Dio fatto uomo
Esercizi Spirituali, 4° giorno, I Istruzione, Castel Gandolfo, 9 agosto 19611

Giorni questi di grazia, di luce… e la prima parte [degli Esercizi] riguarda particolarmente la purificazione; la seconda parte riguarda invece il futuro, la santificazione, il lavoro che abbiamo da fare per stabilire la nostra vita in Dio… santificare il futuro. E allora parliamo del lavoro interiore. Lavoro interiore che è costruttivo: la conquista della santità… iniziare l’ascesa verso il cielo.
L’esemplare è unico, Gesù Cristo: Io son la via [Gv 14,6] e chi vuol venire dietro di me, ecco… [cf Mt 16,24; Mc 8,34; Lc 9,23]. Egli ha fatto la strada, egli ci cammina innanzi e ci invita a seguirlo. Il Divino esemplare, Gesù Cristo: Io sono la via. Allora, ecco, considerare la vita di Gesù. Considerarla nei tre punti principali: la vita privata, la vita pubblica, la vita dolorosa; poi seguirà la vita gloriosa, la vita eucaristica… la vita gloriosa alla quale dobbiamo arrivare.
La vita dunque privata, in primo luogo, che si inizia con l’Incarnazione del Verbo Divino e si chiude circa [al]l’età dei trenta anni, quando Gesù volle ricevere il battesimo dal precursore, da san Giovanni Battista. Ecco la via della santità: è tutta una via in primo luogo di umiliazioni. Finché non c’è
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questa base, non si costruisce niente! Il Figlio di Dio uguale al Padre: «Tu, ego hodie genui te» [Sal 2,7], tu sei mio Figliolo, ti ho generato; hodie vuol dire nel tempo infinito, cioè tutta l’eternità. Il Figlio di Dio, Dio, discende dal cielo e si fa uomo, prende tutta la figura di uomo, alla divinità aggiunge l’umanità… egli ha un corpo ed un’anima come noi a cui è unita la seconda persona della Santissima Trinità. Quel Dio ineffabile, infinito, sapientissimo, potentissimo, quel Dio che ci ha creati e che tutto governa il mondo, oh!, si fa umile bambinello e vuol nascere come un bambino comune. Egli «exinanivit semetipsum» [cf Fil 2,7], si rimpicciolì, vuol dire: Dio infinito si fa un bambinello piccolo come un bambino comune. Se un uomo potesse dire: per umiliarmi prenderò la forma di verme, ecco, prenderò la forma di verme - ed è un uomo sapiente, un uomo ricco, uomo di autorità, un uomo che ha compiuto opere grandi -, [se] si mette sotto forma di verme, noi diremo che ha profonda umiltà: si mostra come un verme che qualunque [persona] con il piede può schiacciarlo… e si nutre di terra, il verme. Ma l’umiliazione del Figlio di Dio che si fa uomo è un’umiliazione immensamente più grande, perché la distanza fra Dio e l’uomo è senza limiti, mentre che il Verbo che si fa uomo è sempre una creatura, è sempre un essere, è un essere che ha ancora vita… E nasce nel presepio. Egli ha voluto una madre poverissima, una madre che era sì santissima, ma un’umile popolana: non una regina… no; dire una contadinella, è dire qualche cosa? Poteva nascere da una famiglia nobile, ricca, potente, eccetera, no! Ed eccolo là nel presepio.
Come comincia poi la vita esterna, la vita visibile: a Betlemme non viene accolto e san Giuseppe deve cercare un rifugio e trovò una grotta nelle vicinanze di Betlemme - là il terreno è molto calcareo, le grotte sono frequentissime; servivano anche un po’ chiuse per ricoverare il bestiame nei tempi di temporali o quando c’era l’inverno… bestiame che veniva pascolato qua e là -. Dunque il Figlio di Dio nasce in una grotta, è messo in una greppia, una greppia da animali, e sopra un po’ di strame riposa; e rimane lì in quella umiliazione, in quella povertà, privo anche di quel-
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lo che hanno i bambini più poveri, generalmente. E come vive quella Sacra Famiglia in quei primi giorni e nei giorni successivi, quando per la persecuzione di Erode si trasferisce, fugge in Egitto? Di carità: offerte dei pastori, offerte dei magi, ecco. Pensare a san Giuseppe e Maria che vanno in cerca di carità. Veramente chi è che imita così fino a questo punto la povertà? Eh, san Francesco da Assisi ci si è avvicinato… ma l’uomo è sempre un povero uomo, ma il Figlio di Dio è incarnato: dopo migliaia di anni che è atteso il Messia, ecco in che condizioni… e subito vien perseguitato.
Viene perseguitato e cercato a morte: e come inizia la sua vita - cercato a morte - così sarà chiesta la sentenza di morte contro di lui a suo tempo, quando avrà un po’ compiuto il suo magistero e sta per compiere la redenzione con la sua morte di croce. Come se sia uno indegno di stare tra gli uomini: così al nascere e così viene condannato - chi è condannato alla morte, perché? è indegno di vivere -. Cercato a morte… e come si sarà trovato in Egitto, in terra straniera, dove certamente uno straniero non è sempre ben accolto; e pensiamo alla povera vita sotto una pianta, in una capanna, in principio proprio di elemosina… poi san Giuseppe avrà fatto qualche lavoro per guadagnare il necessario… E vive come il Bambinello che viene messo nella greppia, viene allattato e viene trattato proprio come tutti i bambini incapaci di parlare, incapaci di esprimere le necessità, ecco.
Ritorna poi dall’Egitto e viene a Nazaret. San Giuseppe aveva sentito, rientrando nella Terra Santa, aveva sentito che viveva Archelao, il quale pure era crudele persecutore, e allora stabilì la dimora a Nazaret [cf Mt 2,19-23]. Nazaret era una piccola borgata di Galilea - regione chiamata Galilea - e là si ritira, perché ci sia il silenzio attorno al Bambino, attorno alla Sacra Famiglia, quasi che nessuno si accorga, perché non si spargano voci che attirino la persecuzione: «Quid boni a Nazaret?»2 [cf Gv 1,46], cosa ci viene di buono da Nazaret?, dicevano più tardi. […]
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1 Nastro originale 101/61 (Nastro archivio 95a. Cassetta 95, lato 1. File audio AP 095a). Titolo Cassetta: “Gesù nostro unico esemplare”. Questa istruzione è la terza del giorno. Le due precedenti erano state dettate al mattino da don Panebianco. Dopo questa, di cui abbiamo una parziale registrazione, il PM tiene un’altra istruzione sulla vita pubblica di Gesù e la sua missione, di cui non abbiamo rintracciato l’audio.

2 Il testo latino: «A Nazareth potest aliquid boni esse?».