Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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33. LE COSTITUZIONI, VIA ALLA SANTITÀ
Sintesi degli articoli e degli argomenti
Esercizi Spirituali, 2° giorno, IV Istruzione, Castel Gandolfo, 7 agosto 19611

Il libro da leggersi di più negli Esercizi è il libro delle Costituzioni. Perché? Perché lì è segnata la via della perfezione: le Costituzioni sono il Vangelo applicato a un genere di vita.
E nelle Costituzioni due sono gli articoli principali, e gli altri sono sviluppo di questi due articoli principali. Primo articolo: l’impegno di attendere alla perfezione, alla santità; secondo articolo: di attendere ad un apostolato, all’apostolato. Il primo articolo è uguale per tutti gli Istituti che ci sono nella Chiesa: attendere alla perfezione; il secondo articolo, invece, distingue gli Istituti: perché uno può avere un apostolato per la scuola, l’apostolato di carità, apostolato missionario, apostolato quale ha la Famiglia Paolina, apostolato vocazionario. Oh!
Le Costituzioni, primo punto, sono la via sicura del paradiso; non soltanto del paradiso, ma della perfezione. Si dice nel primo articolo: attendere alla perfezione, mediante però la povertà, la castità e l’obbedienza, e le Costituzioni. Quindi, come si praticherà la povertà, come si praticherà la castità, come si praticherà l’obbedienza? Come è scritto nelle Costituzioni: sono una spiegazione i capitoli che seguono più avanti2. Sono molti i capitoli, ma i capitoli che riguardano i voti sono molto chiari e sono abbastanza sviluppati da comprendere quale sia
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l’impegno che la persona, facendo i voti, assume. Mediante i voti: cioè i voti che per la prima volta son fatti annuali, quindi son temporanei; e poi dopo cinque anni divengono perpetui, eccetto che per caso speciale, come l’inizio di un Istituto: potrebbero anche farsi questi voti perpetui molto presto, e può essere che un’anima sia già così preparata che anche possa liberamente prendere tale impegno per tutta la vita.
Ora, come si dividono le Costituzioni? Le Costituzioni in principio parlano del reclutamento delle persone, e cioè delle vocazioni3. Dicono, le Costituzioni, chi non potrebbe entrare nell’Istituto, e vi sono delle proibizioni: certi impedimenti rendono invalida l’accettazione e altri impedimenti la rendono solo illecita, l’accettazione. È invalida quando uno avesse già partecipato ad una setta eretica; e invece è illecita quando non si sta alle Costituzioni circa l’età di accettazione, oppure quando vi fosse un altro impedimento simile… [per] esempio, deficienze per lo spirito o deficienze di carattere, deficienza di salute, eccetera. Tuttavia, la famiglia religiosa deve cercarsi le sue vocazioni, e quanto più la famiglia religiosa vive di fervore tanto più è efficace, ricordando però quello che abbiam meditato questa mattina4: cercarsi le vocazioni come ha fatto Gesù per formare il suo gruppo di apostoli… prima dodici, veri apostoli, poi i 72 discepoli, che si pensa fossero anche sacerdoti - almeno che una parte sia stata ordinata in seguito… sì, in seguito -.
Oh! Poi le Costituzioni parlano del tempo di Postulato5, cioè quel tempo in cui la aspirante prova a vivere in quella comunità, se si trova bene. Studia cioè la vita religiosa dell’Istituto, e fa le prove sue; così l’Istituto da parte sua cerca di conoscere le attitudini, le tendenze, le intenzioni dell’aspirante. Se poi questo [tempo] rende consapevoli i superiori da una parte e l’aspirante dall’altra, e concordano nel pensiero
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che è cosa buona proseguire, allora ci sarà la Vestizione; ci sarà anche ad un certo momento il Noviziato, il quale può essere di un anno e potrebbe anche essere di due: qui è prescritto per un anno ma nella Famiglia Paolina, nella parte femminile: Pie Discepole, Figlie di San Paolo…, prima - dipende - si fa solo un anno, ma prima poi della professione perpetua si fanno sei o dieci mesi o dodici mesi cioè, sì, come un secondo noviziato prima della professione perpetua.
Invece nella Famiglia Paolina maschile si facevano due anni per i religiosi laici; ora anche per gli studenti, cioè quelli che sono avviati al sacerdozio, dovranno fare anche loro i due anni, prima della professione temporanea, cioè avanti la prima professione… due anni. D’altra parte, quando non c’erano questi due anni, si faceva un’altra prova nel primo corso di teologia.
Il Noviziato6 è per questo fine, e cioè che l’aspirante possa istruirsi, conoscere l’Istituto, provare a osservare quanto è prescritto, affinché l’anno dopo possa giudicare se si sente di abbracciare quella vita; e ugualmente da parte delle madri, dei superiori, l’Istituto prova l’aspirante se è in grado e se ha le convenienti qualità per abbracciare la vita religiosa.
Viene la Professione7. Che cos’è la professione? La professione è un donarsi a Dio, per ritenere più niente: tutto è di Dio, perché Dio prenda tutta l’anima, tutta la religiosa, tutto il religioso. Le parole essenziali sono: io tutta, tutto mi dono, offro e consacro, tutto mi dò a Dio, tutto mi offro, tutto consacro al Signore8. E questo prima, in primo luogo, per un anno; e poi si viene alla fine per tutta la vita, emettendo i voti ed impegnandosi ad osservare le Costituzioni. Ecco la grande cosa.
Quando poi si è religiosi9, ecco, viene descritto il voto di povertà nel libro delle Costituzioni, viene descritto il voto di
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castità, viene descritto il voto di obbedienza. La suora già ha letto le Costituzioni ma, meditandole sempre meglio, ecco che cammina, cioè si perfeziona di giorno in giorno, sale verso la santità. Sì, sale verso la santità con la rinuncia, quindi la povertà; con il fervore dello spirito, donando tutto il cuore a Dio con il voto di castità; e donando tutta la volontà, tutte le forze al Signore con il voto di obbedienza.
Le Costituzioni poi spiegano come dev’essere la vita comune10, e cioè vita di carità vicendevole, vita di umiltà costante e vita di apostolato.
Poi viene quello che si deve fare in comunità. E perché si possa poi fare, prima si parla della pietà11: le opere di pietà, le pratiche di pietà, sono quelle che già seguite… quindi non vi è cosa nuova.
Una volta assicurata la grazia di Dio per compiere l’apostolato e gli altri doveri, allora si viene alla descrizione e degli studi12 - come saranno gli stu[di], come si dovrà attendere agli studi secondo le capacità, secondo l’età, eccetera… - [e] poi l’apostolato13 - che [nel libro delle Costituzioni] viene in seguito -, e nell’apostolato chi ha una parte più facile e chi invece ha un’altra parte, sì… può essere che ci sia l’offerta della vita per le vocazioni: quindi tutta la vita viene tradotta in apostolato vocazionario!
Quindi si parla del governo dell’Istituto… Naturalmente quando la persona si è donata a Dio, ecco, dovrà vivere in comunità nell’Istituto vostro; non come gli Istituti Secolari che possono vivere o in comunità o fuori della comunità, secondo il loro apostolato e secondo [quanto] determinano i superiori.
Allora, che cosa avviene di conseguenza? Che tutto bisogna mettere in comune e tutto ricevere dalla comunità. Perciò la vita… viene assicurata la vita naturale dall’Istituto. La persona dovrà sempre operare per l’Istituto e tutto donare
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all’Istituto, quel che può ricavare di utile nella sua vita; e d’altra parte ricever tutto dall’Istituto, quel che è necessario per la sua vita, sia quando si è in buona salute sia quando non si è più in buona salute, e sia nella vecchiaia o sia anche nel caso di una lunga malattia… l’Istituto provvede. L’Istituto poi fa assistenza speciale ai malati14; l’Istituto poi cura le persone, le quali forse hanno mali che non si poteva sospettare che dopo si manifestassero; l’Istituto deve fare l’assistenza alle malate, specialmente quando il male si aggrava: assistenza per la salute e assistenza per l’anima, onde ricevere per tempo i sacramenti.
Poi l’Istituto, oltre che dare una tomba decorosa, sebbene umile, assicura i suffragi come sono descritti nelle Costituzioni15.
Segue poi il governo dell’Istituto16. Il governo dell’Istituto, eh, si svilupperà man mano che si va avanti. Ora, distinzioni che son fatte negli Istituti già numerosi, non si posson fare ancora qui. E d’altra parte per ora si ha da seguire quello che va man mano determinando il Primo Maestro, secondo [come] vede i tempi, e secondo [come] vede le necessità nella preparazione e formazione all’apostolato; oh!, e poi nella costituzione robusta dello spirito; e mettere in condizioni tali che l’Istituto poi possa estendersi… possa estendersi. Ad esempio, gli Istituti meridionali non vanno, in generale, poi nell’Alta Italia, nella Francia, nelle Americhe, nel Giappone, eccetera; ma invece gli Istituti settentrionali passano, in generale, nelle regioni anche meridionali e quindi non solo meridionali d’Italia… ma dopo l’Italia, nel meridionale, c’è l’Africa: e già son partite le Figlie per l’Africa e già si preparano in questi giorni, per partire, delle Pie Discepole17.
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Oh! Ma anche che l’Istituto possa essere nato in luogo meridionale o a metà dell’Italia18, può diventare così robusto e così di spirito intraprendente, attivo, eccetera… e così cambiare mentalità e cambiare anche un po’ il modo, il comportamento; e capire… particolarmente capire tutte le persone, capirle per[ché possano] essere assecondate, per guidarle. Anche questo si può fare mediante una iniezione di uno spirito superiore, mi pare, e il quale poco a poco formerà le persone in modo conveniente e adatto… e questo è ciò che si sta facendo. E perciò [abbiamo l’esempio del]la lunga esperienza delle Suore Pastorelle, la quale ha dato i suoi risultati, e quindi adesso lo sviluppo così avverrà; anche ora, dopo le esperienze e i fatti che si sono già verificati.
Oh! Dopo il governo dell’Istituto, viene descritto anche l’andamento… come deve viversi in una casa locale, la vita di una casa locale, l’amministrazione19.
L’ultimo poi è il capitolo [che] dice come obbligano le Costituzioni20. Le Costituzioni obbligano in che senso? Circa l’ottantacinque per cento degli articoli delle Costituzioni… l’ottantacinque per cento è di Diritto Canonico e di legge divina: quindi, vuol dire che obbligano, gli articoli. E poi vi sono altri articoli i quali hanno piuttosto carattere disciplinare o ascetico, ma anche questi devono essere osservati, in generale, sebbene possa esserci qualche caso in cui non si pecca trascurandoli; ma in generale è l’obbligo di osservarli: quindi il peccato se non si seguono… O perché poi la persona non prende i mezzi di santificazione - perché non osserva gli articoli allora? cosa vuole? poteva stare nel mondo! - e allora non vuol tender alla perfezione: e siccome attendere alla perfezione è il dovere principale della vita religiosa, quella non compie i doveri della vita religiosa… se non adopera quel mezzo di orazione, quel modo di vivere che è indicato dalle Costituzioni, quella spiritualità propria dell’Istituto…; peggio poi se disprezzasse quello che è prescritto anche nei
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comandi - il disprezzo formale -, oppure la sua condotta desse cattivo esempio, oppure se avesse intenzione di mandare inutile, di rendere inutile ciò che viene descritto [nelle stesse Costituzioni]. Quindi o essere persone, suore, veramente tali o non esserlo… oneste21.
Perciò, dicevo di prendere negli Esercizi [questa lettura]… E nelle Costituzioni c’è quest’obbligo: di leggerle una volta l’anno, in qualche maniera, o almeno negli Esercizi leggere sostanzialmente quello che è contenuto22. Vi sono per ora molti articoli che non toccano ancora la vostra vita perché l’Istituto non è ancora sviluppato: il Capitolo generale, il Capitolo provinciale, eccetera… articoli che per ora non si applicano, e si applicheranno quando l’Istituto avrà raggiunto un certo sviluppo. Ora, quegli articoli lì si leggeranno quando si dovranno applicare; ma nel resto e nel complesso, le Costituzioni dicono che almeno una volta l’anno, particolarmente negli Esercizi, si scorrano, si richiamino. Anche lì è poi la perfezione: una va a farsi suora per attendere alla perfezione… dunque, sapere.
Dopo il Vangelo e il catechismo, per noi il libro principale per lettura spirituale è proprio il libro delle Costituzioni… non ce n’è un altro.
Quale direzione darà il direttore spirituale? La direzione spirituale è nelle Costituzioni. Perché, fatti i voti, c’è l’impegno di seguire quello, non un altro spirito; perché poi avviene che se si frequenta un confessore che non conosce lo spirito, c’è sempre un po’ di timore che non ci sia la comprensione totale… perché un Salesiano non può comprendere il Paolino del tutto, il Cappuccino non può comprendere del tutto il Domenicano. E allora per la predicazione in generale e per le confessioni in generale, almeno sostanzialmente e quando si tratta di vera direzione, lo spirito si ha da prendere dalla Famiglia Paolina. E l’indirizzo, l’avviamento, la direzione dallo spirito paolino.
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Allora, ecco l’impegno che adesso si ha da prendere negli Esercizi: leggere, meditare per vivere le Costituzioni. È un gran dono di Dio! Le Costituzioni sono state studiate a lungo, si è tanto pregato, fatto pregare… poi vengono corrette, ricorrette, presentate alla Santa Sede: e poi lì esaminate dall’uno e dall’altro, finché viene il congresso e poi dove sono discusse, e poi si rimanda tutto al Papa… e quando finalmente vi è l’Approvazione, ecco, l’ho già detto prima: quale miglior sicurezza che quella è la via della santità? Perché può essere che si leggano tanti libri e che venga la tentazione: ohi, lo spirito di santa Teresa mi piace… oppure piacerà lo spirito francescano; ma, abbracciata una spiritualità, quella è la via di Dio, quella è la via della santificazione. Non siam più noi a guidarci ma la Chiesa; quindi non andiamo incontro a deviazioni, a sbagliare strada… ma la strada è segnata dalla Chiesa: dunque è sicura.
Con l’approvazione delle Costituzioni, è detto che quell’Istituto è adatto al tempo - può far del bene nel tempo presente -, e chi dà il nome a quell’Istituto, vive in quell’Istituto e l’abbraccia, e vi fa la professione, quello prende la via che conduce sicuramente al cielo: quindi si è sicuri che seguendo quella via si può raggiungere la santità.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 100/61 (Nastro archivio 93b. Cassetta 93, lato 2. File audio AP 093b). Titolo Cassetta: “Vita religiosa e costituzioni”.
2 Cf C ’58, artt. 140-174.

3 Cf C ’58, artt. 23-40.
4 Vedi pp. 186-187.
5 Cf C ’58, artt. 41-56.

6 Cf C ’58, artt. 57-96.
7 Cf C ’58, artt. 97-124.
8 Cf C ’58, art. 102. Vedi p. 23, nota 8. 9 In C ’58 inizia qui la Parte seconda: Vita e opere della Congregazione.

10 Cf C ’58, artt. 175-187.
11 Cf C ’58, artt. 188-218.
12 Cf C ’58, artt. 253-262.
13 Cf C ’58, artt. 263-278.

14 Cf C ’58, artt. 279-292.
15 Cf C ’58, artt. 293-299.
16 In C ’58 inizia qui la Parte terza: Governo della Congregazione.
17 Le Figlie di San Paolo aprono la prima Casa in un Stato africano, lo Zaire, nel 1958. Il primo novembre 1961 anche le prime Pie Discepole del Divin Maestro arrivano a Kinshasa (allora Léopoldville).

18 Intende nell’Italia centrale, naturalmente.
19 Cf C ’58, artt. 420-452.
20 Cf C ’58, artt. 453-458.

21 Parola incerta.
22 Cf C ’58, artt. 214, 450, 456.