Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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19. LA VOCAZIONE DI PIETRO
I frutti dell’obbedienza alla Parola di Gesù
Domenica IV dopo Pentecoste, Meditazione, Torino (SAIE), 18 giugno 19611

Il Vangelo di oggi è tratto da san Luca e l’Epistola invece dalla lettera di san Paolo ai Romani. San Paolo ai Romani parla di quello che avverrà alla fine del mondo, cioè della rinnovazione di questo mondo alla risurrezione finale2. Il Vangelo dice:
«Un giorno in cui Gesù era sulla riva del lago di Genezaret, le turbe gli si accalcavano attorno per udire la parola di Dio. E vide due barche ancorate presso una riva. I pescatori ne erano discesi e lavavano le reti; Gesù salì in quella di Simone e lo pregò di scostarsi un po’ dalla terra. E, postosi a sedere, ammaestrava le turbe dalla barca. Cessato poi di parlare, disse a Simone: Prendi il largo e gettate le reti per la pesca. Rispose Simone: Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla! Sulla tua parola, però, getterò la rete. E fatto così, presero tale quantità di pesci che le reti si rompevano. Fecero allora segno agli amici che erano nell’altra barca, perché venissero ad aiutarli; e quelli vennero e riempirono ambedue le barche che quasi affondarono. Simon Pietro visto ciò cadde ai piedi di Gesù dicendo: Allontànati da me, o Signore, perché son peccatore. Egli, infatti, e tutti i suoi compagni che si trovavano con lui erano rimasti stupefatti per quella pesca straordinaria; ugualmente rimasero sbigottiti Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo e soci di Simone.
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Allora Gesù disse a Simone: Non temere, d’ora innanzi sarai pescatore di uomini. E ricondotte a terra le barche, abbandonarono tutto e seguirono Gesù»3.

Questo tratto di Vangelo è molto istruttivo; del resto sono istruttivi tutti i tratti del Vangelo, ma qua sembra che in qualche maniera ci faccia vedere delle cose che sono come preannunzi. La turba, anzi le turbe, le folle si accalcavano attorno a Gesù, e anzi lo sospingevano, ed erano sopra la riva, la spiaggia del lago… quasi spingevano Gesù nell’acqua: ognuno voleva accostarsi di più, voleva essere il primo ad udire e ad essere veduto. Allora Gesù, per parlare con maggiore libertà, domandò che gli conducessero una barca e vi salì sopra, e di lì poté parlare più liberamente alla gente che stava come in circolo sulla spiaggia: predicò.
Notare però che Gesù ha preso la barca di Pietro, ecco, la barca di Pietro. Gesù era ascoltato dalle moltitudini. Non avveniva come alle volte [succede: che] tanta gente si accalca attorno a dei ciarlatani, dei capi partito o altri che fanno alle volte convegni e forse anche convegni non troppo pacifici, accendendosi di sdegno contro altri che non la pensano così come loro… Andavano a sentire il Verbum Dei, quelle persone: andiamo a sentire la Parola di Dio! Non false ideologie, false filosofie: non andiamo dietro a persone4 che promettono mari e monti, ma sempre sulla terra, e non ci danno né i mari né i monti poi!, ma… e ce li dessero anche, son beni di terra… fan dimenticare il cielo alle volte! Andiamo a sentire la Parola di Gesù che è giusta, l’insegnamento di Gesù che praticò, e ci istruisce sopra i beni spirituali e sopra i beni… e cioè la felicità eterna.
Gesù scelse la barca di Pietro: era profetico questo fatto. Gesù parlerà per tutti i secoli ma dalla barca di Pietro, cioè dalla cattedra di Pietro, dal Papa. Nella festa dei Santi Pietro e Paolo espongono sulla facciata di San Pietro, la Basilica,
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una rete a ricordare questo fatto, ecco, a ricordare che Pietro ha gettato la rete sopra la Parola di Gesù. Noi avremo sempre da ascoltare il Papa… se c’è un periodico da leggere è proprio LOsservatore Romano5. Una moltitudine di giornali, di notizie e di comunicazioni di radio, eccetera, che cosa vale a confronto di una parola che viene dal Papa, dai suoi discorsi! Tanto più, [se] insegna ex cathedra6, è anche infallibile. Allora, ecco, assecondare il Papa, collaborare con il Papa specialmente con la preghiera e con l’apostolato, sì.
Oh! Gesù finì di parlare, e allora volle confermare ciò che aveva detto, volle confermare facendo il miracolo - il che provava che chi parlava era Dio, non era un ciarlatano che promettesse cose impossibili o dicesse cose che non sono utili -. Allora disse a Pietro: Ora gettate le reti; ma Pietro e i suoi compagni avevan lavorato tutta la notte e avevan preso niente e così si erano persuasi che in quel tratto lì del lago e dell’acqua non c’erano pesci. Ma Pietro, dopo aver detto che tutta la notte aveva preso niente, soggiunse: Sulla tua parola però getterò le reti; e, fatto questo, presero tale quantità di pesci che le reti si rompevano. Ecco il valore dell’obbedienza: tutta la notte da loro stessi, niente… sulla Parola di Gesù, tutto! Pesci in abbondanza, tanto che dovettero chiamare anche i compagni dell’altra barca, perché una sola non bastava. L’obbedienza! Quando si opera sotto l’obbedienza, c’è Dio con noi: perché, cosa vuol dire obbedire? Vuol dire uniformare la nostra volontà alla volontà di Dio. Allora, noi facciamo solo la volontà di Dio, poi lui opera i prodigi di grazia e di apostolato. Pietro obbedì solo, fu mica lui a fare il miracolo della pesca miracolosa! Lui obbedì e Gesù fece il miracolo.
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Quando un’anima si lascia guidare, Gesù opererà dei prodigi per suo mezzo, per mezzo di quest’anima: i prodigi non sono suoi, sono di Dio… il quale voleva compìre la sua volontà e si è servito di noi. Il prete deve consecrare il pane nella Messa, e mica che faccia prodigio il prete! Il prodigio lo fa Gesù; e dopo che il prete ha detto le parole, Gesù è presente, e al punto giusto il prete si volta indietro7, alza l’ostia e dice: Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo, e noi rispondiamo: Signore, io non son degno di ricevere, eccetera…
Sapessimo il valore che ha l’obbedienza, non faremmo mai niente di nostra testa, non ci muoveremmo [di] un dito senza che ci sia la sua volontà, la sua disposizione! Anche i propositi, se son benedetti dal confessore ricevono il merito dell’obbedienza e hanno la grazia dell’osservanza più facile - sebbene bisogna anche obbedire [ai superiori], nonostante che dobbiam verificare la nostra volontà e fare qualche volta qualche sacrificio… perché vorremmo fare la nostra volontà! -.
E Pietro l’aveva fatta tutta la notte la sua volontà, cercando pesci da portare al mercato per mantenersi. Ma qui fece la volontà di Gesù: «In verbo tuo laxabo rete». Persone che non ci vedono niente per il futuro, ricevono un consiglio, un ordine, un indirizzo: lo accettano sulla parola di Gesù. Si sbaglia mai da chi obbedisce. Può sbagliare anche chi comanda, ma siccome chi obbedisce, eh!, piega la testa davanti a chi comanda a nome di Dio, anche se il superiore si è sbagliato, colui che obbedisce fa il merito e Dio lo benedice e riusciranno le cose. Quante volte dobbiamo fare così!
Allora, fecero tale quantità di pesci che le reti si rompevano; così, vedendo che non bastava una barca, chiamarono i soci, cioè gli amici dell’altra barca, che venissero ad aiutare; e vennero e riempirono tutte e due le barche perché quasi affondavano, le barche così [piene] che quasi affondavano. Quando Pietro vide che non bastava, chiamò i soci, i suoi amici, i compagni dell’altra barca: sempre chiamare aiuto,
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vocazioni nell’apostolato, sempre! Questa è cosa che indica zelo. E più saranno le vocazioni, e più bene si farà nella Chiesa… intanto colui che suscita una vocazione, riceve la benedizione di Dio sulla propria vocazione.
Allora, Pietro cosa disse? Visto questo, cadde ai piedi di Gesù dicendo: Allontanati da me, o Signore, perché son peccatore. Era un atto di umiliazione… e [Pietro] confessa che quell’uomo che si chiamava Gesù era il Signore: Allontanati da me, o Signore! E cioè, voleva dire: Io non sono degno di stare alla tua presenza: si esprimeva un poco male, ma era certamente un atto di umiltà per parte sua e un atto di fede in Gesù: O Signore, ti amo!.
Egli infatti e tutti i suoi compagni, che si trovavano con lui, erano rimasti stupefatti per quella pesca straordinaria: vedremo i buoni risultati delle opere fatte in obbedienza.
Ma Gesù non voleva finire lì! Ecco. Perché ciò che aveva fatto era simbolico e voleva che Pietro lo comprendesse. Allora Gesù disse a Simone: Non temere - voleva dire: non aver paura perché sei indegno -, d’ora in poi sarai pescatore di uomini, e gli diede la vocazione sua. Pietro capiva solo di pesca, e [Gesù] come fa capire a Pietro il futuro suo ufficio? E prende il paragone dal pescatore: Tu sei pescatore e prendi i pesci, in avvenire tu sarai un pescatore speciale, straordinario… pescherai uomini. Quando ti rivolgerai al mare di questo mondo, mare burrascoso, agitato da tante onde e tanti pericoli, in questo mare tu pescherai uomini, gli uomini che ti ascolteranno, che ti seguiranno, che verranno nella tua rete, cioè che accetteranno la tua parola, il tuo insegnamento… li porterai al paradiso. Pescherai uomini… e non per mangiarli gli uomini, eh! È ben diverso! I pescatori pescavano per mangiare i pesci oppure per venderli, ma qui avrà una pesca per salvare gli uomini: una pesca straordinaria, come Pietro è un pescatore straordinario. E passano i secoli e pesca sempre di più nel mare burrascoso di questo mondo; lui e i suoi compagni, cioè i vescovi, i sacerdoti e tutti quelli che hanno ministeri nella Chiesa di Dio, apostolati nella Chiesa di Dio. Non temere, sarai pescatore di uomini!
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Ma anche Pietro e i suoi compagni fecero un atto di obbedienza, cioè accettarono la vocazione… e cosa conchiusero? Portarono a terra le barche e poi abbandonarono tutto e seguirono Gesù: seguirono la vocazione, cioè. Allora, ecco, in futuro saranno pescatori di uomini: han seguito, han lasciato tutto! Perché è gran cosa? Perché sovente non lasciamo noi stessi, non lasciamo il nostro amor proprio, non lasciamo la nostra volontà… ma [essi] accettarono tutto il comando di Gesù, l’invito di Gesù, e lasciarono tutto e seguirono Gesù. Vediamo bene che cosa significa seguire una vocazione allora, affinché dopo noi possiamo veramente dire: Io ho operato, ho operato secondo il volere di Dio, e saremo benedetti, avessimo anche sbagliato. Ma se abbiamo ascoltato, vedremo i frutti dell’obbedienza.
Si dice: L’obbedienza fa miracoli!. Non è che faccia il miracolo l’obbediente, ma è la grazia di Dio che fa il miracolo, perché allora c’è la sua volontà: è lui che vuole ottenere… e ciò che vuole, vuole! E in ciò che vuole dà le grazie, e a ciò che vuole dà i frutti.
Fede dunque, fede viva… chiudere gli occhi davanti al volere di Dio: Conducimi, o Signore, per le tue vie. E allora la guida sarà Gesù stesso e non ci lascerà mai, perché l’ultima sua volontà è questa: Entra nel gaudio del tuo Signore [cf Mt 25,21.23], entra in paradiso… dopo che avremo accettato l’ultima sua volontà, la morte. Entra nel gaudio del tuo Signore! Vorrà compìre e la compirà la sua volontà, che è la volontà più dolce, che è la volontà che conferisce il premio: Gesù.
Prendiamo questi ammaestramenti del santo Vangelo e facciamone frutto, specialmente oggi pregando nella seconda Messa, per capirli questi insegnamenti e per seguirli.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 95/61 (Nastro archivio 89a. Cassetta 89, lato 1. File audio AP 089a). Titolo Cassetta: “La barca di Pietro”.
2Epistola: Rm 8,18-23. Il PM la richiama nella meditazione solo qui.

3 Vangelo: Lc 5,1-11. Il brano viene citato liberamente dal PM all’interno della meditazione.
4 Il PM dice: appresso a gente.

5 In quell’anno ricorreva il centenario della nascita de L’Osservatore Romano, (OR), organo ufficiale della Santa Sede, pubblicato dal 1° luglio 1861. Le informazioni sulla commemorazione e i messaggi augurali per la “dedizione di quanti nel giornale lavorano nella Fede e per la Verità”, in OR, Anno CI, n. 151, 2 Luglio 1961, pp. 1-2; n. 152, 3-4 Luglio 1961, p. 1.
6 Locuzione latina che letteralmente significa: dalla sedia. Nella tradizione cattolica il rimando è alla sede papale, e si riferisce al magistero del Santo Padre che, quando si pronuncia in materia di fede e morale, è infallibile.

7 Ossia, si volta verso l’assemblea.