Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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45. LASCIAMOCI GUIDARE DALLO SPIRITO
Gli insegnamenti di san Paolo…
Domenica XV dopo Pentecoste, Meditazione, Castel Gandolfo, 3 settembre 19611

Le preghiere di questi giorni, particolarmente da oggi sino al 20 del mese, le preghiere indirizzate alla riuscita della Mostra vocazionaria. La riuscita, sì esteriormente… che lasci una impressione profonda in chi la visita… e si pensi da tutti a formarsi una coscienza vocazionaria.
Preghiera: perché nella settimana si prepara, poi la domenica prossima verrà inaugurata, e poi la domenica successiva chiusa solennemente. Pregare… Potrete anche leggere la Guida della Mostra2: o la leggete nel corso della giornata quando potete essere insieme - per esempio, dopo la colazione -, oppure la leggete a tavola, in modo di sapere il complesso della Mostra e così anche scoprire le finalità e vedere soprattutto quello che spetta a voi nella vostra vita, secondo la vostra vocazione. Pregare…
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Ma c’è anche un modo di pregare che non importa di muovere le labbra, un modo di pregare che può essere la meditazione - preghiera mentale -, ma volevo dire preghiera vitale, cioè di star buone in questi giorni, più buone del solito, perché non siete assistite così3; e così, facendo tutte le cose sotto l’occhio e lo sguardo di Dio e per amore di Dio, vi è un’intenzione più pura, più elevata e dimostrate veramente di fare le cose per la vostra santificazione e per la gloria di Dio, per la corrispondenza alla vocazione. Quindi la preghiera vitale: star buone buone, ecco. Oh! Ora, questa lettura la farete…
Intanto quest’oggi il Vangelo ci narra la risurrezione del figlio di una vedova, la quale abitava a Naim, cittadina della Palestina. Però questo l’abbiamo già considerato alcune volte e sembra che sia più utile in questa occasione leggere il tratto della Epistola di san Paolo ai Galati che è riportata qui per la Messa e che è stato letto nell’Epistola della Messa4. San Paolo dice ai Galati - che sarebbero gli abitanti della Galazia, regione montagnosa -: Fratelli, la nostra salvezza viene dallo Spirito: perciò viviamo come egli desidera. Che vuol dire? Se noi adesso abbiamo la grazia, cioè lo Spirito Santo nei nostri cuori, viviamo come gente che ha l’ispirazione da Dio, che è guidata dalla voce, dall’invito dello Spirito Santo.
E poi per vivere così, bene… secondo lo Spirito Santo, [Paolo] dà una serie di avvisi. Primo: Non desideriamo la gloria che non ci aspetta; tra noi poi non vi siano rivalità o gelosie. Vuol dire, non che facciamo le cose per amor proprio o per farci vedere… non abbiamo diritto di cercare la soddisfazione e di cercare le lodi, no: tutto va a Dio, solo a Dio! E noi cosa abbiamo? Di nostro è niente, tutto solo è venuto da Dio! E allora: diamo gloria a Dio.
Poi dice: Non vi siano rivalità o gelosie. Se si cerca soltanto di piacere al Signore, non vi saranno le gelosie vicende-
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voli, le invidie… e invidie cattive, no, ma desiderio di seguire degli esempi buoni, sì! E cercare di imparare l’una dall’altra il meglio, così da emularsi nelle cose più sante, sì, nelle cose più sante… perché ci può essere un’emulazione, un desiderio di superare per vanità; e come san Paolo anche scrive altrove, gli capitava prima di essersi convertito [cf Gal 1,14], ma dopo, dopo l’emulazione aveva tutt’altro fine: «Aemulor enim vos Dei aemulatione»5 [cf 2Cor 11,2]; è un’emulazione che significa sempre migliorarsi secondo i migliori esempi, non i cattivi esempi o gli esempi di freddezza, di tiepidezza, di negligenza, ma i migliori esempi, [di] quelli che sono più osservanti…
Secondo. San Paolo dice: Fratelli, se qualcheduno cade in peccato, voi che obbedite allo Spirito - cioè che avete lo Spirito Santo - correggetelo con dolcezza… correggersi vicendevolmente, correzione fraterna fatta bene. Ma dice san Paolo: con dolcezza! Sgridare o criticare, giudicar male, raccontare i difetti, gli sbagli degli altri, no!, ma con spirito buono cercare di aiutare, perché san Paolo dà anche il motivo: Bada bene a te stesso: tu pure puoi esser tentato e quindi cadere. Perciò stiamo sempre umili anche se dobbiamo correggere un difetto, stiamo sempre umili… e sempre, stando umili, riceveremo la grazia per non cadere.
Poi, terzo avviso: Abbiate pazienza gli uni con gli altri, e cioè portate gli uni i pesi degli altri e così adempirete la legge di Gesù Cristo. Portare gli uni i pesi degli altri: e cioè anche i dispiaceri, e quello che può venire dal carattere non buono, eccetera… e sì, Gesù Cristo ha portato sulla croce i nostri peccati e li ha scontati: allora, portare i pesi degli altri vuol dire anche ripararli i peccati degli altri, come ha fatto Gesù, riparare specialmente per le offese che si fanno al Signore, come avete detto nell’orazione: per le vocazioni non corrisposte, le vocazioni tradite, trascurate6, eccetera… quello che fa tanto pena a Gesù. Egli chiama: fanno i sordi, si lasciano travolgere dai pensieri del mondo, eh!, e allora… E allora la voce di Gesù
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si disperde nel deserto: che pena per lui! E che pena viene anche per la Chiesa, per le anime, perché allora non ci saranno coloro che devono appunto aiutare il prossimo per la salvezza!
Quindi, un altro avviso: Se tu credi di essere qualche cosa, mentre che sei nulla, ti sbagli, perché sei nulla!. Eh, perché una è capace a far questo o quello: sì, il Signore ci dà la grazia, ci ha creati, ci ha dato la forza, ci conserva, c’è già l’intelligenza… e se uno perdesse l’intelligenza - da un’ora all’altra uno può diventar pazzo - e allora, che cosa è ancora capace a fare di buono? Quindi, se credi di essere qualche cosa, mentre sei nulla, non illuderti! E perciò, esamina la tua condotta… se ne sei soddisfatto, ringraziane il Signore; non paragonarti e insuperbirti, paragonarti agli altri e insuperbirti, perché ciascheduno ha il proprio peso: se uno riesce bene in una cosa, alle volte riesce male in un’altra, e allora stiamo umili, perché molte grazie il Signore ci ha date e non sempre abbiamo corrisposto a tutte.
Poi dà un avviso che fa per tutti: Chi viene istruito nella fede, divida i suoi beni con chi lo istruisce. E cioè: chi predica ha diritto di essere corrisposto, diciamo mantenuto dai fedeli, perché il lavoro del sacerdote è il lavoro più utile nell’umanità, il più utile; e allora proprio il lavoro più utile non meriterebbe il sostentamento di chi lo fa?
Dopo questi avvisi, dice san Paolo: Non illudetevi: Dio non può essere schernito, e cioè: sempre dà le grazie e mai [noi a] corrispondere. E allora, cosa sarebbe? Anche per la vita presente, ma lo è specialmente per la vita futura, poiché ognuno mieterà quello che ha seminato; e dice: Chi semina peccati alla fine troverà una serie di peccati, e chi semina il bene alla fine troverà una serie di beni, cioè di meriti.
Ognuno di noi nella giornata scrive, diciamo così… Dio tutto [an]nota, quel che si fa, nel libro eterno; e se ogni ora vi è un merito, ecco, si aggiunge: alla sera vi è una serie di meriti; ma se uno sbaglia qui, commette un peccato di là, eccetera, alla sera c’è una serie, una colonna che si addiziona, una serie di peccati… allora, ecco, alla fine della vita poi si fa l’addizione generale. I santi hanno sempre addizionato
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meriti; e chi avrà sempre addizionato del male cosa troverà alla fine? Chi semina le opere dello Spirito, mieterà la vita eterna; chi semina i peccati della carne, mieterà dalla carne la morte eterna - dice san Paolo -. Perciò, non ci stanchiamo di seminare il bene!. Certo che fare il bene costa di più che non fare niente, perdere il tempo, oziare! Il bene costa sempre fatica! Eh, c’è una certa inclinazione al male, a cui abbiamo da resistere, ci sono le tentazioni: e allora seminare il bene, il bene… vigilando sempre.
A suo tempo si arriverà alla mietitura, dice. La mietitura è il giorno della ricompensa, cioè il giorno in cui si entra in paradiso, giorno del giudizio; e quindi cerchiamo di fare il bene. Perciò dice san Paolo: Finché abbiamo tempo adesso, facciamo del bene a tutti in quanto si può, specialmente ai nostri fratelli nella fede. A tutti! Specialmente ai cristiani e specialmente per le persone più vicine… Pregare le une per le altre, sì, e pregare per le iniziative dell’Istituto, affinché si possa corrispondere ai disegni di Dio. Non sprechiamo il tempo, specialmente non sprecare il tempo della gioventù che è così prezioso… che è così prezioso! Raccogliere meriti, sì: Chi semina del bene, raccoglierà beni per la vita futura. Sì. Allora che letizia, che gioia, andare al premio, poi!
Quando voi avete seminato nell’orto qualche cosa, è fatica? Ed è anche fatica innaffiare, è fatica togliere le erbacce, eccetera? Ma quando andate a raccogliere i frutti, gli ortaggi, come siete contente! E sembra che abbiano più gusto, perché vengono dalle vostre mani. Ecco, i meriti ce li facciamo noi con le nostre mani, con la nostra volontà, cioè con il nostro buon volere, con le nostre rette intenzioni, con la diligenza quotidiana. Pensare quindi alla mietitura, alla raccolta finale.
Ascoltiamo questi buoni esempi del nostro padre san Paolo, seguiamoli docilmente e domandiamogli la grazia che dopo che ci ha scritto delle cose così belle, che noi le mettiamo in pratica…
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 107/61 (Nastro archivio 99b. Cassetta 99b, lato 2. File audio AP 099b). Titolo Cassetta: “La vedova di Naim. La mostra di Alba”.
2 La prima Mostra delle Vocazioni in Italia si svolse ad Alba, durante la Settimana della Vocazione organizzata per l’80° compleanno dell’allora vescovo Carlo Stoppa. Fu inaugurata il 10 settembre e si chiuse il 17 settembre 1961, anche se le cronache riportano che «è sempre stata affollatissima ad ogni ora del giorno, tanto da renderne necessario procrastinarne la data di chiusura, per poter soddisfare le esigenze di tutti» (CARLO BERTOLDI, Gazzetta d’Alba, 19 settembre 1961, p. 3). Il fascicolo a cui accenna il PM è la Guida alla Mostra delle Vocazioni, Seminario di Alba, 10-17 settembre 1961, Roma, pp. 45. Questa Guida veniva lasciata ad ogni visitatore; non illustrava i pannelli della Mostra ma offriva una breve presentazione di circa due pagine su ognuno dei 19 Istituti Religiosi e sul Seminario di Alba, presenti con la loro esposizione.

3 Il PM intende dire che non è presente in comunità la Madre (Rosa De Luca), probabilmente impegnata ad Alba per la preparazione della Mostra delle Vocazioni.
4 Vangelo: Lc 7,11-16; Epistola: Gal 5,25-26; 6,1-10. Il brano dell’Epistola viene citato liberamente e commentato dal PM all’interno della meditazione.

5 «Io provo infatti per voi una specie di gelosia divina».
6 È il secondo punto della Preghiera di Offerta per le vocazioni: «In riparazione al tuo cuore paterno per le vocazioni trascurate, impedite o tradite». Vedi p. 76, nota 11.