62. SE VUOI ESSERE PERFETTO…
non fare in qualche modo, ma perfettamente!
Domenica tra l’Ottava di Natale, Meditazione, Castel Gandolfo, 31 dicembre 19611
Il Bambino tante grazie vi ha concesso in questi giorni, e altre grazie Gesù prepara per l’anno che sta per cominciare, sì. Passando bene un anno, meglio dell’antecedente, ecco, questo significa progresso, perché progredire un tantino ogni giorno è cosa che indica una ferma volontà, volontà decisa; ma se si progredisce un tantino ogni giorno, in un anno si sarà progredito notevolmente… e le grazie di Dio sopra di noi sono state abbondanti, sopra di voi… e altre ne ha preparate.
Il mistero del suo amore: noi non lo comprendiamo tutto, ma in quel cuore del Bambino vi è proprio un mistero di amore. Se sapessimo quanto ci ama! E se sapessimo specialmente riamarlo… corrispondere! Fino al tutto, cioè tutta la mente, tutto il cuore, tutte le forze, tutta la giornata, tutti i momenti, sì, non pretendendo di aver altri pensieri, perché ci sono i pensieri che vuole Dio… per esempio, attendere al proprio ufficio: allora, per amore di Dio, attendendo al proprio ufficio, quello è amore, sì… ancorché uno non pensi direttamente a Gesù.
Però il pensiero di Gesù, il sentire che Gesù sta lì nel cuore, il pensare che Gesù segue con l’occhio dovunque noi stiamo, qualunque cosa che facciamo, anche le più semplici cose… lavarsi la faccia… è Gesù che ci segue, ci ama; e quello che
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viene fatto per suo amore, tutto egli lo premia, e tutto fatto per lui, serve come preghiera ad amarlo sempre di più.
Leggiamo un po’ il Vangelo.
«In quel tempo Giuseppe e Maria, Madre di Gesù, restavano meravigliati delle cose che si dicevano di lui - e cioè Maria e Giuseppe avevano portato Gesù al tempio per la purificazione; la purificazione vera poi come funzione liturgica, giorno liturgico, si celebra quaranta giorni dopo il Natale, ma qui il Vangelo è tratto da quell’episodio della purificazione -.
E Simeone li benedisse dicendo però a Maria, sua Madre: Ecco, egli è posto in rovina e a risurrezione di molti in Israele, e sarà avversario di contraddizione; ed anche a te una spada - dice a Maria - trapasserà l’anima, affinché restino svelati i pensieri di molti cuori. C’era inoltre una profetessa, Anna, figliola di Fanuel della tribù di Aser, molto avanzata in anni, vissuta con suo marito sette anni, rimasta vedova fino agli ottantaquattro anni; essa non usciva dal tempio, servendo Dio notte e giorno con preghiere e digiuni. Questa dunque sopraggiunse in quell’ora stessa e dava gloria al Signore parlando di lui a quanti aspettavano la redenzione di Israele. E soddisfatto che ebbero tutto, secondo la legge del Signore, se ne tornarono in Galilea alla loro città di Nazaret, ed il fanciullo cresceva e si irrobustiva pieno di sapienza e la grazia di Dio era in lui»2.
Ecco, Maria e Giuseppe e Gesù non erano obbligati alla purificazione, perché Maria era purissima, cioè vergine: di che cosa doveva purificarsi? Gesù era il santo: di che cosa doveva purificarsi? Però per adempiere le prescrizioni della legge mosaica, ecco, portarono il Bambino al tempio, secondo [quanto]era prescritto per le madri ordinarie, e questo è un atto di sovrabbondanza nell’obbedienza. E nel quarto mistero gaudioso si domanda appunto di avere noi l’obbedienza
3. Notando però questo: non solo in osservanza dei comandamenti, ma di più, anche quello che è più perfetto. Ad esempio, per farmi capire,
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Vigolungo Maggiorino aveva un proposito più profondo di san Savio Domenico. San Savio Domenico dice: La morte, ma non peccati4, il che vuol dire osservanza dei comandamenti. Egli invece dice: Progredire un tantino ogni giorno5 nella perfezione; non è solamente schivare il peccato, ma progredire nella professione… e cioè, aveva già capito cos’è il voto, povertà, castità, obbedienza, e lì fare sempre il più perfetto: SE VUOI essere perfetto, porta il titolo della vostra rivista6.
Se vuoi: che ha lume da Dio, che ha degli inviti particolari del Signore nel proprio cuore… e allora, ecco, tendere a questa perfezione. Noi abbiamo un po’ lo spirito contrario: e [prima] professiamo e poi qualche volta domandiamo dispense, ci crediamo non obbligati… fare eccezione in questo giorno… in questa circostanza posso far diverso… Maria e Giuseppe e Gesù vollero non solo non fare eccezione, ma fare perfettamente quello che secondo la legge si doveva fare, secondo la legge mosaica - che però veniva allora abrogata perché interveniva la legge evangelica -; quindi, non obbligati andarono al tempio per la purificazione, per la cerimonia; secondo: e fecero le cose completamente, perfettamente. E soddisfatto che ebbero tutto perfettamente secondo la legge del Signore, che vuol dire? «Et ut perfecerunt omnia»: fecero le cose bene, secondo la legge del Signore, ecco. Non dispense, non pretesti facilmente a dispensarsi, ma piuttosto aggiungere perfezione alle azioni e cioè, ancorché non comandate, farle… e farle meglio.
Il SE VUOI che stampate sulla copertina [della rivista], vuole dire: tu vuoi essere perfetto? Non solo osservare i comandamenti? E allora: vieni e seguimi, ci dice, e cioè, di più, meglio! In modo tale che non si adempie solamente quello è strettamente comandato, ma [si] compie anche quello che
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è solo consigliato; e di più, questo che è consigliato e che si fa - come [ad esempio] chi aiuti -, lo fa nel modo migliore: non in qualunque modo ma nel modo migliore. Non si fa l’obbedienza in qualunque modo, ma con docilità di cuore, uniformando il giudizio a chi ha disposto; non si fa in qualunque maniera la cucina, ad esempio, per discendere proprio al particolare… non si scopa nello stesso modo; non si compie questa o quell’altra azione che è disposta… ma «ut perfecerunt omnia», come fecero le cose perfettamente! Non mettere gli scrupoli, ma diligenza sì! Anche se hai soltanto da attendere a pulizie o se hai da scrivere una lettera o se hai da fare una commissione, per esempio lo spendere bene e meglio il denaro e scegliere bene, eccetera… entra sempre nello spirito della professione dei voti: perfezionarsi, far le cose più perfette!
Può nascere uno scrupolo oppure una difficoltà, e cioè [per] quelle parole: Egli è posto per rovina e resurrezione di molti. Questo non vuol dire che Gesù rovini; vuol dire che egli porta la grazia e quelli che non lo accolgono, ecco, si rovinano. Come Gesù si è spiegato poi dopo, più avanti nel Vangelo, e cioè: Se io non fossi venuto, cioè non avessi portato questa grazia, questo annuncio del Vangelo e non avessi operato i miracoli che ho fatti davanti a voi per provare che ero Dio, voi non avreste la colpa, ma io li ho fatti, son venuto e ho fatto questi miracoli davanti a voi… e allora, siccome non mi avete seguito, siete dei ciechi che non acconsentite al volere di Dio, non acconsentite alla sua luce, alla sua grazia [Gv 9,39-41; 15,22-25], perciò, «in ruinam»! E così si distinsero quelli che seguivano del tutto Gesù come Maria, Giuseppe, come Pietro, come la Maddalena, eccetera, sì: e allora questi son diventati santi. Ed altri invece non solo rifiutarono la grazia ma lo misero sulla croce, perché la sua parola era un rimprovero per loro e non volevano accoglierla: quindi, «ruinam». E quindi, anime che lo amano Gesù all’estremo… anime che odiano Gesù Cristo e lo bestemmiano, si allontanano da lui, lo negano anzi. Quindi segno di contraddizione: sommo amore da una parte e odio, magari satanico, dall’altra.
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Ora che voi invece vi siete stabilite nel suo amore, allora: perfezione. Se vuoi essere perfetto [Mt 19,21], fa’ le cose perfettamente, o sia lo studio o sia far una commissione o sia scrivere o sia far la cucina, qualunque cosa… «perfecerunt»: Maria e Giuseppe fecero le cose con perfezione, non in qualunque modo… con perfezione!
E allora ritornarono in Galilea. Oh! Notiamo bene che la perfezione non si acquista in un giorno. Che cosa vogliono dire le parole conclusive del testo evangelico letto? Il fanciullo cresceva: crescete. E si irrobustiva: diventar forti nella virtù, non una instabilità ma robustezza. E cresceva in sapienza, pieno di sapienza: imparare le cose… Tra le cose più difficili a impararsi sono i voti, le Costituzioni: ci vuole proprio il lume di Dio e ci vuole anche la spiegazione umana. E la grazia di Dio era con lui. Questo corrisponde all’altro testo del Vangelo: «Crescebat sapientia, aetate et gratia» [cf Lc 2,52]: hanno lo stesso senso queste parole espresse diversamente, ma il senso è sempre uguale.
Allora, ecco: sempre in crescendo, ma questo dipende proprio dal se vuoi: il se vuoi è la condizione per la santità, è la condizione per la vita religiosa, è la condizione perché il Signore prenda possesso dell’anima totalmente, e la faccia sua… Ma cosa cercate ancora sulla terra se non Gesù? Non è il vero tesoro, non è colui che voi avete sempre desiderato, amato, cercato? E quello che volete possedere per sempre e possederlo sempre più perfettamente e possederlo eternamente in cielo? Fede ci vuole, e amore nello stesso tempo: perché, dal credere chi è questo Bambino che non è un bambino, non è un fratellino vostro, da questo credere chi è questo Bambino, allora dipende l’amare questo Bambino, sì… il Figlio di Dio incarnato per me, il Figlio di Dio che ha portato dal cielo i suoi doni, il Figlio di Dio che mi vuole unita a lui e in cui devo trasformarmi, affinché la vita sia in trasformazione e cioè secondo il nono grado di orazione7.
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Oh! Quante grazie vuole ancora comunicare il Signore alle anime nostre! E questo anno prossimo 1962 sia proprio l’anno in cui queste grazie siano comunicate. Però, notiamo bene che dobbiamo amarci tra di noi, sì: ci vuole l’amore, la carità fraterna perché il Signore stabilisca del tutto la sua dimora in noi. Sì, i segni della carità fraterna sono enumerati da san Paolo8 [cf 1Cor 13].
Benedica dunque il Signore il nuovo anno. Però arriviamo al nuovo anno purificati intieramente, e così che per il nuovo anno il Signore depositi nei nostri cuori la sua grazia, illumini meglio…
Vi sono persone che sanno niente di materie civili e sanno quel che è amore a Dio, sanno il primo comandamento e per loro basta e c’è tutto, unito al secondo comandamento…La legge dell’amore non è legata all’istruzione! È legata alla buona volontà, cioè alla fede e al desiderio sempre più vivo di essere e di appartenere in eterno a Gesù.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 115/61 (Nastro archivio 105a. Cassetta 105, lato 1. File audio AP 105a). Titolo Cassetta: “Perfezionare tutte le nostre azioni”.
2 Vangelo: Lc 2,33-40. Il brano viene citato liberamente dal PM all’interno della meditazione.
3 Cf Preghiere, ed. 1957, p. 67; ed. 1985, p. 89. Il PM dice erroneamente: glorioso.
4 GIOVANNI BOSCO, Il beato Domenico Savio, op. cit., p. 25.
?5 Cf AP 1959, p. 179, nota 16.
6 Il titolo originario della rivista di orientamento “per tutte le vocazioni e per tutti gli apostolati”, iniziata nel 1960, era: SE VUOI… vieni e seguimi. Ovviamente, il titolo è ricavato dalla Parola di Gesù al giovane ricco in Mt 19,21: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!».
7 Cf ANTONIO ROYO MARÍN, Teologia della perfezione cristiana, op. cit., pp. 897-912.
Vedi pp. 238-239.
8 Vedi pp. 386-387.