58. AUMENTO DI FEDE, SPERANZA, CARITÀ:
i doni più necessari da chiedere al Bambino
Meditazione, Torino (SAIE), 12 dicembre 19611
La Chiesa in questi giorni ci fa recitare l’Oremus: «Excita, Domine, corda nostra ad praeparandas Unigeniti tui vias»2, Signore, risvegliate i nostri cuori, i nostri spiriti, a preparare il cuore a ricevere bene, santamente, il Bambino Gesù, a riceverlo bene, sì! Riceverlo bene significa: purezza, amore, fiducia.
Egli ci porta i suoi doni dal paradiso. Nel Natale si usano gli auguri e anche i regali: tutte cose buone… sono secondo lo spirito cristiano. Ma, e Gesù, che cosa porta dal cielo? I suoi doni sono di immenso valore. E noi quali chiediamo? Perché anche i bambini, quando accompagnano la mamma, il papà in un negozio, vicino al Natale, i bambini chiedono al papà, alla mamma questo regalo, quell’altra cosa, quello che vedono esposto in quel negozio. Che cosa chiederemo noi al Bambino? Aumento di fede, speranza e carità: ecco i tre doni più necessari… e doni che possono essere in un grado, ma possono essere anche in un grado molto alto e, se il cuore è preparato, in grado altissimo.
Pensate un poco come progrediva san Francesco d’Assisi, Natale per Natale, cioè, progrediva un anno [nel]le ricchezze
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del cielo… un altro anno, maggiori ricchezze del cielo… egli che fu come il primo a costruire il presepio. Chiedere aumento di fede, speranza e carità.
Fede: il dono della fede.
Specialmente credere che il Signore ci vuole in paradiso e che la strada del paradiso è Gesù; e che noi, momento per momento, possiamo arricchirci tanto per il cielo: ricchezze eterne, sì. Ricchezze le quali giorno per giorno possiamo accumulare.
Pensare che tutto ciò che abbiamo su questa terra è per prepararsi al paradiso, anche la salute… tanto più l’intelligenza, tanto più la volontà, tanto più il cuore… i giorni, i momenti, i fastidi, il lavoro e tutto quello che riempie la giornata: tutto può servirci ad aumentare i meriti per l’eternità… niente va perduto. Ieri avete lavorato, avete pregato, avete lavorato, avete fatto tante cosette… il cuore ha battuto continuamente, il sangue ha circolato nelle nostre vene, il respiro è sempre stato regolare… oh!, tutto questo può esser cambiato in ricchezze di cielo, purché sia tutto offerto a Dio e parta da un cuore puro. Quelle ricchezze guadagnate ieri sono sulle porte del paradiso adesso: ci aspettano per il premio.
[Avere] questa fede: che il Signore tutto quel che ci ha dato è perché noi aumentiamo i nostri meriti e ci guadagnamo il paradiso. Istruzione cristiana: quello è diretto di più, più chiaramente al cielo; ma tutte le altre cose che abbiamo e quello che avete fatto finora, stamattina, facendo il sacrificio e offrendo la giornata, e nella giornata tutto quel che si fa: facendo il sacrificio di venire in chiesa per tempo e offrendo tutta la giornata, con il patto che i respiri che diamo e i battiti del cuore… tutto sia ordinato al paradiso e per il paradiso… questa fede! Gente che crede che le azioni vengono fatte solamente in vista di poter vivere e di poter stare più o meno bene, di evitare quanto si può di malanni e di danni… Ma tutto è per il paradiso, tutto è per il paradiso, ecco! E questo Bambino è venuto lì proprio per noi. Quindi, aumento di fede.
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E in secondo luogo: speranza.
Le nostre azioni per sé valgono poco, anche se fosse dare dei soldi ai poveri oppure fare un’altra azione che in sé può essere o indifferente o buona… ma la fiducia nostra è nei meriti di Gesù Cristo. Se noi abbiamo intenzione retta e l’opera è buona, ecco, Gesù Cristo unisce i suoi meriti.
In questi giorni, fiducia nel Bambino, fiducia nel Bambino: proprio fiducia nei meriti che si è fatto il Figlio di Dio incarnato e nato là nel presepio, in una grotta, nell’umiliazione, nella povertà, nella dimenticanza degli uomini. Offrire al Signore le nostre opere, ma per Christum Dominum nostrum, per i meriti di Gesù Cristo. L’opera buona… la nostra speranza, la nostra fiducia, la nostra certezza che, se l’opera è buona e l’intenzione è retta, Gesù unisce i suoi meriti. E allora, anche l’avere scopato, anche l’aver lavato la faccia, se tutto è offerto a Dio, unito ai meriti di Gesù… ricchezza eterna, ricchezza eterna. E pensiamo che passando un anno, due, dieci, eccetera… quanto se ne va ad accumulare di questo, di queste ricchezze sulle porte del paradiso! Troveremo tutto! E già molte cose fatte nella fanciullezza, chi le ricorda ancora molte cose? Si ricorda qualche cosa, ma i particolari si sono dimenticati, per lo più. Ma Dio non dimentica niente, il Signore non dimentica niente.
In questi giorni per Christum Dominum nostrum: per i meriti di te, o Bambino celeste, che sei sulla paglia, che sei nato al freddo, al gelo, che sei nell’estrema povertà, che sei in un posto di umiliazione, sei stato rifiutato, non c’è stato posto per te in città, a Betlemme, hai dovuto proprio andare a nascere in una grotta!
E così, appena nato, è cercato a morte da Erode… e la fuga in Egitto, l’umiliazione: e invece che ricevere gli uomini, deve scappare! Ma gli uomini sono così insensati! Chi ci porta i maggiori beni… chi invece fa dei complimenti: fan dei complimenti e si ricevono bene… e lui che ci ha portato tutto il bene, come è ricevuto? Eh beh, quell’umiliazione! Quei meriti incomincia egli, il Figlio di Dio incarnato, a farseli sulla paglia: allora servono per noi, sono un po’ la nostra fiducia per
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Christum Dominum nostrum. Merito niente, ma tu meriti tutto, o Figlio di Dio incarnato! Dammi i tuoi meriti! Dammi la tua grazia!
Vi è poi aumento di carità verso il Signore, e verso Gesù, verso il prossimo. Perché chi non amerebbe il Bambino Divino? Come si commuoveva al pensiero del celeste Bam-bino sant’Alfonso de Liguori! Che belle lodi gli ha preparato! Quanto amore! E con quale cuore si esprimeva: Tu scendi dalle stelle… Bambino mio Divino3… eccetera.
Oh!, allora amare questo Bambino, amarlo tanto, e amare ciò che egli ama. Perché sei lì sulla paglia? «Propter nos homines et propter nostram salutem»4, sei venuto per noi uomini a riaprirci il paradiso per la nostra salvezza. Chi non amerà questo Bambino? Altro che il piccolo regalo di Natale! Altro che un augurio di parole! Viene a vivere tra noi in tanta povertà e umiltà e in tanto amore, per la nostra salvezza! Allora amarlo Gesù! E se egli è venuto per gli uomini, anche noi pensiamo… se avete consecrato la vostra vita per l’apostolato, ecco, lavorate per gli uomini e per la loro salvezza: l’apostolato! Questo è amore: a Dio, a Gesù, al prossimo!
Queste virtù che sono fondamentali: fede, speranza e carità, possono essere possedute in un grado minimo come uno, possono essere possedute come cinquanta, cento, come mille: Signore Gesù, portaci aumento di fede, speranza e carità!
Cominciamo già a guardare quelle manine che si aprono e sono per dare… Ma aspettate mica delle ricchezze: lui ha scel
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to la povertà! Aspettate mica delle soddisfazioni: ha scelto l’umiliazione! Aspettate mica la ricompensa degli uomini: dagli uomini si aspetta quella ricompensa che è necessaria per vivere, la giusta retribuzione… ma cosa vi danno oltre che il pane e da vestire, eccetera? Ma quello ci dà il paradiso! E un bel giorno non ci sarà solo una camera per riposare, ma ci sarà la gloria celeste, lassù tra gli angeli: è venuto ad aprirci il paradiso! Fede… fede e speranza e amore!
Adesso, in conseguenza, cominciare a indirizzare queste intenzioni verso il Natale, verso il Bambino: «Da nobis fidei… augmentum fidei, spei et caritatis»5. La novena fatta con questo spirito: preparare il cuore a ricevere i doni di Gesù, ricevere Gesù, sì, come abbiamo letto nelle antifone di domenica scorsa, nelle preghiere tutte della Messa, del breviario di domenica scorsa, sì. Ma per riassumere con semplicità tutto: cuore mondo, preparato a ricevere i doni di Gesù: che Gesù, che porta i suoi doni dal cielo, trovi un posto dove metterli, e cioè trovi il nostro cuore ben disposto!
Ecco, dunque: preparazione al santo Natale… e risvegliarsi nello spirito: «Excita, Domine, corda nostra ad praeparandas Unigeniti tui vias», preparare il cuore. Che ci porti quel che è più prezioso: e aumento di speranza e di fiducia in Gesù Cristo, e aumento di carità, amore a Dio e agli uomini.
Natale allora sarà lieto e ricco, perché se Gesù si è fatto povero - «propter nos egenus factus est»6 [cf 2Cor 8,9], dice san Paolo -, si è fatto povero per darci le ricchezze, le ricchezze eterne, ricchezze del cielo… si è fatto povero per farci ricchi delle ricchezze celesti.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 1grande (Nastro archivio 179a. Cassetta 179, lato 1. File audio AP 179a). Titolo Cassetta: “Chiedere a Gesù fede, speranza, carità”.
2 È la parte iniziale dell’Orazione della seconda settimana di Avvento: «Muovi, o Signore, i nostri cuori a preparare le vie al tuo Unigenito…». Missale Romanum, Dominica Secunda Adventus, Oratio.
3 “Tu scendi dalle stelle”, composta nel 1754, è la più nota tra le composizioni poetiche natalizie di sant’Alfonso, che aveva come titolo: Canzoncina a Gesù Bambino. Formata da sette strofe, è la versione italiana derivata dal testo originale napoletano: Quando nascette Ninno. Fu pubblicata la prima volta tra le 12 Canzoncine in Appendice alla prima delle due parti delle Opere Spirituali (ed. 1755). Cf ORESTE GREGORIO, Canzoniere Alfonsiano, Studio critico ed estetico del testo, Angri 1933, pp. V-IX; 3-29.
4 «Per noi uomini e per la nostra salvezza [discese dal cielo]». Dalla formula del Credo (Simbolo niceno-costantinopolitano).
5 «Aumenta in noi la fede… la fede, la speranza e la carità». Cf Missale Romanum, Dominica Decima Tertia post Pentecosten, Oratio.
6 «[Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era], si è fatto povero per voi, [perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà]». Il PM sostituisce il voi con il noi.