Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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31. ELEMENTI CHE COSTITUISCONO LA COSCIENZA VOCAZIONALE
Chiederla per noi e formarla negli altri
Esercizi Spirituali, 2° giorno, II Istruzione, Castel Gandolfo, 7 agosto 19611

Che cosa significa allora coscienza vocazionaria? E di quali elementi risulta? Questa coscienza che noi stiamo domandando e sperando dal Signore, che il Signore cioè la crei in noi: «Et creabuntur… Emitte Spiritum tuum, et creabuntur», venga creata.
Primo: richiede tanta fede. Primo elemento che costituisce la coscienza vocazionaria è lo spirito di fede: e cioè comprendere che cosa voglia dire salvare le anime, cosa vuol dire perdersi un’anima… sì.
Secondo: credere che il Signore destina… destina persone in particolare a occuparsi delle vocazioni. Gesù, dopo aver passato una notte in preghiera, chiama a sé la popolazione e la turba che lo seguiva ed elegge i suoi Dodici: «Elegit eos…, elegit duodecim, quos apostolos vocavit»2 [cf Lc 6,13], che chiamò apostoli. Poi, un giorno, mandò settantadue discepoli: li elesse perché andassero nelle città a predicare, e quindi a preparargli la strada lì, in modo che fosse egli ben ricevuto quando sarebbe giunto. Gesù perciò si curò delle vocazioni, non solo a cercarle, ma nel suo ministero pubblico, i tre anni di vita pubblica, in particolar modo si occupò di
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formare gli apostoli, i chiamati, le sue vocazioni; e spese più tempo attorno agli apostoli per preparare coloro che dovevano continuare la sua opera, prepararli al ministero pubblico, ecco: istruzioni, correzioni, aiuti, compatimenti, eccetera… e soprattutto infusione di doni e di luce in quelle anime.
Fede: che ci son le anime da salvare e che il Signore destina alcuni a salvarle, sì. In che modo sentiranno la parola di Dio, se non vien predicata? E come verrebbe predicata se non ci sono le vocazioni che vadano, poi, a predicarla? [cf Rm 10,14-15] …ecco, dice san Paolo chiaro. Allora la fede che il Signore elegge anime; ma bisogna, queste anime, cercarle come ha fatto Gesù… come ha fatto Gesù: cominciando il suo ministero, ecco là, in riva al lago, trova Giacomo e Giovanni… li invita: Venite con me; poi chiama Andrea e Pietro [cf Mt 4,18-22; Mc 1,16-20], e poi successivamente gli altri Dodici. E così nella quantità di gente, sceglie anche vocazioni minori, oltre agli apostoli: 72 discepoli che scelse lui, perché avevano dei doni e avevano gli elementi necessari per fare l’apostolato… quindi mostrarono una vocazione [cf Lc 10,1].
Secondo: capacità a conoscere le vocazioni.
Ci vuole lì un occhio clinico, spirituale, vocazionista; come alle volte un medico, guardando in faccia, indovina lo stato di salute della persona, e magari indovina subito quello che è deficiente nella persona, cioè la malattia della persona, e quello invece che indica la sanità. Vi sono persone che hanno l’istinto, l’istinto soprannaturale per conoscere… e poco si sbagliano. Vedo che si chiamano cento figliole alla vita religiosa: se va una a cercare queste cento vocazioni, se è andata una, ne riescono il 50% perché sono indovinate, hanno le attitudini, le grazie; altre volte non ne riescono neppure venticinque, e neppure dieci. Perché? Eh, dipende dalla vocazionista. E quel che dico per le suore, tanto più lo dico per le vocazioni maschili. Ci vuole un dono: «Et creabuntur», che Dio crei proprio una vocazione sua… nuova, eh!
Tutti i sacerdoti, tutti i religiosi di ogni tempo hanno avuto cura delle vocazioni ma… del loro Istituto in generale, pre-
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ti per la loro diocesi. Ma la vocazione generale per tutte le vocazioni… e al sacerdozio e alla vita religiosa, e vocazioni maschili e vocazioni femminili, vocazioni per le missioni e vocazioni, invece, per le parrocchie, vocazioni per le scuole, per gli Istituti dedicati alle opere caritative: ci sono i Camillini3 e ci sono le Suore di Carità… è una gradazione… tanto che ci sono circa 1200-1300 Istituti.
Avere l’occhio. Perché poi non sempre… perché una persona vuole essere religiosa, non sempre è adattata4 al determinato Istituto: altro è un Istituto che si dedica specialmente a tenere convitti e scuole, altro è quello che invece si dedica agli orfani. Occorre avere questo occhio: distinguere almeno con una certa sicurezza chi è veramente chiamato e - secondo - a quale ufficio è destinata, a quale Istituto è destinato dal Signore.
Poi, terzo: questo amore alle anime, questo amore che porta tutto… che pensa a tutto l’essere: «Da mihi animas, cetera tolle»5, dammi le anime, prenditi tu pure il resto, anche
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la mia salute… ma le anime, sì! Quest’amore profondo delle anime per cui si vogliono cercare i salvatori di queste anime!
Poi occorre quindi consumare la vita, e offrirla la vita, per le vocazioni. Che cosa farò io in questo apostolato, se ho poco studio, se ho poca abilità? Hai sempre il tuo potere presso Dio! Maria non ha predicato, non è andata a cercar vocazioni… ma la sua preghiera, la sua preghiera e il suo esempio di vita santa! Va una vocazionista che fa tanto buona impressione per la sua pietà, per il suo modo di presentarsi umile, semplice, chiaro, modesto, svelto. Ah, così - dice quella figliola - mi piacerebbe la vita, così: lieta, semplice, svelta, non formalismi, oh, comprensiva. Altre sembrano fatte per allontanarle, anche quando già son dentro, le vocazioni! Maria, Regina degli Apostoli e degli apostolati e, quindi, delle apostole e degli apostoli. Tutta… Perciò pregare Maria: Mater Boni Consilii, la Madonna del Buon Consiglio, la Regina degli Apostoli, la Sede della Sapienza.
Coscienza vocazionaria anche per distinguere se vi sono le condizioni, anche esterne, per una vocazione. In generale chi è figlio unico, ma tanto più se poi è figlio di madre vedova, allora è molto dubbio che lì si possa ricavare una vocazione, sia perché alle volte poi hanno bisogno di aiutare i genitori… tanto più quando c’è la madre sola e non ci sono altri fratelli e sorelle ad aiutare. E poi, quale è la salute per compiere il ministero vocazionario. Poi l’istruzione…
E poi soprattutto la docilità, il buon carattere: persona che si rimette, ma che non è solo obbediente! Perché essere obbedienti è già buono ma è relativamente facile, ma esser docili… che lì è la perfezione dell’obbedienza! Non è solamente più il voto ma è il dono di Dio che perfeziona l’obbedienza… la docilità sempre pronta. Finché non si arriva lì, che di ognuna di voi si può disporre come si vuole, senza mai trovare una ripugnanza o manifestare altri pensieri, altre tendenze, altri pareri, non sarete capaci a essere adoperate dove vuole e come vuole il Signore; invece, se arrivate lì, sarete capaci.
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E per fare questo, per arrivare lì, [si è andati] dall’anno ’16 all’anno ’26, in cui si sono vestite le prime Figlie; e così dalle Pie Discepole la cosa è andata anche più a lungo, sì6; così gli altri Istituti. Oh! Bisogna pensare come ha fatto don Bosco con i Salesiani e con le Salesiane… che prova! Nei libri non vengono sempre pubblicati, in quelle vite, supponiamo di don Bosco o della suor Mazzarello che non sapeva ancor fare il suo nome quando l’han fatta superiora… ma che superiora è diventata, e come ha guidato, e come adesso è nella gloria, santa… è canonizzata7! Vi sono i misteri! Bisogna chiudere gli occhi! È poi [come] quando si gioca alle pignatte… Sapete il gioco delle pignatte, no?8 Si espongono le pignatte su una corda, poi si bendano gli occhi e poi… indovina?!. E con un bastone sarà tua quella che riesci ad abbattere, a colpire, ecco, sarà tutta tua: perché la pignatta sarà piena di dolci; qualche volta può anche esser piena di acqua… ti viene addosso! Oh, voglio dire: lasciarsi guidare così…
Poi, [tra] gli elementi per costituire una coscienza vocazionaria, questo anche: esteriore della suora. Bisogna curare anche l’esteriore: e come si va, e come si sta a tavola, e come si prega, e come si chiedono i consigli, eccetera… tutto contribuisce a lasciare l’impressione.
Ma soprattutto la preghiera, perché lo Spirito Santo segua: e se si dà una parola, se si fa un invito, quell’invito, quella parola che si dice è accompagnato dallo Spirito Santo, perché è poi lui che dà la vocazione.
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Quando si entra in Istituti già formati, allora non c’è più bisogno di creare quella vocazione determinata, perché è già formato; ma quando un Istituto è nuovo e si tratta di vocazione nuova, ci vuol proprio una creazione di quello che non c’era, che non c’era! E che si vuole che avvenga, che sia creata, che esista e sia operante! Membra vive, quindi, ed operanti nella Chiesa di Dio.
Oltre a questo, la saggezza nelle pubblicazioni; la saggezza nel fare i ritiri, sì: ma chiamare chi è già possibile… che già ha dimostrato qualche cosa che può indicare che ci possa essere una vocazione.
E tutti gli altri mezzi: adoperarli secondo la loro natura, secondo la loro efficacia, secondo i tempi, secondo i luoghi, secondo le persone anche. Altro è persona istruita, che abbia fatto studi, persona dell’alta società; e specialmente quando si vede che la persona che vogliamo chiamare alla vita religiosa o al clero secolare, eccetera… quando fa dei veri sacrifici per arrivare, dei veri sacrifici: perché se non c’è il sacrificio, non si dimostra la vocazione… prendiamo tutti gratis e forniamo loro tutto, compresi i vestiti: allora, se fan nessun sacrificio, i genitori e lui, l’aspirante, ehh! Quando non c’è nessun sacrificio, non aspettatevi una buona riuscita! Bisogna proprio che si senta il distacco dal mondo, che quell’anima preferisce Dio al mondo ed è disposta a fare qualsiasi sacrificio pur di arrivare alla consecrazione a Dio, pur di arrivare ad un apostolato a cui tenda, che desidera! Sempre bisogna ci siano i sacrifici… diversamente no!
Pietro che cosa aveva, poi? Gesù dice a lui e ad Andrea, il fratello: Venite dietro di me, vi farò pescatori di uomini, e han lasciato il padre e la madre, la casa, quindi han lasciato la casa, e han lasciato la barca… e che cosa si son portati con sé? Niente! [cf Mt 4,18-20; Mc 1,16-18]. E andavano per quel che potevano avere in carità per il loro nutrimento, in carità che il popolo faceva a Gesù, e quindi anche al collegio apostolico [cf Lc 10,7; Lc 22,35]. E poi non sapevano, non vedevano ancora cosa fosse la vita di un sacerdote, la vita di un apostolo:
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erano pescatori! Non avevano mai veduto ancora nessuno… e non c’era mai stato un prete cattolico, sicuro! Perché il primo è san Pietro, secondo è san Paolo, sono i Dodici poi…
Si lascia condurre dai consigli, dalla grazia di Dio, dalla voce del Signore, senza tanti perché, senza volere troppe spiegazioni… la persona docile: quella è la condizione migliore per l’interno, per l’interno; e altra condizione ugualmente necessaria: che si ami l’Istituto. Quindi, ecco… allora quell’amore che si ha per un Istituto: Avanti, prendi quella via lì!. Non perché ogni vocazione sia condotta allo stesso Istituto: bisogna scoprire quali sono i desideri, perché quei desideri santi vengono dallo Spirito Santo… mica che noi li mettiamo nelle anime, vengono dallo Spirito Santo! Noi possiamo consigliare, e consigliare anche con fermezza quando già ci son le prove che la vocazione c’è.
Oh! Coscienza vocazionaria avere! E poi formarla negli altri questa coscienza vocazionaria.
Oh! Naturalmente, per questo e per la vita di apostolato, occorre che ci sia lo spirito di iniziativa. Non pensare sempre che si debba aspettare che venga l’ordine, che si suggerisca un mezzo: invenzione9! Invenzioni di vie, di mezzi per operare! Perché se quello che sta nell’anima è proprio l’amore alle anime stesse, allora non si va a modo di impiegate, non si va a modo di scolare… impiegate a10 fare il meno - eh!, almeno far l’orario per avere lo stipendio pieno, eeh! -, ma così, trascinando e facendo anche magari poco, magari poco: alle volte tre non fanno uno e uno fa più di tre… invece, quando si ha un’invenzione, si pensa sempre notte e giorno, se ne parla con il Signore, si legge di quelle cose, ci si istruisce, si consiglia con sorelle, eccetera… allora, ecco, si forma la coscienza vocazionaria. Quindi, uno spirito di invenzione, di iniziativa: il quale spirito di iniziativa in molti luoghi c’è poco, proprio poco… sì.
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Quante volte, invece, vi è tutto questo fastidio della vita - ci fa pena11 - per cui devono industriarsi, provvedere, aumentare il lavoro queste madri, questi padri di famiglia: allora, lo spirito d’iniziativa va crescendo. Oppure se uno non è nato in un ambiente di iniziative, capacità, sì: ambienti che, invece di formare lo spirito di iniziativa, lo deprimono, lo scancellano… Quella giovane è una eterna scolara, praticamente: e perché non si muove? Oppure: Subisce… e subisce qualche volta anche a malincuore: ma bisogna muoversi! Gesù non ha detto: Aspettate che vengano a dirvi: istruiteci nella religione cristiana, parlando allora a Pietro; ma ha detto: Andate a cercarli! [cf Mt 22,9; 28,19; Mc 16,15; Lc 10,1-9; 14,21-23]. Andare! Spirito di iniziativa ci vuole.
Oh! Dopo questo spirito di iniziativa, certamente bisogna anche curare tutto l’esterno, tutto l’esterno che sia accogliente. In sostanza: ci vuole proprio una creazione.
Gesù rifiutò alcune vocazioni, perché non erano ben disposte, mostravano di non essere ben disposte. Vieni con me… Permettimi che vada a seppellire mio padre: voleva andare alla sepoltura. E Gesù rispose: Lascia che i morti seppelliscano i morti, cioè non andarci alla sepoltura di tuo padre. Un altro: Lascia che vada prima a salutare i miei. E Gesù: Chi sta dubitando, non è degno del regno dei cieli [cf Lc 9,59-62; Mt 8,21-22], non è preparato. E invece i Dodici sono stati pronti, sono stati pronti. E tuttavia anche fra di loro12, ed erano tutti chiamati sinceramente, ma Giuda ha perso la vocazione! E dei giuda non mancano mai nel mondo…
E allora, adesso, pregare per questo… rifletterci molto: pensare che, per creare questo nuovo spirito, occorre una grazia straordinaria da Dio; e nel secondo posto, collaborare, cooperare!
Ho domandato qualche tempo fa ad una suora: Di cosa parlate quando siete lì a tavola, siete tra di voi, fate anche
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ricreazione?. Noi parliamo sempre di apostolato. Non facciamo altro, noi. I nostri discorsi… altri discorsi non se ne sentono, a parte l’apostolato. Ah, questo sì! Una si accende sempre di più, poi si istruisce sapendo cosa fa l’altra, cosa pensa l’altra… e come è riuscita in un modo, come invece è andato fallito il tentativo… In sostanza: possono dormire in fondo al cuore i più bei sogni, ma dormire! E possono, gli individui, esser sollecitati e, anche se sono addormentati, venire risvegliati… venir risvegliato, sì. Una vita quindi nuova.
Ma qui non avete da prendere una cosa come le altre volte vi ho detto13… Aspettavo questi Esercizi perché foste più illuminate, prima su quello che ho detto ieri14 e adesso su questo altro punto. Creare delle attitudini, che non si creano solo con il dire: Fate…! No, no! Bisogna sentirle, infonderle e soprattutto viverle! E muoversi, muoversi, muoversi… dopo aver lungamente pregato! E il Signore questa grazia la dà sicuro, perché l’Istituto viene dal Signore Gesù e vuole che prenda la sua via, la via decisa.
Riflettete bene nella giornata su questi punti.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 99/61 (Nastro archivio 94b. Cassetta 94, lato 2. File audio AP 094b). Titolo Cassetta: “Consumare la vita per le vocazioni”.
2 Il testo latino dice: «Vocavit discipulos suos et elegit duodecim ex ipsis, quos et apostolos nominavit», «Chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli».

3 Venivano chiamati Camillini o Crociferi o Camilliani (il nome attuale) i Chierici Regolari Ministri degli Infermi, fondati a Roma nel 1584 da san Camillo de Lellis, con il compito dell’assistenza materiale e spirituale dei malati e degli agonizzanti negli ospedali e nelle case.
Sotto l’accezione di Suore di Carità si intendono i molti Istituti femminili che hanno questa denominazione e il carisma della carità, di cui le più conosciute sono le Figlie della Carità di san Vincenzo de’ Paoli, le Suore di Carità di santa Giovanna Antida Thouret, le cosiddette Suore di Maria Bambina e le Canossiane.
4 Sta per: adatta, idonea.
5 Si tratta di un’espressione biblica (Gen 14,21), reinterpretata in chiave spirituale e attribuita a san Francesco di Sales dal suo discepolo Jean-Pierre Camus (1584-1652). Fu utilizzata dal santo Cafasso e, soprattutto, da Don Bosco, che ne fece il motto e il programma di vita per sé e per le Congregazioni da lui fondate. Cf a questo riguardo: GIUSEPPE CAFASSO, Esercizi spirituali al clero, Istruzioni, Cantalupa 2007, pp. 246-247, nota 26; GIOVANNI BOSCO, Memorie dell’Oratorio di S. Francesco di Sales dal 1815 al 1855, Roma 1991, p. 52.
Ricordiamo anche che Don Bosco parla di questa frase nella biografia sul giovane Domenico Savio: «Venuto nella casa dell’Oratorio, si recò in mia camera […]. Il suo sguardo si posò subito su di un cartello, sopra cui a grossi caratteri sono scritte le seguenti parole che soleva ripetere S. Francesco di Sales: Da mihi animas, cetera tolle. […] L’aiutai a tradurle e cavar questo senso: O Signore, datemi anime, e prendetevi tutte le altre cose» (GIOVANNI BOSCO, Il beato Domenico Savio, Torino 1950, pp. 47-48).

6 Cf CATERINA A. MARTINI, Le Figlie di San Paolo, Note per una storia, 1915-1984, Roma 1994, pp. 152-162. Il PM non si riferisce solo alla Vestizione in quanto tale, ma a tutto il percorso di assunzione del carisma.
7 Cf AP 1960, p. 198. La biografia su Maria Mazzarello (1837-1881) di Ferdinando Maccono sottolinea in più punti che ella non sapesse scrivere, e riporta questa affermazione anche nel memoriale che il suo parroco don Domenico Pestarino presenta a Don Bosco: «Non sa quasi scrivere, poco leggere, ma parla così fine e delicata in cose di virtù e con tale persuasione e chiarezza che sovente si direbbe inspirata dallo Spirito Santo» (parte I, capo XX, 12). Santa Domenica Maria Mazzarello fu beatificata il 20 novembre 1938 da Pio XI e canonizzata il 24 giugno 1951 da Pio XII.
8 Si sente rispondere: sì, sì…

9 Sta per: inventiva.
10 Parole incerte.

11 Intende le situazioni fastidiose e difficili di tante famiglie, come la mancanza di mezzi o di salute, per cui si prova compassione e pena. Il PM dice: ci far pene.
12 Parole incerte.

13 Il PM sta invitando a dare maggiore peso a queste sue sollecitazioni.
14 Cf per esempio p. 148: «È venuto il tempo, anche, di stabilire meglio l’Istituto nelle sue finalità, nella sua attività. Molto rimane da farsi e molta buona volontà portate qui a Gesù»…