36. GESÙ NELLA VITA GLORIOSA continua ad avere cura delle vocazioni
Il compito di vivere per le vocazioni
Esercizi Spirituali, 5° giorno, II Istruzione, Castel Gandolfo, 10 agosto 19611
La cura che Gesù ebbe delle vocazioni non finì con la sua morte di croce. Già egli aveva offerto la sua vita: «Dilexit me et tradidit semetipsum pro me» [Gal 2,20], mi amò e si immolò per me, dice san Paolo; ma la cura delle vocazioni continuò anche dopo la resurrezione… e continua dal cielo.
Gli apostoli erano smarriti, perché non avevano capito ancora quello che doveva avvenire di Gesù: «Non oportebat Christum pati et ita intrare in gloriam Patris?»2 [cf Lc 24,26], non avete capito che questo era ciò che voleva il Signore: che io soffrissi e con la sofferenza entrassi nella gloria celeste? Essi avevano capito poco, ma Gesù apparve a loro per confermarli: per confermarli che egli era veramente il Messia, che egli era veramente il Figlio di Dio incarnato, che egli era venuto a salvare gli uomini, che essi avevano una vocazione… aveva dato loro una vocazione. Perciò Gesù, già prima di morire, aveva detto: Andate poi in Galilea e là mi vedrete, sì; aveva preannunziato questo: Radunatevi in Galilea e là mi rivedrete [cf Mt 26,32; Mc 14,28].
E intanto si prese cura delle vocazioni, confermandole. In primo luogo, tra gli apostoli, apparve a Pietro che aveva la
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vocazione più alta… sì, la vocazione apostolica come gli altri, ma anche destinato ad essere il capo della Chiesa: «Surrexit Dominus vere et apparuit Simoni»3 [Lc 24,34], quella mattina della Pasqua - cioè quello che noi diciamo adesso Pasqua -. La mattina della resurrezione, presto, Gesù apparve a Simone, e poi, nello stesso giorno, apparve a tutti gli apostoli [cf Lc 24,36; Gv 20,19; 1Cor 15,5]; e poi riapparve a loro quando la prima volta non c’era presente Tommaso, e poi la seconda volta presente anche Tommaso, al quale Gesù rimproverò la mancanza di fede [cf Gv 20,19-29].
Poi Gesù si mostrò agli apostoli sul lago di Genezaret e là egli li volle confermare. Di buon mattino, mentre che essi riassettavano le reti, si mostrò sulla spiaggia; e aveva acceso il fuoco. E poi domandò: Uomini, avete qualche cosa?. Eh… non avevano pescato. Allora: Gettate le reti e troverete. E trovarono. E quando arrivarono alla riva, Gesù aveva già fatto cuocere il pane, e fece cuocere anche il pesce e poi li servì uno per uno, di pane e di pesce. Come si mostrò buono, eh? Si mostra sempre buono Gesù con le vocazioni. Lo senti[te]? E lo vedrete sempre meglio. Vedete, servì a loro… e aveva fatto il cuoco, in sostanza: ha acceso il fuoco e procurato di far cuocere e poi di distribuire agli apostoli [cf Gv 21,1-14].
E poi apparve ancora altre volte, specialmente apparve sui monti della Galilea dove aveva detto che li avrebbe incontrati [cf Mt 28,16-17; At 13,31], sì. Oh! Una volta apparve a più che cinquecento persone radunate [cf 1Cor 15,6].
Che cosa fece là sul monte della Galilea? Confermò la vocazione e la loro missione: Andate nel mondo intiero…predicate il Vangelo… insegnate a fare ciò che vi ho detto… battezzate nel nome del Padre, del Figliolo e dello Spirito Santo…, eccetera [cf Mt 28,18-20]. Ecco, li confermò nella vocazione apostolica: «Vos estis lux mundi» [Mt 5,14], voi siete la luce del mondo. E come? Con la predicazione. Ma poiché per4 esercitare il loro ministero occorrevano dei poteri, ecco:
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Ricevete lo Spirito Santo: a chi avrete rimesso i peccati saran rimessi e a chi li avrete ritenuti saran ritenuti [cf Gv 20,22-23]. Poi li assicurò della sua assistenza: «Vobiscum sum omnibus diebus usque ad consummationem saeculi»5 [Mt 28,20]. Non temete, son con voi: nolite timere, vobiscum sum fino alla fine del mondo.
Poi conferì il potere a Pietro [cf Gv 21,15-19].
Molte cose corresse negli apostoli, specialmente li rimproverò della mancanza di fede [cf Mc 16,14; Lc 24,38-47; Gv 20,27]. Poi fece loro le promesse che avrebbero riportato frutto nel mondo e che un giorno avrebbero potuto giudicare: «Sedebitis super sedes duodecim iudicantes duodecim tribus Israël»6 [cf Mt 19,28], avrete come un tribunale per giudicare tutti gli uomini - le dodici tribù erano come un segno dell’universalità del giudizio -.
Pietro… Lo chiamò a sé: Pietro, mi ami tu?. Sì, Signore, ti amo. E allora pasci i miei agnelli. Poi domandò di nuovo: Pietro, mi ami tu?. E sì che ti amo. E allora: Pasci ancora i miei agnelli. E domandò una terza volta Gesù a Pietro: Mi ami tu realmente?. Pietro restò un po’ confuso, perché forse ricordò la triplice negazione dopo le tre domande di amore. Poi, aprendo tutto il suo cuore: Sì, o Signore, tu vedi il nostro intimo, tu sai che io ti amo. E allora: Pasci i miei agnelli e pasci anche le mie pecorelle [cf Gv 21,15-19], che vuol dire i fedeli e i vescovi - superiore quindi ai vescovi -. Oh! Allora, ecco, se anche in quel momento, in quei giorni in cui Gesù rimase visibilmente su questa terra mostrandosi, anche in quei giorni Gesù ebbe occasione di correggere Pietro quando domandava, ad esempio: Che cosa sarà di Giovanni?. Eh, non occuparti di lui, gli disse… «Tu sequere me», tu vieni dietro di me [cf Gv 21,20-22]… Oh! Ecco la continua cura dello spirito della vocazione.
Poi Gesù salì al cielo. Li volle tutti presenti… e presente anche Maria, presenti centoventi persone in tutto [cf At 1,15]; ma
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gli apostoli, sì, specialmente loro volle. E così, dopo aver dato l’ultima benedizione, si sollevò da terra, discese una nube ad avvolgerlo, ed essi, pur guardando ancora da quella parte, videro due angeli, i quali li ammonirono: Perché… quid admiramini?7 Colui che avete veduto salire al cielo, ritornerà [cf At 1,6-11]. E ritornerà quando? Alla fine del mondo, quando darà a ciascheduno quel che ciascheduno avrà meritato, sì.
Oh! Ecco, ma non era finita la cura. Li aveva avvertiti ripetutamente: State in Gerusalemme, non partitevene, perché voi dovete essere battezzati con lo Spirito Santo; per sé, Giovanni ha battezzato con l’acqua: voi sarete battezzati di Spirito Santo. Attendete in preghiera [cf At 1,4-5; Gv 14,16-17]. Ed essi accettarono l’invito di Gesù. Fecero come una grande novena e alla fine, il mattino decimo, ecco un rumore come di vento fortissimo, l’apparizione di un grosso globo di fuoco che si suddivise in tante lingue e ciascheduna andò a posarsi sul capo di ogni apostolo [cf At 2,1-4]; Maria, Regina degli Apostoli, ricevette anche la fiamma più abbondante… quindi maggiori grazie, maggiore luce.
Dopo aver dati tanti avvisi e aver insegnato quale era la loro vocazione, veniva a portar la grazia, perché avessero il coraggio: quindi, fossero illuminati a capire tutto ciò che Gesù aveva insegnato; fossero fortificati così da andare in tutto il mondo a predicare ciò che avevano sentito; [veniva a] incoraggiarli, comunicando una forza interiore e rendendo docili le persone che avrebbero sentito la loro parola. Quindi il compimento della missione. Gesù, dopo l’Ascensione, si occupa precisamente, e quasi solamente, delle vocazioni, dei suoi chiamati8. Perciò, se vi è un’anima che sia seguita, che sia amata da Gesù, è proprio l’anima chiamata da Dio: la vocazione, un’anima chiamata. Gesù se ne prende cura in tutte le maniere, in vita ed in morte; e glorifica poi l’anima che fu fedele, in paradiso. Sì, la cura delle vocazioni.
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Ora, cosa dobbiamo pensare noi? Pensare a tre cose.
Primo: acquistare la scienza della vocazione e domandare al Signore luce per conoscere cosa vuol dire lavorare sopra la parte migliore del mondo. Il Signore vuole tutti salvi; in particolare, Gesù vuol bene ai cattolici, ai buoni cristiani… ma fra i buoni cristiani, ecco, quelli che egli ha scelto, ha designato. Quindi, fra la turba che c’era, Gesù, dopo aver pregato una notte, ne chiamò dodici. Perciò, conoscere quanto Gesù ami i chiamati. E li volle con sé, li volle con sé: Gesù vuole i chiamati… chiamare vicino a sé coloro che han vocazione [cf Mc 3,13-15; Lc 6,12-13]. Quindi la formazione si fa durante l’aspirandato, il noviziato… Ecco che sono a contatto con Gesù i chiamati allora, vicino a Gesù: la Messa, la Comunione, le Visite, le Confessioni… Gesù che ama e pensa ai suoi chiamati.
Che si acquisti la scienza vocazionaria: conoscere che sia una vocazione, distinguere quando c’è, conoscere i mezzi per la corrispondenza alla vocazione, e conoscere il modo per attirare le vocazioni, per guadagnare le vocazioni. Tutta una illuminazione interna, che alle volte viene direttamente da Gesù, particolarmente dopo la Comunione, e alle volte viene attraverso ai libri, attraverso le prediche, eccetera.
Oh! Oltre alla scienza vocazionaria, domandare la coscienza vocazionaria, e cioè pensare che lì si tratta del meglio che ha l’umanità: i chiamati; che a questi dobbiamo le cure maggiori, perché hanno i bisogni maggiori… da Gesù hanno una preferenza, cioè hanno una vocazione particolare: per essere buoni cristiani non occorre questa vocazione particolare, ma per i chiamati occorre una vocazione particolare.
Coscienza: pensare cosa significa una vocazione e che cosa non significa. Il diavolo è il nemico delle vocazioni, perché il diavolo teme che gli portino via le anime, gliele strappino: «Satanas expetivit vos ut cribraret sicut triticum»9 [Lc 22,31], che vuol dire: Satana l’ha specialmente contro di voi, i chiamati, per setacciare, e cioè distinguere le vocazioni languide, le vocazioni imperfette dalle vocazioni sante, dalle vocazioni
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vere. Sentire la responsabilità della vocazione vostra, cioè la vocazione a far le vocazioni! Quella preghiera che si dice: Io vi offro…10 eccetera, comprende un po’ tutte le grazie da chiedere. Coscienza vocazionaria.
Poi il sacrificio per le vocazioni, e cioè come noi… e sia non da salvare il nostro io, ma da salvare le anime. E se Gesù tanto ha fatto per i chiamati, che cosa dovremmo fare noi per nostra parte? Sì… il lavoro, la parola, il buon esempio, la preghiera: i mezzi per le vocazioni sono tanti. Oh! Quindi vedere quali siano i mezzi principali e più efficaci per le vocazioni.
Vivere per le vocazioni! Sì, vivere per le vocazioni. Saperle poi guadagnare e saperle formare, come ha fatto Gesù. Non darsi mai pace: dopo aver fatto ciò che abbiamo potuto, c’è ancor sempre l’aiuto di Dio da chiedere e, con l’aiuto di Dio, superare le difficoltà, essere efficaci… essere efficaci. Alle volte una figliola è già avviata sopra uno stato, sembra che non trovi e non pensi mai ad altro - ad altro, cioè a qualche cosa che possa essere buono -. Ma se vi è questo, vi è anche la grazia, vi è anche la grazia del Signore.
Infine, sempre pregare per le vocazioni… sempre pregare per le vocazioni: «Rogate ergo Dominum messis, ut mittat operarios in messem suam» [Mt 9,38; Lc 10,2], pregate il padrone della messe perché mandi dei buoni operai alla mietitura.
Oh! Allora imparare dal Maestro Divino: quello che aveva fatto in vita per le vocazioni, [lo avete] già meditato; quello che fece dopo la morte è il soggetto dei riflessi per oggi, sì…
Adesso il Signore vi copra con la sua benedizione, vi dia la grazia di diventare più efficaci nella ricerca e scelta delle vocazioni… e allora [scenda] una benedizione sopra ciascheduna di voi.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 103/61 (Nastro archivio 96a. Cassetta 96, lato 1. File audio AP 096a). Titolo Cassetta: “Cura di Gesù per le vocazioni”.
2 «Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». Il testo della Vulgata è il seguente: «Nonne haec oportuit pati Christum et ita intrare in gloriam suam?».
3 «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!».
4 Il PM dice: ma perché ad.
5 «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
6 «Siederete su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele».
7 Cf Missale Romanum, In Ascensione Domini, Introitus. Le prime parole dell’Introito sono appunto: «Viri Galilaei, quid admiramini aspicientes in caelum?», «Uomini di Galilea, perché continuate a mirare verso il cielo?».
8 Evidentemente il PM vuole accentuare l’importanza della “cura delle vocazioni”!
9 «Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano».
10 Vedi p. 76, nota 11.