«In quel tempo mandarono a Giovanni da Gerusalemme sacerdoti e leviti per domandargli: Tu chi sei? - mandati a Giovanni il Battista -. Ed egli riconobbe e non negò e confessò: Non sono io il Cristo - cioè il Messia -. Allora gli domandarono: Chi sei dunque? Elia? E disse: No. E sei il profeta? E rispose: No. Gli dissero pertanto: Chi sei, per rendere conto a chi ci ha mandati? Cosa dici di te stesso? Riprese Giovanni: Io sono voce di uno che nel deserto grida: appianate le vie del Signore, come disse il profeta Isaia. E quelli che erano stati inviati erano dei farisei e lo interrogarono così: Come dunque battezzi se tu non sei il Cristo, né Elia, né il profeta? Giovanni rispose dicendo: Io battezzo con l’acqua, ma in mezzo a voi sta uno che non conoscete, che verrà dopo di me ma che esisteva già prima di me, al quale non sono degno di sciogliere il legaccio dei calzari.
Ciò avvenne in Betania oltre il Giordano, dove Giovanni stava a battezzare»3.Giovanni il Battista, secondo la profezia di Isaia [cf Is 40,3], doveva precedere, annunziare il Messia vicino; e colui che doveva annunziare il Messia vicino fu appunto il Battista, Giovanni Battista, il quale era stato santificato quando Maria era entrata nella casa di Elisabetta [cf Lc 1,39-44]. Allora, compiva la sua missione ed era tanta la penitenza, l’austerità nella sua vita, tanto lo spirito di orazione, tanto lo zelo nel predicare, la penitenza… così ammirabile la sua vita che in molti era entrata la persuasione, o almeno si domandavano se non fosse egli il Messia; ma mandarono a chiederlo se lo fosse o no, mandarono dei sacerdoti e leviti ebrei. Giovanni fu sincero fino all’estremo, e cioè tanto nel dire quel che non era come nel dire quel che era: questa schiettezza è una disposizione per ricevere bene il Bambino Gesù… la semplicità del cuore. Gli domandarono dunque se fosse il Messia, il Cristo, ma egli disse: Non lo sono. Ma sei forse Elia? - si credeva che Elia dovesse ritornare - Sei il profeta?. Ed egli rispose: Non sono né Elia né il profeta. Ma allora che cosa dobbiam dire di te a coloro che ci han mandati a richiederti?. Io sono la voce di colui che grida nel deserto: appianate la via del Signore, io compio, sono la persona che Isaia aveva predetto: cioè, che quando sarebbe venuto il Messia, sarebbe stata mandata una persona come un angelo ad annunziare l’arrivo del Messia. Voce di colui che grida nel deserto: appianate la via del Signore, cioè preparate.
1 Nastro originale 91/61 (Nastro archivio 104b. Cassetta 104, lato 2. File audio AP 104b). Titolo Cassetta: “Giovanni Battista”.
2 Epistola: Fil 4,4-7. Il PM cita il primo versetto del brano.
3 Vangelo: Gv 1,19-28. Il brano viene citato liberamente dal PM all’interno della meditazione.
4 Cf ad esempio, GIACOMO ALBERIONE, Lettere a Maestra Tecla Merlo, Roma 1987, p. 140. Quando dice poco più avanti “e questo è già stampato”, forse il PM si riferisce all’immaginetta che egli utilizzò per formulare i suoi auguri per il 1962, su cui erano appunto riprodotti i Caratteri della Carità. Ricordiamo che il Fondatore aveva già proposto il 1951 come Anno di carità: ID., Considerate la vostra vocazione, Lettere circolari e direttive alle Figlie di San Paolo, (CVV), Roma 1990, 176 e 184. Nel 1962 egli ci ritorna più volte nelle meditazioni, richiamando l’attenzione anche agli Esercizi Spirituali che don Stefano Lamera predicava su questo tema.
Senza dimenticare che “intenzione particolare” per il 1962 sarà la preghiera per il Concilio Ecumenico Vaticano II (cf San Paolo, Dicembre 1961, p. 2).
5 ALFONSO M. DE LIGUORI, Pratica di amar Gesù Cristo, op. cit. Il capitolo IV del libro introduce il lettore alla comprensione dei caratteri e della pratica della vera carità, richiamando e citando il testo di san Paolo (1Cor 13). Ad ogni capitolo successivo (V-XVII), sant’Alfonso commenta uno di questi caratteri dando il titolo con l’espressione paolina (Caritas patiens est, Caritas benigna est…).