Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

29. COME SI FA L’ESAME DI COSCIENZA
Bene e male abitano nelle pieghe del cuore
Esercizi Spirituali, 1° giorno, IV Istruzione, Castel Gandolfo, 6 agosto 19611

Gli Esercizi Spirituali hanno due parti: la prima è togliere il male, la seconda è mettere il bene… «Declina a malo [et] fac bonum»2 [Sal 37(36),27]. Togliere il male: e cioè quello che nella vita passata è dispiaciuto al Signore - e ci può essere una confessione spirituale e una Confessione sacramentale -. Poi mettere il bene: il bene sommo è Gesù, Dio - Voi, Dio, sommo bene -, il quale sommo bene si riceve nella Comunione, perché allora si stabilisce l’unione dell’anima con Dio… Comunione vuol dire unione dell’anima con Dio. Oh! E questa Comunione può essere sacramentale e può essere spirituale, come la Confessione: sacramentale già costantemente la fate; spirituale vuol dire di tanto in tanto riunirsi con il pensiero, con i sentimenti, nel corso della giornata, riunirsi con Gesù, sentire Gesù nel cuore, parlargli, ascoltarlo, lasciarsi guidare, sentire le buone ispirazioni, domandare la benedizione, la forza, la luce, sì.
Allora togliere il male. Per togliere il male bisogna scoprirlo: e quindi l’esame di coscienza. Si chiama, perciò, la prima parte degli Esercizi, purgativa… purgazione. Ecco, particolarmente togliere il male, togliere il male: qualche volta c’è anche bisogno di Confessione generale, molte volte di Confessione annuale e altre volte basta la Confessione settimanale.
~
Togliere il peccato veniale anche per evitare il purgatorio; conoscessimo che cosa sia un’ora di purgatorio, quali pene che produce nell’anima. E le cause per cui si va in purgatorio sono specialmente la tiepidezza; secondo, il veniale; terzo, attaccamenti; e quarto, mancanza di penitenza, quando non si è ancora soddisfatto per le colpe passate, oppure si trascurano le indulgenze.
Parlando dell’esame di coscienza, voi già conoscete come ci può essere esame di coscienza annuale, per un anno: in questo anno ho fatto progresso? Ho meno difetti di prima? O i miei difetti sono un po’ meno gravi di prima? Ho praticato maggiormente la virtù o almeno son cresciuta in qualche virtù? Annuale.
Poi può essere generale, quando si ha bisogno di fare una ricerca di tutta la vita passata. Annessa poi alla Confessione generale quando uno non l’ha mai fatta, annessa a questa Confessione generale ci sono alle volte grazie specialissime: quante volte è avvenuto che proprio con una Confessione generale l’anima è partita per il cammino della santità… è stata decisiva quella Confessione!
Poi ci sono le Confessioni, e quindi l’esame di coscienza, settimanali. Quello serve particolarmente per confessarsi; è vero che quando una persona fa l’esame quotidiano non ha molto bisogno di prolungare il suo esame settimanale, perché oramai conosce se stessa abbastanza, tuttavia occorre sempre cercar di penetrare un po’ più in giù, nell’intimo della coscienza. Vi è un libro intitolato L’anima religiosa nella vita moderna3: le persone consecrate a Dio come possono vivere nella vita moderna. Porta questo paragone, il libro: si va a vedere se la persona di servizio ha scopato bene… e se uno guarda superficialmente lì nell’entrata sembra pulito. Ma sarà poi proprio pulito come quella persona dice? Tutto? Prova un po’ a smuovere l’armadio, a smuovere il letto e gli altri mobili
~
della camera? Alle volte vengono fuori delle cose che non indicano affatto pulizia, anzi si è accumulato lì quello che non era pulito, perché si dava un colpo di scopa a quel che si vedeva senza curarsi [del resto]; e poi se si va ad osservare negli armadi, i disordini… e se guardo la scrivania, i disordini… e forse anche negli stessi cassetti… E quello poi può interpretarsi così: È una persona che cerca… e pensa sempre a Dio e allora si dimentica di queste cose!!. …Si può scusare così!? In altri casi invece si deve dire: È un po’ disordinata all’esterno e un po’ disordinata all’interno!.
Vi sono persone che trattano bene, senza nessuna - diciamo - mancanza di rispetto, sgarbatezze… e senza voler mostrare, esibire una eccessiva gentilezza ed eccessivi complimenti che neppure nascono dal cuore; però, [sono] persone che hanno il loro buon tratto, garbato, rispettoso e sempre più premuroso del bene degli altri che di se stesse… persone ordinate. Le persone disordinate, con cui si sta poco volentieri: si sta poco volentieri e a tavola e a ricreazione e al lavoro e nel discorrere, eccetera… Oh! Ma non è cattiva, quella persona. Ma non è compìta!. Ci sono tante cosette: una per una non hanno gran valore, ma messe tutte insieme formano quel complesso per cui quella persona non piace, e non piace forse neppure a Dio, e non piace - almeno o forse - agli uomini; persone arroganti, persone con cui non si può ragionare con tranquillità, persone che vedono sempre il male più che il bene, persone che vivono di egoismo: se la cosa interessa a loro, bene; se non interessa e se interessa solamente il bene delle altre, [non le danno importanza]; persone che non sanno fare un incoraggiamento, persone che sanno incoraggiare tutte, persone che proprio hanno quelle condizioni, quei caratteri che descrive san Paolo, dodici caratteri della carità [cf 1Cor 13,4-7]: carità paziente, carità benigna… oh, paziente, benigna… che sanno dissimulare un dispiacere che hanno avuto, che non ricordano, non lo gettano in faccia quel dispiacere che hanno sofferto, eccetera…; persone che non ricordano i benefici, persone che san solo domandare e non sanno poi…
~
Ecco, volevo dire con questo: negli Esercizi essere un po’ più diligenti; ché, può esser che nelle pieghe del cuore non sia tutto pulito, e che nel complesso della vita, in primo luogo nell’interno e poi in secondo luogo nell’esterno, non sia tutto mondo, ecco. Sempre si fa bene a dire: mi accuso anche dei peccati della vita passata e di quelli che non ricordo, e di quelli che non conosco, di quelli che non conosco, sì - [se] si dimenticano, è segno che c’era negligenza nell’esame, ma se si conoscessero davvero, si devono accusare -.
Quindi vi sono gli esami di coscienza generali, poi annuali, settimanali; si fanno anche mensili da molte persone, nel ritiro; e poi gli esami di coscienza quotidiani. Oh, è necessario l’esame di coscienza? È necessario l’esame di coscienza: perché l’esame di coscienza che cos’è? È una presa di cognizione dello stato dell’anima, è prendere conoscenza dell’anima propria. Quindi, mica solo il male… anzi, deve venire dopo il male; in primo luogo, le grazie ricevute, le grazie ricevute! Le grazie ricevute, perché, se c’è più grazia, c’è più obbligo: se io ho avuto quella luce, ho avuto quella vocazione, ho avuto quell’ufficio, eccetera, è una grazia. Allora il Signore ha concesso questa grazia: e se poi io corrispondo, quanti meriti! E devo lodare e ringraziare Dio; e poi si vede anche se c’è stata incorrispondenza alla grazia: quindi è prender cognizione dello stato dell’anima. In sostanza, si potrebbe anche fare con poche parole: sono in stato cattivo, sono in stato fervoroso, sono in stato di tiepidezza, sono in stato di fervore? Poche domande… questo è l’esame che in fondo in fondo deve risultare, e qualunque esame che si faccia, deve risultare quello. Se è in stato cattivo suppone il peccato grave; e poi se si è in stato di tiepidezza, ci son le venialità per trascuranza; e in stato di fervore… E poi come mi sento attualmente: sono unito a Dio? Il Pollien dice di farsi spesso la domanda: Anima mia, dove stai? Mio cuore, in questo momento sei con Dio o sei dominato da altre cose?4. E questo è consigliato molto dai libri e dai maestri di ascetica: Di tanto
~
in tanto nella giornata… adesso, in questo momento, son con Dio, cosa è che ho nel cuore? Cosa voglio?. E qualche volta l’anima si sorprende che è in intimità con Dio, e qualche volta invece si sorprende in distrazioni, in trascuranze, e magari [il cuore è] un po’ pieno di amor proprio, ecco. Quello è un esame pronto che va fino al fondo dell’anima, però non basta; dopo bisogna dire: mi metto a posto, ecco… e mettersi a posto. Perché non si ricerca il male per vedere il male, e cioè non si va nella camera per vedere ciò che è sporco, ma per pulire! Quindi, veduto ciò che non è pulito, si cerca di dar mano allo straccio, alla scopa… ciò che occorre. Oh! Esame di coscienza.
E il quotidiano come… fermiamoci un po’ qui: esame di coscienza quotidiano. Pensiamo all’esame di coscienza che è più lungo, quello della Visita. Ecco: è, questo esame, una confessione spirituale - la Confessione sacramentale sarà dopo una settimana forse -.
La confessione spirituale di che cosa consta, che parti ha? Prima si invoca il Signore che ci illumini a conoscere noi stessi: Signore, che io conosca me. Poi dopo si guarda, cioè [ci] si esamina: Ho ricevuto molte grazie quest’oggi, ho avuto molte ispirazioni, il Signore mi ha parlato stamattina al cuore, che cosa mi ha fatto sentire, che cosa vuole da me in questa giornata… così; e ringraziarlo dell’aiuto che ci ha prestato al mattino. E poi dopo, mentre si ringrazia, si vede anche se si è corrisposto: allora, in secondo luogo si vede se si è corrisposto o no, e lì si può scoprire il male. Se ho fatto bene, se qualche bene ho compiuto, Signore, accettatelo5: non invanirsi ma lodare il Signore che ci ha dato questa grazia… non solo la grazia ci ha dato, ma la corrispondenza, la grazia di corrispondere.
Oh! Dopo questo, e aver ringraziato il Signore per il bene fatto e offerto a Dio per le grazie ricevute, si deve eccitarsi al pentimento, al dolore, e quindi venire al proposito, come nella Confessione. Eccitarsi al pentimento: dolore. Perché i
~
motivi di dolore sono tanti, ma per l’anima consecrata a Dio molte volte i motivi sono questi: perdo dei meriti, perdo del tempo, non progredisco abbastanza, abuso della grazia di Dio, lascio scappar le occasioni di bene; e non ho amato quel Gesù che mi ama tanto, l’ho ripagato con tanta indifferenza… Gesù che ha pagato per me i peccati, eccetera; non ho promosso la gloria di Dio come dovevo in me e negli altri, per esempio nell’apostolato, e non ho portato anime alla santità perché anch’io son freddo, non sono santo… motivi che sono più perfetti, motivi di dolore. Poi ci possono essere motivi meno perfetti e sono: Perché peccando ho meritato i vostri castighi6 - meno perfetto -, e cioè perché peccando ho meritato il purgatorio, ho meritato i castighi quaggiù, se [i peccati] fossero gravi, ho meritato l’inferno. Ma gli altri motivi sono più perfetti e uniti al desiderio, al proposito di confessarsi, già - anche se fosse in peccato mortale - l’anima è perdonata subito, perché c’è il dolore perfetto che procede da amore perfetto verso Dio, da carità verso Dio. Leggere il libro La pratica di amar Gesù Cristo di sant’Alfonso7, fa tanto bene.
Oh! Quindi il proposito… dopo il dolore il proposito. Proposito: voglio fuggir le occasioni, propongo di non mettere [me stesso] volontariamente nell’occasione, sì… che può essere una persona, possono essere [delle] occasioni, può essere l’occhio… Gesù dice: Se è l’occhio che ti scandalizza, se è la mano che ti scandalizza, se è il piede che ti scandalizza…, che vuol dire: se queste membra servono al peccato, è meglio che ti strappi l’occhio, che ti tagli la mano, che ti tagli il piede, piuttosto che andare nell’inferno con due occhi, con due mani, con due piedi [cf Mt 18,8-9; Mc 9,43-48].
Ma, parlando delle venialità, anche solo il pensiero di non corrispondere pienamente al volere di Dio… pensare che il peccato veniale è proprio quel che ci impedisce di entrare nell’intimità della vita spirituale. Perché quel giorno l’acqua
~
veniva bene e l’altro giorno guarda come stenta a venire fuori? Perché il giorno prima il tubo era proprio pulito; adesso ci è entrata una pietruzza in mezzo, c’è andato un pezzo di legno… va a sapere: è il veniale! Per cui, quell’acqua che prima, ieri, veniva abbondante - la grazia di Dio indica -, veniva abbondante…, oggi un po’ meno perché ci sono state venialità. C’è sempre «fons aquae salientis in vitam aeternam»8 [Gv 4,14], la fonte dell’acqua che è il Cuore di Gesù, ma siamo noi che abbiamo messo qualche cosa in quel tubo, per cui la grazia non arriva più così abbondante come prima… e allora proposito, sì. Se è mancanza di preghiera, se ci siam lasciati trasportare da sentimenti meno giusti, da pensiero meno santo… e poi un po’ tutto quello che abbiamo detto prima, che può chiamarsi il complesso dei vizi capitali, i peccati capitali: e ora domina l’uno e ora domina l’altro, secondo le persone, anche secondo le età, i tempi. La giovane è più inclinata alla golosità e la persona anziana è più inclinata all’orgoglio, alla superbia: bisogna sempre che combattiamo.
Il proposito. Il proposito generalmente è così: serve quello fatto l’ultimo mese o quello fatto dall’ultimo corso di Esercizi, che si rinnova sempre mensilmente, settimanalmente, quotidianamente.
Oh poi, oltre il proposito, confessarsi. A chi? A Gesù. Confessione spirituale: dirglielo a lui senza l’intermezzo del confessore, del ministro di Dio. Oh! [I peccati] dirglieli con tutta sincerità, dirli con tutta semplicità: sono orgoglioso, sono goloso, sono un po’ pigro, sono sempre distratto, non ho ancor chiesto abbastanza la grazia del raccoglimento - che è grande grazia il raccoglimento abituale! -, mi interessa più degli altri che di me stesso9, eccetera… Allora lo si dice con semplicità a Gesù: quanto ti avrò dato dispiacere stamattina con questo, quell’altro, quell’altro… e quanto ti ho fatto piacere sicuro, e io ho avuto piacere e ti ho sentito vicino a me quando ho fatto quella mortificazione, ho taciuto
~
quella parola, ho fatto quel servizio alle sorelle, sono stato più generoso nel fare il mio compito, il mio lavoro, eccetera. Si parla lì con familiarità, come Maria Maddalena stava là inginocchiata davanti a Gesù e gli ha confessato tutto [cf Gv 8,3-11; Lc 7,36-50]. Con il confessore può essere che anche un po’ di ritegno si abbia, ma direttamente con Gesù - e farsi condurre dalla Madonna a Gesù -, allora è molto semplice l’accusa; quindi sentire le correzioni, i richiami che ci fa Gesù, tacere un poco, sentirlo Gesù che parla al cuore: oh, allora sì, che belle cose ci dirà Gesù! Fa’ ancora questo qui… aggiungi quel là… lascia passare quel piccolo rancore. E quando la finisci con la tua tiepidezza? Quanto poco pensi a me: tu vuoi che io pensi te, ma tu poco poco pensi a me. Oppure perché non li stringiamo i nostri cuori: tu vuoi darmi il tuo cuore, e tu prenderti il mio che io ti dò, e farne un cuore… che il tuo cuore faccia un cuore solo con il mio!. I desideri… nei voleri, eccetera… Sentirete tante belle cose che commuovono l’anima alle volte.
Allora si dice l’Atto di dolore: non farò più così! Come il figlio pentito lo dice al padre: non lo faccio più, non voglio più darti dispiaceri, voglio fare proprio quel che tu vuoi, che desideri da me. Quindi recitare l’Atto di dolore. E poi pensare che, se c’è il dolore, c’è il perdono da parte di Gesù; se c’è il dolore perfetto, sempre [c’è] il perdono, sebbene quando ci sono peccati gravi, c’è poi ancora da far l’accusa… ma quando si potrà confessarsi, si dovrà confessarsi. Quindi si può [fare]… Oh! E se son veniali, basta anche il dolore imperfetto per scancellarli, anche perché un’anima dice: ho meritato il purgatorio adesso, o qualche altro castigo in vita. Dicendo l’Atto di dolore, puoi chinar la testa… Gesù perdona… fai il segno di croce… Deo gratias.
Ci manca ancora la penitenza: scegliti una penitenza… pressappoco quella che dava il confessore ordinariamente, sì, pressappoco quella, o anche una penitenza più intima: a quella persona ho fatto dispiacere, la mia penitenza sarà di chiedere scusa; è un po’ più difficile, eh!, che domandar… è più difficile domandare scusa agli uomini che domandare
~
scusa a Dio, a Gesù: tuttavia è una penitenza che porta molto all’emendazione, è di tanto aiuto. Così altre penitenze: quando è ordinata una cosa, scatterò! …non fare i ragionamenti, non aspettare; faccio questo lavoro, ma con impegno, voglio occupare tutto il tempo, voglio farlo bene… un buon risultato.
Oh! Allora ecco: confessione spirituale che può esser fatta anche ogni giorno durante la Visita. Lascerà una gran pace, un santo incoraggiamento; e non è una cosa che rattrista, anzi consola perché ci porta alla conoscenza sempre più intima di noi stessi, a una relazione di intimità con Gesù sempre crescente, crescente!
Sia lodato Gesù Cristo.
~

1 Nastro originale 98/61 (Nastro archivio 92b. Cassetta 92bis, lati 1/2. File audio AP 092b). Titolo Cassetta: “Togliere il male. Esame di coscienza”.
2 «Sta’ lontano dal male e fa’ il bene».

3 Si tratta di uno dei libri più conosciuti tra i religiosi dell’epoca, scritto per le Edizioni Paoline da un oblato missionario: GIUSEPPE BERTANI, L’anima religiosa nella vita moderna, L’ascetica tradotta in pratica per Religiosi e Religiose, Roma 1953. Il testo raggiunse le 7 edizioni (1965).

4 Vedi p. 50, nota 4.

5 Cf Le Preghiere del Cristiano, Vi adoro, mio Dio (alla sera). Vedi Preghiere, ed. 1957, p. 13; ed. 1985, p. 30.

6 Le Preghiere del Cristiano, Atto di dolore.
7 ALFONSO MARIA DE LIGUORI, Pratica di amar Gesù Cristo, Cinisello Balsamo 200419. Sull’incidenza di questo testo sul PM, vedi anche AP 1960, pp. 193-194.

8 «Una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna».
9 Da intendere nel senso di non concentrarsi sulla propria conversione ma di voler notare sempre i difetti e i limiti altrui.