Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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17. SAN PAOLO PROTETTORE DI TUTTA LA FAMIGLIA PAOLINA
Imitiamo il suo fervore e la sua generosità
Meditazione, Torino (SAIE), giugno 19611

Un invito alla divozione a san Paolo.
Il Papa, Giovanni XXIII, ci dà l’esempio. Quando egli volle annunziare il programma del suo pontificato, ricorse, o meglio, andò a pregare nella Basilica di San Paolo: la Messa. E dopo la Messa raccolse i cardinali in un salone adiacente alla Basilica ed annunziò il suo programma di pontificato, e cioè il Sinodo Romano, il Concilio Ecumenico e l’aggiornamento del Codice: programma meraviglioso! L’attuazione la mise sotto la protezione di san Paolo, l’attuazione di questo programma meraviglioso2. E poi vi ritornò nella Basilica.
E ogni tanto ricorda quello che è avvenuto in quel giorno. Anche pochi giorni fa, alla Commissione Centrale del Concilio Ecumenico3, egli tornò a parlare di quello che allora aveva
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voluto compiere, e di nuovo espresse la sua fiducia nell’apostolo Paolo, per l’attuazione. E perché questa attuazione fosse più celere – diciamo – avvenisse presto, allora mandò tanti a pregare, insistette perché tanti andassero a pregare solennemente là, alla tomba di san Paolo. Quindi, supponiamo, il capitolo dei canonici, i monsignori della Basilica di San Pietro, poi quelli della Basilica di Santa Maria Maggiore, eccetera4… Sempre egli ricorda la sua fiducia che ha nella protezione di san Pietro e di san Paolo.
Paolo, cittadino romano5. Cittadino romano - non era nato a Roma ma a Tarso in Oriente -… ma il titolo di cittadino romano equivaleva ai titoli che si danno adesso a persone distinte per qualche merito come commendatore, cavaliere del lavoro, eccetera; e dava, Roma, il titolo di cittadino romano a persone che erano benemerite dell’Impero, ed anche ai cittadini di città le quali avessero servito l’Impero, l’avessero aiutato in qualche maniera. Tarso è una di quelle città, per cui tutti gli abitanti avevano questo titolo; e perché avevano anche con questo titolo dei privilegi: ad esempio, i cittadini romani non venivano crocifissi quando fossero stati condannati a morte… invece venivano decapitati; e cioè, Pietro crocifisso perché non era cittadino romano, Paolo invece decapitato perché era cittadino romano: una distinzione anche nella pena capitale si conservava a Roma per quelli che avevano questo titolo. Paolo sempre desiderava di venire a
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Roma ed egli era anche un cittadino romano… le sue spoglie sono a Roma. Ecco, non solo ebbe il titolo ma venne a Roma, incatenato [cf At 28,16.20], sì, ma venne a Roma… sofferente, sì, umiliato, sì, ma le sue spoglie, le sue reliquie sono ancora nella Basilica.
Abbiamo eretto nel Santuario nostro Regina Apostolorum l’altare a san Paolo6 per ricordare la sua venuta a Roma nel 61, e la sua venuta a Roma l’abbiamo celebrata e continua a celebrarsi a Roma in questo periodo, 1961, centenario.
Oh! Allora, nell’altare, il paliotto rappresenta tre figure unite assieme, ma in certo modo distinte: prima san Paolo in viaggio per Roma… ha naufragato la sua nave presso Malta, ed è salvato lui e tutti quei che viaggiavano su quella nave che andò in sfascio… tutti si salvarono… duecentosettanta persone circa [cf At 27,37-44; 28,1]; poi c’è la rappresentazione [di] san Paolo che arriva presso Roma incatenato, accompagnato dal soldato, e riceve i primi ossequi, i primi saluti dai cristiani di Roma, rappresentati da uno dei suoi figlioli spirituali [cf At 28,14-16]; e la terza figura rappresenta la decapitazione di san Paolo nel luogo detto ora delle Tre Fontane: il carnefice ha decapitato san Paolo, la sua salma è stesa per terra, vicino c’è la testa distaccata dal busto e su in alto gli angeli che portano la corona: «Corona iustitiae, quam reddet mihi Dominus» [2Tm 4,8], la corona di giustizia che mi darà il Signore, sì: così scriveva e così si è avverato. San Paolo venne a Roma considerando Roma centro dell’Impero; e che di lì era più facile rivolgersi per mezzo dei suoi figli spirituali, dei suoi amici, dei suoi cooperatori a tutte le parti dell’Impero, che comprendeva allora la maggior parte delle nazioni conosciute in quel tempo, conosciute…
Noi abbiamo da ricordare la grande divozione di san Paolo a Pietro. Pietro capo supremo della Chiesa, Paolo colui che ha lavorato di più di tutti nella predicazione del Vangelo, sì.
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Unire le due divozioni: Pietro e Paolo; e sono anche uniti nella celebrazione del 29 giugno, e poi san Paolo ha una festa particolare il 30 di giugno7. Crescere nella nostra divozione a Pietro e Paolo. Poi crescere nella nostra divozione al Papa: obbedienza, fiducia… egli è infallibile, egli è il capo supremo stabilito da Gesù Cristo per tutta la più grande società, la Chiesa.
Divozione a san Paolo: avere coraggio, avere fede, avere fervore, vivere di fervore, sì. Nell’apostolato che fate, mettiamo tutte le intenzioni di Paolo8, che ora dal cielo guarda al mondo intiero supplicando il Signore che il Vangelo per cui egli tanto ha sofferto arrivi dappertutto! Avete un apostolato che è umile da una parte e dall’altra parte è il più largo. Questa Casa ha un ufficio proprio: svilupperà la sua missione! Certamente che in principio le opere hanno sempre delle difficoltà da superare e non tutto si indovina. Noi domandiamo al Signore perdono delle nostre insufficienze, delle nostre imperfezioni, delle nostre debolezze… sì! Ma nello stesso tempo invochiamo l’aiuto di san Paolo, chiediamo la sua assistenza: egli rimetterà anche gli sbagli, sì. E questa Casa avrà un avvenire proprio, largo.
Quando Don Zanoni9, il nostro vicario generale, dirigeva Famiglia Cristiana, aveva fatto una promessa: Tutte le volte che la Famiglia Cristiana aumenterà di centomila copie, manderemo un’offerta, l’offerta di una lira per ciaschedun nuovo, ciascheduno degli abbonati. E allora arrivò a cinquecentomila e allora il santuario ebbe cinquecentomila lire di offerta, arrivò a seicento[mila] e il santuario ebbe seicentomila lire di offerta. A gennaio di quest’anno ’61, mandò un’offerta di un milione perché gli abbonati erano un milione.
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Se questa Casa, con la vostra preghiera, con la vostra cooperazione arriverà a quel punto che ho in mente, che adesso non è il caso che spieghi, quel punto che ho in mente, allora la Casa farà l’offerta di un altarino al Divin Maestro10. Perché il santuario avrebbe tre parti nel concetto con cui fu iniziato: in alto, il santuario propriamente detto dove accedono anche i fedeli oltre le suore; poi c’è la cripta che è adattata per le funzioni più intime, più devote, e questa parte è per la parte maschile; e poi sotto vi sarà al fondo un altare a Gesù Maestro, e tutto intorno si ricorderà… poco a poco con l’andare degli anni, si ricorderanno vari episodi della vita del Maestro Divino, dal presepio all’Ascensione al cielo alla destra del Padre11, ecco. E allora questa Casa offrirà questo altare… E se noi preghiamo, stiamo buoni… voi vi farete sante e Gesù sarà glorificato nel Maestro Divino, e san Paolo ci darà il suo spirito di zelo, di fervore: Chi ci distaccherà da Gesù Cristo? - diceva -. Nessuna tribolazione, nessuna minaccia, neppure morire, neppure la morte mi distaccherà [cf Rm 8,35-39], e così andò a morire realmente! Non [come] noi che diciamo: Ti amo sopra ogni cosa, e poi la prima prova che c’è si casca giù! Che povera gente che siamo, che non sappiamo fare un sacrificio alle volte! Ti amo sopra ogni cosa e poi non si sa tacere una parola che sarebbe meglio tacere, e non si sa mostrare il rispetto, l’amore ad una persona perché non ci piace il suo carattere… Come siamo deboli!! San Paolo convertì il suo carnefice, in ultimo, diciamo così: dopo la morte, il suo carnefice si convertì; sì, Paolo aveva pregato12.
Oh! Allora adesso un po’ più di coraggio, un po’ di vero amore a Dio. Che figli poco devoti di san Paolo, poco imita-
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tori di san Paolo che siamo! Fervore, generosità, sapere mortificare il nostro amor proprio, tacere… sapere tacere una parola, sapere rinunziare ad una soddisfazione, a un capriccio, ad un’ambizione, sapere moderare gli occhi, saper ordinare e infiammare tutto il cuore verso l’amore a Gesù e verso l’amore alle anime: generosità. San Paolo non se la fa buona con i pigri, con la gente irresoluta che un giorno vuole e domani non vuole più, che promette al mattino alle sette ed alle nove ha già cambiato tutti i pensieri e già ha lasciato cadere tutti i propositi! Fortezza, generosità, vero amore a Gesù.
Proponete bene ed unitevi a questo impegno che io ho preso a nome di questa Casa davanti a san Paolo: l’altare al Divin Maestro, che sarà necessariamente piccolo, perché l’altezza, lo spazio è poco, oh!, ma sarà tanto devoto e ci ricorderà che san Paolo per il Maestro Divino ha dato tutto se stesso, fino all’ultima goccia del suo sangue; ed ora è glorioso in cielo e noi lo supplichiamo e vogliamo imitarlo e attende noi suoi figli, attende voi sue figlie, perché tutti… in fondo tutta la Famiglia Paolina è dedicata a san Paolo, ha per protettore san Paolo.
E andremo… se avremo il coraggio di amore vero, se non viviamo sempre tentennanti: Voglio, non voglio… prometto, poi casco e mi fermo… e torno indietro… Generosità e costanza finché rimangono le forze: le forze tutte a Dio! Fino all’ultimo momento della vita! Quando gliele offriremo, a Gesù, per andare a prendere il premio.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 95/61 (File audio AP 189). Questa meditazione e la precedente, rivolte probabilmente anche ad altri membri della Famiglia Paolina riuniti a Torino nella Cappella della SAIE n. 2, dovrebbero essere state dettate tra il 10 e il 18 giugno.
2 Angelo Giuseppe Roncalli (1881-1963), papa dal 28 ottobre 1958 al 3 giugno 1963, il 25 gennaio 1959 dà l’annuncio della Celebrazione di un Sinodo per la diocesi di Roma e di un Concilio per la Chiesa universale. Dopo la celebrazione eucaristica nella Basilica di San Paolo fuori le mura, egli raduna i 17 cardinali presenti al rito nella sala capitolare dell’adiacente monastero benedettino di San Paolo e pronuncia la famosa allocuzione, che ricorderà in moltissimi interventi e discorsi successivi. Per un maggior approfondimento, cf ad esempio: Il Concilio Vaticano II, Cronache del Concilio Vaticano II edite da «La Civiltà Cattolica». L’annunzio e la preparazione: 1959-1962, volume I, parte I: 1959-1960, Roma 1966, pp. 46-54.
3 Dal 12 al 19 giugno 1961 si sono svolte, per la prima volta, le riunioni plenarie della Commissione Centrale Preparatoria del Concilio Vaticano II. Probabilmente il PM si riferisce a questo importante incontro.

4 Dal momento dell’annuncio di un nuovo Concilio, Giovanni XXIII iniziò immediatamente ad esortare in ogni lettera e discorso, e in tutte le occasioni possibili, alla preghiera assidua e fervente, e anche alla penitenza e al sacrificio; si rivolse ad ogni categoria di persona in ogni parte del mondo, invitando tutti (vescovi, sacerdoti, religiosi, laici, bambini, malati, carcerati, fratelli delle altre Chiese…) a dare il proprio contributo per la riuscita di un evento tanto importante per la Chiesa e per l’umanità.
Cf ad esempio: Il Concilio Vaticano II, op. cit., pp. 127-132. Ricordiamo qui uno dei suoi primi appelli alla preghiera: «Il buon esito del futuro concilio ecumenico, infatti, più che dall’umana attività e diligenza, dipende dalle ardenti preghiere innalzate a gara da tutti». GIOVANNI XXIII, Lettera Enciclica Ad Petri cathedram, 29 giugno 1959 [AAS 51(1959), pp. 497-531], in EnchEnc 7, Bologna 19992, 46.
5 Civis Romanus sum (sono cittadino Romano), locuzione latina che indicava l’appartenenza all’Impero Romano e sottintendeva, in senso lato, tutti i diritti e i doveri connessi a tale stato (cf MARCO TULLIO CICERONE, Actio in Verrem, II, V, 162-163).

6 La benedizione dei due altari laterali dedicati a san Paolo e a Gesù Maestro si è svolta il 18 marzo 1961, con una celebrazione presieduta dal cardinal Arcadio Larraona (1887-1973). Cf San Paolo, Febbraio 1960, pp. 9-11; Marzo 1961, pp. 1-3.

7 Vedi p. 96, nota 2.
8 Il PM dice: le intenzioni tutte mettiamo di Paolo.
9 Don Luigi Damaso Zanoni (Settesorelle/PC, 2 novembre 1912 - Albano Laziale/RM, 28 dicembre 1995), fu il primo successore di Don Alberione come superiore generale della Pia Società San Paolo (5 agosto 1969 – 1 luglio 1975), eletto dal Capitolo speciale del 1969. Dal 1956 era già consigliere e vicario generale della Congregazione e precedentemente, dal 1938 al 1953, era stato direttore del settimanale Famiglia Cristiana.

10 Dice “a san Paolo” e poi si corregge.
11 L’altare in questione potrebbe essere quello della Cripta inferiore (Sottocripta) del Santuario Regina degli Apostoli in Roma, luogo in cui il PM ha ideato il percorso della Via Humanitatis. Come è noto, nello spazio adibito come Sottocripta sono stati realizzati soltanto quattro mosaici, i primi e gli ultimi, rispetto ai quadri previsti. Cf ROSARIO F. ESPOSITO, La dimensione cosmica della preghiera. La “Via humanitatis” di Don Giacomo Alberione, Roma 1999, pp. 92-99.
12 Cf ad esempio gli apocrifi Atti dei Beati Apostoli Pietro e Paolo dello Pseudo Marcello e Atti di Paolo (Martirio di San Paolo apostolo), in Apocrifi del Nuovo Testamento, II, Casale Monferrato 1994, pp. 132-135; 205-210.