IX
ULTIMI RICORDI1
Questa mattina abbiamo ricordato la cooperazione fra le due Congregazioni [Società San Paolo e Figlie di San Paolo]. La cooperazione si estende alla mente: capirsi bene; si estende al cuore: volersi bene, pregare una Famiglia per l’altra; poi si estende all’opera: cooperare assieme. «Cooperatores Dei sumus»2. Cooperare insieme, perché tutti siamo cooperatori di Dio e cioè tutti lavoriamo per un fine solo, perché Dio sia conosciuto e glorificato: «Deus vult omnes salvos fieri et ad agnitionem veritatis pervenire: Il Signore vuole tutti salvi e che tutti conoscano la verità: Gesù Cristo»3. «Perché in questo sta la vita eterna, che conoscano te, Padre, e colui che hai mandato, Cristo Gesù»4. Cooperazione! Vi è un punto, ho detto, in cui questa cooperazione può progredire e progredire in qualche maniera al più presto, subito anzi: l’aiuto vicendevole per le vocazioni. Le opere si fanno sempre con le persone, e il Signore vuole appunto le vocazioni per compiere le opere.
Allora il primo problema che si presenta è questo: cura vicendevole delle vocazioni, per chiamarle, per facilitarne l’entrata, per quelle forme che sono utili, siano forme di aiuto spirituale, di aiuto materiale, e specialmente forme di preghiera, orazione, offerta di sacrifici. In particolare, richiamare l’attenzione sulle vocazioni tardive per quanto riguarda la Società San Paolo: seminaristi, studenti di liceo, universitari, giovani di Azione Cattolica, o anche [giovani] che non appartengono
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ad associazioni, sempre però giovani che mostrino tendenza alla vita religiosa, allo stato di perfezione. Ho cercato di dire a tutte le case di appoggiare le giornate di ritiro per le vocazioni femminili, appoggiarle con ritiri di tre giorni o anche di un giorno. La Casa di Esercizi che dobbiamo fare5 dovrebbe anche presentare occasione di ritiri per le giovani che abbiano tendenza alla vita religiosa o che almeno mostrino vita pia, vita inclinata alla pietà, al lavoro, allo zelo, inclinata all’esercizio delle virtù familiari, alle virtù cristiane; in sostanza quelle giovani da cui ci si può aspettare, se non da tutte almeno da alcune, la vocazione per la vita religiosa. La Casa degli Esercizi avrà possibilità di ospitare meglio queste giovani quando è necessario, di presentare facilità di ascoltarle a lungo, ripetutamente, onde scrutare le loro intime tendenze. Quindi volevo ancora dire, cooperazione in questo punto.
Concludendo questi giorni di ritiro, benedire il Signore, cantare il Te Deum per le grazie ricevute in questi giorni, per la luce che è entrata nella vostra anima, per la grazia che è entrata nei cuori e per la buona volontà che si è sentita.
Una cosa di passaggio è questa: siano diligenti le superiore nel dare alla Prima Maestra le relazioni delle nuove professe, affinché sia più facile alle Maestre ricevere l’indirizzo, ossia sapere come trattarle, e sia più facile alla Prima Maestra dare le disposizioni utili. Quando si ricevono nuove professe è bene che si conoscano già un po’, affinché si sappia quali attitudini e quali tendenze esse hanno, in modo che uscite dal noviziato o dalla professione perpetua possano continuare nel loro lavoro spirituale e possa questo lavoro essere più facile e fruttuoso.
Allora cantiamo il Te Deum di ringraziamento al Signore per le grazie di questi giorni. Cantare il Te Deum per tutte le grazie che ci ha concesso lo scorso anno, per il progresso che la Congregazione ha avuto lo scorso anno e per tutte le grazie intime che vi sono state. Cantare il Te Deum !
Occorrerebbe [preparare] un certo riassunto delle cose che avete sentito. In primo luogo le cose che riguardano lo spirito e fra le cose spirituali noterei questo: uscire con l’umiltà nel
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cuore. Il lavoro è tanto, abbiamo tanto bisogno di aumento di grazia. Uscire con l’umiltà, ma nello stesso tempo con fiducia, portar sempre la fiducia e il coraggio nei vostri passi. La fiducia e il coraggio hanno trasformato figliuole che non avevano mai avuto notizia di un apostolato stampa, di un apostolato del cinema, ecc., le hanno trasformate, e il Signore ha dato loro più di quanto potessero desiderare.
Egli è buono e ci prepara sempre più grazie di quelle che noi chiediamo, sebbene a noi qualche volta sembra che non siamo esaudite nelle nostre richieste. Siamo esaudite meglio. Fiducia e coraggio! Il coraggio per mettere al servizio di Dio tutte le [proprie] facoltà e quei propositi che si sono fatti, e nello stesso tempo sperare l’aiuto divino in ogni passo. Però per sperarlo non bisogna mai metterci il nostro io: Te lo dico io… Te lo comando!... Non hai ancora capito cosa voglio dirti?.... Non bisogna esprimersi così, ma parlare a nome di Dio, perché [le sorelle] sentano che ascoltano il Signore, non quella persona.
Ascoltando il Signore esse compiono la volontà di Dio. Il Signore paga quello che è fatto secondo la sua volontà. Coraggio! Il merito dell’obbedienza è sempre doppio. Supponiamo, quando una [suora] va in libreria, perché le è stato destinato quell’ufficio, compie un atto di obbedienza e un atto della virtù della religione: il merito è doppio. Però non si comanda, non si dice: Devi far questo,… quello è il tuo ufficio,… va’ là,... compi la tal cosa…, ecc., [perché] potrebbe mancare il merito dell’obbedienza. Perciò comandare in modo da dare loro proprio il merito dell’obbedienza. Comandare è amare, è procurare alle sorelle il maggior bene.
Anche a loro, alle figliuole che avete, sempre ispirare confidenza e coraggio. Tuttavia vi sono cose in cui è necessario chiedere consiglio particolare. Chi sente di aver bisogno, specialmente riguardo al governo, certamente ha già parlato con chi deve compiere questo ufficio del governo, ma nei casi più difficili, non coprire. Il demonio è per metà vinto quando è scoperto. Non aspettate che il male sia incurabile. Curare le malattie quando si mostrano, senza però essere sorpresi, quasi spaventati di piccole difficoltà, di piccoli difetti che si incontrano. Ho visto che in qualche cappella non si sono ancora scritte le
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parole: «Di qui voglio illuminare. Non temete, io sono con voi, ecc.»6, ma la maggior parte l’ha già fatto.
Per quanto riguarda l’apostolato, mirare a dare una stabilità all’apostolato. Quello che è stato detto riguardo all’amministrazione va molto bene: noi su quel punto avevamo bisogno di imparare parecchie cose. A forza di dire: Distaccatevi da tutto, si è venute a distaccarsi anche dai conti ben fatti. Si è creduta [fosse] quasi una premura, un soverchio attaccamento al denaro, alle sostanze: no, bisogna fare le cose bene. Ricordatevi che S. Paolo si chiama economo, cioè economo delle cose spirituali e delle materiali. In quel punto che riguarda la quarta ruota: la povertà, è compresa anche l’educazione umana e l’educazione soprannaturale. La paolina che vive bene la sua vita religiosa è: breve compendium evangelii: un breve compendio di Vangelo vivente, perché si comporta nella sua vita quotidiana come si comporterebbe il Maestro divino; vive la sua vita sociale, la sua vita familiare nel senso del Maestro divino; il suo studio è nel senso del Maestro divino. Anche nell’amministrazione Gesù vuole la nostra attenzione. Compiuto due volte il miracolo della moltiplicazione del pane, alla fine raccomandava sempre agli Apostoli: «Raccogliete le briciole avanzate»7. Le briciole, il che significa tener conto di tutto. Questo si avvera anzitutto con l’amministrazione ben fatta, con contabilità ben fatta, che divenga anche una contabilità paolina.
Ho detto che nel quarto nostro dovere s’intende che bisogna curare anche l’educazione umana, non solo la spirituale. In questo tempo, da quattro o cinque [anni] particolarmente è cresciuto tanto lo studio della psicologia per meglio educare, [e noi] abbiamo stampato venticinque o trenta volumi su tale materia. Qualcuna [di voi] è consigliata di leggere, non dico tanti, ma uno o due di quelli più significativi, di quelli più utili. Adesso abbiamo detto a vari scrittori di prepararne qualche altro, per esempio sull’effetto della pellicola cinematografica sullo spettatore, proprio per l’educazione soprannaturale e naturale e comprendere in carità le persone che ne hanno bisogno.
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Ieri sono stato a Grottaferrata ed ho parlato alle scrittrici, perché si affezionino alla nuova rivista per la gioventù femminile8, questa potrà darvi molte consolazioni. D’altra parte erano almeno dieci anni che l’avevate proposta. Avevo sempre detto di attendere, perché era bene che prima si pensasse al catechismo, cioè ai più piccoli. Ma ora che l’opera del catechismo procede abbastanza bene, sebbene incontri sempre qualche scoglio, ora che [la rivista] Via Verità e Vita ha raggiunto una certa diffusione, [vogliamo] aiutare le [persone] di età un po’ più avanzata: sedici, diciassette, venti, ventidue, ventiquattro anni, secondo le circostanze particolari.
Un pensiero sopra la circolare interna San Paolo . Sono stati scritti alcuni pensieri riguardo all’Oriente: in Oriente vive più di metà del genere umano; ci sono circa un miliardo e quattrocentocinquanta milioni di persone, mentre le altre nazioni dell’Occidente ne hanno appena un miliardo in tutto. Allora, pensare alla bella missione che hanno le Figlie di San Paolo in Oriente. Pregare per l’Oriente.
Per ultimo dobbiamo dire che in questi giorni avete sentito molte cose, avete fatto pure delle obiezioni, avete esposto difficoltà. Il tempo di aggiornamento però non è per risolvere tutte le questioni né tutte le difficoltà. È per illuminare, per sentire le vostre necessità, sentire pure le difficoltà, le proposte, onde la Congregazione migliori. Che bella cosa avete fatto occupandovi non solo del miglioramento individuale, della santificazione propria, ma del miglioramento della Congregazione! Questo praticamente è mostrare amore alla Congregazione. Quindi si può dire che oltre aver fatto i vostri propositi individuali, avete fatto [anche] i propositi sociali della Pia Società Figlie di San Paolo. E il Signore certamente benedice tutto questo che è atto di amore a Dio, alla Congregazione e alle sorelle.
Volevo ancora dire che le difficoltà non si sciolgono tutte in una adunanza, e neppure in alcuni giorni di aggiornamento, però il vostro contributo di pensiero, di consiglio, di suggerimenti, ecc., viene tenuto in conto e servirà per certe disposizioni
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che adagio adagio verranno date. Sono quindi come materia da lavorare che date alle vostre Maestre, alla Casa Generalizia, perché da una parte possa essere a conoscenza piena dell’Istituto, e dall’altra avete messo insieme tutto ciò che lo Spirito Santo vi ha ispirato. Ora, mettete ancora insieme le orazioni, perché la Casa Generalizia possa essere sempre più illuminata nel guidarvi, guidarvi nella via di Dio. Guidarvi, perché ciascuna sia santa e perché la Congregazione progredisca, corrisponda e compia tutta la missione che da Dio le è stata affidata.
Tanta letizia avete portato in [questa] casa, tanta letizia! La vostra permanenza qui ha certamente giovato alle sorelle. Portate ora altrettanta letizia e tanta luce nelle case ove andate. In ogni casa regni proprio questa letizia santa, perché si senta che la vita religiosa ben vissuta è come un’anticamera del paradiso. Ora invochiamo la benedizione di Gesù sopra di voi, sopra i vostri propositi, sopra le sorelle e sopra tutte le case.
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1 Conferenza, in ciclostilato, fogli 5 (21,5x31,5). È la conclusione della Settimana di aggiornamento per le superiore. Questa conferenza, rimasta inedita, nel ciclostilato non riporta né l’autore né il giorno in cui è stata tenuta, a mano è stato aggiunto: [Roma 18].7.1955.
2 Cf 1Cor 3,9: «Siamo collaboratori di Dio».
3 Cf 1Tm 2,4.
4 Cf Gv 17,3.
5 Cf ApC, Med. V, nota 12.
6 Cf AD 152.
7 Cf Gv 6,12.
8 Il Primo Maestro allude alla rivista femminile Così editata dalle Figlie di San Paolo, che inizierà la pubblicazione nel dicembre 1955.