22. LA PREGHIERA1
La meditazione è preghiera mentale e in ogni preghiera ci proponiamo di ottenere una grazia. Questa volta la grazia che vogliamo ottenere è la grazia di pregare bene fino a sentire il gusto, il desiderio, l’intelligenza della preghiera. È solo così che saremo perseveranti nel picchiare alle porte di Maria, di Gesù, di S. Paolo.
Sappiamo già che le pratiche di pietà si fanno, ma vi è preghiera e preghiera. Dice il Vangelo delle Rogazioni2: «Se uno di voi ha un amico, e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, perché un amico mio è arrivato in casa mia e non ho che porgli davanti. E quello di dentro rispondendo dice: Non mi dar noia, l’uscio è chiuso ed i miei figliuoli sono con me a letto e non posso levarmi a darteli. Ma se l’altro seguiterà a picchiare, vi assicuro che, se anche non si levasse a darglieli perché è suo amico, tuttavia almeno per togliersi l’importunità di lui, si leverà a dargliene quanti ne ha bisogno». L’amico gli avrà risposto: Vieni domani..., ma quello aveva fame. Allora, siccome i colpi alla porta non cessavano, per togliersi la noia, l’amico si alzò a dare i pani... E Gesù conclude: «Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, picchiate e vi sarà
139
aperto». Gesù voleva che capissimo e lo ripete sotto tre forme. «Vi è forse un padre che se un figlio chiede un pane gli darà un sasso, se chiede un uovo gli darà uno scorpione, e se chiede un pesce gli darà un serpe? Se dunque voi, che non siete buoni, sapete dare dei buoni doni ai vostri figliuoli, quanto più il vostro Padre celeste vi darà lo spirito buono se glielo chiedete»3. Abbiamo dei bei tratti di considerazione su questi brani evangelici nei santi Padri: Bisogna pregare quando c’è bisogno, di giorno e di notte..., quando si ha fame! La notte è il tempo dei pensieri più sereni e più profondi quando sentiamo di più i nostri bisogni. Nel silenzio della sera, nell’esame di coscienza, domandiamoci: Signore, oggi sei contento di me? In che cosa oggi ti ho disgustato? Non c’è tempo in cui sia esclusa la preghiera. Preghiamo per strada, sull’aereo, nel nostro cuore, durante l’apostolato, a metà studio, non fosse altro che: Venga il tuo regno, o Signore . Sia fatta la tua volontà. Sia santificato il tuo nome4, come abbiamo visto ieri sera nel documentario del Congresso Eucaristico5, [dove] tutti lodavano e santificavano il nome del Signore: «Laudate Dominum…, ecc.»6. Oh, se tutti lo lodassero questo nostro buon Padre celeste, come merita! Incontriamo [talvolta] persone di questa o quella setta: preghiamo per tutti, che da tutti si compia la volontà di Dio come la fanno gli angeli in cielo. Chiediamo sempre il dolore dei peccati, che siamo liberati da ogni male, passato, presente, futuro.
Preghiamo dappertutto: le giaculatorie che sappiamo sono numerose, si possono fare tante comunioni spirituali ogni momento. Chiedere che possiamo santificare la mente, il cuore, la volontà, chiedere il pane quotidiano dello spirito, della
140
mente, l’eterna salvezza. Chi è più amico di Gesù? Se si va con fiducia da Gesù, il migliore amico, onnipotente, [egli] ci darà molto di più di quel tale del Vangelo.
Picchiare al tabernacolo. Ricordiamo quel bambino che andò in chiesa, prese una sedia, salì sopra l’altare e picchiava alla porticina del tabernacolo: Gesù, ci sei?. Picchiamo di cuore al tabernacolo al mattino. Gesù ha preparato per noi il pane eucaristico dello spirito per tutta la giornata. Una giornata può rendere al massimo o si può concludere con debiti. Vi sono degli spreconi che non corrispondono alle grazie, i santi invece le fanno fruttificare al massimo. Picchiamo molto alle porte di Gesù Maestro, di Maria, di S. Paolo. Cominciamo la giornata con la Madonna: Messa, Comunione, meditazione con Maria.
Non propositi generici come: Voglio farmi santo, ma applicarsi seriamente e praticamente per santificare il momento presente. Un libro molto utile sarebbe: Crediamo a Dio o non crediamo? E se Gesù insiste e protesta così nei suoi insegnamenti, che cosa bisogna concludere? Se non avesse voluto esaudirci non ci avrebbe fatto tutte queste raccomandazioni e promesse.
Dio è il più galantuomo che ci sia. Chiedere perdono a Dio per averlo offeso tante volte con la nostra diffidenza. Che cosa chiedere? Lo spirito buono, la santità, lo Spirito Santo. Dobbiamo domandare la luce celeste, di pensare al paradiso, i sette doni dello Spirito Santo. E ce li darà? Sì. Un padre non darà uno scorpione al figlio che chiede un pesce, e non darà un sasso al figlio che chiede un pane. E crediamo che Dio sia menobuono di un padre comune? È infinitamente buono il Signore, non vi darà tutto ciò che chiedete nell’ordine naturale, ma nel soprannaturale, sì.
Noi certe volte
141
vorremmo santificarci a nostro modo. Il Signore sa bene quel che è meglio per noi. Siamo poveri e cattivi e certe volte dobbiamo dire: Colpa nostra, [perché o] non chiediamo o non portiamo le condizioni, particolarmente la fiducia, l’umiltà, la fede, la perseveranza. Stiamo sicuri, il Padre celeste ci ha messi sulla terra appositamente per santificarci e santificare altre anime. Dobbiamo dubitare di noi che non abbiamo abbastanza innocenza, non sappiamo corrispondere. Noi abbiamo bisogno di innumerevoli cose, specialmente quando si incomincia il lavoro paolino in una nazione nuova. Il Signore ha tutto e vuol darci tutto. Diciamogli che siamo suoi servi. Non ci priviamo di questo grande mezzo che è la preghiera. E cominciamo subito a mostrare che amiamo la preghiera ascoltando bene la Messa: in adorazione, in ringraziamento, supplica e soddisfazione. Tutte così le nostre Messe. E facciamo subito i nostri propositi e li porgiamo a Gesù per le mani di Maria, perché ci aiuti a portarli a compimento.
142
1 Meditazione dettata dal Primo Maestro nella cappella della Società San Paolo a Sydney (Australia), il 16 maggio 1955.
2 Vedi meditazione n. 21, nota 6.
3 Cf Lc 11,5-13.
4 Cf Mt 6,9-10.
5 Nel 1955 a Rio de Janeiro (Brasile) fu tenuto il Congresso eucaristico internazionale organizzato dal vescovo ausiliare brasiliano Dom Helder Camara (1909-1999).
6 Cf Sal 117,1: «Lodate il Signore».