Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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12. FESTA DI SAN GIUSEPPE1



Si sentono spesso [ripetere] le due giaculatorie: S. Giuseppe, provvedete! S. Giuseppe, pensateci voi! [Con esse] esprimiamo la fiducia che tutti i cristiani hanno nella protezione del grande santo, padre putativo di Gesù Cristo, sposo purissimo della Vergine Maria, eletto ad essere cooperatore, collaboratore nella grande opera che il Figlio di Dio incarnatosi volle compiere rispetto all’umanità: la redenzione. La redenzione dall’errore, la redenzione dal vizio, la redenzione dal peccato, la redenzione completa.
Il Signore ha voluto una famiglia modello; ha voluto che là, a Nazaret, quasi nascosta, vivessero in comunità di sentimenti e con una vocazione e missione straordinaria, specialissima, Maria, Gesù, Giuseppe. Ognuno aveva un ufficio particolare ed ognuno assolse questo ufficio, questa missione in modo santissimo, perfettissimo.
Se il popolo cristiano ha tanta fiducia in S. Giuseppe, ecco la conseguenza: la nostra divozione a S. Giuseppe e ricorrere a lui in tante necessità.
Leone XIII ha voluto comporre la preghiera: A te, o beato Giuseppe, stretti dalle tribolazioni ricorriamo e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio…2. Noi dobbiamo seguire i pontefici che specialmente dal 1621 fino ad oggi sono andati quasi
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a gara nel dare a S. Giuseppe un culto e nel rendere questo sempre più solenne. Nel 1621 la festa venne dichiarata di precetto. Da allora, quanti altari! Si può dire che non vi sia parrocchia senza un altare o un quadro o una statua ad onore di S. Giuseppe. Quanti istituti religiosi sotto la sua protezione! Quante preghiere si sono formulate, quanti scritti, quanti libri pubblicati ad onore di S. Giuseppe! Finché poi, come sapete, venne stabilito il mese di S. Giuseppe. Vi è come una santa gara, quello che si va gradatamente istituendo ad onore di Maria, poco dopo viene stabilito anche ad onore di S. Giuseppe. Così, se il sabato è stato dedicato a Maria, il mercoledì [è dedicato] a S. Giuseppe, se maggio a Maria, marzo a S. Giuseppe.
Tre feste nell’anno ci ricordano in modo particolare S. Giuseppe3. Nel Vangelo i tratti che lo riguardano in modo speciale noi li leggiamo gradatamente nelle varie Messe che sono destinate ad onorarlo e a ricordare nelle varie occasioni la sua grande missione. Fiore umilissimo nascosto fra le spine, ma il profumo della sua virtù è tale che si spande sempre più largamente nel mondo, fra i cristiani.
Oggi è anche la festa degli artigiani, è la festa del mutilato. Perché? Si guarda a S. Giuseppe lavoratore, provveditore della santa Famiglia. Nello stesso tempo in tante diocesi l’opera delle vocazioni è [posta] sotto la protezione di S. Giuseppe.
Ma noi come lo preghiamo? È stata introdotta nelle preghiere la coroncina a S. Giuseppe4, dove specialmente abbiamo da chiedergli sette grazie.
1. S. Giuseppe in primo luogo è considerato come il cooperatore della nostra redenzione, cioè colui che ha preparato la vittima, il Maestro divino, il sacerdote Gesù Cristo all’umanità. Allora chiediamo
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la grazia di cooperare anche noi all’opera della redenzione per mezzo dell’apostolato.

2. S. Giuseppe è considerato nella sua vita interiore, perciò chiediamo la grazia di operare intensamente, profondamente per la nostra santità.
3. S. Giuseppe è considerato il modello dei lavoratori, il santo della provvidenza, perciò chiediamo le grazie per i poveri, per i lavoratori in generale, per tutti gli infelici e i sofferenti.
4. S. Giuseppe è considerato nella sua intimità con Gesù e noi chiediamo la grazia di entrare nell’intimità con Gesù eucaristico.
5. S. Giuseppe è considerato nella sua intimità con Maria e chiediamo la grazia di una vera, sincera divozione alla Vergine.
6. S. Giuseppe è considerato come il protettore degli agonizzanti. Raccomandiamo a lui le nostre ultime ore di vita e le ultime ore di coloro che stanno passando all’eternità.
7. Finalmente S. Giuseppe è considerato, come ha voluto il Papa Pio IX5, protettore della Chiesa universale6 e allora gli affidiamo tutta la cristianità, i religiosi, i sacerdoti, l’episcopato, il Papa, perché tutti protegga dai pericoli del peccato e difenda la Chiesa contro la potestà delle tenebre.

Allora il primo punto: S. Giuseppe cooperatore della nostra redenzione. Egli fu destinato dalla Provvidenza ad essere il custode della Vergine, il padre putativo di Gesù, provveditore assiduo, diligentissimo. Pensiamo quale amore ebbe il Padre celeste, quale fiducia in lui [per] affidargli il suo stesso Figlio! Gesù Cristo era il figlio diletto del Padre, il tesoro infinito e lo consegnò a S. Giuseppe, perché
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preparasse tutto per la nascita, l’infanzia, la giovinezza di Gesù e gli fosse anche maestro di lavoro. Chiediamo la grazia, per intercessione di
S. Giuseppe, di cooperare alla salvezza delle anime, perché se è vero che «unicuique mandavit Deus de proximo suo»7, questo è tanto più vero per noi e per gli uomini in generale, ma riguarda specialmente noi per la nostra vocazione. Perciò: Otteneteci lo spirito dell’apostolato . Lo spirito dell’apostolato, affinché sia sempre soprannaturale e sia sempre compiuto con retta intenzione, con mani innocenti, con cuore puro. Solo così dà frutto.
In secondo luogo chiediamo a S. Giuseppe, modello di vita interiore, la grazia della santificazione nostra nella mente, nel cuore e poi successivamente nelle parole e nelle opere; la vita interiore, cioè il lavoro per cui noi ci andiamo purificando dai difetti e lavoriamo per l’acquisto della virtù. A S. Giuseppe, che compì in tutto il volere santo di Dio, chiediamo le sue virtù private, le sue virtù familiari, sociali e religiose, aumento delle virtù teologali e delle virtù cardinali, chiediamo l’infusione dei doni dello Spirito Santo, la santità vera.
S. Giuseppe è il modello dei lavoratori, l’amico dei poveri, il consolatore dei sofferenti e degli emigranti, il santo della provvidenza. Pensiamo: S. Giuseppe come ha provveduto al Figlio putativo e alla Vergine benedetta in terra, lassù in cielo ha un ufficio corrispondente: è provveditore. È facile perciò leggere nei libri la frase: «Ite ad Joseph»8. Quel Giuseppe che si distinse in Egitto come provveditore negli anni di carestia è figura del Giuseppe del Nuovo Testamento, il padre putativo di Gesù Cristo: il provveditore. Perciò questo tratto della coroncina
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finisce con le parole: S. Giuseppe, provvedete . Quali comunicazioni fra Giuseppe e Gesù quando era piccolino, quand’era fanciulletto, giovinetto, quale intimità! Immaginate il più buon padre che sia esistito con il più buon figlio che sia stato sulla terra: Gesù. Quale intimità fra loro! Quale corrispondenza di affetto fra loro! Dolcissime consolazioni miste anche a pene, e a pene quali vengono concesse, date, mandate ai santi che son capaci a sopportarle. Domandare questa intimità con Gesù. Ugualmente domandare l’intimità con Maria. Dopo la devozione che ebbe Gesù verso Maria, il più grande divoto di Maria fu S. Giuseppe. Quanto l’amò! Quanto la imitò! Quante premure ebbe per lei! Quante sollecitudini e nelle cose morali e nelle cose materiali! Domandare la grazia di imitare S. Giuseppe in questa devozione.
Poi supplichiamo S. Giuseppe per i morenti. Circa cento-cinquantamila persone al giorno passano all’eternità. Allora quando diciamo la giaculatoria: Pregate per gli agonizzanti di questo giorno, noi facciamo un apostolato largo: l’apostolato dei morenti.
E finalmente invochiamo S. Giuseppe protettore della Chiesa universale: per le vocazioni, perché i cristiani abbiano fede e coraggio nel professare la fede cristiana, perché il clero, i religiosi siano ardenti di fede; per le anime, perché la Chiesa goda oggi della libertà di cui è privata in tanti luoghi, perché sia esaltata, perché sia più diffusa e abbracci sempre un maggior numero di persone, che la luce arrivi dappertutto e che fra i cristiani ci sia l’unione: «Ut unum sint»9.
Come conclusione recitiamo bene la coroncina a S. Giuseppe.
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1 Meditazione dettata alla Famiglia Paolina il 19 marzo 1955 a Roma, nella cripta del santuario Regina Apostolorum.

2 Cf Lettera enciclica Quamquam pluries. La devozione a S. Giuseppe, 15 agosto 1889; cf Acta, vol. IX, pp. 175-183, in Enchiridion delle Encicliche, vol 3, EDB - 1999, n. 731.

3 Sono: la solennità di S. Giuseppe sposo di Maria Vergine e patrono della Chiesa universale, 19 marzo; S. Giuseppe artigiano, 1 maggio; il Patrocinio di S. Giuseppe, III domenica dopo Pasqua.

4 Nel febbraio 1953 Don Alberione compose una nuova coroncina a S. Giuseppe, dedicando l’intero numero del San Paolo a spiegarne il contenuto. Cf RA 3 (1953). Cf Le preghiere della Famiglia Paolina, ed. 1996, pp. 129-133.

5 Beato Pio IX, Giovanni M. Mastai Ferretti (1792-1878), papa dal 1846. Durante il suo pontificato fu definito il dogma dell’Immacolata Concezione (1854); nel1869 ebbe inizio il Concilio Vaticano I che definì il dogma dell’infallibilità del Papa;nel 1870 con l’entrata in Roma delle truppe italiane ebbe fine lo Stato pontificio.

6 Con Decreto dell’8 dicembre 1870 della Sacra Congregazione dei Riti.

7 Cf Sir 17,12: «Comandò a ciascuno di aver cura del suo prossimo» (Volgata).

8 Cf Gen 41,55: «Andate da Giuseppe ».

9 Cf Gv 17,11: «Perché siano una cosa sola».