Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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26. DOMENICA NELL’OTTAVA
DEL CORPUS DOMINI1


Processione significa: pregare camminando. Si è pregato camminando in numero così notevole. Certamente il pensiero nostro si è elevato a un’altra processione, alla processione che sarà fatta nel gran giorno del giudizio universale, quando gli eletti andranno incontro a Gesù e lo accompagneranno nel suo ingresso in cielo: «Venite, o benedetti nel regno del Padre mio»2, egli ci dirà e ci presenterà al Padre suo. «Chi mi confessa davanti agli uomini, io lo confesserò davanti al Padre che è nei cieli»3, e voi Gesù lo avete confessato: Gesù Dio e Uomo, Gesù Maestro divino, Gesù Ostia di propiziazione e di pace, Gesù il Sacerdote eterno.
Guardando attorno i partecipanti alla processione pregavo: Tutti questi un giorno accompagnino il Maestro divino ed entrino con lui nel regno beato, là dove tutto è luce, tutto è amore, tutto è pace, tutto è gaudio. Ecco, mai lasciarci vincere dal rispetto umano, da un rispetto che vien detto umano, ma si potrebbe precisamente dire servile. Siamo per la libertà: libertà di coscienza, libertà di parola, libertà quando operiamo il bene.
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Camminare a fronte alta come colui che è sicuro di camminare nella verità, è sicuro di non tendere verso ideali irrealizzabili, ma verso un premio che sarà eterno e al quale vogliamo arrivare, e preghiamo il Signore perché tutti vi arrivino. «Dio vuole tutti salvi e che tutti arrivino alla cognizione di lui»4. La salvezza sta qui: conoscere Dio e il suo Cristo. Vi sono divozioni eucaristiche e divozioni eucaristiche: fedeli che rispetto al santissimo Sacramento, o a un congresso, o a una processione arrivano alla dimostrazione pubblica. Vi sono fedeli che vanno più avanti sino a sentire la Messa domenicale secondo ciò che è comandato. Vi sono fedeli che hanno una devozione eucaristica migliore e sono quelli che vanno alla Comunione almeno a Pasqua o frequentano spesso nell’anno la Comunione. E vi sono fedeli i quali sentono nel petto un grande amore a Gesù, Dio fra gli uomini, il nostro amico, il nostro tutto, il sommo bene, l’eterna felicità. E allora la loro divozione eucaristica arriva fino alla visita al santissimo Sacramento che può essere settimanale o invece quotidiana, può essere un po’ più lunga e può essere un po’ più breve. Se tra Gesù e noi c’è un’amicizia, l’amicizia è scambio di beni, l’amicizia si nutre con delle visite: ecco la vostra divozione eucaristica arrivi sino alla visita al santissimo Sacramento, fosse pure un semplice saluto passando davanti a una chiesa.
Questa mattina il Vangelo della Messa ci parlava di un re, il quale diede un gran banchetto a cui invitò i suoi amici e conoscenti, i quali sembrava avessero accettato l’invito. Ma al momento opportuno, quando i suoi servi vennero a riferire che tutto era pronto, che venissero, ecco le scuse. Uno diceva che aveva comprato una villa e occorreva che
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andasse a vederla. Un altro si scusava dicendo che aveva comprato cinque paia di buoi e doveva provarli. Il terzo invece: Ho preso moglie, perciò non posso venire5.
Quante volte si sentono scuse che scuse non sono, che non scusano davanti a Dio. Se non si fa la Pasqua, se non si interviene alla Messa domenicale, se non si frequenta un po’ di più la Comunione, oh, quante scuse! Occorre che noi pensiamo se le nostre scuse varranno al tribunale di Dio.
Sì, dopo questa vita tutti vorremmo entrare nella casa paterna in cielo! Là è il posto dei santi, degli angeli, delle anime felici. Però per entrare in quella casa paterna è necessario che noi amiamo [Gesù] sulla terra, che entriamo nella sua chiesa, che preghiamo. Siamo qui nel territorio che una volta aveva il nome di «Vigna di S. Paolo»6. Ora non è più una vigna che dà frutti agricoli, che dà vino, ma è diventata una vigna nella quale si coltivano le vocazioni, si coltivano le anime che intendono consacrarsi a Dio, anime che intendono dedicarsi all’apostolato. E al centro della vigna, ecco il santuario Regina Apostolorum, che con le sue quattro parti richiama come delle mani che si estendono proteggenti e benedicenti queste colline.
Viaggiando, in Canada mi sono specialmente fermato a considerare la città di Montreal che prima si chiamava ville o città di Maria. Montreal significa ancora la medesima cosa. Considerate ora queste due colline e in mezzo [il santuario della] Regina. Le due colline, e così tutte le case circostanti, che ormai hanno fuso i loro cuori, e da cui tutti hanno elevato le loro lodi nel gran giorno della Regina Apostolorum, possano essere chiamate la Città di Maria. È tempo che noi ci mettiamo più
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decisamente sotto la protezione di questa Regina. Qui abita la nostra Madre. Che dobbiamo fare? Anzitutto in questo rione non si commettano peccati, non si offenda Gesù, mai! Poi dobbiamo considerare questa chiesa, la chiesa di questa zona di Roma, [perciò] intervenire alle funzioni, partecipare ai sacramenti, in essa raccoglierci attorno alla Madre specialmente nei giorni dolorosi e nei giorni lieti. Questa Madre veglierà sopra tutte le famiglie e sopra tutte le anime. Dobbiamo richiamare alla mente che Maria ci ha dato Gesù. Nei giorni scorsi abbiamo fatto la processione solenne della Regina Apostolorum, oggi abbiamo fatto la processione solenne con il santissimo Sacramento, il benedetto frutto di Maria.

Ora rivolgiamoci a questa Madre e a suo Figlio. O Maria, proteggete tutte le famiglie e i [loro] componenti che abitano in questa zona; conservate queste famiglie nella pace, nella concordia, fate che in tutte vi sia pace, lavoro e pane; fate che tutti, pur difendendo i loro diritti, ricordino che il nostro primo diritto è la gloria del cielo, poiché tutti abbiamo ricevuto il Battesimo, siamo diventati figli di Dio ed eredi di Dio stesso, coeredi di Gesù Cristo. Benedite specialmente, o Maria, i padri e le madri. Il loro compito è grande, la loro missione è nobile e anche difficile, specialmente ai nostri giorni, cioè: istruire, educare, assistere, correggere i figli. Grande cosa! Preparare anime per il cielo. Maria protegga la gioventù, cioè protegga le giovani, i giovani perché siano forti. La vita nostra è una prova di fedeltà a Dio, e chi sarà fedele a Dio riceverà il premio. Non lasciamoci indebolire da timori vani, non arrestiamoci davanti a tentazioni e a lusinghe inutili, sempre attaccati
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a Dio, a Gesù, a Maria, specialmente nei giorni più tempestosi. E Maria accarezzi tutti i bambini, tutte le bambine che sono qui attorno o che sono nelle loro case in questa zona, li faccia crescere nella innocenza, che mai abbiano da scacciare Gesù, che tutti conservino quella stola battesimale che hanno ricevuto con le parole del sacerdote: «Ricevi la bianca stola e portala immacolata sino al tribunale di Dio».

Dobbiamo sentirci uniti, noi di queste due colline, sentirci come la città, la ville di Maria, il Monte regale. Questo dovrebbe essere il pensiero dominante e allora sarà anche più facile che ogni mattina il nostro occhio si apra al sorriso di Maria, che ogni giorno a mezzodì noi recitiamo l’ Angelus e salutiamo questa nostra Madre che sta in mezzo a noi, e che alla sera chiudiamo gli occhi al pensiero di Maria. Quanto è bello cominciare, continuare e terminare la giornata sotto lo sguardo della Madre!
O Madre, ora benedite tutti quelli che sono qui presenti; benedite la città di Roma, benedite la Chiesa, il sommo Pontefice, benedite le nostre case che sono all’estero, benedite tutte le nazioni. E che tutte le nazioni vi cantino beata e che cantino ugualmente Gesù Via, Verità e Vita.
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1 Predica tenuta alla Famiglia Paolina e al popolo della collina Volpi a conclusione della processione con il santissimo Sacramento, Roma, 12 giugno 1955.

2 Cf Mt 25,34.

3 Cf Mt 10,32.

4 Cf 1Tm 2,4.

5 Cf Lc 14,16-20.

6 Le prime Case della Società San Paolo e delle Figlie di San Paolo a Romasono sorte sul territorio dei Padri Benedettini, denominato «Vigna di San Paolo», situato tra la Basilica di San Paolo e le Tre Fontane. Fu acquistato nel 1927 dalla Società San Paolo. Cf Martini C. A., o. c ., pp. 150-151. Cf anche Primavera Paolina, pp. 277-279.