Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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INTRODUZIONE


Il presente volume raccoglie la predicazione di Don Alberione tenuta alle Figlie di San Paolo nell’anno 1955. Si tratta di meditazioni, conferenze, interventi vari pronunciati dal Fondatore in Italia e all’estero in un anno particolare, dedicato a conoscere, imitare, pregare il Divin Maestro; anno vissuto nella contemplazione di Gesù Verità, Via e Vita, per stabilire definitivamente l’anima in Dio.
Considerando il quadro d’insieme in cui è stato teoricamente suddiviso il lungo arco del magistero alberioniano (19151971), il 1955 fa parte del sesto periodo, denominato: gli anni del rinnovamento e dell’approvazione pontificia (1950-1955).
Questa predicazione è giunta a noi parte stampata in libri o fascicoletti, parte in dattiloscritti e ciclostilati; circa una ventina di prediche sono trascrizione da nastro magnetico. Purtroppo non tutti i nastri sono stati conservati.


I. LA PREDICAZIONE ALBERIONIANA: 1955

1. Contesto storico ed ecclesiale


Il contesto storico civile ed ecclesiale del 1955 non è molto diverso da quello del 1954, delineato nel precedente volume. Il cambio epocale che caratterizza la civiltà contemporanea ancora oggi, era in quegli anni, già in corso.
L’anno 1955 è ricordato per la Conferenza di Ginevra (1823 luglio 1955) alla quale parteciparono i vincitori della seconda guerra mondiale (1939-1945).
Nell’Europa occidentale, dopo anni di contrapposizioni, inizia lentamente una fase di sviluppo economico che porta gli stati europei a una crescente cooperazione. Anche in Italia aumenta la produzione nazionale, contrassegnata però dalla povertà del Mezzogiorno, da un iniziale squilibrio dei consumi privati e dalla progressiva urbanizzazione.
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Gli usi e i costumi del popolo italiano sono influenzati dal successo del cinema e dall’avvento della televisione. I media svolgono un ruolo di grande importanza nel processo di alfabetizzazione degli strati più poveri della popolazione.
Di fronte al fenomeno massmediale la Chiesa si pone con nuova coscienza. Ne danno atto i due discorsi sul film ideale di Pio XII1 che sottolineano il ruolo educativo del cinema e il suo compito di dare alla persona umana la consapevolezza della propria dignità.
La lettera della Segreteria di Stato del 14 luglio 1955 e, in seguito, l’enciclica Miranda prorsus2 su cinema, radio, televisione, rivelano l’attenzione di Pio XII per l’utilizzo degli strumenti di comunicazione ai fini dell’evangelizzazione.
Don Alberione ha piena consapevolezza della situazione della società in cui vive ed esorta i suoi figli e le sue figlie ad aprirsi a tutte le tecnologie del comunicare per dare al mondo Gesù Maestro Via, Verità e Vita. I viaggi in Oriente, a contatto con le popolose nazioni asiatiche, gli fanno percepire l’urgenza di valorizzare le culture locali per l’annuncio del Vangelo: Preghiamo che si moltiplichino nell’Oriente le vocazioni, preghiamo che si moltiplichino i tabernacoli; preghiamo che si moltiplichino i pulpiti, i periodici, i libri, le pellicole sane e tutti i mezzi che servono per trasmettere il pensiero, particolarmente la radio cattolica, la televisione cattolica3.
Il Fondatore porta nel cuore la nuova congregazione delle Suore Apostoline che sarà approvata l’8 settembre 1959. Matura i germi di quelli che saranno i primi Istituti Secolari aggregati alla Società San Paolo: Gabrielini e Annunziatine che riceveranno l’approvazione l’8 aprile 19604.
Nel 1955 viene avviato il processo informativo sulle virtù e fama di santità del Servo di Dio don Timoteo Giaccardo,
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modello concreto di quella santità paolina che il Fondatore va proponendo con grande ispirazione5.


2. Realtà della Congregazione


L’Istituto, riconosciuto di Diritto pontificio nel 1953, è guidato e spronato da Don Alberione verso la maturità. Il decennio 1951-1961 è infatti considerato un periodo di consolidamento e di sintesi. La predicazione e le visite in loco sono mezzi opportuni per stimolare i membri verso quelle mete spirituali e apostoliche sempre più conformi al carisma, indicate nelle Costituzioni appena approvate. L’anno dedicato al Divin Maestro, dall’Epifania del 1955 all’Epifania del 1956, è un’occasione quanto mai favorevole per qualificare la preghiera e lo studio, insistere sulla natura e finalità dell’Istituto, sull’ampiezza e sulle caratteristiche pastorali della missione che, soprattutto con l’avvento del cinema e della televisione, si apre a nuove e inedite prospettive.
Il 1955 è caratterizzato da due lunghi viaggi intrapresi da Don Alberione insieme a Maestra Tecla e a Madre Lucia Ricci delle Pie Discepole. Dal 16 aprile al 2 giugno 1955 visitano le comunità dell’Oriente; ripartono quindi il 27 luglio verso le comunità paoline di Europa, USA, Canada, Colombia, Brasile. Il magistero di questi grandi viaggi6 sottolinea soprattutto l’impegno per la valorizzazione delle culture locali e, quindi l’amore a tutte le nazioni. Accanto al Fondatore, che con accenti profetici focalizza i princìpi spirituali e pastorali, s’inserisce il magistero semplice, applicativo e materno di Maestra Tecla che tiene alle Figlie la conferenza. Don Alberione, più volte, sollecita le Figlie ad ascoltare e praticare quanto la Prima Maestra suggerisce.
Nel 1955 si aprono le case di Sydney in Australia e di Langley in Gran Bretagna; si cerca di potenziare la fondazione del Giappone da poco iniziata, e quelle delle Filippine e dell’Italia che hanno vissuto la dura prova della guerra; si comincia a
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pensare al primo capitolo generale delle Figlie di San Paolo.

In questo periodo, uno dei più fecondi della sua vita, il Fondatore avverte l’esigenza di una formazione spirituale e professionale più profonda e scrive per il San Paolo sette opuscoli monografici che confluiranno nei volumetti Alle Famiglie Paoline e Santificazione della mente pubblicati rispettivamente nel 1954 e nel 19567.
Viene data grande attenzione alla formazione, nella consapevolezza che le persone sono il bene più grande: La Congregazione ha delle anime sempre più paoline: paoline nella mente, paoline nel sentimento e paoline nella volontà. Questa è la maggior ricchezza della Congregazione, queste anime belle e di cuore apostolico!8.
Si organizzano corsi di aggiornamento per le superiore; si preparano convegni per propagandiste e libreriste, per la catechesi, per le addette alla Sanpaolofilm, si incrementano i corsi di filosofia e teologia, così pure si organizzano i corsi biennali teorico-pratici in vista della formazione e dell’apostolato.
L’apostolato è la dimensione che negli anni ’50 ha il massimo incremento. La parola del Fondatore sollecita le Figlie verso una redazione paolina integrale, in linea con la spiritualità dell’Istituto: Evangelizzare tutto l’uomo, mente, volontà e cuore, in Cristo Maestro Via, Verità e Vita.
La rivista catechistica Via Verità e Vita , appena nata in Italia (1953), varca gli oceani e viene editata all’estero. In Brasile già da alcuni anni le Figlie curano l’edizione di Família Cristã
Nel Natale del 1955 in Italia vede la luce la rivista femminile Così , con la quale si ha la gioia di confermare il mandato del Fondatore alle Figlie di San Paolo: A voi scrivere per il ceto femminile.
Tutto l’apostolato respira progresso e rinnovamento. La diffusione assorbe il massimo delle energie e punta alla cosiddetta propaganda collettiva specialmente per la diffusione
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della Parola di Dio attraverso le feste del Vangelo, Settimane bibliche, Giornate mariane, Settimane catechistiche.

Mentre le comunità esplodono per l’esuberanza di tante giovani vite che trovano nella vocazione paolina la risposta ai loro grandi desideri di bene, Don Alberione inculca forti motivazioni e sottolinea il significato del lavoro, inteso in senso globale come lavoro spirituale, intellettuale, fisico… Un lavoro che diventa apostolato, sacrificio per le anime, gioia: Chi ha veramente lo Spirito Santo nel cuore non è lento, non è fiacco, non è indifferente, non è apatico: pieno di gioia egli sta lavorando affinché la sua corona sia sempre più bella per il cielo9.
Nell’anno 1955 si va approfondendo la natura della Famiglia Paolina; cresce la convinzione che nelle quattro Congregazioni Paoline c’è una relazione di parentela in San Paolo10; si avverte che la Famiglia è una, bisogna volersi bene11.
In particolare viene chiarita la relazione tra la Società San Paolo e le Figlie di San Paolo: Vi è la Congregazione che rappresenta Gesù Maestro, Gesù-Sacerdote e Gesù-Ostia e vi è la Congregazione che rappresenta Maria, la quale interviene nella salvezza del mondo e, in un certo modo, distribuisce molte grazie che prende da Gesù e dà agli uomini. Questa cooperazione viene non solo dalla preghiera, ma anche dall’azione. Quindi, occorre che ci sia unione di azione, non solo di carità, ma di azione, di apostolato12.


II. ATTUALE EDIZIONE

1. Fonti, linguaggio e criteri seguiti


I testi del 1955 riuniti in questo volume comprendono tre libri stampati rispettivamente negli anni 1955, 1956, 1958, oltre fascicoli vari, in diversi formati, a uso delle comunità.
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Le curatrici hanno scelto di presentare il contenuto di ogni libro come una raccolta a sé stante, mantenendo ad ogni testo l’ordine cronologico suo proprio. Ogni raccolta è preceduta da una breve presentazione nella quale sono date indicazioni utili sul contenuto, il luogo e il tempo.
La predicazione del 1955 viene quindi così raggruppata:

1. Prediche del Rev. Primo Maestro, Gennaio - Dicembre 1955, Edizioni Paoline, Roma 1958, pp. 215.
2. Raccolta denominata: Meditazioni varie che riunisce dattiloscritti, ciclostilati, fascicoletti stampati (quartini, sedicesimi, ecc.), e riportano prediche trascritte da appunti a mano o da nastro magnetico.
3. Prediche del Primo Maestro riportate nelle sue parole originali, 1955 , Edizioni Paoline, Boston, Mass., U.S.A., pp. 125.
4. Appunti delle conferenze tenute nella Settimana di aggiornamento , luglio 1955, Figlie di S. Paolo – Roma 1956, pp. 191.



Il linguaggio usato è per lo più occasionale o dettato dal tempo liturgico, tuttavia il Primo Maestro trova sempre il modo per trasmettere, in ogni contesto, ciò che in quel momento più gli urge nella mente e nel cuore. Sovente ciò che dice è rafforzato e intercalato da citazioni bibliche in lingua latina, data la sua familiarità con i testi del Breviarium Romanum .
Talvolta, specialmente durante i due lunghi viaggi, il Fondatore tiene la predica a comunità diverse, ma sullo stesso argomento. Gli interventi, anche se simili, sono stati ugualmente riportati, perché risultano sempre attualizzati a seconda del diverso uditorio e non sono mai completamente ripetitivi.
Nella raccolta Meditazioni varie sono confluite alcune prediche che nel dattiloscritto si dicevano appartenenti a uno o a più corsi di Esercizi spirituali; non avendo rintracciate altre notizie, si sono lasciate tra le varie.
Rare, ma preziose sono talvolta alcune note autobiografiche, espresse, secondo lo stile di Don Alberione in terza persona13, espressioni che conferiscono all’argomento la forza della testimonianza o sottolineano la preziosità dell’argomento.
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2. Tematiche fondamentali

Vivere Gesù interamente


La predicazione dell’anno 1955 è tutta centrata sul Divin Maestro, nell’anno a lui dedicato.
Quell’anno voleva essere infatti un tempo per conoscere meglio, pregare e amare Gesù Maestro, imitarlo più da vicino diffondendone l’amore e la conoscenza.
Un anno per sentire maggiormente il Maestro, pensare con i suoi pensieri, amare ciò che egli ama, vivere come è vissuto e zelare la salute delle anime come egli l’ha zelata14.
Don Alberione ribadisce che tale devozione investe tutta la nostra vita spirituale, tutti i nostri studi, tutto il nostro apostolato, tutta l’attività esterna…15. È una spiritualità integrale che coinvolge tutta la persona in profondità, in modo che pensieri e affetti siano di Gesù solo16.
È continuo, a questo riguardo, l’invito del Fondatore a stabilirsi definitivamente in Dio, ad amare il Signore con tutta la mente: santificazione della mente; amare il Signore con tutto il cuore: santificazione del cuore; amare il Signore con tutte le forze: santificazione della volontà17. Si tratta di un coinvolgimento pieno di tutta la persona, interamente unificata in Cristo: Vivere Gesù Cristo intero significa arrivare non solo all’unione di vita con lui, ma arrivare all’azione di vita con lui, cioè all’apostolato18.
L’unità di vita sta sommamente a cuore al Fondatore ed è di continuo ripresa: La vita paolina è estremamente unificata e, se ben vissuta, deve essere immedesimata con la vita di Gesù. Vivere Gesù intieramente come S. Paolo: Vivit vero in me Christus19.
Si tratta di operare una vera e propria sostituzione dei pesieri, del volere, del cuore: Quando si è nelle case filiali, pensare:
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In questa casa c’è un tabernacolo, e nel tabernacolo c’è Gesù che porta nel suo petto il cuore. Io voglio avere il suo cuore. E pregare Gesù che sostituisca al nostro cuore, ai nostri sentimenti, ai nostri desideri il suo cuore, i suoi sentimenti, i suoi desideri, le sue aspirazioni… Sempre appoggiarci a Gesù: Per Christum Dominum nostrum . Quest’anno quindi, una vita più intima con Gesù20.

L’intimità con il Signore è una realtà alla quale tutte le Figlie di San Paolo sono chiamate, è una grazia da chiedere continuamente a Maria: Vi sono anime che al solo pensare che Gesù è con noi sentono l’intimità, sentono di dover dire: Eccomi, che cosa vuoi? Confidare, confidare, confidare in Dio, questa può essere la grazia da chiedere a Maria: Da me nulla posso, tutto posso in Dio21.


Anno di progresso


L’anno dedicato al Divin Maestro è considerato da Don Alberione un anno di progresso nei vari ambiti della vita paolina nell’impegno di lavorare più in profondità, specialmente nella santificazione della mente. A questo proposito il Fondatore esprime sofferenza, perché avverte una certa incomprensione e superficialità nel progresso intellettuale. Nella Settimana di Aggiornamento si esprime con parole forti: La santificazione della mente! Sempre, arrivando qui, devo fare uno sforzo a non irritarmi. Perché non si capisce questo punto? Perché non ci si bada. Perché non ci si impegna a santificarsi proprio in quello che è più necessario, la mente, da cui deriva tutto il resto. Direte: Ma noi ci impegniamo. Deo gratias! Ma vedo sempre che il maggior sciupio delle forze riguarda la mente, l’intelligenza. Allora, ecco un’intenzione per essere aggiornate, un’intenzione generale: che tutte santifichino la mente e che nessuna pensi di esser santa senza la santificazione della mente; nessuna pensi di dar frutti alla Congregazione senza l’impegno a imparare ciò che la riguarda22.
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Il termine progresso è uno di quelli più usati da Don Alberione che lo collega a tutti gli ambiti della vita paolina. Presupposto indispensabile per il massimo progresso, è l’unione delle forze e il desiderio di crescita, coltivato indistintamente da tutte le sorelle: Tutti i giorni migliorare: sia in quello che riguarda la santificazione, primo articolo delle Costituzioni, e sia in quello che riguarda l’apostolato, secondo articolo. Tutte!23.


Elette a portare la Parola di Dio


Don Alberione usa quasi accenti poetici quando parla della missione delle Figlie di San Paolo: Che cosa, dunque, il Signore vi ha eletto a fare? Il Signore, secondo la vostra condizione, vi ha eletto a portare la parola di Dio nel mondo, come fece S. Paolo. Secondo la vostra condizione, che però nella Chiesa è elevata, perché da una parte scrivete e dall’altra parte voi stampate e diffondete. E perciò la Paolina ha da conoscere bene la dottrina cristiana, amarla, sentirla e, dopo averla meditata, fissata sulla carta e moltiplicata per mezzo delle macchine, diffonderla nel mondo con i mezzi di propaganda. È un ufficio simile a quello di Maria: dare Gesù Cristo al mondo.È un ufficio verginale e quanto più c’è purezza, tanto più c’è efficacia. È un ufficio di carità e quanto più avete la carità nelcuore, tanto più sarete industriose nell’apostolato. È un ufficio faticoso e quanto più ci sarà fervore nell’anima, tanto più cisarà forza. È un ufficio che non ha confini, non ha che i confini del mondo24.
La nostra missione è definita dal Fondatore elevata ed entusiasmante. È una missione per la quale la Figlia di S. Paolo dovrebbe esplodere nella più grande riconoscenza: Possiamo dire che solo a Dio era possibile inventare una missione così alta per la donna. E Gesù Cristo l’ha attuata unendo la sua vita di Redentore con la vita della corredentrice Maria. Che cosa siete? Vorrei dire: diaconesse, vorrei dire sacerdotesse,
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nel modo con cui si parla di Maria. Dunque, riconoscenza al Signore che vi ha dato questa missione25.

Nella predicazione Don Alberione cerca di esemplificare al massimo le modalità di esercizio dell’apostolato. Si sofferma, in questo tempo, sulla propaganda collettiva che richiede maggior preparazione della mente, più organizzazione e capacità di relazionarsi con un numero più grande di persone, specialmente quelle più influenti.
Propaganda collettiva è la circolare o la cartolina che viene spedita per promuovere una nuova edizione o un nuovo film, è valorizzare al massimo tutti i talenti, diventare formatrici di apostoli, impegnarsi nella pastorale vocazionale, cercare sempre il maggior rendimento utilizzando i mezzi più veloci, pubblicando le recensioni dei libri sui periodici maggiormente letti, ecc.
Un luogo privilegiato di propaganda collettiva è la libreria, considerata centro di diffusione del pensiero cristiano.
Si può scrivere in ogni libreria: «Di qui voglio illuminare», o meglio mettere nella libreria l’immagine del Maestro divino e scrivervi sotto quelle parole, o le altre: «Io sono la Via, la Verità e la Vita».… Nella libreria voi diventate tutte maestre, come nella propaganda, specialmente nella collettiva. Che cosa richiede allora la libreria? Prima di tutto richiede lo spirito soprannaturale… Io vado nella chiesa dove si dispensa la dottrina di Gesù Cristo, io vado nella libreria che è un centro di luce. Io ricevo le persone, non come clienti, ma come anime da salvare, persone da illuminare, consolare.… Quando si vede arrivare una persona in libreria, guardarla con un certo sguardo, non dal come è: alta o bassa, ma con spirito soprannaturale. Considerare i bisogni di quell’anima con spirito soprannaturale e amore…26.
A livello apostolico l’insistenza di Don Alberione al progresso è continua: Fate progressi [nell’apostolato], onde si possa dire: Si trova miglioramento, va bene. Le librerie si devono rinnovare. Come cerchiamo di fare le chiese più adatte
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alla preghiera, così dobbiamo cercare che le librerie siano sempre più adatte alla predicazione. Librerie belle, non inferiori ai negozi umani.


Opera delle vocazioni


Nell’anno 1955, il Primo Maestro va maturando la fondazione delle Suore Apostoline, Istituto Regina degli Apostoli per le vocazioni che avverrà qualche anno dopo (1959).
Il grande cuore di Don Alberione, desideroso di arrivare a tutti, di rispondere alle attese di evangelizzazione del mondo intero, non può non essere aperto a una pastorale vocazionale sempre più qualificata e sapiente. Avere personale è stata, anche negli anni Cinquanta, la grande sfida.
La Prima Maestra ha un elenco di nazioni dove non ci siete ancora, dappertutto chiedono, ma aspetta di avere personale, e sempre le rincresce che non si abbiano suore da mandare. La Prima Maestra dice: Vedi un po’ se nel guardaroba ce n’è qualcuna… E prendile, perché io non ne ho. Che bello sarebbe avere un armadio con tante divisioni, tanti piani, una fabbrica di suore. Ma per essere fabbrica di suore, l’Istituto deve essere prima fabbrica di sante27.
Con grande spirito ecumenico, il Fondatore promuove nella Chiesa la Pontificia Opera delle vocazioni religiose della quale, proprio in quell’anno, viene eletto presidente. Accenna, già nel 1955, alla stampa di una rivista per la quale mette a disposizione un sacerdote paolino particolarmente esperto nella redazione. Soprattutto insiste sulla necessità di ‘vincere le vocazioni con il rosario’, ma anche sul bisogno di un miglior discernimento vocazionale: È importante che si scelga meglio. Se dovessi dire una cosa o meglio esprimere un parere (non so se valga in tutto), inclinerei a dire che ora si è un po’ più larghi nell’ammettere… È l’osservanza che attira vocazioni… Ora è il Signore che dirige le vocazioni e le manda, pur servendosi di tanti mezzi... Il segreto principale per le vocazioni non è la preghiera: il primo segreto è il vivere
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bene la vita religiosa. Allora ogni anima, ogni religiosa diviene come una calamita…28.

La sua attenzione va non solo alle vocazioni religiose ma anche a quelle laicali, ricordando che nei primi tempi del cristianesimo… vi furono dei commercianti che andavano di posto in posto portando la notizia del Vangelo. Vi furono soldati, vi furono insegnanti, maestri, vi furono tante donne, le quali si fecero propagandiste della buona novella, cioè del Vangelo.
Il Primo Maestro riconosce che i cooperatori più adatti alla nostra missione sono quelli intellettuali, ma senza escludere quelli che possono aiutarci nella diffusione. E fa una sofferta costatazione: i nostri cooperatori non sono ancora abbastanza in attività29.


III. AVVERTENZE


1. Le curatrici del presente volume hanno cercato di mantenere uno stretto legame con gli originali delle quattro sezioni qui riunite: il volume Pr6 , la raccolta Meditazioni varie , i volumi Pr3 e ApC. Per i volumi, volendo conservare la possibilità di un riferimento diretto con l’originale, nell’introduzione di ogni sezione è indicata la sigla e nel testo, in margine, in grassetto è segnato il numero di pagina dell’originale. Quando il cambio di pagina cade a metà riga è segnato con il simbolo ?.

2. Le Meditazioni varie e quelle del volume Pr6 sono numerate con numerazione arabica, le prediche di Pr3 e ApC con numerazione romana.

3. Gli interventi operati sul testo, rispetto all’originale, sono minimi: inserimento del titolo quando non risulta nell’originale o viene sostituito, perché sembra non pertinente. Per non appesantire il testo, quando il titolo è stato modificato, le parentesi quadre che indicano le variazioni o la sostituzione, sono state messe solo nell’indice cronologico.
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Altri interventi effettuati: uniformità delle maiuscole e minuscole; adattamento alla forma corrente per accenti, doppie vocali finali (esempio: principii con princìpi); completamento di elementi mancanti, ad esempio, numerazione omessa.
Alcuni vocaboli non sono stati uniformati perché rispecchiano l’uso del tempo, ad esempio: obbedienza e ubbidienza, eucarestia e eucaristia, divozione e devozione, consecrare o consacrare, ecc.
Non si è uniformato il maschile e il femminile, lasciando la parola del Fondatore come era nell’originale.
Dei testi latini, conservati fedelmente, è stata riportata in nota la traduzione, e talvolta la correzione.


4. Si sono corretti gli errori tipografici o ortografici evidenti, e gli errori grammaticali, ad esempio le concordanze. Si è intervenuto sulla punteggiatura. Si sono completate le abbreviazioni quando restava il dubbio che non fossero comprensibili.

Sono state eliminate le virgolette ( o «) quando il discorso diretto era finzione letteraria; si sono lasciate le cediglie () se favorivano la comprensione del testo. Le virgolette ad angolo (« ») si sono riservate per le citazioni.


5. Si è avuto cura dell’apparato informativo: note bibliche, note storiche riguardanti l’ambiente, i fatti, i personaggi, le fonti, ecc.

6. Si è corredato il volume di indici: biblico, onomastico, bibliografico dei libri citati, analitico, cronologico dove, se è un libro, con la sigla è indicato il testo, e la pagina dell’originale.

7. I cenni biografici di santi o di altre persone sono riferiti in nota la prima volta che appaiono nel testo; nell’indice dei nomi è invece riportata la pagina tutte le volte che la stessa persona è nominata.

8. Le Encicliche, nelle note precedenti il 1831, sono citate in modo vario con la sigla ASS , secondo gli Atti della Santa Sede; quelle pubblicate dopo il 1831 sono citate con AAS (Acta Apostlicae Sedis).

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9. Quando nelle note si usa come fonte il termine Diario , s’intende la cronaca, praticamente quotidiana, della vita e dell’attività di Don Alberione, compilata dal suo segretario personale don Antonio Speciale, SSP. Essa copre l’ultimo periodo della vita del Fondatore, dal 1946 al 26 novembre 1971, data della sua morte. Il Diario è tuttora inedito.

10. Se l’originale è trascrizione di una registrazione, in nota è riportata la segnatura archivistica di riferimento al nastro (ad esempio: A6/an 1a 1b).

11. La citazione del presente volume è la seguente: FSP+(anno)1955+(pagina)p. …

12. Per le note bibliche e traduzione italiana dei testi latini, si fa riferimento alla Bibbia di Gerusalemme , trad. CEI (1971); talvolta per il senso, alla Volgata, traduzione di Tintori E., edizione 1931. Per la traduzione dell’ Imitazione di Cristo , si fa riferimento all’edizione Figlie di San Paolo 1992.


A cura del
Segretariato Internazionale di Spiritualità
Figlie di san Paolo



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1 Il primo discorso sul film ideale fu pronunciato il 21 giugno 1955 e il secondo il 28 ottobre 1955.

2 Cf AAS 49(1957), pp. 765-805, in Enchiridion delle Encicliche, vol. 6, EDB, 1995, pp. 1218-1287.

3 Cf Pr6, n. 25, pp. 153-154.

4 Pio XII, con la Costituzione apostolica Provida Mater Ecclesia del 2 febbraio 1947, approvò lo statuto generale degli Istituti secolari.

5 Cf CVV n. 219; cf Pr6 n.4, pp. 46-48.

6 Cf Martini C. A., Le Figlie di San Paolo - Note per una storia , pp. 289ss.

7 Ristampati in Anima e corpo per il Vangelo , Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo 2005.

8 Cf Pr6, n. 9, p. 77.

9 Cf Pr6, n. 4, p. 48.

10 Cf Pr6, n.17, p.118.

11 Cf Pr6, n. 9, p. 82.

12 Cf ApC VIII, pp. 576-577.

13 Cf Med. varie n. 10, p. 264; n. 11, p. 280.

14 Cf Pr6, n.1, pp. 31-35.

15 Cf Pr6, n. 1, p. 31.

16 Cf Pr6, n. 17, p. 117.

17 Cf Pr6, n. 20, p. 128.

18 Cf Med. varie, n. 11, p. 270.

19 Cf Med. varie, n. 11, p. 271.

20 Cf Med. varie, n. 1, p. 211.

21 Cf Med. varie, n. 8, p. 255.

22 Cf ApC, III, p. 541.

23 Cf ApC, III, pp. 541-542.

24 Cf Pr6, n. 8, pp. 71-72.

25 Cf Pr6, n. 8, p. 73.

26 Cf Pr6, n. 8, p. 74.

27 Cf Med. varie, n. 10, p. 264.

28 Cf ApC, VII, 567.

29 Pr6, 10, p. 83.