Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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23. STATO DI PREGHIERA1



Senz’aria non si può vivere e così senza preghiera non si può vivere spiritualmente. Ci vuole preghiera continua e disposizione di umiltà e di fiducia, come la Maddalena, come ci ha suggerito il Vangelo di ieri.
Iddio è il padre più buono. Egli, per quanto sta da lui, opera sempre nell’anima. [Dio] ci dà più volentieri le grazie di quanto non le riceviamo noi. Egli è sempre vicino a noi, non ci dimentica mai! Pensa sempre ai nostri bisogni, non ha promesso di dare questa o quella grazia, ma ogni grazia, tutte le grazie. La sua volontà è che ci santifichiamo e questo lo fa il nostro buon Padre, purché noi non mettiamo ostacoli. Sempre: Padre nostro che sei nei cieli2.
Non siamo mai soli sulla terra. Anche se tutti ci abbandonassero, egli mai ci abbandonerà. Ci darà tutte le grazie per noi e per la nostra missione qui. Se a volte non ci dà quel che chiediamo, ci dà altro che è migliore. Disponiamoci sempre ad essere esauditi come vuole lui. Egli vi darà quello che vi occorre. E ciò che più consola è questo: Gesù quando parlava non aveva davanti a sé solamente anime innocenti, ma anche farisei, peccatori, pubblicani, e ha detto a tutti di chiedere che avrebbero ottenuto. Ancorché ci
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sentiamo peccatori, consoliamoci, sappiamo che Gesù è morto per tutti, e se peccatori abbiamo più diritto alla sua misericordia. Basta che ci sia questa disposizione di umiltà e di fiducia: Sono indegno, abbi pietà di me peccatore!3. Sono peccatore e tu sei venuto per i peccatori, non sono degno di guardare il cielo. Gesù, qui c’è un peccatore, in cui puoi raggiungere il fine della tua Incarnazione. Il buon ladrone si rivolse a Gesù: «Domine, memento mei...»4, e la risposta è stata che gli erano perdonati tutti i peccati, la pena di essi, e: «Oggi stesso sarai con me in paradiso»5. Fiducia ferma, sempre. Se ci fosse anche un’anima macchiata di mille delitti, può ricevere il perdono e arrivare a un alto grado di santità e fare la penitenza dei suoi peccati. Abbiamo questo abituale stato di umile e fiduciosa preghiera!
Rivolgiamoci a Maria e ai santi. Quando arriveremo a questo stato di preghiera, saremo sulla via della santità e correremo. Non abiteremo più nel litigio tra il bene e il male, ma correremo nelle vie di Dio.
A poca preghiera corrisponde poco progresso. A molta preghiera corrisponde l’abbondanza di grazia e, in conseguenza,di progresso. È buono il Signore! Avere una grande idea della bontà di Dio. Confidate! Questa è la via della santità.
Facciamo dunque i nostri propositi e durante la Messa abbiamo questa convinzione che siamo davvero poco buoni. Pentiamoci davanti a Gesù mentre si immola, portiamogli tutti i nostri peccati e imperfezioni. Diciamo a Maria che voglia comunicare a noi le sue disposizioni ai piedi della croce.
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1 Meditazione tenuta dal Primo Maestro nella cappella della Società San Paolo a Sydney (Australia), il 17 maggio 1955.

2 Cf Mt 6,9.

3 Cf Lc 18,13.

4 Cf Lc 23,42: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno…».

5 Cf Lc 23,43.