Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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21. L’APOSTOLATO1



Ieri abbiamo considerato la carità all’interno della famiglia religiosa: carità nei pensieri, pensare il bene; carità nei sentimenti, volere il bene e desiderare il bene; carità nelle parole, parlare in bene; e carità nelle opere, fare del bene quanto è possibile. Ma questa carità si ha anche da esercitare fuori, nell’apostolato che è tutto un’opera di carità, perché si tratta di portare alle anime la luce, le verità che salvano. Si tratta di portare alle anime quello che è più utile. Certamente è grande carità dare il pane, visitare gli infermi, è carità ogni opera di misericordia corporale. Vi sono però le opere di misericordia spirituale che sono più eccellenti come: consigliare i dubbiosi, istruire gli ignoranti, consolare gli afflitti, ecc. Fra queste varie opere di carità spirituale la principale è istruire gli ignoranti, cioè ricordare a tutti il fine, il destino eterno, il cielo, e suggerire a tutti quelle verità che si hanno da credere e i mezzi che si devono adoperare per raggiungere il cielo. Si parte dalla terra, la nostra vita al di là della morte è interminabile, e allora quello che è più importante è assicurarsi un bel posto in paradiso. Ora, questo è veramente fare l’apostolato di propaganda!
È necessario che vi sia la redazione, bisogna che le cose siano scritte, che la pellicola sia preparata con il lavoro tecnico e anche il lavoro intellettuale, redazionale; però se il libro è scritto, il periodico è scritto, ma non arriva alle anime, non porta il suo frutto. Ciò che assicura il frutto al libro, al catechismo, al periodico, è precisamente la propaganda. Anche la cosa più eccellente, il libro migliore, il periodico più ben fatto, se non arriva, se non è portato alle anime, alle famiglie, non ottiene il suo frutto. Quindi grande merito hanno le suore della propaganda, grande merito! Si ha sempre da guardare il Maestro divino. Diceva Gesù: «Evangelizare pauperibus misit me, sanare contritos corde: Il Padre celeste mi ha mandato a
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evangelizzare i poveri e a sanare quelli che sono pentiti dei loro peccati»2. Ecco, la propagandista [inviata] ai poveri! I poveri sono di due specie. Vi sono i poveri che sono privi di beni temporali e i poveri che sono privi delle verità e delle cose spirituali. A tutti bisogna che portiamo il pane della verità, quel pane che nutre lo spirito, poiché «l’uomo non vive solo del pane materiale, ma vive della parola che procede dalla bocca di Dio»3. E come vive di questa parola? Precisamente con il meditare le verità eterne, il fine per cui è creato, meditare le cose che deve fare per raggiungere l’eternità felice. Quanta pena fanno coloro che curano solo progetti terreni, progetti per star bene quaggiù, e intanto non volgono lo sguardo al cielo! Gli uomini non guardano al cielo. Quante volte questo è vero! Sono sempre rivolti con lo sguardo alla terra, eppure il Signore li ha creati per il cielo. E sulla terra sono soltanto in viaggio, un viaggio che finisce presto.

Occorre vedere se raggiungiamo finalmente la bella città celeste, la celeste Gerusalemme, il paradiso. Ecco: «Evangelizare pauperibus misit me». Contemplare Gesù che durante i tre anni di vita pubblica va di città in città, di paese in paese, di borgo in borgo, di casa in casa, e si ferma talvolta ai crocicchi delle vie, o si ritira verso i monti per essere più libero e poter predicare più abbondantemente. Ecco, tre anni di vita pubblica, di propaganda continua!
Contemplare S. Paolo: «Evangelizare pauperibus misit me».

S. Paolo intraprende i suoi viaggi, viaggi faticosi, che durano anni, attraverso le varie regioni dell’Oriente, della Grecia, e giunge fino a far sentire la sua parola in Italia, in Spagna. Ecco, in quanti luoghi ha predicato! E quando non arrivava con la parola, mandava le sue lettere, i suoi scritti. Questo dobbiamo tenere presente, il nostro padre è S. Paolo. Tenere presente i suoi viaggi apostolici, con che spirito li intraprendeva, con che coraggio e con quale fatica li sosteneva, li continuava e quali frutti ha raccolto nella sua vita. Quante Chiese ha fondato, quante anime ha illuminato!
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Ecco la propaganda! Voi siete mandate dalla Chiesa a portare la verità agli uomini che a volte non vengono più a sentirein chiesa, oppure che in chiesa non è dispensata. È la verità che salva, ma se la verità non è conosciuta, gli uomini non raggiungono la salvezza eterna. Quante anime in paradiso potranno parlare dei passi che voi avete fatto per portare la verità nelle varie case, nei vari paesi, quante anime! Ma se la parola di Dio non è predicata? S. Paolo dice appunto: «Come raggiungeranno il cielo se nessuno li istruisce? Se nessuno ricorda loro il cielo, come lo raggiungeranno?»4. Quanta gente vive materialmente, come se dovesse sempre rimanere sulla terra, e non pensa al paradiso che è il nostro bene eterno! Ecco allora la propaganda! La propaganda in modo speciale si fa tra i poveri, che generalmente sono più disposti a sentire parole di cielo. Molte volte quelli che stanno bene su questa terra si contentano di quello che hanno e non rivolgono l’occhio, lo sguardo lassù, ma i poveri che sono tribolati sperano la vita eterna: «Beati quelli che soffrono, perché saranno consolati. Beati i poveri, perché di essi è il regno dei cieli»5. I poveri, quelli che penano sono generalmente più disposti ad ascoltare la parola di Dio.
Quale grazia ha fatto il Signore alla Congregazione: portare nelle famiglie, nelle case ciò che manca, cioè l’istruzione religiosa. «Beati i passi di coloro che evangelizzano il bene, e che portano la pace»6. Molte suore hanno già sostenuto fatiche e hanno esaurito anche le loro forze, ma quanto è prezioso consumare le forze per il Signore, per le anime!
Che cosa vi può essere di più eccellente sulla terra? La propaganda come si ha da fare? In primo luogo: retta intenzione, cercare le anime. S. Giovanni Bosco lo ricordava spesso ai suoi missionari che partivano per terre lontane: Cercate anime e non denaro. Il denaro verrà da sé, quando si fa il bene veramente con retta intenzione, con prudenza, e si sanno commisurare le forze, «poiché l’operaio del Vangelo merita la
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sua mercede»7. Retta intenzione! In secondo luogo, [fare la propaganda] sempre più intelligentemente. Vi sono ancora tanti modi da sperimentare per migliorare la nostra propaganda; per esempio, la propaganda collettiva in generale dà più largo frutto. Sempre più intelligentemente. Vedere se è possibile farsi aiutare da altri e allora abbiamo la propaganda collettiva. Ci sono le scuole, ad esempio, gli istituti, vi sono persone buone: farci aiutare.

I nostri cooperatori in primo luogo sarebbero i cooperatori intellettuali, seguono poi i cooperatori propagandisti, coloro che aiutano per la diffusione del regno di Dio e per la propaganda della verità cristiana. Sempre con maggiore intelligenza, adattando il periodico, il libro a coloro a cui andiamo.
Occorre dare a ciascuno ciò di cui ha bisogno, quindi è diverso dare un libro a una persona o darlo a un’altra. Ciascuno ha le sue necessità: altro è la giovane, altro è la persona già anziana, altro è la madre di famiglia, altro è il bambino. Saper adattare la stampa come la mamma sa scegliere il cibo che prepara al bambino, secondo la sua età, le sue necessità. Ora, certamente giova tanto il periodico Famiglia Cristiana8, ma bisogna che insieme teniamo presenti i bisogni dei bambini. Quanto sono insidiati questi bambini! Il bambino naturalmente ama sapere, leggere e guardare figure. Coloro che hanno solo un fine materiale, cioè di far denaro, che cosa stamperanno? Anzi, prima che cosa scriveranno? Non badano agli interessi, ai bisogni del bambino, non badano alla sua anima, alla sua innocenza, badano a far denaro. Allora occorre che noi portiamo quello che è utile per la salvezza eterna, perché sia conservata l’innocenza del bambino, perché anche leggendo non vada a scegliere cose che attirano la sua curiosità, ma rovinano la sua anima. Quindi, importanza particolare a tutto ciò che si riferisce al bambino, specialmente al piccolo giornale Il Giornalino9. La
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prima preoccupazione dovrebbe essere proprio questa, perché il bambino ha bisogno di essere istruito, ha bisogno di sentirsi dire e di leggere le verità che devono indirizzare la sua vita verso il bene, verso il paradiso. Quanta cura Gesù ha mostrato per i bambini, durante la sua vita pubblica, come li prediligeva, come li chiamava a sé! Ecco, lo spirito buono di una propagandista: i poveri, i bambini, come Gesù.

Certamente occorre anche la prudenza; la prudenza sempre accompagni la propagandista! Prudenza, affinché non si metta nei pericoli per la sua anima. Ma se voi tenete presente tutte le avvertenze, i suggerimenti che vi sono dati, passerete in mezzo ai pericoli senza averne danno, e nello stesso tempo porterete invece vantaggio, frutto, bene alle anime. Prudenza, sempre, costantemente. La prudenza è l’occhio dello zelo. Qualche volta sembra quasi che si potrebbe fare ancora di più, ma bisogna che camminiamo con prudenza. Amare gli altri come noi stessi, ma non seguirli nella via cattiva, in primo luogo amare noi stessi, volere la nostra salvezza. E se vi è un pericolo, vigilare per non cadere. Giovano poi molto le preghiere e specialmente le comunioni spirituali da farsi durante il tempo della propaganda. Giovano molto i buoni discorsi, gli incoraggiamenti vicendevoli durante la propaganda stessa. Considerarsi le postine di Dio10, le postine che portano la verità che salva. Questa bella missione che ci ha affidato la Chiesa sia compiuta in spirito soprannaturale, ma la forza dove si prende? Dalla Comunione, dalla Messa del mattino. Venire all’altare, nutrirsi del pane eucaristico, mettersi sotto la protezione della Regina Apostolorum, guardare a S. Paolo e quindi partire con coraggio e fede.
A volte sembra di non ricavare frutto, ma che cosa ne sappiamo noi? Le stesse fatiche che si fanno, le preghiere, lo spirito di sacrificio ottengono grazia a quelle persone [incontrate]; e se non abbiamo soddisfazione di veder subito il frutto, lo vedremo poi nel giorno del giudizio. Quante anime dovranno
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riconoscere di aver ricevuto la luce e di aver nutrito pensieri di cielo, appunto da quella propaganda fatta, fatta nel silenzio, fatta con sacrificio. Del resto, ogni passo è una preghiera. Offriamolo al Signore come una preghiera per quelle anime. Domandare al Signore che ci dia anime, perché si va in cerca di anime, perciò domandarle al Signore. Fare il patto che il Signore le salvi, che Maria le prenda sotto la sua custodia e dia a queste anime un desiderio vivo del cielo, infonda in loro il disgusto della terra e la volontà di salvarsi, di fare il bene.
S. Paolo alla fine [della vita] diceva: «Ho finito il mio cammino, cursum consummavi, in reliquo reposita est mihi corona iustitiae, adesso aspetto la corona, il premio»11. Così le propagandiste, le quali hanno camminato, hanno santificato tante strade, tante case. Che le loro visite alle famiglie assomiglino sempre alla visita di Maria a S. Elisabetta, portando un po’ di pace, un po’ di luce. Gli angeli custodi tengono conto, enumerano ogni passo, ogni desiderio, ogni parola buona detta. Dio non dimentica niente; se non dimentica un bicchiere d’acqua dato ai poveri in suo nome, quanto meno dimenticherà la verità data agli ignoranti per amor di Dio. Un gran premio vi attende. Cosa sono quei passi? Sono passi con i quali le anime e le propagandiste salgono più in su, in cielo. Sono passi indirizzati a questa casa, a quell’altra, a questa famiglia e a quell’altra, ma sono anche passi con i quali l’anima sale più in alto nella sua gloria celeste.
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1 Meditazione tenuta durante gli Esercizi spirituali a San Paolo, Brasile, il25.11.1955. Trascrizione da registrazione su nastro magnetico: A6/an 18b ac 33a.

2 Cf Lc 4,18.

3 Cf Mt 4,4.

4 Cf Rm 10,14.

5 Cf Mt 5,3-4.

6 Cf Rm 10,15; e Le beatitudini delle Figlie di San Paolo, in Le preghiere della Famiglia Paolina, ed. 1996, p. 231.

7 Cf Lc 10,7.

8 Famiglia cristiana, settimanale di ispirazione cattolica, fondato nel 1931 da Don Alberione e inizialmente affidato alla direzione delle Figlie di San Paolo. In Brasile per l’Immacolata del 1934 uscì il primo numero di Família Cristã.

9 Il Giornalino , settimanale illustrato per ragazzi, iniziato ad Alba nel 1924 dalla Pia Società San Paolo.

10 L’espressione è autografa di Don Alberione, citata in CVV, n. 118; cf Le beatitudini delle Figlie di San Paolo , in Libro delle preghiere della Famiglia Paolina, ed. 1996, p. 231.

11 Cf 2Tm 4,7-8.