Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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5. VESTIZIONE RELIGIOSA1

La vestizione che abbiamo compiuto con questa cerimonia ha particolarmente tre parti, che sono indicate da ciò che viene consegnato alle Figlie [di San Paolo] per la loro vestizione religiosa: il velo, l’abito con il cingolo, la corona.
1. Il velo. Il Maestro divino ha chiamato queste figliuole a sé e vuole che esse si occupino soltanto di lui e del suo servizio, che i loro pensieri siano tutti santi, la mente sia rivolta a Dio, alle cose che riguardano la sua volontà, ai doveri della loro vita. Santificare la mente. Il velo indica che non devono più pensare ad altro e neppure devono essere disturbate in questo da sguardi non delicati o da cose che abbiano da distrarle dai loro santi pensieri. Come Maria che: «Omnia verba haec conferens in corde suo: Conservava le parole che erano uscite dalla bocca di Gesù e le meditava nel suo cuore»2.
Raccoglimento quindi della mente. I pensieri devono essere rivolti lì. Prima la figliuola era libera di pensare ad altre cose, ora la vita religiosa, la vita abbracciata richiede che i pensieri siano tutti elevati a Dio, verso Dio: pensieri di cielo e pensieri di servizio di Dio. Quindi delicatezza nel servizio a Dio con la mente.
Il Maestro divino vi ha scelte, ma egli è un amante che non vuol altri in mezzo. Vuole trattare
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direttamente con voi e vuole quindi gelosamente che i vostri pensieri siano conformati al suo insegnamento, al Vangelo.
2. L’abito e il cingolo coprono interamente il vostro corpo. Ciò [indica] che la vostra vita deve essere tutta spesa per il Signore. Anche all’esterno, chi vi vede deve riguardarvi come persone consacrate a Dio, deve riportare l’impressione che fra le persone ve ne sono alcune sagge che vogliono imitare Maria nella sua cooperazione alla redenzione. Quindi tutta la vita, le forze, il corpo stesso è consacrato al Signore. Sì! Doveri quotidiani nella santa obbedienza, in tutte quelle occupazioni che vi assegnano nella Congregazione. Occorre che quell’abito che vi metteranno addosso dopo che sarete passate con l’anima all’eternità, quell’abito che vestirà il vostro cadavere, sia testimone che le vostre forze furono tutte spese per Dio.
3. Per avere queste grazie è necessaria la preghiera, quindi la corona. La corona ricorda i misteri gaudiosi, le virtù domestiche, specialmente le virtù individuali; ricorda la passione di Gesù Cristo, quindi l’apostolato della sofferenza; ricorda i misteri gloriosi: il cielo. I nostri pensieri [siano rivolti] lassù, la guida nostra deve essere Maria, la stella mattutina. La vostra guida deve essere una stella, cioè la vocazione con cui Dio vi ha onorate. Oggi specialmente riconoscete l’amore che Gesù ha per voi. La preghiera: «Ut sciat semper orare: che sappiate sempre pregare»3, si raccomanda quando si consegna l’abito e la corona. Prega sempre e avrai sempre le grazie. L’interruzione nel pregare è come chiudere il rubinetto dell’acqua potabile, interrompere l’afflusso, il getto. Non a intermittenza, sempre: «Ut sciat semper orare».
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«Oportet semper orare, ha detto il Maestro divino, et numquam deficere»4, mai lasciare, ecco tutto.
Dunque la vestizione ricorda questo: la mente a Dio e al suo servizio; le forze e la vita spese per Dio nei doveri quotidiani e nell’apostolato; sempre però con l’aiuto della preghiera: Da me nulla posso, con Dio posso tutto…5. Con la preghiera assidua [perciò] rivolta in modo speciale alla nostra madre Regina Apostolorum, sempre con l’intercessione del nostro padre
S. Paolo. Preghiera quindi umile, preghiera che sarà efficace, preghiera che vi consolerà, preghiera che vi salverà da tutti i pericoli, dal peccato e quindi dall’inferno. E allora, eterna salvezza: «Voi che avete lasciato tutto e mi avete seguito riceverete il centuplo, et vitam aeternam possidebitis»6. Considerate questo centuplo che vi distingue dai secolari, è una promessa che dipende dalla rivelazione divina, non da un bel detto di un santo, che pure avrebbe già la sua importanza, è di rivelazione divina.
Invochiamo la divina benedizione su voi, sui parenti, sui presenti, sulle parrocchie che vi hanno educato, sui paesi, sulle persone che vi hanno formato e vi hanno preparato questo giorno felice.
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1 Meditazione tenuta a Roma nella cripta del santuario Regina Apostolorum, il 25 gennaio 1955.

2 Cf Lc 2,19.

3 Cf Ef 6,18.

4 Cf Lc 18,1: «Necessità di pregare sempre, senza stancarsi».

5 Cf Le preghiere della Famiglia Paolina, ed. 1996, p. 24.

6 Cf Mt 19,29: «Chiunque…, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».