21. IL PARADISO1
1. In questi giorni abbiamo considerato [nella liturgia] la lettera di S. Giacomo. Sempre confidare nella divina Provvidenza. I progetti nostri sono tanti, ma [avere] sempre fiducia, abbandono in Dio.
Questa mattina abbiamo letto il Vangelo: «Qualunque cosa chiederete al Padre in nome mio..., ecc.»2, ecco quel che stiamo per fare. E in questi giorni chiedere al Signore specialmente di ricordare il nostro fine, il paradiso.
Celebreremo in questi giorni l’Ascensione. Gesù si è fatto nostra via, [insegnandoci] come passare su questa terra. La vita presente non è fine a se stessa, ma il fine è la salvezza, la felicità eterna. Nella vita presente arriviamo a tante piccole stazioni e finalmente si arriverà all’ultima stazione: il paradiso. Siamo creati per il paradiso, siamo religiosi per il paradiso. Di conseguenza chiedere al Signore la grazia di ricordare spesso perché siamo stati creati: per il paradiso.
Camminare anche in mezzo alle difficoltà, abbracciare il sacrificio, la mortificazione, ma lietamente, cantando le lodi di Dio. Pensare al paradiso! Qualche volta la tristezza può deprimere l’anima nostra: perché tante tentazioni? Perché in queste grandi città tanti si divertono e noi dobbiamo
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vivere in povertà, in castità, in mortificazione? Per il bel paradiso! Quelli che perdono il paradiso non sono i più infelici del mondo? Le ricchezze di questa terra passano, andranno in rovina, ma il voto di povertà è la via alla maggior ricchezza: al paradiso. Se ci fosse [stato] da scegliere altro di meglio, Gesù Cristo lo avrebbe scelto per sé.
Santificare gli occhi, la lingua, il corpo perché poi esso risorga glorioso. Tenere a freno i sensi, il cuore, la memoria, la fantasia, fare in modo che questa lingua possa cantare le glorie di Dio in cielo.
Quanto più si obbedisce, tanto più si diventa liberi e si vince se stessi, e questa è la più grande vittoria. Come si fa però a piegare la testa? «Propter retributionem»3.
Questa settimana è centrale nell’anno [liturgico perché ricorre] l’Ascensione. Tutto sia fissato al paradiso, diretto al paradiso. Gesù c’invita: «Venite dietro di me...»4. Chiediamo questa grazia di pensare più spesso al paradiso, allora ci mortificheremo con gioia: «Laetantes ibimus...»5. Non pensare che la fatica sia lunga, il paradiso è vicino... e un po’ di sofferenza avrà una eterna ricompensa.
Segreto di riuscita. Litanie della SS. Vergine .
2. L’Ascensione è preceduta dalle Rogazioni6. Chiediamo la grazia di seguire Gesù fino al cielo, senza mai scoraggiarsi. Riflettiamo: il giorno dell’Ascensione Gesù andò con Maria e gli Apostoli sul monte Oliveto e sotto i loro sguardi salì al cielo7. Impariamo da lui: s’incarna, nasce a Betlemme, e la prima volta che apre gli occhi s’incontra con lo sguardo mite di Maria. Poi, nella vita privata e pubblica, nella passione... tre ore di agonia, ecc., sempre visse con Maria, sotto lo sguardo di Maria. Vogliamo imparare, capire qualche cosa di
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questo modo di agire di Gesù? Egli si è fatto nostro modello in tutto e noi dobbiamo imitarlo sempre, anche in questo: stare sempre con Maria e fare tutto con Maria. Passare tutta la vita sotto lo sguardo di Maria e sotto il suo sguardo morire; lei prenderà allora l’anima nostra sulle sue braccia e la porterà in paradiso.
3. Scegliere il giorno della festa della Regina degli Apostoli per consacrarci a lei ed eleggerla come nostra madre e mettere tutto sotto il suo sguardo: vita spirituale, studio, ricreazione, tutto sotto lo sguardo di questa madre. Quale intimità tra Gesù e Maria! Questo è da impararsi... Maria fu madre a un Apostolo, a Giovanni, e se è madre di tutti, tanto più [lo è] di noi che siamo apostoli. Vi è chi recita una parte di rosario al giorno e chi arriva al rosario intero, chi comincia la giornata con Maria e chi la vive ora per ora, fino a sera sotto lo sguardo di Maria...
Allora sempre imparare qualcosa riguardo allo spirito, non avere gli occhi bendati. Seguire la vita di unione con Maria e seguire gli insegnamenti dati in Congregazione, vivere, mettere bene, sotto lo sguardo di Maria, la missione nostra, le vocazioni nostre e il lavoro di santificazione. Non diventeremo mai figliuoli buoni come Gesù, ma almeno cerchiamo di imitare Gesù, il più possibile, nella sua intimità con Maria.
Voglia Gesù renderci degni figli docili, più amanti di Maria, come lo fu lui.
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1 Ora di adorazione guidata dal Primo Maestro nella cappella della Società San Paolo, il 15 maggio 1955, a Sydney (Australia). Proprio in quei giorni, il 13 maggio, ebbe inizio la prima comunità delle Figlie di San Paolo a Sydney. La Società San Paolo si trovava in terra australiana dal 1952. Erano presenti il Primo Maestro e la Prima Maestra provenienti dalla visita fraterna fatta nelle comunità delle Filippine. Con loro erano arrivate sr M. Redenta Commentucci (1912 - 2007) e sr Laurenzia Casamassima (1922) le prime due Figlie di San Paolo scelte come missionarie per questa nazione.
2 Gv 16,23. Dal Vangelo della domenica V dopo Pasqua.
3 Cf Sal 118,112: «Per amore della ricompensa » (Volgata).
4 Cf Mc 8,34.
5 Cf Sal 122,1: «Quale gioia …, andremo alla casa del Signore».
6 Le «Rogazioni» erano un rito di preghiera penitenziale all’inizio delle quattro stagioni secondo il tempo liturgico, con lo scopo di attirare le benedizioni di Dio sui frutti dei campi e di allontanare i meritati castighi. Oggi la liturgia ha ridotto questo rito semplicemente a una preghiera per le «Quattro Tempora».
7 Cf Lc 24,50-51.