Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

25. ORA DI ADORAZIONE1



1. Offriamo quest’ora di adorazione con le medesime intenzioni che ha Gesù. Gesù adora il Padre celeste con noi, lo ringrazia, soddisfa, offre se stesso per i nostri peccati e insieme domanda. Le nostre intenzioni [siano] uniformate a quelle che ha Gesù in quest’Ostia. Cuore Divino di Gesù, io vi offro… Sacro Cuore di Gesù... O Gesù, Pastore eterno delle anime nostre...
Mettiamoci bene alla presenza di Dio: Credo, mio Dio, ecc .
Chiunque ami il Signore, chiunque ami le anime penserà sempre all’Oriente dove vive la maggior parte degli uomini. Quali sono i sospiri di Gesù nel rivolgersi a quella parte del mondo? Certamente commuove il suo invito: «Venite a me tutti: Venite ad me omnes qui laboratis et onerati estis». «Onerati estis»: sì, sotto il peso della colpa originale, «et ego reficiam vos: e io vi ristorerò»2, cioè restaurerò la vostra mente portandola alla verità, ripulendola dagli errori, restaurerò il vostro spirito così inclinato al male, il vostro cuore agitato da tante passioni. Ristorerò la vostra anima, la fortificherò nel bene, nella virtù, nella santità. Vi ristorerò!
Un miliardo e mezzo di uomini che non
153
conoscono il loro Salvatore, il loro Maestro, la Vittima di espiazione, il Sacerdote eterno: Gesù Cristo! Chi ha cuore certamente si sente commuovere innanzi a uno spettacolo così miserando e si rivolge a Gesù: Mandate la vostra luce! Mandate buoni operai! Nella novena di Natale abbiamo un’antifona che ci fa invocare Gesù: «O Oriens! O Oriente!». È la luce che deve venire di là, la luce per tutti gli uomini. Preghiamo quindi che si moltiplichino nell’Oriente le vocazioni, preghiamo che si moltiplichino i tabernacoli, preghiamo che si moltiplichino i pulpiti, i periodici, i libri, le pellicole sane e tutti i mezzi che servono a trasmettere il pensiero, particolarmente la radio cattolica, la televisione cattolica. In Oriente vi sono iniziative molto sane ispirate dal desiderio di portare a quelle anime la verità, la grazia.
La nostra preghiera si divide in tre punti: sono quelli segnati dal libro delle orazioni […]3. La Visita al santissimo Sacramento non è l’opera principale tra le pratiche di pietà, ma è quella che praticamente porta più vantaggio alle nostre anime, secondo ciò che ha scritto S. Alfonso de’ Liguori: «Sappiate che forse guadagnerete più in un quarto d’ora dinanzi al santissimo Sacramento che in tutti gli altri santi esercizi del giorno»4. È vero, Dio esaudisce sempre chi prega: «Petite et accipietis»5, ma è anche vero che Gesù a chi lo visita nel santissimo Sacramento dispensa più facilmente le sue grazie. Perciò, fedeltà alla Visita al santissimo Sacramento e anche al modo [paolino], cioè dividerla nei tre punti.
Tra le notizie che mi sono giunte in Oriente da Roma, nel tempo passato colà, vi è questa: I Discepoli hanno quest’annomostrato tanto amore alla loro Madre. È stata fatta una peregrinatio
154
Mariae di luogo in luogo, di camera in camera si può dire. Un’altra lettera diceva: Dove arriva la Madre porta il Figlio. Chiunque di noi è Figlio di Maria, riceve da lei Gesù. Adesso cantiamo l’antifona: «Magister, scimus quia verax es, et viam Dei in veritate doces: Maestro, sappiamo che dici la verità e insegni la verità di Dio», cioè la via della salvezza con verità. Chi c’insegna la via del cielo? Gesù. «Il nostro Maestro è uno: Magister vester unus est»6, Gesù Cristo, Maestro di quella scienza eterna, di quella scienza che serve per la vita presente e per la vita futura, è Maestro unico. E allora quando noi veniamo da Gesù, in primo luogo veniamo come scolari, come discepoli ad imparare: «Doce nos»7. Questo Maestro, elevato innanzi ai nostri occhi, non vuole star muto, guarda ognuno di voi e vuol parlare ad ognuno di noi. Quante ispirazioni partono da quell’Ostia bianca e quante cose egli ci dice anche attraverso il libro, attraverso la lettura che si fa nella prima parte della Visita! Che Gesù c’insegni! Cantiamoglielo bene adesso.
Canto: Magister, scimus ...8. Preghiera: primo punto della Coroncina al divino Maestro .
2. Il giovane di cui parla il Vangelo chiede a Gesù: «Che cosa devo fare per salvarmi?»9. Che cosa mi manca? Che cosa devo evitare? Che cosa devo aggiungere? Come posso farmi santo? E Gesù rispose a quel giovane: «At ille dixit ad eum: In lege quid scriptum est? Quomodo legis? [Ille respondens dixit]: Diliges Dominum Deum tuum ex toto corde tuo»10.
155
Le parole non sono tutte riportate per non prolungare troppo l’antifona, ma ecco il senso: Ricordi i comandamenti di Dio? Li conosci? Li hai studiati? Fondamentale e primo comandamento è questo: Amerai il Signore Dio tuo con tutta la tua mente, con tutto il tuo cuore, con tutte le tue forze: questo è il massimo e primo comandamento.
La nostra mente mostra di amare il Signore? Il nostro cuore ha sentimenti e desideri conformi al cuore di Gesù? La nostra vita, la nostra condotta quotidiana piace a Gesù? Notiamo che Gesù dice: Con tutta la mente, con tutto il cuore, con tutte le forze. Il valore massimo di queste espressioni è dato da quel «tutto». Tutta la mente: non un po’ pensare a Dio e ai doveri, e un po’ pensare contro Dio. Con tutto il cuore: non solo amare Gesù nella Comunione, ma amarlo sempre, senza lasciar entrare sentimenti, desideri contrari a Dio. E con tutte le forze: non un po’ di bene e un po’ di male, no; non servire un po’ Dio e un po’ il diavolo, non un po’ Dio e un po’ il nostro io. Tutto! Che cosa risponde la nostra coscienza? Siamo veramente e solamente di Dio: mente, cuore e volontà?
Cantiamo adesso l’antifona e il salmo. Intendiamo chiedere questa grazia: essere tutti di Dio. Che la fiamma nostra ascenda a Dio senza fumo, senza il fumo dell’amor proprio: tutta la mente, tutto il cuore, tutte le forze.
Canto: Antifona: Magister, quid faciendo ...11. Salmo: Bonitatem fecisti cum servo tuo ...12. Preghiera: Secondo e terzo punto della Coroncina al divin Maestro .
3. Nella terza antifona Gesù c’invita a lui, non solo approssimarci per sentirlo, no, non solo
156
avvicinarci per confidargli le cose nostre, ma per donare se stesso a noi. Nell’Eucaristia l’uomo s’incontra con il suo Dio. Ecco la grande elevazione nostra: Dio viene a noi, noi ci uniamo a Dio; ci uniamo con Dio per pensare come lui, per amare ciò che egli ama e per operare come egli vuole, cioè secondo ha operato Gesù Cristo, Figlio diletto del Padre. Per fare quindi una vita divina sulla terra e una vita felice in Dio, in eterno, in cielo. Come accostarci a Gesù? L’antifona dice: «Tempus meum prope est, apud te facio pascha cum discipulis meis»13. Gesù farà la Pasqua con i discepoli. Chi sono? Quelli che credono in lui, discepoli veri, che gli dicono: «Da chi potremo andare? Tu solo hai parole di vita eterna»14. Credono profondamente. Chi sono i discepoli che lo seguono, che lo amano con tutto il cuore, [che] cercano Dio solo, sommo bene ed eterna felicità? Qui sono compresi specialmente i religiosi. Chi sono i discepoli? «Seguimi!»15. Che cosa voleva dire Gesù quando si espresse così con quel giovane? Fa’ come faccio io, vivi come vivo io. Ecco i discepoli!
Allora nella Comunione Gesù si comunica interamente, profondamente a chi crede alle sue parole, a chi ama con tutto il cuore, a chi [lo] imita fedelmente. Vi sono Comunioni e Co-munioni, una Comunione può essere fredda, una Comunione può essere invece tale che ci fa santi: unione proprio di mente, di volontà, di cuore. Meglio sacramentalmente, può essere anche fatta spiritualmente. Vi sono di quelli che spesso rinnovano nel giorno la Comunione spirituale: Io sono con Gesù, Gesù è con me, e si sentono subito ravvivati nello spirito.
E allora la terza antifona Magister dicit… con il salmo e con questa intenzione che le Comunioni
157
siano molto sante. Fede viva, carità intensa, volontà buona.
Canto: Antifona : Magister dicit. ..
Salmo: Credidi, propter quod locutus sum :..16. Quarto e quinto punto della Coroncina a Gesù Maestro e Coroncina a S. Paolo .
158

1 Ora di adorazione tenuta nella cripta del santuario Regina Apostolorum alla Famiglia Paolina, Roma, 9 giugno 1955, dal Primo Maestro tornato da poco dalla visita alle case dell’Oriente e dell’Australia.

2 Cf Mt 11,28: «Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò». L’espressione richiama l’invito rivolto da Gesù a Don Alberione nella notte tra il 31 dicembre 1900 e 1 gennaio 1901, cf AD 15.

3 Originale: a pag. 62 . In Le preghiere della Famiglia Paolina , ed. 1996, il punto richiamato si trova a pp. 67-70.

4 S. Alfonso M. de’ Liguori, Visite al SS. Sacramento. Introduzione.

5 Cf Gv 16,24: «Chiedete e otterrete».

6 Cf Mt 23,10.

7 Cf Lc 11,1: «Signore, insegnaci [a pregare]».

8 Maestro, sappiamo… In Le preghiere della Famiglia Paolina, ed. 1996, p. 82.

9 Cf Lc 10,25.

10 Cf Lc 10,26-27: «Gesù gli disse: “Che cosa sta scritto nella legge? Che cosa vi leggi?”. Costui rispose: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore…».

11 «Maestro, che cosa devo fare [per possedere la vita eterna]?...».

12 Cf Sal 118,65-69: «Hai fatto il bene al tuo servo…»; Le preghiere della Famiglia Paolina, ed. 1996, p . 83.

13 Cf Mt 26,18: «Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli»; Le preghiere della Famiglia Paolina , ed. 1996, p. 83.

14 Cf Gv 6,68.

15 Cf Mc 10,21.

16 Cf Sal 115,10-19: «Il Maestro dice: Ho creduto anche quando dicevo…» (Volgata), in Le preghiere della Famiglia Paolina , ed. 1996, pp. 83-84.