15. VENERDÌ SANTO1
La funzione di questa mattina comprende quattro parti: nella liturgia la prima, si dice Messa dei catecumeni , la seconda le orazioni , la terza l’adorazione della croce , la quarta Messa dei presantificati . Tutto ha l’unico scopo di farci considerare la prima parte del mistero pasquale, cioè la morte di Gesù in croce e la morte nostra al peccato, cioè come far morire il peccato. [Con] la croce che è elevata al cospetto del mondo, si adempie oggi ciò che era stato detto: «Quando sarò elevato sopra la croce attirerò il mondo a me»2. Gesù guadagna le anime non con la forza fisica, materiale, ma con la forza del suo amore. E l’atto grande del suo amore è: «Nessuno ama più di colui che dà la vita per chi ama»3. Canta la liturgia: «Regnavit a ligno Deus»4, cioè Gesù regna con il suo amore, amore che lo attirò sopra la terra per farsi uomo, maestro, sacerdote e vittima, amore con cui egli perdona i peccati e vuole soddisfare i nostri debiti. Morì il pastore per salvare le pecorelle.
Nella prima parte, detta Messa dei catecumeni, si leggono le profezie che riguardano il sacrificio divino. In modo speciale questa memoria si celebra nella chiesa di Santa Croce in Gerusalemme5 dove ci sono frammenti importanti del legno della vera croce e uno dei chiodi che servirono a crocifiggere Gesù. In questa Messa
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la Chiesa istruiva nel mistero della redenzione coloro che volevano diventare cristiani. Un tratto della profezia di Osea dice: «Egli stesso ci ha percossi e ci guarirà, ci renderà la vita dopo due giorni e al terzo giorno ci risusciterà e noi vivremo al suo cospetto»6, ciò significa che il Signore richiama i peccatori a penitenza e nella penitenza la risurrezione dal male. Poi si legge un tratto dell’Esodo in cui è descritto il rito con cui veniva consumato l’agnello pasquale che era figura del Figlio di Dio fatto uomo, il quale andò a morire senza opporre resistenza, vi andò volontariamente per nostro amore. Viene quindi cantato il Passio: l’avverarsi delle profezie nella persona di Gesù Cristo. Questa è la prima parte.
Nella seconda parte, dopo aver considerato la crocifissione di Gesù, la Chiesa domanda le grazie per tutta l’umanità con le orazioni che si cantano per tutti gli uomini. La Chiesa prega per sé, per gli eretici, come prega per i vescovi, i sacerdoti, i diaconi, prega per tutti coloro che sono ancora infedeli, per tutti quelli che si trovano in angustie materiali, prega per gli scismatici, per gli eretici, e prega per i giudei affinché un giorno riconoscano il loro grande male, ritornino a Dio e riconoscano il Messia.
Nella terza parte si ha l’ adorazione della croce . Tutti andiamo a baciare i piedi a Gesù, quelle piaghe da cui fummo redenti. Esprimiamo il nostro amore, la nostra riconoscenza e più di tutto il nostro proposito: mai più crocifiggere Gesù con il peccato grave, mai più sputacchiarlo, schiaffeggiarlo, incoronarlo di spine con i peccati veniali.
La quarta parte è [costituita dalla] Messa dei presantificati . Non si consacra il pane e il vino, si
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consuma invece l’Ostia consacrata ieri, l’Ostia pre-consacrata.
La Chiesa vuole che in questo giorno, in cui si eleva alta la croce sul Calvario, tutti guardiamo là: «…in quo est salus, vita et resurrectio nostra»7. Questo è il giorno della devozione al Crocifisso, della riflessione. Gesù è morto, vi è un morto in casa, vi è una salma, e noi abbiamo contribuito a questa morte. Allora pieghiamo il capo umiliato e nello stesso tempo facciamo un proposito: peccati mai più.
Poi nella giornata visitare, come ieri il così detto santo Sepolcro, oggi il Crocifisso Gesù.
Gesù morì in croce e noi accompagniamo Maria, le pie donne, S. Giovanni sul Calvario; risentiamo le sette parole di Gesù in croce, i palpiti di amore e di pena del cuore di Maria. Oggi, quindi, è una giornata di specialissima devozione.
La Messa dei presantificati comincia con la processione con cui si andrà nella chiesa superiore a riprendere il santissimo Sacramento, l’Ostia santa che vi abbiamo portato ieri, per poi scendere in cripta e accompagnare il sacerdote in quella sua solenne Comunione. Poi tutto tacerà. Quando tutto sarà silenzio, noi non solo confesseremo: «Vere Filius Dei erat iste»8, ma considereremo: Io ho ferito Gesù, io non lo farò mai più.
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1 Meditazione dettata alla Famiglia Paolina nella cripta del santuario Regina Apostolorum, Roma, 8 aprile 1955. Tema: Spiegazione della funzione mattutina del Venerdì santo.
2 Cf Gv 12,32.
3 Cf Gv 15,13.
4 «Regnò dalla croce Dio».Versetto della terza strofa dell’ Inno in onore della santa Croce ( Vexilla regis ).
5 Questa basilica fu fatta costruire a Roma nel secolo IV, secondo la tradizione, dall’imperatore Costantino.
6 Cf Os 6,1-2.
7 «…in lui è salvezza, vita e resurrezione nostra». Antifona all’Introito.
8 Cf Mt 27,54: «Davvero costui era Figlio di Dio».