33. MARIA NOSTRA MADRE SPIRITUALE1
Avete celebrato la novena, poi la festa, e oggi si conclude l’ottava dell’Immacolata. Dobbiamo pregare Maria perché nel santo Natale ci porti Gesù Via, Verità e Vita. Ci porti Gesù, [affinché] noi lo conosciamo meglio, lo amiamo di più e lo assecondiamo, imitiamo i suoi esempi santissimi e abbiamo verso di lui una devozione sincera, profonda, continua.
Questa mattina particolarmente fermiamoci sopra questo punto: Maria è la nostra madre spirituale.
Diceva il Papa Pio XII nell’Enciclica Mediator Dei : «Come Maria è stata colei che corporalmente ci ha dato Gesù, così ella è diventata madre spirituale di tutti i membri che sono uniti al Capo Gesù»2, cioè ella è la madre di tutti coloro che vivono in grazia. La verità, che la tradizione insegna: Maria nostra madre, è una verità così cara al cuore dei fedeli e nello stesso tempo una verità così largamente creduta che non ha bisogno di definizioni particolari, cioè di venire imposta ai fedeli come dogma di fede. Sempre Maria è stata chiamata madre, cominciando da S. Giovanni, il quale aveva ricevuto il grande testamento di Gesù: «Ecco tua madre»3.
Occorre però comprendere bene quale sia il pensiero teologico riguardo a questo titolo che diamo a Maria. Alcuni credono che Maria sia
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nostra madre adottiva, perché sulla croce Gesù, nella persona di S. Giovanni, l’ha data per madre a tutti i seguaci. Là fu proclamata madre nostra, ma la sua maternità è qualche cosa di più profondo. Alcuni pensano a una maternità metaforica, nel senso che Maria ci ama di un amore grande che può essere paragonato all’amore di una madre terrena. Tutto questo ha della verità, ma non basta. Il pensiero teologico è un altro e cioè che Maria è nostra madre perché ci ha dato la vita spirituale.
In questi giorni abbiamo sempre ripetuto nell’inno delle Lodi del Breviario : «Vitam datam per Virginem, gentes redemptae plaudite: O voi genti redente da Gesù Cristo, applaudite, lodate la vita che ci ha dato la Vergine»4, cioè Maria ci ha dato Gesù che è la nostra vita soprannaturale. Allora il pensiero teologico è che Maria, riguardo alla nostra anima, è madre nel medesimo modo che le nostre madri [terrene] si possono chiamare così, perché sono madri che hanno dato a noi il corpo. Quindi il senso è profondo: noi possediamo quella vita [: Gesù,] che Maria ci ha dato. Questo si appoggia a ragioni veramente sicure.
Quando l’angelo apparve a Maria ad annunziarle che era eletta a diventare la Madre di Dio, la Vergine benedetta diede un consenso pieno, un consenso che era illuminato. Ella sapeva che cosa comportava quel consenso, lo conosceva bene. Ora, in quel consenso noi abbiamo avuto la fonte della vita soprannaturale, quel «fiat» è stato per noi il principio della salvezza. L’uomo aveva perduto la sua vita soprannaturale per il peccato originale, ed ecco che Maria dando il suo consenso, e dandolo libero, ha dato la vita al mondo, al mondo in generale.
Ma veniamo al particolare: nel Battesimo noi
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riceviamo questa vita, e ogni grazia che viene da Dio passa per le mani di Maria. Ognuno dei battezzati quindi riceve la vita soprannaturale e la riceve per le mani di Maria. Così, mentre nel Battesimo diventiamo figli di Dio, diventiamo pure figli di Maria. Gesù sul Calvario proclamò Maria nostra madre, e allora, possiamo dire, si compì questo mistero davanti al mondo. Ella però era già considerata veramente nostra madre. Maria fu la prima redenta da Gesù Cristo. La grazia è venuta dal sacrificio di Gesù sulla croce e Maria ebbe una redenzione più larga, più completa; una redenzione, la quale fece sì che sulle sue mani fosse posta la grazia. E allora ella ne è come la distributrice per tutti.
Come avviene questa distribuzione? a) In primo luogo, Maria conosce i nostri bisogni, i bisogni di tutti gli uomini: li conosce nella sua visione terrena, e visione di Dio che gode in cielo. E in Dio vede le nostre necessità. b) In secondo luogo, Maria ha un cuore materno e pietoso che è modellato sul cuore stesso di Gesù, ha pietà delle nostre debolezze, di quelle della umanità che si trova in tanti bisogni. Ebbe pietà di noi appena abbiamo aperto gli occhi alla luce. Presso Dio ella è onnipotente con la sua preghiera, ha una onnipotenza supplichevole, e qualunque grazia chiediamo a lei e per mezzo di lei, noi siamo sicuri di essere ascoltati, se chiediamo ciò che piace a Dio. La nostra domanda viene esaudita per mezzo della sua intercessione. Che ne consegue?
1) Ringraziare il Signore di averci dato una madre così grande, così misericordiosa, così potente presso Dio. Ognuno può
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prendere il suo nome e mettervi davanti le parole di Gesù: «Ecco tua madre».
2) Grande fiducia in Maria. A lei ricorrere in ogni bisogno. Vi sono necessità spirituali, e questo è il primo oggetto della nostra preghiera: domandare la santità. La coroncina che si recita alla sera: Fateci santi5, sia detta con viva fede di ottenere quello che chiediamo. Poi, venendo al particolare, domandare la grazia di fare bene gli esami di coscienza, di fare bene la Visita al santissimo Sacramento e di ricavare sempre frutto dalla meditazione, ricavare frutto maggiore dalle Comunioni e Confessioni, lavorare per la nostra purificazione e per l’acquisto delle virtù, specialmente delle virtù religiose.
Raccomandare poi a Maria gli studi. È bello l’uso di mettere sul banco a studio l’immagine di Maria e particolarmente nei momenti di incertezza e di difficoltà invocarla: Regina Apostolorum…, Sedes Sapientiae. Maria deve guardarci nel fare i nostri propositi, e chiederle la grazia che la nostra intelligenza, nella scuola, si apra bene alle spiegazioni del maestro e la nostra mente, la nostra memoria ritenga quello che è stato insegnato, quello che abbiamo appreso dal libro.
Maria vede le nostre necessità nell’apostolato. Nulla senza Maria! Sempre in tutto chiamare Maria, perché nel mistero della redenzione, tutto è avvenuto per mezzo suo, tutto! E come si è compiuta la redenzione per mezzo di Maria, così la redenzione si applica per mezzo di Maria. Che i redattori siano illuminati, maneggino bene la penna: «Opus fac evangelistae»6; che i tecnici e quanti lavorano nelle tipografie e nella tecnica riguardante il cinema siano guidati e sostenuti. Il male usa tutti i mezzi, e il
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bene deve usare con più diritto tutti i mezzi, e non solo con più diritto, ma anche per dovere. E pregare Maria per tutta la formazione umana e religiosa. Le anime che sanno conservare il raccoglimento, le persone che nella giornata sono raccolte nel loro dovere, hanno pensieri elevati e spendono bene le ore. Queste anime vengono veramente ad acquistare lo spirito della propria vocazione. Dobbiamo curare il raccoglimento in ciò che richiede la nostra formazione. Un nostro bravo sacerdote, di una delle nazioni più lontane, diceva nella predica: Finché nelle conversazioni, nelle ricreazioni e interiormente non arriviamo ad interessarci delle cose spirituali così come delle cose di maggiore necessità, in modo che i nostri discorsi specialmente si rivolgano sull’apostolato, sulla formazione paolina, sullo studio e soprattutto su quello che riguarda la nostra missione, finché non si arriva lì, noi possiamo considerarci dei distratti, gente che non conosce quale sia la sua strada, oppure si occupa degli altri viandanti e non vede dove posa il suo piede, non vede se la strada è veramente buona, e se la percorre in modo sufficientemente buono. Quando l’interesse è per altre cose esterne o per gli altri, cioè per quelli che non sono sotto la nostra responsabilità, noi non progrediamo. «Attende tibi! »7, attendere a noi, cioè badare a noi stessi. Maria ci doni questo raccoglimento. Adesso con fiducia ci rivolgiamo alla nostra madre celeste. Quale proposito ricaviamo dalla meditazione? [Ricorrere] sempre a Maria in ogni necessità, come un bambino: Mamma!... Chiamare la mamma del
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cielo e chiamarla al mattino appena svegli, frequentemente nella giornata e particolarmente alla sera. Allora avremo la grazia di poter dire: Possa chiamarti e poi morir8, per poi cominciare il cantico gaudioso, il Magnificat , con Maria in paradiso.
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1 Meditazione tenuta nella cripta del santuario Regina Apostolorum alla Famiglia Paolina, Roma, 15 dicembre 1955.
2 Cf Pio XII, Lettera enciclica Mediator Dei, sulla sacra liturgia, 20 novembre 1947, AAS 39(1947), pp. 521-600, in Enchiridion delle encicliche , vol. 6, EDB, 1995, n. 592.
3 Cf Gv 19,27.
4 Cf Breviarium Romanum , Comune delle Feste della Beata Maria Vergine in Avvento, Inno alle Lodi.
5 La coroncina: Vergine Maria, Madre di Gesù, fateci santi, risale a S. GiuseppeBenedetto Cottolengo (1786-1842) e fu da Don Alberione introdotta e raccomandata alla Famiglia Paolina. Cf Le preghiere della Famiglia Paolina, ed. 1996, p. 31.
6 Cf 2Tm 4,5: «Compi la tua opera di annunziatore del Vangelo».
7 Cf 1Tm 4,16: «Vigila su te stesso».
8 Verso finale del canto mariano popolare: O Maria, che dolci affetti, nel salutarti io sento…