Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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AMARE DIO CON TUTTA LA MENTE
E CON TUTTO IL CUORE


La nostra vita, anche religiosa, tanto vale in quanto ci assicura il paradiso e il paradiso più bello. Ora per questo, occorre che abbiamo sempre in mente il paradiso e che abbiamo sempre in mente il fine di unirci a Dio. E per unirci a Dio nell’eternità, dobbiamo unirci a Dio in questo tempo della vita. Diciamo la preghiera: Cara e tenera mia Madre Maria, tenetemi la vostra mano sul capo, sulla testa, santificate i miei pensieri, custodite la mia mente1.
Ecco, come potremmo desiderare la santità, come potremmo noi desiderare il paradiso se non lo conoscessimo? Come potremmo fare la Comunione santamente se non sapessimo che c’è il santissimo Sacramento? Ci vuole la fede nel Sacramento, il quale contiene realmente non del pane ma, dopo la consacrazione, il corpo, il sangue, l’anima, la divinità di Gesù Cristo. Quindi santificazione della mente, purgata in primo luogo da quello che non è santo e ornata di fede viva, poiché: «Sine fide impossibile est placere Deo»2. Quindi una fede che ci faccia sospirare sulla terra l’unione con Dio, che cioè porti l’amore, che ci faccia sospirare il paradiso: «Cupio dissolvi et esse cum Christo»3. Il pensiero santo ci porterà a desiderare Dio, ad amare questo Dio; quindi, in secondo luogo santificazione del cuore.
Avere il cuore puro. Amare il Signore con tutto il cuore, perché dopo l’amore al Signore con tutta la mente, viene l’amore di tutto il cuore, poi lo spirito di preghiera e di pietà, e terzo la carità verso il prossimo.
Ecco, sempre amore al Signore. Amore al Signore, che cosa vuol dire? Vuol dire fare Iddio, il paradiso centro dei nostri desideri, centro delle nostre aspirazioni il Signore,
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contentare lui. Quindi purificazione del cuore. Purificazione del cuore significa purificare le intenzioni nel lavoro: non intenzioni secondarie di farsi vedere e amare, non sospirare di essere stimati dai superiori o dalle sorelle, ma amati da Dio, non cercare il gusto delle persone nelle cose [che facciamo]. Significa vuotare il cuore come è descritto nel Vangelo, e interpretato nel magnifico libro Maria nel Vangelo4 e dalle prediche e dai discorsi di S. Bernardino da Siena. Purificare il cuore dall’orgoglio, dalla superbia, dall’attaccamento a qualche cosa della terra, fosse pure una saponetta profumata. Distaccare il cuore dall’avarizia, dall’ambizione, per volgerne i movimenti verso Dio. Vuotare il cuore dai moti dell’ira: l’ira [sia] contro il peccato! Vuotare il cuore dai movimenti della sensibilità voltandoli verso Dio. E ci può essere l’ambizione: Io sono la prima, mi hanno messa seconda... Mi hanno lodato, oppure Mi tengono troppo d’occhio, mi seguono troppo. Vuotare il cuore da questi sentimenti e desideri. Fosse anche lo studio, la [ricerca della] sapienza: tutto per Iddio! La sapienza ci unisce a Dio quando viene da Dio, la sapienza [come quella] di Maria che non aveva studiato, ma aveva studiato Iddio. Che tutti noi cerchiamo solo Dio, le altre cose in quanto ci portano a Dio. Ci può essere un’anima che con tutta la sua sapienza vada all’inferno. Anche Lucifero aveva tanta sapienza, ma dove è finito?
S. Bonaventura avvertiva quel monaco che sapeva far bene la pulizia delle scale: Oh, se tu ami Iddio più di padre Bonaventura, tu sarai in paradiso più grande di padre Bonaventura. La scienza è un bene se [è] in ordine a Dio.
Amare il Signore significa dunque credere che se voi possedeste anche tutta l’America e non aveste Iddio, sareste le poverelle dell’America. Senza il Signore si è proprio poverelle, si appartiene all’ordine delle Poverelle5. Chi invece possiede Dio, in Dio possiede tutto, il sommo bene, e possiede l’eterna felicità. Amare davvero Gesù, volere il paradiso con il sommo desiderio dell’anima
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nostra. E se ti domandassero: Perché fai questo o quello? dovresti rispondere: Perché voglio il paradiso! La gente a cui vi rivolgete, avvicinatela in ordine al paradiso. Il cuore [sia] ordinato al paradiso.

In modo speciale [vi sia] lo spirito di preghiera. Quando c’è il desiderio della Comunione e si cerca di unirsi e star sempre unite a Gesù, quando si ama il sacramento della Penitenza, [quando] si desidera la Visita al santissimo Sacramento, [quando] ogni giorno si ha la volontà forte di amare il sacro Cuore di Gesù, di unirsi al Crocifisso, ecco, tutto questo è sempre amore a Dio.
Allora cercare il Signore. Amare il Signore con tutto il cuore. Tutto il cuore, e non con un terzo, e non con tre parti. È questo tutto che vuole il Signore. La vita religiosa sta nel tutto. Non [è amare] creature umane, fosse pure con un amore che è lecito, come nel matrimonio l’amore di una creatura per l’altra. La suora realizza il primo comandamento: «… con tutto il cuore». Quello che distingue la suora non è né il velo, né il portare le ali larghe come le cappellone6, ma è «amare il Signore con tutta la mente, tutto il cuore, tutte le forze»7. [Quindi] spirito di pietà, santificare veramente il cuore, amore alle anime, come Gesù: «Ecco quel Cuore che tanto ha amato gli uomini e nulla ha risparmiato per essi»8. [È come] vedere certe suore, le quali dopo la propaganda di tanti anni hanno magari i piedi storti, hanno bisogno a volte di cure particolari e di riposo, eppure sembra che niente dia loro pace e conforto se non l’amore all’apostolato.
Il Cuore di Gesù si è incarnato nel seno di Maria per opera dello Spirito Santo, è vissuto sulla terra, ha sofferto per me. Sei entrata nella vita religiosa perché vuoi essere di Gesù e per la salute degli uomini. E per questi uomini e per la loro salvezza, devi dare la dottrina di Gesù Cristo, perché la carità della Verità è la più sublime delle carità. Quando si fa l’apostolato della preghiera, si prega; quando si fa l’apostolato del buon
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esempio, si dà buon esempio; quando si fa l’apostolato delle edizioni, si fa l’apostolato delle edizioni. Ecco, abbiamo dei segni di amore di Dio, di amore alle anime, ma quando si viene anche al punto di sacrificarsi e di faticare per le anime, allora non c’è più dubbio che questo amore sia reale. Dunque, l’apostolato per voi è la vita di carità, l’apostolato non è altro che il fiore della carità. E siccome vivete per il vostro apostolato oltre che per Gesù, ecco: vivete di amor di Dio. Sempre partire dai pensieri, poi venire al cuore, e poi venire alle opere. Pensare bene di tutte, desiderare di pregare per tutte, parlare in bene di tutte, e fare del bene a tutte nel servizio vicendevole. Procurare la letizia della casa e il bene della casa stessa; conformare la vita alla vita comune, santificarsi non solo nei tre voti, ma nel conformare la vita alle Costituzioni. La vita comune per voi si completa in tre punti: amare la casa e le persone che compongono la casa. Secondo: amare la Congregazione negli Stati Uniti e le persone che compongono la Congregazione negli Stati Uniti. Terzo: amare tutta la Congregazione, particolarmente la Casa generalizia e chi è a capo nella Casa generalizia. Sentire tre cose: la casa propria, la casa negli Stati Uniti, la Congregazione. Quando c’è questo triplice amore, allora muoiono da sé le piccole diversità di sentimento, quei certi pettegolezzi, la preferenza di essere in una casa o in un’altra, in una nazione o in un’altra, in un ufficio o in un altro; si è tutte a servizio della Congregazione stabilita negli Stati Uniti. Facciamoci della vita religiosa un vero concetto: concentrarci sempre di più e solo nel Signore. La pietà, la preghiera, lo spirito di preghiera, l’orazione in primo luogo. Prima l’orazione, poi l’azione, l’azione deve procedere dall’orazione. Amare prima il Signore; e da questo amore viene l’amore al prossimo. Come dice S. Francesco di Sales: Io amo il Signore e gli altri, tutti nelle braccia del Signore Ma io sono la prima, io la seconda. Il primo
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1 Cf Le preghiere della Famiglia Paolina, ed. 1996, p. 28. Preghiera recitata ogni giorno, certamente fin dal 1919, dagli alunni della Scuola Tipografica di Alba e dalle Figlie di San Paolo.

2 Eb 11,6: «Senza la fede è impossibile essere graditi a Dio».

3 Fil 1,23: «Desidero di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo».

4 Cf Landucci P. C., Maria nel Vangelo , Edizioni Paoline, Roma 1949.

5 Riferimento alla Congregazione delle Suore delle Poverelle fondate nel 1869 per l’assistenza dei poveri dal beato don Luigi Maria Palazzolo (1827-1883).

6 Don Alberione allude alle Figlie della carità, allora comunemente dette “Cappellone” per il loro tipico copricapo. Furono fondate da S. Vincenzo de’ Paoli (15811660) insieme a S. Luisa de’ Marillac (1591-1660) nel 1633.

7 Cf Mc 12,30.

8 Rivelazione del Sacro Cuore a S. Margherita Maria Alacoque (1647-1690), visitandina, apostola della devozione al Sacro Cuore e dell’importanza della riparazione.