Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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XIV
L'UMILTÀ

[78] Jesu, mitis et humilis corde, fac cor nostrum secundum cor tuum!1. Gesù ha detto di imparare da lui l'umiltà2. L'umiltà è una chiarissima cognizione di noi stessi, l'umiltà è verità. L'umiltà comprende queste tre verità: 1) Tutto ciò che abbiamo viene da Dio; 2) siamo peccatori; 3) abbiamo bisogno continuo di grazie.

1. Iddio nella sua misericordia infinita ci ha creati dal nulla. La vita, l'intelligenza, la forza di volontà, il cuore, tutto viene da Dio. Tutto quello che esiste è suo. Cosa abbiamo noi che non venga da Dio? E se tutto ci fu dato, perché vogliamo insuperbirci di quello che non è nostro? Vogliamo rubare la gloria a Dio? Togliergli quello che è suo? «A Dio solo onore e gloria»3, cantano gli angeli! La fede, la virtù, la grazia, la vocazione: tutto è di Dio, tutto è frutto della sua misericordia.
[79] | Che si direbbe di un nano che si insuperbisse e si credesse superiore a tutti, perché dall'alto della montagna vede tutti inferiori a lui, ai suoi piedi? E noi cosa abbiamo di nostro? Domani possiamo esser cadaveri. Intelligenza? Domani Dio ce la può togliere e far cadere la nostra mente nell'oscurità. Abbiamo molti doni spirituali: la vocazione? S. Filippo Neri diceva: Signore, tienimi la tua mano sul capo, se no mi faccio turco. E noi? Chi ci assicura che a causa delle nostre infedeltà il Signore non ci abbandoni a noi stessi? Di che dunque ci insuperbiamo, se tutto ci viene da Dio?

2. Noi siamo peccatori. Noi che siamo nulla, che tutto abbiamo da Dio, ci siamo ribellati a lui, abbiamo usato dei suoi stessi doni per offenderlo ed insultarlo. Oh, quale delitto è il peccato! Abbiamo crocifisso Gesù, con le stesse mani che egli ci ha dato.
Tempo fa si presentava all'arcivescovo di Parigi uno sciancato e con parole di pianto chiedeva la carità. Il buon prelato gli fa un'abbondante elemosina e con parole commosse, lo licenzia.
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Costui, con lampo satanico negli occhi, guarda la moneta e sogghigna beffardo. Cauto e frettoloso va da un armaiolo e col denaro della carità, acquista un pugnale. Il domani l'arcivescovo, mentre vestito dei paramenti sacri pontificava solennemente, s'ebbe all'improvviso una pugnalata al cuore. Era il pugnale acquistato con [80] | la sua elemosina. Che orrore, che infame ardire! Ecco quello che non una sola volta, ma ripetutamente facciamo a Dio col nostro peccato.
E non abbiamo ragione di dire: Io sono una grande peccatrice e dirlo con convinzione, con verità? Quanta penitenza non dovremmo fare! Con quanta ragione dovremmo dire il Confiteor!
Noi siamo i redenti da Gesù, abbiamo continuamente bisogno di grazie. Non siamo che miseria, non abbiamo nulla ed abbiamo bisogno di tutto. Dobbiamo, come il povero, attendere tutto dall'infinita bontà di Dio. Noi dobbiamo stare davanti a Dio, umiliati e confusi, col capo a terra come il povero pubblicano, la cananea, la Maddalena.

3. Importanza dell'umiltà. Sulla terra non vi è cosa migliore. Essere umili vuol dire avere una fonte di grazie avanti a noi. «Deus superbis resistit et humilibus dat gratias»4. L'umile prega semplicemente e Dio accetta questa preghiera. L'umiltà è il segreto delle grazie. La Madonna disse poche parole nella sua vita, ma furono piene di sapienza: «Ecce ancilla Domini»5. Iddio rende molti doni agli umili. «E i superbi sono mandati a mani vuote»6.
Maria divenne madre di Dio per la sua umiltà. L'umile è più accetto anche agli uomini, ottiene più facilmente i doni celesti, le virtù. La vera santità si conosce dall'umiltà; la superbia ha cacciato gli angeli dal cielo. La pietra di [81] | paragone, per conoscere se un'anima è santa è l'umiltà.
Il superbo può fare qualche figura, ma poi precipita come Napoleone7 dal trono e cade nell'umiliazione più completa. «Se tu fossi capace di innalzarti anche fino al cielo, io ti strapperò di là»8, dice il Signore.
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Oh, raccogliamoci davanti a questo Tabernacolo, Gesù è la Via, i suoi passi sono sempre di maggiore umiliazione: lascia il trono di Dio per scendere in una greppia: «Exinanivit semetipsum formam servi accipiens»9. Colui che è simile al Padre, prende la forma del bambino.
Consideriamo il secondo passo: egli è trattato come un malfattore ed è confitto in croce. Però qui egli apparve ancora come uomo. Invece nel terzo passo egli discende alla forma del pane nella santissima Eucaristia e quindi si rende inferiore all'uomo. Che dici, anima altèra, davanti all'esempio del tuo Dio? Tu che credi che la tua umiliazione non sia meritata, tu che sei peccatore eppure vuoi apparire giusto? Ci chiamiamo cristiani, ma di Gesù che abbiamo? Quanto siamo lontani da lui! Cessa di essere quel pauroso che sei, disse Alessandro Magno10 a un generale che portava il suo nome, oppure cambia nome. Questo Gesù buono benedice e ama gli umili: da lui i bambini, i pastori, i poverelli erano ben accolti. Solo con i superbi non potè stare, e contro questi lancia i sette terribili: «Guai!»11. Volete prendere aspetto di digiunanti per essere lodati dagli uomini? Guai a voi, dice Gesù. Aspettate che vi lodi Dio: «L'uomo [82] | non sa se sia degno di odio o di amore davanti a Dio»12, dice il Signore.

Mezzi per acquistare l'umiltà. Leggete attentamente libri che parlino di essa. Bisogna avere una pietà retta di cuore, di volontà, di opere, di sentimenti.
Domandarla al Signore. Pregare, meditare gli esempi di Gesù, che lavò i piedi agli Apostoli13 ed anche a Giuda, il più grande peccatore ostinato.
Esercitare l'umiltà. Rispetto ai ministri di Dio, umili coi superiori, con le sorelle più anziane, coi benefattori, umili con gli eguali. Nessuno può giudicare il proprio fratello; teniamoci al di sotto di tutti, vediamo negli altri l'immagine vivente di Dio. Non disprezzare gli inferiori, teniamoci sempre inferiori a tutti. Usiamo sempre bontà e compatimento con tutti.
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1 Invocazione: O Gesù, mite e umile di cuore, rendi il nostro cuore simile al tuo!

2 Cf Mt 11,29.

3 Cf 1Tm 1,17.

4 Cf 1Pt 5,5: «Dio resiste ai superbi, agli umili invece dà la sua grazia».

5 Lc 1,38: «Eccomi, sono la serva del Signore».

6 Cf Lc 1,53.

7 Napoleone I Bonaparte (1769-1821), imperatore dei francesi. Dopo brillanti vittorie fu sconfitto e venne esiliato nell'isola di S. Elena, piccola isola dell'oceano Atlantico, ove morì.

8 Cf Mt 11,23.

9 Fil 2,7: «Spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo».

10 Alessandro Magno (IV sec. a. C.), re della Macedonia, estese il suo dominio dalla Grecia fino all'India.

11 Cf Mt 23,13-32.

12 Cf Qo 9,1.

13 Cf Gv 13,5.