Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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IV
L'ESAME DI COSCIENZA - II

[27] L'esame di coscienza è una confessione spirituale, esso porta quasi i frutti della Confessione sacramentale. Dopo una Confessione ben fatta ordinariamente si sta più buoni. Anzi a volte capita di andar in chiesa per confessarci, ci si mette alla presenza di Dio, si prega per ottenere lume, si fa un sincero e profondo esame, ci si eccita al dolore, ma poi avviene di non poterci confessare, eppure si torna a casa migliori, con più buona volontà, con più forza di lottare e si va avanti bene per qualche giorno. Perché ciò? Perché si è fatto un buon esame di coscienza, si è avuto un vivo dolore e un sincero sentimento di emendarsi: è l'effetto del lavorìo spirituale che si fa nell'esame.

Importanza dell'esame. È molto importante [28] | fare l'esame e farlo bene. Gesù disse nel Vangelo: «Chi si giudica non sarà giudicato»1. Tutto quello che scopriamo in noi: le mancanze contro le virtù e contro i voti, il bene mal fatto, il tempo perso, il bene tralasciato, le imperfezioni, ecc., tutto sarà cancellato, perdonato; ben inteso, se di tutto si ha vivo dolore. Chi invece non si esamina, non scopre le mancanze, non le confessa, non le detesta, le porta al giudizio come propria condanna: Dio non le dimentica.
Beate le anime che sono minuziose2 nell'esame, che si esaminano anche riguardo al bene fatto malamente. Ricordiamoci: chi si esamina [su] tutte le sue mancanze minutamente, al giorno del giudizio non le troverà più. Alcune persone dicono tante, tante parole, poi non ci pensano più. Dio però le ha tutte notate. Il giudizio di Dio si può paragonare alla pellicola cinematografica. Non c'è un pensiero, un sentimento che sfugga all'attenzione di Dio. Certi buoni desideri, certi slanci di amore Dio li vede, ma vede anche i pensieri di superbia, di vanità, di gelosia.
Chi fa bene l'esame e detesta tutto ciò che scopre: parole non buone, inutili, pensieri, sentimenti, sguardi, atti, opere che non
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vanno, non renderà più conto al giorno del giudizio. Oh, se avessimo l'occhio dei santi! L'occhio di Dio scopre tutto, scopre delle macchie anche negli angeli. Che non vedrà dunque in noi? Ma se ci esaminiamo bene al giudizio di Dio non avremo più nulla da piangere.

[29] | Vantaggi dell'esame. Con l'esame di coscienza i difetti si tolgono e non crescono più, perché l'esame di coscienza li sradica. Spesso i difetti aumentano, crescono, perché uno non vi bada. Talvolta una persona diventa così loquace che annoia tutti ed essa non se ne accorge, perché non si esamina. Vi sono delle sensibilità, delle simpatie, delle antipatie che recano danno e crescono perché l'anima non vuole esaminarsi su di esse, altrimenti l'esame di coscienza sradicherebbe questa pianta che è ancora giovane, ancora tenera. E così l'antipatia cresce e con essa crescono anche molti altri difetti. Talvolta certi difetti crescono sotto apparenza di bene. Certune hanno sempre il bisogno di confidarsi, di dire molte cose a questo o a quel confessore. Ciò è male. Stare a quello che si dice in Congregazione. La vostra Congregazione è una pianta che Dio ha piantato accanto al Tabernacolo, da cui sgorga un fiume divino di sangue ed acqua. Questa pianta darà buoni frutti se le foglie vi staranno attaccate. Guai alle foglie che volessero staccarsi per andare a ristorarsi altrove. Voi le grazie le ricevete dalla vostra Congregazione. Se le foglie non cadono, l'albero produrrà copiosi frutti. Il cuore a volte trascina dove non si vorrebbe essere trascinati, bisogna star molto attente, l'errore è molto fine, per scoprirlo e correggerlo occorre un buon esame di coscienza.
Confidatevi e sfogatevi con Gesù, lui solo potrà consolarvi, diversamente avreste consolazioni di breve durata, poi la melanconia crescerà [30] | a dismisura. Talvolta l'esame non basta più, ci vuole l'avviso esterno; se poi il cuore è già un po' legato, è difficilissimo prendere bene la correzione. Non bisogna cercare la consolazione di Dio, ma il Dio delle consolazioni.
Fate l'esame di coscienza perché non crescano certe erbacce.
A quelle che si fortificano, Iddio darà delle croci più gravi, bisogna riceverle con coraggio guardando Gesù che va al Calvario. Molti andarono all'ultima Cena, ma al Calvario vi arrivò solo la Madonna, S. Giovanni e poche pie donne.
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Se talvolta la carne sente pena, strilla, non bisogna darle retta: con l'esame di coscienza si fa tornare a posto il cuore che spesso sbilancia. Può esservi una giornata in cui alla sera col volto fra le mani si debba dire: Che ho fatto?. Talvolta si sbaglia anche per una settimana; ma l'esame di coscienza più diligente, alla fine ci deve mettere a posto.
Se lo sbaglio è durato per un mese, l'esame del ritiro deve aggiustare tutto.
Con l'esame scopriamo spesso che c'è tanta vanità e superbia dove ci pareva che vi fosse dello zelo. Quanti difetti scopriamo con l'esame di coscienza!
L'esame di coscienza ci fa vedere le cose da praticare, i meriti da fare. Ci fa dire: Signore, non voglio far altro che la volontà vostra, manifestatemela.
L'esame ci fa vedere le spine piantate nel cuore di Gesù; se le cose vanno male è per i nostri [31] | peccati, forse per i peccati commessi già da molto tempo. Ma almeno ora chiediamone vivamente, sentitamente perdono, cancelliamoli col dolore. Quelli che non si esaminano non ne indovinano una, vanno di male in peggio, perché non studiano la propria vita davanti al Crocifisso. L'esame di coscienza è un lume che illumina tutto, che ci rischiara la strada per cui passare.
L'esame di coscienza ci ottiene tante grazie, perché è la pratica dell'umiltà. Il superbo non fa mai l'esame di coscienza, è carico di difetti; tutti li vedono e lui solo li ignora. Quante grazie fa perdere la negligenza nell'esame! In qualunque disgrazia, in qualunque pena, ricorriamo all'esame di coscienza. Un bel triduo, una bella novena è quella fatta di esami di coscienza. Quando si è ammalati si può essere dispensati da qualunque pratica di pietà, ma l'ultima delle pratiche da lasciarsi è l'esame di coscienza. Ciò vuol dire che è la più necessaria.
Nell'ultimo esame bisognerà almeno esaminarci sulle disposizioni con cui ci avviciniamo alla morte. Tra la morte e l'esame non ci dev'essere distacco. Cesseremo questa vita con l'esame e cominceremo l'altra vita con l'esame che ci darà Gesù Cristo al giudizio.
I santi o in un modo o in un altro praticarono tutti l'esame di coscienza; molti morirono con addosso i libretti su cui avevano segnato anche le ultime mancanze. S. Ignazio lo inculcava continuamente, lo praticava ad ogni ora, ne parlava tanto a lungo nei
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suoi Esercizi3. Lo prescrivono [32] | le Regole, lo fanno i buoni cristiani, per noi è una pratica della massima importanza. Questo è per tutte, ma specialmente per quelle che vanno spesso fuori di casa; bisogna stare molto attente per non perdere lo spirito, per non distrarsi troppo. Lavorando per sé e per gli altri c'è doppio merito, ma anche maggior pericolo. Bisogna fare come chi è su una pianta: con una mano si tiene al ramo e con l'altra raccoglie la frutta. Lavorare sì, ma stare attaccate a Gesù, così si raccolgono buoni frutti e si distribuiscono agli altri. In propaganda, entrando in chiesa o andando da un paese all'altro, fate l'esame di coscienza. Non spaventatevi se dovete stare senza Comunione, ma se avete lasciato l'esame di coscienza, tremate pure. Un bravo sacerdote, calunniato, stette quattro anni senza dire Messa, era dispensato anche da questa; nulla però può dispensarci dall'esame che sempre si può e si deve fare.
Bisogna imparare a farlo sempre, a farlo sempre meglio. Dice S. Paolo: «Probet autem seipsum homo»4; ciascuno faccia bene l'esame di coscienza.
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1 Cf Mt 7,1.

2 Originale: minute.

3 S. Ignazio di Loyola, Esercizi spirituali, Prima settimana, 24-43.

4 1Cor 11,28: «Ciascuno, pertanto, esamini se stesso».