II
LA CONFESSIONE
[101] La prima parte degli Esercizi spirituali si chiama: via purgativa, perché prima di abbellire la stanza con quadri preziosi, con mobili scelti e puliti, con tappeti e ornamenti, bisogna cercare di pulirla, purgarla dalle immondizie, dalle ragnatele, dalla polvere.
Negli Esercizi spirituali Gesù vuole adornare la cella dell'anima con le virtù divine della fede, della speranza e della carità; vuole adornare la cella dell'anima con le beatitudini evangeliche: amore alla povertà, mondezza; vuol adornare la cella dell'anima con i doni dello Spirito Santo, perché l'anima vostra ha da essere l'abitazione di Gesù. «Se uno mi ama - dice Gesù nel Vangelo - il Padre mio lo amerà: verremo a lui e stabiliremo in lui la nostra dimora»1. Vedete dunque che l'anima vostra deve essere una cella tutta [102] | adorna per ricevere Gesù; dev'essere come una stanza ambulante, ma vivente, dove deve raccogliersi la santissima Trinità: Padre, Figliuolo e Spirito Santo, per ricevervi il corteggio di Maria santissima e degli angeli. Oh, se conosceste la preziosità dell'anima vostra! S. Paolo dice: «Templum Dei estis»2.
Per entrare in paradiso, bisogna ripulirsi in purgatorio, perché il Signore non vuol niente di inquinato in paradiso.
Negli Esercizi, prima di passare alle parti che sono l'ornamento dell'anima, bisogna attendere alla via purgativa, quindi in questi giorni occupatevi dell'esame di coscienza, del dolore dei peccati, della confessione che farete e di tutto ciò che purga l'anima, poi, man mano che passano i giorni, che si vedono le proprie deficienze, si avrà più voglia di farsi sante, più desiderio di perfezione, e ciò è frutto del dolore dei peccati, ma dev'essere così intenso, così vivo, così santo, da poter cancellare tutto il purgatorio.
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I. Cos'è la Confessione. La Confessione è il ministero della riconciliazione. Perché si è incarnato e fatto uomo il Figliuolo di Dio? Per salvare l'uomo caduto. Il ministero proprio di Gesù è il ministero della riconciliazione.
Narra il Vangelo che: «Zaccheo, uomo di piccola statura, brutto di persona e soprattutto d'animo, non osava avvicinarsi a Gesù e tuttavia aveva gran desiderio di conoscerlo. Un giorno che Gesù [103] | passava per la strada circondato da una moltitudine di persone, Zaccheo salì su un albero e di là, appollaiato sui rami, contemplava il divin Maestro; questi lo vide e lo chiamò: Zaccheo, scendi presto, perché oggi debbo fermarmi in casa tua. L'altro tutto confuso si affrettò a scendere e gli si buttò ai piedi: Maestro, ho rubato, ma restituirò il quadruplo, farò elemosina, darò la metà dei miei beni ai poveri. E Gesù, entrato in casa sua, gli disse: Quest'oggi la tua casa ha ricevuto la salute. Molti mormoravano, perché Gesù mangiava coi peccatori, se la faceva buona con essi; ma Gesù li ammonì: Non sono venuto per i giusti, (ché del resto non ce ne erano) ma per i peccatori; son venuto per dar la mano a coloro che si erano perduti, e per cercare la pecorella smarrita»3.
Questo è il divino sacramento di Gesù: cercare coloro che si sono smarriti. «Ite, ostendite vos sacerdotibus», dice Gesù dalla porta del Tabernacolo, andate al sacerdote, al tribunale di penitenza in cui sarete sanati. «Dum irent mundati sunt»4. Alcune sono già sanate mentre vanno, per il dolore perfetto, altre invece dopo l'assoluzione, perché avevano il dolore imperfetto. Avessimo anche usato le più nere ingratitudini verso il Signore, fossimo stati anche degli ostinati nel peccato, non spaventiamoci: S. Maria Maddalena era invasa da sette demoni, era lo scandalo della città, eppure si avvicina a Gesù che si trovava in casa del fariseo, gli lava i piedi con le sue lacrime, li asciuga coi suoi capelli, li [104] | unge con unguento prezioso. Tutti si destano ad invidia, gli Apostoli stessi, i farisei e i pubblicani: «Se Gesù fosse profeta, saprebbe chi è costei», mormoravano tra loro, (perché son sempre d'accordo a mormorare del bene quelli che non hanno lo spirito di Dio!). Ma Gesù dice loro la parabola che spiega
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il segreto del suo cuore e del cuore di quella donna: «Ha peccato, ma le sono rimessi i peccati perché molto ha amato»5. «Non sono venuto per far giustizia, ma misericordia: Misericordiam volo et non sacrificium»6. Al di là la giustizia, sulla terra vi è misericordia.
In certi momenti alla considerazione dei nostri numerosi peccati di lingua, di sguardi, di tiepidezza, di disubbidienza, nel trovare in noi tanta malizia e tanta moltitudine di iniquità, ci pare di doverne morire, ci sentiamo come sopraffatti, ci pare di dovervi affogare dentro, come Pietro tra i flutti del mare, ma non temiamo, rivolgiamoci come Pietro al Maestro divino: «Domine, salva nos, perimus!: Salvaci, o Maestro!…»7.
«Perché non castighi Samaria, facendo discendere il fuoco dal cielo?» dissero gli Apostoli a Gesù; ed egli: «Voi non sapete di che spirito dovete essere...»8. Ed ecco la parabola della dramma, della pecorella smarrita e le proteste di Gesù, che era venuto a cercare i peccatori.
S. Luca è, fra i quattro evangelisti, colui che ci riporta tutte le parabole della misericordia di Gesù. E S. Luca ha lo spirito di S. Paolo. O [105] | Figlie di San Paolo, siate dello stesso spirito del vostro padre! Amate, allargate i vostri cuori, siate fiduciose, confidenti nella misericordia che solleva, che perdona, ma che dà anche le grazie per farsi santi.
Voi non solo dovete aspirare ad avere il perdono, ché a questo ci arrivano tutti gli uomini, ma ad avere la grazia di farvi sante, [aspirare] alla misericordia che stende la mano a perdonare e a innalzare. S. Luca nella parabola del figliuol prodigo, non si ferma tanto a descrivere i precedenti, quanto la festa che fece il padre al suo ritorno, la riabilitazione del figlio, la gioia del padre, l'accoglienza festosa e il banchetto.
Questo non è semplice perdono; e davanti al fratello che protestava, il padre ha difeso i diritti del suo cuore, i diritti della misericordia, che sono quelli del cuore di Gesù. Ho sofferto, Padre, ho dato per loro il sangue, la vita, le ho riscattate, sono mie queste anime, voglio dar loro il paradiso: sono questi i diritti
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della misericordia di Gesù; egli è il nostro avvocato presso il Padre come S. Paolo è il nostro intercessore presso Gesù e presentandoci a lui dice: Accetta queste mie figlie, esse sono degne di misericordia.
Se voi non sperate le grazie per farvi sante sullo spirito di S. Paolo apostolo, non sarete figlie sue.
II. La confessione degli Esercizi. Può essere: generale, annuale, ordinaria.
[106] | 1. La confessione generale comprende tutta la vita passata, e di obbligo sono solo i peccati gravi non ancora confessati; giova però confessare anche i veniali, manifestare in generale il proprio spirito, la vita passata, ecc.
2. Confessione straordinaria o annuale, è quella che comprende un dato periodo della vita o un anno, o sei mesi, ecc.
3. La confessione ordinaria è quella della settimana.
La confessione generale può essere obbligatoria per chi si sente fuori posto, non ha la coscienza tranquilla. In essa, nel far l'esame di coscienza, si parte da principio, senza contare le altre confessioni fatte, perché succede come quando uno sbaglia nel cominciare ad abbottonare la giacca, e alla fine si accorge che è tutto sbagliato, deve rifare il lavoro da principio. La confessione generale è utile, non obbligatoria, per chi si trova fra il probandato e il noviziato o deve scegliere lo stato di vita, ecc.
La confessione straordinaria è per le anime che non sono tranquille su un dato periodo di tempo, e chi fa gli Esercizi di anno in anno è bene che renda conto di tutto l'anno.
La confessione ordinaria è più conveniente di ogni altra a chi ha molta facilità di ricadere negli scrupoli.
III. La confessione lungo il corso dell'anno. Vi sono due cose che si possono fare in confessione: una è l'accusa dei peccati per ottenerne [107] | il perdono e questa dev'esserci sempre di necessità; l'altra è di consiglio ed è la direzione spirituale.
L'accusa dei peccati è quella che generalmente noi intendiamo per confessione, così dice il catechismo. La direzione è molto utile alle anime pie che vogliono camminare nella perfezione e conoscere la volontà di Dio. S. Francesco di Sales era il direttore spirituale di una moltitudine di anime che si avvicinavano a lui e quando si allontanavano le dirigeva per lettera. S. Girolamo
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guidava dalla Palestina S. Paola romana, la vergine Eustochio, ed altre pie dame; questa è la direzione.
Essa è anche utile quando si tratta di eleggere il proprio stato e occorre quindi il giudizio del confessore. Se un'anima è forte, lotta, vince le sue passioni, ciò lo conosce più il confessore che non le altre persone, perciò il confessore più di ogni altro può dare un giudizio esatto, perché il segno necessario per entrare nella vita religiosa è proprio la lotta contro se stessi; non è tanto l'innocenza o il non aver peccati o difetti, quanto la buona volontà di non far pace coi difetti.
Le confessioni lungo l'anno, per essere veramente fruttuose, devono sempre portare l'esame sopra il proposito degli Esercizi. Non va bene cambiar proposito tutte le settimane. Star ferme sullo stesso proposito, insistere su quello, dimostra fermezza di animo, perché nella vita bisogna essere stabili, non mutare ad ogni mutar di [108] | luna! La Sacra Scrittura dice: «L'anima stolta muta ad ogni mutar di luna»1.
IV. La scelta del confessore. La confessione è remissione dei peccati; quindi confessandovi anche in una chiesa pubblica, da chiunque andiate, la confessione è sempre valida, ma è meglio non mutar tanto spesso il confessore, né confessarvi più spesso di quanto è stabilito, cioè una volta per settimana, perché non è il confessarvi sei volte la settimana che vi fa sante, ma l'obbedienza alle Regole e l'andare ordinariamente dal confessore che vi è stato assegnato. Se avete delle cose interne da chiedere vi può meglio rispondere il confessore ordinario che uno straordinario, perché trova meglio i rimedi un medico che conosce già che non uno nuovo.
Di solito è il vescovo che designa le persone più adatte per confessare le religiose, ma qualora il vescovo non avesse stabilito diversamente e la scelta dipendesse da voi, scegliete preferibilmente i gesuiti, che sono più vicino al vostro spirito oppure altri religiosi o persone eminenti per santità.
Il frutto della confessione dipende dalla disposizione del penitente, non dalle parole. Materia dell'Eucaristia è il pane, in maniera che se non c'è l'ostia, il sacerdote ha un bel dire le parole
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della consacrazione, Gesù non scende; se invece vi è una grossa pisside piena di ostie, bastano quelle poche parole per far scendere Gesù in ciascuna di quelle ostie. Nella confessione [109] | materia sono gli atti del penitente: esame, dolore, accusa, proposito; non contano le parole, ma gli atti che sono la materia, come l'acqua nel Battesimo; senza questi atti la confessione è nulla.
Esaminiamoci se nella confessione portiamo sempre il dolore, l'accusa dei peccati. Bisogna far un buon esame di coscienza prima per saper dire chiari i peccati senza chiacchiere. Santificate le confessioni, perché esse vi ottengano sempre il perdono e scontino non solo la pena eterna, ma anche quella temporanea del purgatorio. Siano buone le vostre confessioni in tutto l'anno, sia poi ottima la confessione che farete nel punto estremo, ma essa sarà certamente tale per chi in vita avrà fatto le sue confessioni con le disposizioni dovute.
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1 Gv 14,23.
2 Cf 1Cor 3,16: «Non sapete voi che siete tempio di Dio?».
3 Cf Lc 19,1-10.
4 Cf Lc 17,14: «Andate a presentarvi ai sacerdoti. E mentre essi andavano, furono sanati».
5 Cf Lc 7,47.
6 Cf Mt 9,13.
7 Cf Mt 8,25: «Salvaci, Signore, siamo perduti».
8 Cf Lc 9,54-55.
9 Cf Sir 27,11.