Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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33. GESÙ BAMBINO, MAESTRO *

Ci è sempre tanto caro il poter pregare insieme, ma specialmente in questo giorno, per presentare insieme le nostre preghiere al caro Bambino Gesù che ci dà tanta fiducia. Noi abbiamo sempre maggior bisogno di grazie, per cui volentieri io prego con voi e voi pregate con me, perché è in questa circostanza che egli dà più abbondanti le sue grazie, distribuisce i suoi doni più intimi e specialmente la grazia di avere la sapienza celeste, la virtù forte e l'amore.
O Bambino celeste, tu non vieni sulla terra per portarci la terra, ma vieni dal cielo per portarci cose di cielo: grazie soprannaturali, i doni della fortezza, della scienza, della pietà; noi ti preghiamo, dispensacele largamente!
Divideremo l'ora di adorazione in tre parti, seguendo i tre Vangeli delle tre Messe di Natale.

1. Vangelo di S. Luca: «In quel tempo avvenne che uscì un editto di Cesare Augusto...»1.
In questo Vangelo noi consideriamo il Presepio. Ecco, i pastori ricevono il segno: «Troverete un bambino avvolto in poveri panni, giacente in una mangiatoia»2. Ecco il segno! Ma quel Bambino è un miracolo: egli è il figlio di una Vergine, Figlio di Dio, Dio stesso; egli discese dal cielo perché il Padre ebbe compassione degli uomini che erano nel peccato, che avevano perduto la retta strada e il Figlio di Dio venne a mostrare la strada del paradiso, anzi venne a pagare i debiti che avevano con la divina giustizia, ci portò la grazia perché noi potessimo sollevare gli occhi al paradiso e aprire il cuore alla speranza. Adoriamo quel Bambino!
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Nel Presepio vediamo tutto povero, ma con la fede vediamo il nostro Dio, tanto grande perché si è fatto tanto piccolo, tanto amabile perché si è fatto bambino, degno di lode e di adorazione perché è Dio. Adoriamolo e cantiamo l'inno che gli angeli hanno cantato su quella grotta, che ora cantano in cielo e poi reciteremo un mistero di rosario, per ringraziarlo di essere venuto fra noi fatto così piccolo, per chiedergli perdono di tanti peccati e presentargli le nostre domande, domande che già gli abbiamo presentato appena nato, ma che ripetiamo ora per confermarle, per noi, per tutte le persone care, per tutti coloro che ci hanno raccomandato i loro bisogni. [Cantiamo il] Gloria in excelsis Deo [e recitiamo il] 2° mistero gaudioso.

2. Vangelo di S. Luca: «In quel tempo i pastori presero a dire fra loro: Andiamo fino a Betlemme a vedere quel che è accaduto e che il Signore ci ha fatto sapere...»3.
Ecco, noi contempliamo insieme ai pastori questo Bambino giacente in una mangiatoia: egli è Dio e ci ammaestra, ma prima per mezzo dell'esempio. Vedete, egli viene a segnare la strada del paradiso e passa innanzi e lascia le sue orme, perché noi da esse riconosciamo la strada divina del cielo. Lo troviamo in una greppia, su un po' di paglia, in una stalla fra Maria e Giuseppe poveri, e lo troviamo mentre dà la lezione dell'esempio a chi è capace di intenderla, ai pastori, povera gente semplice: «in quo non est dolus»4, gente che non cercava che Dio.
Non crediamo che perché ci troviamo davanti a un bambino, egli non sappia insegnarci; prendiamo le sue divine lezioni: la semplicità, la debolezza, la povertà. Facciamoci piccoli, chiunque vuole apprendere le cose spirituali si faccia piccolo perché solo i bambini entreranno nel regno di Dio. E noi, siamo piccoli o siamo alteri?
Le anime piccole sono quelle che credono di aver sempre bisogno di aiuto, chiedono sempre consiglio, si rivolgono umilmente a Dio, cercano il nascondimento, mentre le anime altere non sanno neppure chiedere preghiere. Le anime piccole godono di non esser conosciute né notate, non sanno ingannare e,
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mentre le anime altere passando davanti al presepio gonfie ricevono poco o nulla, le anime piccole se ne vanno con le tasche, le mani e il cuore pieni di doni, perché vanno al Bambino con umiltà.
Ci sono tanti che vogliono farsi santi, ma non sanno farsi bambini e non trovano la via giusta. La strada è questa, se non si passa di lì non si arriva e, finché non diremo che non siamo buoni a nulla, che abbiamo bisogno di aiuto, di consiglio, che non siamo degni di uno sguardo di Dio, non diventeremo piccoli né atti al regno dei cieli.
Non cerchiamo di mettere il rossetto all'esterno per comparire sani, se abbiamo il cuore malato; che importa la faccia colorita se di dentro c'è il marcio? Cerchiamo di guarire l'interno e poi il colorito verrà da sé. Reciteremo il 3° mistero gaudioso, perché Gesù ci insegni la sua strada e canterete una bella lode che ci faccia stare commossi ai piedi di quella culla: Gesù Bambin mi guarda...

3. Vangelo di S. Matteo (1.a domenica d'Epifania5): «Essendo nato Gesù in Betlemme di Giuda, ai dì del re Erode, i Magi ecco videro la stella...»6.
I Magi come i pastori vennero ad offrire al Bambino i loro doni: oro, incenso e mirra, per riconoscerlo come Dio, come uomo, come re. Ed ecco le tre grazie che in cambio riceveremo da Gesù Bambino.
O Bambino celeste, noi lo sappiamo: chi prega si salva, tu stesso ce l'hai insegnato. Ed ecco: quel Bambino che sulla paglia sembra inerte, incapace, ha un cuore che vive una vita di preghiera. Cosa fa quel Bambino sulla paglia, in una fredda grotta, mentre gli angeli gli passano davanti silenziosamente adorando? Cosa fa Gesù nel Tabernacolo, silenzioso, in tanta solitudine? A Betlemme come nel Tabernacolo quel cuore ardentissimo prega ed eleva palpiti infuocati al Padre per noi, gemiti incessanti per le anime da lui redente, e tutto nel silenzio, nella solitudine.
Le anime raccolte e silenziose pregano imitando i divini silenzi di Gesù, le sue tacite e silenziose preghiere, mentre le anime
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chiacchierone muovono molto le labbra, ma non sanno pregare, chiacchierano. Amate il silenzio divino di Gesù, siate riservate nel vostro parlare, e le vostre preghiere saranno molto più calde, otterranno più grazie, perché più intime e più profumate. Amate, amate e imitate i divini silenzi di Gesù!
Reciteremo il 4° mistero gaudioso per ottenere lo spirito di devozione e di preghiera e poi canterete una bella lode, perché Gesù Bambino vi benedica, e vi benedico anch'io, tutte, in questo giorno così sereno, così pieno di celesti speranze: Adeste, fideles.
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* Ora di adorazione, in ciclostilato, fogli 2 (22,2x35), tenuta ad Alba nel Vespro del S. Natale 1932, dal “Primo Sig. Maestro”. Presso l'archivio della Società San Paolo si trova un ciclostilato con lo stesso tema e lo stesso schema, ma con molte varianti. L'introduzione, assai personalizzata di quest'ultimo, fa pensare a ore di adorazione tenute separatamente a due gruppi distinti.

1 Cf Lc 2,1.

2 Cf Lc 2,12.

3 Cf Lc 2,15.

4 Cf Gv 1,47: «In cui non c'è falsità».

5 In realtà il brano di Vangelo citato corrisponde, nel Messalino usato in quel tempo, a quello dell'Epifania.

6 Cf Mt 2,1-2.