14. DOTTRINA E MISSIONE DI SAN PAOLO *
Dedichiamo l'ora di adorazione di questa sera a fissar bene nel nostro cuore e nella nostra mente i tre punti centrali della dottrina e della missione di S. Paolo apostolo, e fin dal 1° mistero glorioso che reciteremo subito, volgiamo bene il nostro cuore a Gesù, il divin Maestro, che si scelse un cuore così ardente, quello di S. Paolo, una mente così alta e penetrante, quella di S. Paolo, un coraggio e uno zelo senza limiti, quelli di S. Paolo. Il divin Maestro che ebbe con lui comunicazioni così alte, così intime, parli dall'Ostia santa, parli al nostro cuore, ci indirizzi sulle vie a cui ci chiama, parli al nostro cuore compenetrandolo di amore e di orrore del peccato. Gesù conceda a noi un amore pari al timore: amore grande al suo cuore, timore e dolore per i nostri peccati. [Recitiamo il] 1° mistero glorioso.
I. Il primo punto della dottrina centrale di S. Paolo riguarda la nostra redenzione, operata per mezzo di Gesù Cristo e in Gesù Cristo.
L'uomo era caduto, chiuso [era] il cielo per sempre, la sua mente ottenebrata, il cuore inclinato al male. L'uomo in questa oscurità non sapeva né poteva rialzarsi, ma il Padre nella sua infinita misericordia diede al mondo il suo Figlio diletto, e Gesù si prese sulle spalle tutti i nostri debiti con Dio, tutti quanti, e si incaricò di soddisfarli, morì in croce, diede il suo sangue per il mondo intero, non per una parte sola di esso. Così chi vuole salvarsi, andare a Dio, al paradiso passi per Gesù Cristo. In lui abbiamo la vita, la vita soprannaturale, la grazia, il paradiso, la salute.
Egli è la redenzione universale, chiunque passa per Gesù ha la salute e può arrivare al cielo, gli altri invece possono perdersi.
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Chi vuol arrivare al paradiso passi per Gesù. Ed ecco le conseguenze che ricaviamo da questa grande dottrina. Se siamo peccatori prendiamo il Crocifisso e diciamo: Questo è il prezzo della mia salute e la mia redenzione è sgorgata da queste sante piaghe. Se abbiamo bisogno di virtù e di grazia, queste ci devono venire dalla santa Messa e cioè dalla croce. Se vogliamo raggiungere la meta, se abbiamo bisogno di verità, prendiamo la dottrina di Gesù.
Il Padre ha mandato Gesù Cristo e chiunque lo riceve, lo ama, lo conosce, lo imita, entra nella Chiesa per mezzo del Battesimo, lo riceve nella Comunione, crede nella dottrina della Chiesa, spera in Gesù Cristo e non sarà confuso in eterno. Da qui dipendono tutti i dogmi della teologia paolina; questo è il Vangelo di S. Paolo, non un altro Vangelo, che sarebbe un'ingiuria il pensarlo, ma un Vangelo che S. Paolo prende direttamente dalla croce, prendendone il sangue, la virtù e la verità. Esso è l'applicazione dei frutti della croce a tutti gli uomini, l'applicazione della redenzione a tutto il mondo.
Sia benedetto Gesù che si è degnato di cambiare il più grande persecutore in un grande apostolo e di elevarlo tanto. Sia benedetto Gesù che ci ha dato questo grande padre e protettore. Benedetto sia Gesù che ha riempito del suo amore e della sua altissima dottrina la mente e il cuore di S. Paolo. O Gesù, noi ti benediciamo e ti vogliamo ringraziare di tutti i doni e privilegi che hai concesso a questo nostro padre. Ma noi siamo suoi figli e i figli hanno diritto all'eredità del padre, quindi tutto ciò che è di S. Paolo è nostro. Chi trova la verità nella lettura, nello studio delle Lettere di S. Paolo, la prenda, ne ha diritto, deve aver parte nell'eredità del padre. Chi trova nella missione, nello zelo, nel cuore di S. Paolo qualche cosa di speciale, prenda quel cuore, è del padre e il cuore del padre è dei figli, ma se lo prenda tutto! Chi trova in S. Paolo la virtù e la potenza presso Dio per ottenere ogni grazia, prenda questa grazia, questa potenza, ottenga per essa tutto quanto gli abbisogna. I figli devono camminare sull'esempio del padre in ogni tempo, in ogni ora della vita.
Chiediamo questo nella recita del 2° mistero: recitiamo la 1.a parte della Coroncina.
II. Il secondo punto ci ricorda la via che ha seguito S. Paolo nella sua vita intera. Egli è il Dottore delle genti, cioè dei gentili.
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Il Vangelo era stato dato, e per tutti, nessun dubbio sopra questo punto, ma molti, da principio, non lo intesero del tutto rettamente, né tutti lo poterono ricevere; molti stentavano a pensare a una Chiesa la quale avesse avuto il suo centro fuori di Gerusalemme e avesse raccolto in sé dei fedeli, in maggioranza convertiti dal paganesimo. Gli Apostoli stessi, da principio, restrinsero [la predicazione] piuttosto solo alla Giudea. Era chiaro però che tutti i gentili potevano entrare nella Chiesa, perché quella era la loro vocazione e l'aveva detto in modo molto chiaro Gesù. E [questo] fu ancor meglio chiarito dal concilio di Gerusalemme, dove spettava a S. Pietro, come capo, esserne assertore. Tuttavia il maggior assertore dei diritti dei gentili fu Paolo che si dichiarò apertamente l'Apostolo dei gentili, affermando che essi dovevano entrare nella Chiesa di Gesù senza passare per le cerimonie giudaiche, come la circoncisione, ecc., perché la salvezza non era data dalla Legge mosaica, ma da Gesù. S. Paolo raggiunse varie regioni del mondo e, ovunque poté arrivare nei suoi lunghi viaggi apostolici dicendosi debitore a tutti per una grandissima misericordia ricevuta dal Signore, tutti voleva condurre a Gesù perché Gesù stesso a ciò lo aveva eletto: «Lo eleggo perché porti il mio nome in mezzo al mondo»1.
Noi siamo più che mai riconoscenti a S. Paolo perché siamo gentili per origine e abbiamo avuto in lui il più grande avvocato: dottore delle genti, avvocato dei gentili. Gli siamo riconoscenti per il suo coraggio, per il suo grande zelo, infatti dopo che egli giunse nelle varie regioni, il cristianesimo ebbe uno sviluppo consolantissimo. Mai egli mancò ai popoli, sebbene i popoli a lui, il suo cuore li aveva abbracciati tutti.
Figliuoli, preghiamo per le missioni e, in questo che vi dico quasi a conclusione, non siamo per niente lontani dal nostro argomento, perché le missioni hanno in S. Paolo uno dei primissimi campioni. I missionari si avviano ormai, tra suore, preti, religiosi, ad essere cinquantamila, ma cosa sono in confronto ai milioni e milioni di uomini che aspettano ancora la croce ed il Vangelo? Figuratevi, o figlioletti, milioni e milioni di uomini e di bambini che non hanno mai fatto e forse non faranno mai una Comunione, che morranno forse, Dio non voglia, senza aver
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mangiato una volta il Pane vivo disceso dal cielo! S. Paolo non potrebbe trattenere il suo zelo, il fuoco del [suo] cuore.
Altra conclusione: preghiamo per l'Azione cattolica2. Essa nasce dogmaticamente da tre principi che furono predicati e pubblicati da S. Paolo. Il primo principio è quello della carità e fratellanza universale. S. Paolo sosteneva altamente che siamo fratelli, figli tutti di uno stesso Padre, redenti allo stesso prezzo. Il secondo principio dogmatico è il sacramento della Cresima che ci fa soldati di Gesù Cristo, e l'Azione cattolica è l'esercito laico di Gesù Cristo: o non ricevere la Cresima o entrare in questo campo, ciascuno secondo la propria possibilità. Ci sono, è vero, anche dei soldati vili, ma Gesù non li vuole e noi non vogliamo essere di quelli! Il terzo principio è che siamo un solo corpo in Gesù Cristo: ogni membro deve aiutare gli altri membri. S. Paolo ci lasciò su questo molti esempi, nobilissimi esempi per l'Azione cattolica. Recitiamo il 3° mistero per capire un po' di più ciò che si è detto, e specialmente per praticare ciò che si è capito. [Cantiamo] Oggi esultan terra e Cielo...
III. S. Paolo spiega chiaramente la dottrina del corpo mistico di Gesù e della nostra incorporazione in Cristo. Noi, bambini, stentiamo a capire questa dottrina, ma non è difficile, specialmente se ci facciamo devoti di S. Paolo e ce la facciamo spiegare da lui.
Gesù ebbe un corpo reale, quel corpo benedetto con cui si mostrò agli uomini, quel corpo che fu appeso alla croce; ora Gesù è con il suo corpo in cielo, dove siede alla destra del Padre e in terra nella santissima Eucaristia. Ma Gesù ha anche un corpo mistico che siamo noi. Il papa è il capo [visibile] di questo corpo, i vescovi ne sono le membra principali, i sacerdoti e i fedeli membra secondarie. Ecco come S. Paolo comprese la dottrina del corpo mistico di Gesù. Egli si trovava sulla via diretto a Damasco per perseguitare i cristiani, voleva far di loro ciò che si era fatto di S. Stefano. Gesù lo fermò e gli fece sentire quel rimprovero forte e dolce ad un tempo: «Saulo, Saulo, perché mi
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perseguiti?»3. Saulo perseguitava i cristiani e Gesù gli dice: Saulo, perché mi perseguiti?. E voleva dire: I cristiani sono le mie membra e tu, mettendo a morte essi, metti a morte me, crocifiggi le mie membra vive e vere. Noi siamo le membra di Gesù Cristo, un solo corpo in lui, per questo la grazia passa in noi, per questo tutti quelli che sono in grazia sono santi della santità di Gesù, per questo i sacerdoti ascendono al ministero sacerdotale, per questo il nostro corpo risorgerà e in paradiso formeremo un solo corpo in Gesù Cristo, saremo trasformati in lui e godremo della stessa felicità.
Da questa dottrina derivano molte conseguenze, ma noi ne considereremo, per stasera, una sola: dobbiamo amarci come un corpo solo, fra di noi vi deve essere carità e unità. Questo significa che prima di tutto dobbiamo desiderare ai nostri fratelli la grazia, poi dobbiamo desiderare che tutti si facciano santi e abbiano ogni virtù; inoltre dobbiamo compatirli nei difetti; infine aiutarli con le opere di misericordia corporale e spirituale. Ecco i nostri doveri.
Recitando il 4° e il 5° mistero glorioso intendiamo ringraziare il Signore per averci dato, per mezzo di S. Paolo, questa dottrina sul corpo mistico di Gesù, la nostra incorporazione in Cristo, come l'olivastro che si innesta sull'olivo, come una casa ben fondata sulla roccia, e intendiamo domandare al Signore il vero spirito di carità. Exsultet orbis gaudiis4...
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* Ora di adorazione, alla Famiglia Paolina, in ciclostilato, fogli 3 (21,5x34), tenuta ad Alba il 19.06.1932, dal Primo Maestro. Nell'originale il titolo è: “S. Paolo Apostolo”. Nell'Archivio della SSP si trova un ciclostilato - ora di adorazione - con la stessa data, lo stesso argomento, lo stesso schema e svolgimento, ma con varianti nella forma e nella grafica.
1 Cf At 9,15.
2 Azione cattolica italiana (ACI): associazione di laici che si impegnano liberamente, in forma comunitaria ed organica, in diretta collaborazione con i Pastori, per la realizzazione della missione evangelizzatrice della Chiesa.
3 Cf At 9,4.
4 «Esulti di gioia la terra», cf Breviarium Romanum, commemorazione di S. Paolo apostolo, 30 giugno, Inno alle Lodi.