Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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2. LA VITA INTERIORE *

La vita interiore è l'amore alle cose dello spirito, è la cura della propria anima.
La Figlia di San Paolo che ha veramente vita interiore, dopo la Comunione fa buoni propositi, ricorda e rinnova quelli fatti nell'ultima confessione, nel ritiro, negli Esercizi. Manca di vita interiore chi non fa propositi, chi non compie un vero lavorìo attorno alla propria anima. Non basta che dica molte preghiere, chi fa questo è soltanto e solo sulla via. Bisogna fare molto di più. La vita interiore è il lavoro per crescere nelle virtù, fare i propositi, l'esame di coscienza al mattino, a mezzogiorno, specialmente nella Visita e alla sera. È il domandarsi molto spesso: Come faccio? Vado avanti o indietro? È il dire in confessione: Questa settimana avevo il tal proposito, ho riportato tante vittorie e tante sconfitte, in alcuni punti non mi sono sforzata abbastanza, perché non ho pregato e non avevo la forza, ecc. Chi ha la vita interiore fa come faceva la santa Madonna: parla poco, riflette molto. Nel ritiro esamina tutto il mese, negli Esercizi confronta [il lavoro dell'anno], così pure ogni settimana. Lavora veramente il suo cuore, vigila sui suoi pensieri, richiama la fantasia, non si divaga facilmente su cose vane. È sempre piuttosto raccolta, anche quando è fuori, anche in ricreazione. Vigila continuamente sulla sua lingua, edifica chi ascolta, cerca sempre di portare il discorso su cose buone, cammina gravemente, parla con umiltà, non fa le cose per forza, per farsi vedere, ha pensieri molto seri.
La vita interiore si manifesta nell'amore alle pratiche di pietà.
Una volta, avendo domandato ad un ragazzino, verso le otto, che cosa avesse fatto per l'anima dopo la Messa, cioè se si fosse
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ricordato del Signore, mi rispose: Ho solamente fatto tre Comunioni spirituali . E gli rincresceva di aver fatto ancora così poco. Alcune invece non ne fanno due in tutto il giorno. Chi ha la vita interiore, per quanto sta da sé, non lascerebbe mai la Messa, la Comunione, la meditazione, sa che al mattino si ricevono le grazie più belle, che Gesù Cristo si manifesta come verità nella meditazione, come via nella Messa, come vita nella Comunione. Chi non ama la vita interiore dimentica facilmente le pratiche di pietà o le fa male. Per farle bene bisogna servirsi dei libri, così si segue la strada maestra, mentre chi non li usa è come chi va a zonzo, camminando nei boschi. Chi ha veramente la vita interiore non perde un minuto secondo di tempo in tutta la giornata, tanto meno in chiesa, sa sempre cosa chiedere al Signore, procura di dirgli tante cose, chi invece non l'ha non sa che cosa sta facendo1.
La vita interiore è lo sforzo abituale per acquistare virtù e santità. Quanta violenza si fa chi ha vita interiore, come si domina! Chi non l'ha invece, spesso lavora anche molto, ma tutto è esteriorità. Prima l'anima, diceva il Cottolengo. Chi non ha vita interiore ha molte cose da dire e da fare, ma non pensa all'anima, ha sempre voglia di essere prima tra le altre. Chi ha la vita interiore ama molto il nascondimento, sta buona ed esercita le virtù del cuore, il fervore interno. La vita interiore produce vere virtù interne e fa [acquistare] meriti veri. Maria è il modello delle anime interiori. Non vale amare solo le cose esterne, talvolta anche l'apostolato è tentazione, ma il Signore provvede, e l'essere molto esteriori non ci fa fare alcun merito. Chi invece ha la vita interiore è forte nell'occasione, non si lascia attirare, accetta qualunque obbedienza, è paziente. [Queste anime] che occhiate danno alle immagini della Madonna! Progrediscono, ottengono presso Dio, sono semplici, rette, tutto per loro è [occasione di] merito nelle ventiquattro ore del giorno, la maggior parte dei meriti li acquistano con la pazienza. La bontà nelle anime di vita interiore non si conosce subito, ma si manifesta poi. Le piante sembrano secche, ma poi si rivestono di foglie, ed è allora che si conoscono le secche dalle fruttifere: chi ha la vita interiore porta molti frutti e li aumenta sempre.
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Ci si accorge all'esterno di chi mangia e digerisce bene, e ha energia, [mentre] chi digerisce male impallidisce, ha poca forza. Chi ha vita interiore, che bei propositi fa! Scrive le prediche e fa sempre bene i propositi. Nella meditazione si riconosce se c'è vita interiore, se si fanno i propositi e si ricordano, e i nostri propositi ne sono un'applicazione.
Con tanta carta che continuamente maneggiamo, non ne troviamo un pezzo per notare i nostri affari di coscienza? Nel giorno del giudizio che vergogna proverà l'anima che ha peccato! Tutto passa, solo la vita interiore rimane. Il solo apparire, accomodare, è astuzia umana che fa colpo, ma passa. La vita interiore invece è fatta di propositi, di esami, di amore al catechismo, all'istruzione religiosa, alla meditazione, alla Messa, ecc.
Anche chi ha poca intelligenza può intendere il senso della vita interiore. L'anima ha bisogno di una persona che la guidi e la formi. Io temo molto l'esteriorità perché è un inganno. S. Bernardo diceva al Papa: Tutte le tue occupazioni come Papa meriterebbero di essere maledette, se tu non facessi l'esame, la Visita, ecc.2. Il vostro padre [S. Paolo] prima è vaso di elezione e poi dottore.
Se volete che Dio si prenda cura delle vostre cose esterne, cercate prima il regno di Dio, abbiate cura di voi stesse, badate prima di tutto alla vostra anima. Spesso l'anima ha fame e sete, stenta, è tisicuccia, e non la si cura. Per essere esaudite, esaminiamoci, e affidiamo a Maria i nostri propositi.
Fatevi sante3, state raccolte, buone, che Gesù trovi nella casa nuova un giardino di gigli, di rose, di viole.
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* Meditazione, in dattiloscritto, carta vergata, fogli 2 (21x31). Nell'originale, circa la data, è scritto: “Roma, nel mese della Conciliazione 1932. Meditazione del Rev.mo Primo Sig. Maestro”. La conciliazione tra Stato italiano e Chiesa avvenne l'11 febbraio 1929, si presume perciò che la meditazione sia stata tenuta nel mese di febbraio. Inoltre nei giorni 4 e 5 febbraio 1932 Don Alberione si trovava realmente a Roma (cf LMT 25-26), quindi la data potrebbe essere: 4 febbraio 1932. È stato eliminato il sottotitolo: “Che cos'è - cosa importa - come praticarla”.

1 Originale: si faccia.

2 Cf meditazione n. 25 del 1931, nota 3.

3 Originale: santine.