Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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VII
L'AMOR DI DIO

[47] Diciamo sovente a Gesù: Fac cor nostrum secundum cor tuum1. Il Cuore di Gesù si manifesta specialmente con tre virtù: l'amor di Dio, la mansuetudine, l'umiltà.
Vediamo la prima: Cos'è l'amor di Dio? È la tendenza del nostro cuore verso Dio, verso il cielo, verso il Tabernacolo. Alcuni sentono più l'amor di Dio come divozione al Sacro Cuore, altri lo sentono di più come amore all'Eucarestia, altri lo sentono di più come amore al cielo, oppure come amore alla sofferenza, come amore alle anime. Altri lo sentono di più come amore alla Madonna, altri come amore alla presenza di Dio, altri sentono di più l'amor di Dio come desiderio di fuggire il mondo, come amore alla solitudine, al raccoglimento. L'amor di Dio si manifesta in tante maniere; pure essendo uno solo fa compiere le cose più disparate.
[48] | L'amor di Dio è una fiamma che ci trascina un po' in un senso, un po' in un altro. È fiamma e fuoco, e il fuoco può compiere tante cose: cuoce, distrugge, fa muovere i treni, ecc., così l'amor di Dio produce effetti molto diversi. Il fuoco fa liquefare il piombo e indurisce il ferro.
Talvolta l'amore fa parlare, altre volte ci fa nascondere in una chiesa nel silenzio. L'amor di Dio non è distribuire le sostanze ai poveri, non è far gravi penitenze, non è una forma di apostolato, non è una cosa dei tempi, degli uomini: non è altro che amore.
Come si fa ad amare? Non c'è metodo: si ama, si fa quel che piace all'amato.
L'amor di Dio è la virtù fondamentale che ci dev'essere in un'anima. Alcune si fanno suore per star tranquille, senza fastidi: cercano la comodità, cercano se stesse. Altre invece si fanno suore e non desiderano altro che questo: amare il Signore e poi fare quello che lui vuole. Tante fanno consistere la vita religiosa in esteriorità; il loro amor di Dio ben presto si spegne. Disputano su cose secondarie e lasciano sfuggire cose essenziali. L'amor di
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Dio non chiede spiegazioni, non oppone difficoltà, non ha riserve né limitazioni; è qualcosa di interno.
Molte volte si ama davvero il Signore, molte altre invece si ama l' orgoglio, si parla di certe cose che difendono l'amor proprio. «Videtur esse caritas, et erat magis carnalitas»2.
Le religiose, dice S. Teresa [d'Avila], compiono grandi [49] | virtù, ma spesso i giudizi propri, l'amore di sé, oscura la fiamma dell'amor di Dio. Vi sono tante virtù bellissime che sono rose da questi vermi.
L'amor di Dio consiste nel fare con semplicità quanto vien comandato per amor suo, non per essere stimate. Si deve servire a Dio, non all'amor proprio. Bisogna considerare Dio come un buon padre, e noi come suoi servitori. «Se tu avessi tanta fede da trasportare le montagne, come alcuni santi e non avessi la carità, a nulla gioverebbe»3. La fede può stare senza amor di Dio (anime tiepide), ma in tale stato nulla si guadagna. Se anche si risuscitasse un morto, si facessero anche grandi miracoli, senza amor di Dio a nulla gioverebbe. Ci può essere una figlia splendida per salute, intelligenza e presenza, ma se non ha la carità, tutto ciò a nulla le gioverebbe. Lutero a diciotto anni era già professore di teologia, non poteva però liberarsi dai suoi peccati e dalla sua grande superbia. «Se io parlassi tutte le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei un bronzo sonante»4 diceva S. Paolo. La fede da sola non basta, neppure la speranza, ci vuole l'amor di Dio. Sentiamo il divin Maestro. Gli fu domandato: «Qual è il primo comandamento? E lui: Amerai il Signore Dio tuo, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutte le tue forze»5. Se non facciamo questo non facciamo nulla.
L'amor di Dio produce la retta intenzione: non si cerca questo o quello ma la volontà di Dio, [50] | si è indifferenti all'ufficio, all'orario, al cibo, alla compagnia. Quando si ha l'amor di Dio non si ha neppur l'attaccamento alla propria vocazione. Questo c'è, ma in secondo luogo. La retta intenzione manifesta l'amor di Dio: ha tanti aspetti, ma è sempre la stessa cosa.
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L'amor di Dio è una virtù fondamentale, non è esteriorità o ricerca di comodità. L'amor di Dio non chiede spiegazioni, non ha domande da fare, non ha riserve. L'amor di Dio ci fa amare le anime perché rende il nostro cuore simile al cuore di Gesù che tanto ha amato gli uomini. Quando si ama il Signore, l'apostolato diventa dolcissimo. Vi è l'apostolato dell'umiltà, della sofferenza, del lavoro: per il Signore è buono chi prega, migliore chi lavora, ottimo chi soffre.
Non impeditevi le grazie, ma apritevi la via al Signore, fate ciò che gli piace. Quando S. Giovanni Bosco decise di fondare la sua istituzione, prese quattro birichini, tirò fuori il fazzoletto e disse: Voglio fare di voi ciò che faccio di questo fazzoletto; siete d'accordo?. Sì, risposero. E tra essi vi furono don Francesia6, don Rua7, il cardinal Cagliero8.
Lasciate le espressioni vuote e di affettuosità terrena, quelle vuote di senso. Al giudizio si scopriranno le cose come sono; bisogna amare le anime, ma amarle davvero!
Il cuore nostro si accenda davanti al Tabernacolo, nella Comunione, nella Messa, nella Visita. Gesù è un fuoco, si è mostrato con una fornace di fuoco nel petto. Egli diceva: «Sono [51] | venuto a portare il fuoco sulla terra, e che altro voglio, se non che si accenda?»9. Per amore di Dio bisogna amare le pratiche di pietà e farle proprio bene. L'amore di Dio si conosce dalla retta intenzione, dall'amore alle anime, dall'amore alle pratiche di pietà.
Fate la meditazione sul Diario spirituale10, che è un libro che fa intendere bene in che consiste la perfezione. Bisogna impiegare una metà del tempo della meditazione nell'esame, nel proposito, nella preghiera. Bisognerebbe togliere tutto ciò che è esteriorità, per vedere se nell'interno vi è l'amor di Dio. Il cuore di Gesù ci infiammi di amore verso di lui. Figuratevi che Gesù vi chieda ripetutamente come a S. Pietro: «Mi ami tu?... Fino a che
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punto mi ami?»11. Vi sono molti che amano Gesù finché non incontrano sacrifici, poi vengono meno davanti al primo ostacolo. Il vero amore si conosce dalle prove; il monte degli amanti è il Calvario, non solo il Tabor. Se non amiamo il Signore siamo maschere, non suore; recitiamo una parte che non ci conviene.
Gesù affidò l'apostolato a Pietro dopo la sua testimonianza d'amore, poi gli fece subito provare quanto avrebbe dovuto soffrire, e il Vaticano12 fu un altro Calvario. Fin dove arriva il nostro amor di Dio?
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1 «Fa' il nostro cuore simile al tuo».

2 Cf Imitazione di Cristo I, 15, 2: «Accade spesso che ci sembri amore ciò che è piuttosto attaccamento carnale».

3 Cf 1Cor 13,2.

4 Cf 1Cor 13,1.

5 Cf Mt 22,36-37.

6 Francesia G. Battista (1838-1930), piemontese, fa parte del gruppo che il 18 dicembre 1859 dà inizio alla Società salesiana, ufficialmente costituita da Don Bosco.

7 Beato Rua Michele (1837-1910), torinese, sacerdote. Primo successore di Don Bosco nel governo della Società Salesiana.

8 Cagliero Giovanni (1838-1926), piemontese. Sacerdote, missionario salesiano e vicario apostolico in Patagonia (Argentina).

9 Lc 12,49.

10 Diario spirituale, o. c.

11 Cf Gv 21,16.

12 Allusione al colle Vaticano, in Roma, dove Pietro fu crocifisso durante la persecuzione di Nerone e ivi sepolto.