IV
LA PASSIONE PREDOMINANTE
[119] La divozione al sacro Cuore di Gesù nasce e vive nel santo Tabernacolo e ci otterrà la grazia di guidare il nostro cuore e di portarlo bello, mondo, santo al Signore.
Il nostro cuore è la sede delle passioni. Esse, come già abbiamo detto, non sono in sé né merito, né peccato; si possono paragonare al tempo di vita: aver del tempo maggiore o minore di vita non è niente, dipende dal modo in cui si occupa. Chi lo adopera bene è meglio che ne abbia tanto per farsi tanti meriti, chi lo perde è meglio che ne abbia poco per non aumentare la responsabilità.
Così è delle passioni: se ci servono ad andare al Signore è meglio che siano forti; i santi sono tutti uomini di passioni violente; il merito infatti [120] | non sta nell'aver avuto un carattere mite e buono, ma nell'averlo saputo rendere tale.
Vi sono anime che si scoraggiano: Sapesse, sono piena di tentazioni, pensieracci!. Lo so, e ne avrai fino alla morte; bisogna che tu faccia il proposito di combatterle e di vincere le passioni e le tentazioni, non il proposito di non sentirle. In questo noi ci sbagliamo tanto, per cui molte anime dopo aver fatto il proposito, se hanno nuove tentazioni si scoraggiano; vorrebbero far le sarte stando tutto il giorno in cucina? Se hai fatto il proposito di esser paziente, bisogna che abbia occasione di esercitare la pazienza o altrimenti, come farai ad acquistar questa virtù? Si sa già che, fatto un proposito su una virtù, le tentazioni fioccano su quella, perché la passione si ribella, non vuol essere estirpata, mandata via. Le nuove tentazioni sono occasione di merito se sono combattute e vinte, ma sono occasione di peccato se ci lasciamo dominare da esse. Ne viene quindi che noi dobbiamo combattere le nostre passioni: sette ne enumera il catechismo, e tutte sono guidate da una che è la predominante.
1) Che cos'è la passione predominante? 2) È necessario combatterla e vincerla? 3) Come si fa?
1. La passione predominante è quella passione più robusta e più forte che c'è in noi. Il popolo ebreo aveva chiesto al Signore
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un re e il Signore lo indicò così al sommo sacerdote: «Raduna tutto il popolo, l'uomo più alto di tutti [121] | quanti, è il re eletto, quello che guiderà il popolo alla battaglia»1. Quell'uomo fu Saulle. La passione predominante è quella che passa su tutte, è la più forte.
Tutti abbiamo le sette passioni capitali, specialmente la superbia, l'avarizia, la sensualità; ma se la più forte fosse la superbia, questa, pur lasciando che le altre due passioni si facciano sentire, le domina sempre; ad esempio, se un cuore è pieno di avarizia, non spenderebbe un centesimo per non separarsene, eppure, a volte, la superbia è così predominante che riesce a far spendere almeno per farsi lodare. Lo stesso può capitare ad una persona che per pigrizia non si muoverebbe, ma per superbia è spinta ad operare. Così era dei farisei che digiunavano in pubblico ma, essendo schiavi della gola, sfogavano poi questa di nascosto, perché la superbia era ancor più forte della gola. Quella persona è sensuale, ma non appare all'esterno, cammina con gli occhi bassi, è devota, ma lasciate che vada via chi le dà soggezione e allora si svela. Vi è in noi una passione che predomina e nel caso opportuno fa tacere tutte le altre. Quindi la persona superba è ipocrita, è capace di vincere la pigrizia e mettersi a pregare per farsi vedere devota, di rinunziare a certe soddisfazioni per farsi vedere mortificata; ecco i gesti che fa la superbia!
La passione predominante è quella che difendiamo, amiamo e scusiamo e si nasconde con grande astuzia. Se ci correggono di certi difetti, lasciamo fare, ma se ci toccano sulla passione [122] predominante, allora sì che strilliamo! Se uno è ferito al braccio, finché lo toccano in altre parti lascia fare, è lì quieto, ma se gli toccano la parte ferita, che strilli! Se ci toccano dove abbiamo la parte del cuore sensibile, guai! La difendiamo, troviamo mille scuse e vie per salvarla e anche negli Esercizi se non si sta attente essa si nasconde, mette avanti le altre più deboli e si salva ancora, e se la scoprite, se riuscite a tirarla fuori per il collo, vedrete che strilla, si dibatte: non solo, ma quella persona si scoraggia ancora, perché è stata toccata nel punto debole. Quante volte farete inutilmente gli Esercizi se non toccate quel punto lì. La passione predominante è la causa più comune di tutti i nostri
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peccati e potrebbe essere l'unico peccato da confessare. La persona pigra, ad esempio, nel confessarsi può dire: Io al mattino ho trascurato la Comunione, ho fatto tardi all'orazione, male nell'apostolato, ecc., ma se si guarda a fondo è solo pigrizia e si può confessare tutto lì. Lo stesso è per l'invidia che si ficca dappertutto e fa vedere tutto di traverso. L'accidia, cioè la pigrizia spirituale, porta così facilmente alla vita tiepida, e questa è proprio quella che ferma nella vita spirituale, è il cammino di quella persona che è svogliata, sbadiglia, si siede, tutte le ragioni la fermano; ha da salire sul monte della perfezione e tutti i momenti ne ha una per fermarsi. La tiepidezza è l'accidia e fa sì che quella persona con tanti buoni desideri sia sempre indietro. Guai a non vincere la pigrizia, essa diventa passione [123] | predominante, si mostrerà in tutto e quanti cattivi esempi seminerà!
Se la passione predominante è la causa di ogni peccato, ha però questo privilegio, che se la combattiamo e vinciamo, è vinto tutto. S. Francesco di Sales per ventidue anni combatté la passione predominante; almeno ventidue volte fece gli Esercizi sulla passione predominante, finalmente riuscì a vincerla e fu dominato il cuore, furono vinte anche le altre passioni.
2. Come vincere la passione predominante? Il primo passo è conoscerla. Negli Esercizi bisogna che ci domandiamo qual è in noi la passione che domina e se non la trovate da voi, è necessario che chiediate a chi vi guida. Il secondo passo è mettervi al lavoro e combatterla, ma è bene non prenderla tutta assieme, per non far troppa fatica, perché il vincere noi stessi è proprio un gran lavoro; conviene che noi lo dividiamo questo lavoro perché sia meno difficile. Per esempio si ha da combattere la superbia; si può dividere in tanti punti: superbia delle parole, dei pensieri, coi superiori, con gli uguali, con gli inferiori, cominciando dai passi più facili per andare gradatamente alle cose più difficili. Si potrebbe prendere per un anno come punto da combattere e vincere la superbia nel pregare, e allora l'esame si farà in questo modo: Perché ho poche grazie? Perché ho la superbia nel pregare, non ho il senso del bisogno di Dio, non ho l'umiltà nel cuore. Ricordiamo il fariseo e il pubblicano.
[124] | Ecco perché tante confessioni non hanno frutto: non diciamo abbastanza bene che siamo superbi, vogliamo le grazie da Dio e non sappiamo far atti di dolore. Ecco perché i nostri rosari non
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sono graditi alla Madonna: perché non sono di figli umili. Ecco perché non abbiamo raccoglimento: perché nella preghiera c'è la superbia.
La superbia impedisce lo spirito di raccoglimento, perché il superbo è sempre travagliato da fantasie, da preoccupazioni, e non ha mai quel senso intimo di comunicazione col Signore di cui gode l'anima umile. Ebbene il modo di combattere la superbia è questo: acquistare il fervore.
3. Bisogna indirizzare tutti i nostri sforzi alla vittoria sulla passione predominante. La Comunione ci deve portare a vincere la passione predominante; la meditazione, col proposito già fatto la sera prima, la Messa, la Visita, le Confessioni, i ritiri mensili, tutto deve essere ordinato a questo, con forze unite; chi divide le forze non fa nulla. Dirigete alla lotta contro la passione predominante tutte le forze, le preghiere, gli esami di coscienza, i consigli che chiedete, segnate sempre sul libretto dopo l'esame, fate la somma settimanale, mensile, annuale delle vittorie e delle mancanze; se non adoperate questo metodo per l'esame di coscienza non riuscirete mai a farlo bene. Ma io non mi esamino più, perché mi scoraggio a segnar tante sconfitte. Intanto abbandonando il campo hai perso la battaglia. Non sai? «Militia est vita hominum [125] | super terram»2. Se noi lasciamo che il difetto domini sopra l'anima siamo perduti; è necessario che combattiamo coraggiosamente, con forza, senza mai arrestarci.
Vi sono alcune astuzie da adoperarsi per vincere la passione predominante, particolarmente quella di imporci una penitenza proprio contraria alla passione predominante. Per esempio, ci domina la superbia con le figlie che essa ha sempre assieme e prima di tutte l'invidia? Orbene: provate a dire a quella persona che non vi va, che avete l'invidia verso di lei, perché è più buona o più stimata, e voi avrete vinto, perché è più efficace questa mortificazione che tre quarantene a pane ed acqua. Cosa ne può lo stomaco se il cuore è malato di invidia?
Bisogna curar così la parte malata, con energia; certi rimedi fan ridere o insuperbire solo, perché l'anima si illude di aver riportato una vittoria, mentre l'amor proprio si vanta di aver fatto
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un passo avanti. La sacra Scrittura dice: «Sei un uomo avaro? Fa' elemosina!»3 e così si vince.
Alle volte le passioni sono altre, per esempio la sensibilità, e allora giova non parlare finché non sia finita l'impressione e il cuore sia tornato tranquillo. Vi sono tanti rimedi contro le nostre passioni, ma sono da considerarsi di più quelli che vanno contro l'amor proprio.
Altra astuzia è leggere un libro che parla di quella virtù che si vuole acquistare o del difetto che si vuole vincere. Conviene pure usar l'astuzia di confessare prima la passione predominante, [126] | e ciò che la tocca; le altre cose poi si confessano in un attimo.
Non bisogna mai dar requie alla passione predominante. Quando si è incominciato a vincere il cuore, si prende animo, si ha più coraggio; vengono anche gli scoraggiamenti, ma non bisogna darvi retta e disanimarsi, c'è il rosario e finché c'è il rosario e le umiliazioni da prendere, c'è salvezza ancora. Avanti con coraggio!
Voi siete in pericolo di cambiare il proposito facilmente, perché le donne sono più portate a questo. Sentite prediche qua e là e per ciascuna vorreste fare un proposito diverso. State ferme, non guastatevi lo stomaco con tanti cibi diversi, fate bene gli Esercizi, stabilite il vostro proposito e tenetelo per tutto l'anno. È questo il tempo di maggior luce, di maggiori grazie, di maggior aiuto spirituale. Se voi fate bene i vostri Esercizi il Signore vi farà prendere la risoluzione giusta, chiara che non bisogna più revocare. Fuori di questa occasione non avrete più la stessa luce, né chi vi guida secondo il vostro spirito, che vi conosce profondamente. Negli Esercizi il Signore vi dà le grazie che vi servono, vi dà luce, ma poi state ferme sui propositi fatti. Al Signore piace tanto questo atto di amore che è la docilità, perché la mutabilità è indizio di oscurità e di incostanza. Per ventidue anni ho preso la mia collera per il collo! diceva S. Francesco di Sales. Se anche aveste da combattere ventidue anni, non spaventatevi, non cadete nella tentazione di mutabilità. Lungo l'anno non si mutano i propositi, [127] | eccetto che si tratti di colpe gravi nelle quali bisogna subito intervenire seriamente. Notate però che la passione
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predominante non porta generalmente peccato grave, è veniale in sé, ma può essere grave nelle conseguenze, perché può allontanare il cuore da Dio.
Essa può essere l'attaccamento a una sorella o alla famiglia, l'invidia, il travolgimento del cuore per causa dell'ira, un libro, una figura; spesso è qualche cosa che si nasconde sotto cose piccole, ma continue.
Il combatterla non è un consiglio, è una necessità: o vincere o morire; se non vinciamo noi ci vincerà essa. Le anime perdute sono quelle che non hanno vinto, le anime salve sono quelle che hanno vinto se stesse.
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1 Cf 1Sam 10,23-24.
2 Gb 7,1: «La vita dell'uomo sulla terra è una milizia» (Volgata).
3 Cf Tb 4,7.