Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

XIV
CARITÀ DI FAMIGLIA

[208] In questo giorno consacrato all'Assunzione di Maria al cielo, voi chiudete gli Esercizi; vuol dire che metterete nelle mani della Madonna i vostri propositi e vi metterete sotto il suo manto per tutto l'anno. Che la nostra beata Madre ci tenga la sua santa mano sul capo affinché non commettiamo più peccati, ma trascorriamo santamente il nuovo anno. Lavoriamo, lavoriamo, facciamoci dei meriti ora che ne abbiamo tutti i mezzi e le forze; la morte si avvicina a grandi passi, facciamoci dei meriti per mandarli là, alle porte dell'eternità dove ci aspetteranno. Chi semina grano, raccoglie grano, chi semina rose e gigli, raccoglie rose e gigli, e chi semina cardi e spine, cosa volete che raccolga?
Il Vangelo dice che vi erano dieci vergini, [209] | ma cinque di esse erano prudenti e cinque stolte. Essendo stolte quelle cinque non badarono ad essere operose, a lavorare e a metter l'olio nella lampada per trovarla pronta all'arrivo dello sposo, anzi cominciarono a sonnecchiare: simbolo della tiepidezza, e poi si addormentarono: simbolo del peccato. A mezzanotte si udì l'annunzio della venuta dello sposo; le vergini stolte si trovarono con la lampada spenta, mezzo addormentate e con grande affanno chiesero dell'olio alle vergini prudenti; queste ne avevano bisogno per la loro lampada. Le vergini stolte ricorsero allora ai negozianti, ma intanto persero tempo e non poterono più entrare al convito; bussarono alla porta, ma fu risposto loro: «Nescio vos!»1: non è più tempo, dovevate essere pronte all'arrivo dello sposo. Invece le cinque vergini prudenti (prudente è colui che si fissa bene il fine e poi prende tutti i mezzi adatti per conseguirlo), guardarono le loro lampade, le ripulirono, le rifornirono di olio, e stettero sveglie ed in preghiera ad aspettar lo sposo. Sentendolo arrivare, in fretta accesero le loro lampade e lo accompagnarono al convito.
Gesù conclude: «Sint lumbi vestri praecincti, et lucernae
~
ardentes in manibus vestris»2. Siate sempre pronti a morire, siate in istato tale da non aver peccato grave, non peccato veniale, non penitenza da scontare in purgatorio, né debiti da soddisfare. «Lucernae ardentes» indica i meriti; giorno per giorno radunate i meriti; se avrete molto amor di Dio nel cuore, quando sentirete vicina la morte: «Quum venerit et pulsaverit, [210] | confestim aperiant ei»3, subito siate pronte, con un atto di dolore, a morire.
Vuoi confessarti?, vi si chiederà ancora. Ho messo la mia anima a posto negli Esercizi, nei ritiri, nelle confessioni settimanali, mi pare di non aver più nulla da confessare. Penitenza mi pare di averne cercata sempre. Un'ultima assoluzione, tanto perché sia tolto anche il più piccolo granello di polvere, poi viene Gesù come Viatico, il sacerdote dà l'indulgenza plenaria e l'anima se ne va col suo Sposo, poiché è stata vigilante in attesa della venuta di lui.
Quando invece un'anima non è a posto di coscienza, che lotta, che affanni, che agitazioni! Come è doloroso quando non si è pronti! Capita proprio ciò che è capitato alle cinque vergini, vergini sì, ma non prudenti. «Nescio vos!» fu la risposta di Gesù. Bisogna che facciamo le cose sempre come se dovessimo morire subito dopo. Ogni corso di Esercizi, ogni ritiro, ogni confessione e ogni giorno della vita sia come l'ultimo. Se la morte arrivasse all'improvviso, nel cuore della notte, aspettare il confessore, stare nell'incertezza, che cosa terribile sarebbe! Chissà quali pentimenti si avrebbero, ma credete che tutto questo sia il dolore che cancella i peccati? No, questo è solo spavento, non è questo il dolore delle anime penitenti.
Accumuliamo meriti quanto possiamo, ma non crediamo che i meriti siano le molte preghiere, no, queste sono soltanto i mezzi; i meriti sono le virtù, la mortificazione, l'umile obbedienza, la [211] | carità, la fede, la speranza, la dolcezza umile, la condiscendenza, il nascondimento, il raccoglimento, la laboriosità, l'umiltà di cuore, di mente. Nella vita pia si cade facilmente in due inganni: o nel credere che il merito stia nella preghiera, o credere che stia tutto nel lavoro; non vale la preghiera senza le opere, e il lavoro senza la preghiera è nullo.
~
Consideriamo ora la carità di famiglia, cioè la carità che dovete usare in casa, in ogni giornata, fra di voi. 1) Cos'è la carità di famiglia; 2) come si pratica; 3) cosa importa.

La carità di famiglia è l'affetto, la bontà verso le persone di casa. È l'esercitare le opere di misericordia spirituale e corporale verso le persone della propria famiglia spirituale. Esercitano la carità di famiglia quelle che curano la beneficenza, che hanno cura della povertà, che assistono i malati, che aiutano ed assistono le piccole, fanno scuola, fanno il catechismo, eccitano le vocazioni, cercano di rendere l'apostolato sempre più spirituale, hanno cura che in nessun luogo della casa si offenda il Signore, ma tutte si facciano meriti, pregano per tutti, danno buon esempio: tutte queste persone esercitano le opere di misericordia fra i membri della famiglia spirituale.
Vi sono di quelle che se hanno da trattare con un signore, una signorina ben vestita, sono tutta gentilezza e sorrisi; se viene una con le zoccole o una di casa, non più zelo, non più sorrisi. La [212] | carità comincia da quelli che ci stanno attorno e ha molti pregi.
Quando c'è da fare del bene, si deve fare prima ai genitori, ai fratelli, alle sorelle, che non al vicino, all'amico; è obbligo di coscienza e può essere peccato il preferire una vicina alla mamma, una compagna alle sorelle, perché è legge di natura quella di voler più bene ai più prossimi, e chi è più prossimo dei fratelli, delle sorelle, ecc.? Voi avete qui una famiglia spirituale e il primo bene bisogna che lo facciate ai membri della casa. Gentilezze, preghiere, fatiche, in primo luogo per essi; non crediate che questo sia un consiglio, è un obbligo di coscienza, perché la carità dev'essere ordinata. Al povero che sta fuori si può dare un tozzo di pane e l'obbligo di carità è soddisfatto, ma alla sorella bisogna dar pranzo, cena, colazione, ecc., bisogna far scuola, dar buoni consigli, buoni esempi, assistenza.
Mettiamoci davanti l'esempio di Gesù: a chi ha dato più grazie? Alla sua mamma, al suo padre putativo, alla famiglia religiosa che si era costituito, e cioè a S. Pietro, S. Giovanni, S. Giacomo, ecc., e poi via via a chi gli è stato più vicino, in proporzione. Gesù ha fatto questo per darci l'esempio, perché noi facciamo come egli ha fatto. La carità prima di tutto sia verso quelli di casa, per precetto divino.
~
Poi per vantaggio nostro: il merito più grande non consiste nel far qualche gentilezza a chi vediamo qualche volta, ma nella continuità della virtù esercitata tutto il giorno. Sono proprio i [213] | membri della casa che dobbiamo tutto il giorno compatire, aiutare, edificare col buon esempio; non ci vuol molta virtù per far qualche sorriso a quelli di fuori, ma ce ne vuol molta per essere sempre buoni coi più vicini.
La vita comune è il grande esercizio di pazienza e carità, perciò essa forma l'ambiente in cui è più facile farsi santi. Quanti caratteri si trovano assieme, e ognuno deve guardare di adattare il suo a quello degli altri per non rendersi pesante e di sopportare a sua volta il carattere loro.
La carità è pregare, aiutare, dare buon esempio, fare dei santi attorno a noi. Quelle che abbassano il livello morale della comunità non si accorgono, ma qua rompono il silenzio, là dicono una parola pungente, ora si mostrano fredde e distratte nella preghiera, ora danno un esempio cattivo, ora è un discorso leggero e alla fine della giornata hanno guastato tutto.
Quelle che invece costruiscono, quanto bene fanno! Vi era una comunità di sessanta persone che conducevano la vita più dissipata: non preghiera, non osservanza, non silenzio. Entrò in essa un giovanetto pio, raccolto, fervoroso, osservante, diligente e in un anno e mezzo, quella comunità cambiò aspetto: che diversità allora! Che fervore, che profumo di virtù! Tanto può l'esempio e la preghiera per innalzare il livello morale di una comunità. Ad innalzarlo basta una fervente, come ad abbassarlo basta una dissipata, una chiacchierona, come avviene di una vite, che se è [214] | robusta e ben coltivata dà più d'uva che non ne diano altre trenta attaccate dagli insetti.
Come si esercita la carità in famiglia? Bisogna che essa parta dal cuore; desiderare tutte sante, altrimenti si toglie già l'essenziale; desiderare tutti i beni alle altre, che siano più diligenti, più virtuose, più lodate di noi. Quando comincia a spuntar l'invidia del bene altrui, si distrugge la carità in radice. Un'anima che non desidera la perfezione alle altre, non si fa santa, perché fa un peccato contro lo Spirito Santo. Chi è buona facilmente è invidiata e chi non ha voglia di far bene facilmente cerca di menomare la virtù delle altre. Perché i farisei ce l'avevano tanto
~
con Gesù? Perché questi era inappuntabile: «Chi di voi mi convincerà di peccato?»4. Quella sfida li atterrò: essi erano sepolcri imbiancati.
Gesù li chiamò vipere che mordevano e purtroppo erano così. Bisogna sinceramente desiderare la grazia agli altri, e anche le fortune materiali, penare con quelli che penano, godere con quelli che godono, desiderare che abbiano vita lunga, ingegno, che siano stimati e lodati. Non è gran merito essere attaccati ai superiori, anzi lo si può essere anche per vanità; nemmeno è gran merito servire agli inferiori, cosa che spesso si fa per tendenza naturale o per amor proprio; ma la carità verso gli eguali, questa è assai difficile! Si servirebbero i poveri e a volte non si avrebbe la carità verso gli uguali a nessun costo! Bisogna che esaminiamo il cuore su ciò. Quello che c'è nel [215] | cuore viene sempre fuori nelle opere, le quali sono: 1) pregare per il fervore di tutti, pregare e non mormorare se qualcuna sbaglia; pregare perché tutti si facciano santi, perché abbiano doni e grazie. 2) Dar buon esempio: l'esempio edifica se è buono; distrugge se è cattivo. Quanto hanno di responsabilità in una famiglia religiosa coloro che non danno il buon esempio! 3) Prestare aiuto spirituale: consolare, esortare, illuminare, insistere presso i titubanti e gli scoraggiati, fare il catechismo, dar gli avvisi, dir le mancanze nascoste alle Maestre, far scuola, insegnare nell'apostolato, guidare le inferiori, aver zelo per le vocazioni. 4) Aiuto materiale: difendere la stima, far risaltare il bene, far attenzione a non mettere in discredito, a non rilevare i difetti altrui, a non ricordarli; aiutare negli studi, nell'apostolato, nelle cose di beneficenza, servir le ammalate, attendere alla pulizia, far le cose di apostolato con diligenza; queste sono opere di carità spirituale e corporale insieme.
La vita comune è un esercizio comune di carità. Quanto si amavano Gesù, Maria e Giuseppe, come si prevenivano nei desideri gli uni gli altri, quanti esempi edificanti fra quelle quattro mura! Veramente essa era una famiglia sacra! Sia anche la vostra una famiglia sacra e quanto più essa è piccola più è meritorio e facile l'esercizio della carità: ciascuno badi a far bene la sua parte. La vostra famiglia spirituale nasce ai piedi dell'altare
~
mediante i voti, quindi è sacra; essa è per santificare prima voi, poi gli altri. È dalla vostra [216] | famiglia spirituale che vi aspettate l'assistenza nell'ultima malattia, essa vi darà la sepoltura e con essa volete godere l'eternità felice, dunque vogliatevi bene, tanto bene fra voi. Chi non ha carità trova sempre ragioni naturali da portare per mormorare, per scusarsi e accusare, invece chi ha la vera carità spirituale, trova sempre ragioni per compatire, per adattarsi agli altri, per scusare almeno le intenzioni.
Chiediamo questa carità ai cuori santissimi di Gesù e di Maria; nasca essa dal cuore e si sviluppi in buoni frutti di vita eterna.
~

1 Mt 25,12: «Non vi conosco».

2 Cf Lc 12,35: «Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese».

3 Cf Lc 12,36: «Per aprirgli subito, appena arriva e bussa».

4 Cf Gv 8,46.