Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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ESERCIZI SPIRITUALI - AGOSTO 1932

Gli Esercizi spirituali predicati da Don Alberione ad Alba nell'agosto 1932 constano di quattordici istruzioni, stampate in Haec Meditare, II, 4, pp. 89-216, insieme al corso di Esercizi tenuto nel mese di luglio dello stesso anno a Roma.

Nella istruzione iniziale è sottolineato il valore degli Esercizi che sono «giorni in cui Dio istruisce l'anima, giorni di fede, di virtù, di grazia» (I). Segue la presentazione della «via purgativa» che tende a purificare il cuore da tutto ciò che è negativo mediante il sacramento della riconciliazione (II), la lotta interiore alle passioni disordinate (III), in particolare alla passione predominante (IV).
Seguono gli inviti per un itinerario di crescita nella via della perfezione. Nelle due istruzioni
Il cuore a Dio, Don Alberione richiama due elementi essenziali: innanzitutto liberare l'anima da ogni «impressione» negativa ed elevarla a ciò che è bello, buono, vero (V); in secondo luogo aprire il cuore all'influsso della grazia con la «purezza dei pensieri, l'osservanza dei comandamenti, l'unione con Gesù», così da lasciarsi invadere dall'amore irrompente di Cristo, come Paolo che ha osato dire: «Chi mi separerà dall'amore di Cristo?» (VI).
Passa quindi a parlare dell'amore al prossimo che per la paolina è sollecitudine apostolica, ossia far conoscere a tutti l'amore salvifico di Dio diffondendo la buona stampa. «Preghiamo, seminiamo, dice con forza il Fondatore, non importa se novantanove parti del buon seme cadono per terra, quell'uno che cade in terreno buono compensa tutti gli sforzi fatti, qualche cosa nascerà e produrrà. Anche se si dovesse salvare un'anima sola, vale ben la pena di lavorare per tutta la vita, dopo che Gesù ha dato la sua per salvarla» (IX). L'apostolato, in questa linea, vivificato dalla preghiera, specialmente attraverso la Visita al santissimo Sacramento, si traduce in molteplici e feconde iniziative di bene (X).
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Don Alberione ancora invita a riflettere sulla vocazione religiosa, considerata come risposta al Signore e offerta di tutto il proprio essere nella fedeltà ai consigli evangelici (VII). La retta intenzione, «aspirazione pura, retta e santa se mira davvero a Dio» (VIII), la meditazione, ottimo mezzo di perseveranza (XI), l'esame di coscienza che «scruta il bene e il male fatto, le inclinazioni, lo sforzo, il progresso» (XIII), la vita comune, presentata nelle sue difficoltà e nei suoi valori (XII) sono mezzi indispensabili per vivere la carità di famiglia e creano «l'ambiente in cui è più facile farsi santi» (XIV).

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