Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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26. L'IMMACOLATA *

È bene che ci fermiamo sull'Immacolata per prepararci meglio alla sua festa.
L'Immacolata, come il Natale, sono due periodi, due feste di grazie abbondantissime, e più ci prepareremo bene e più riceveremo.
1) Che significa Immacolata? 2) Qual è la missione dell'Immacolata? 3) Come celebreremo la festa dell'Immacolata?

1. Cosa vuol dire Immacolata.
Immacolata vuol dire senza macchia, vuol dire che la nostra santa Madre fu dal primo istante della sua esistenza tutta bella e santa; non ebbe bisogno1 di essere purificata, poiché era senza il peccato originale. Ecco il concetto: Adamo disubbidì al Signore mangiando del frutto proibito e con quel peccato perdette ogni dono ricevuto da Dio. Egli era come ogni altra creatura, ma Dio, volendolo fare re della natura, volle che quel suo primo figliuolo fosse dotato di quattro doni: 1) la grazia di Dio che gli avrebbe dato diritto a un paradiso straordinario, essendo egli per la grazia amico del Signore; 2) l'immortalità: non soggetto quindi alle malattie e alla morte; 3) l'integrità: non avrebbe avuto certe tentazioni, né sentite le concupiscenze; 4) la scienza infusa, una scienza straordinaria, di modo che non solo avrebbe conosciuto le cose divine per sé, ma ancora per insegnarle ai suoi figli.
Questi doni erano veramente regali, era il padre ricco che lasciava al suo figlio prediletto ogni ricchezza, perché questi a sua volta la tramandasse ai suoi figli. Ma il padre Adamo perdette questi beni con il peccato originale e meritò per sé l'inferno.
Noi con il solo peccato originale non meritiamo l'inferno, ma neppure il paradiso, poiché abbiamo perduto la grazia che Adamo avrebbe dovuto lasciarci in eredità. Con il Battesimo però, la acquistiamo e [così] viene cancellato il peccato originale. È quindi
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un peccato che passa in tutti come conseguenza del fallo del padre che ha sciupato i suoi beni. È un peccato diverso da quelli che commettiamo noi, perché noi offendiamo personalmente il Signore, questo [invece] lo abbiamo ricevuto in eredità.
La Madonna non ebbe alla sua nascita questa macchia, poiché ella nacque come figlia d'eccezione, nacque amica di Dio, senza macchia e con tanta grazia da superare quella degli angeli del cielo e dei santi insieme, perché fin da allora era considerata come figlia prediletta di Dio, madre del Signore e sposa dello Spirito Santo. La santa Madonna non nacque soggetta alle tentazioni, il suo cuore fu sempre puro; bastava che concepisse un buon pensiero e non trovava difficoltà a metterlo in pratica; non ebbe mai tentazioni di superbia, di pigrizia, di gola, ecc. Non ebbe il fomite delle passioni, ma fu in lei addirittura estinto. Maria santissima non nacque ignorante, ma fu subito la sede della sapienza. Maria non nacque soggetta come noi a dolori patologici, cioè non ebbe mai malattie, quindi non doveva morire di malattia, ma come una lampada si spegne quando ha consumato l'olio che le dava vita, ella, consumati gli ardenti palpiti del cuore che assottigliavano il suo corpo, si spense. Ella sentiva come noi la fame, la sete, la stanchezza, ma essendo il suo corpo già redento dal Signore prima della nascita, non poteva avere malattie, né doveva essere preda della corruzione dopo la morte, infatti fu purificato, risuscitato ed assunto in cielo.
Ecco la differenza che passa fra la nascita della Madonna e la nostra: ella non fu macchiata dal peccato originale e non ne sentì le conseguenze, unica conseguenza fu la morte, non una morte comune, ma una morte d'amore, senza dolori, poiché ella sentiva sì i dispiaceri, ma non i dolori fisici.

[2. Qual è la missione dell'Immacolata].
Tutti i figli di Adamo rimasero sommersi dal diluvio del peccato, Maria sola fu la navicella che restò immune in quel gran mare, perché portava in sé la Vita, nostro Signore Gesù Cristo. Maria santissima fu preservata dal peccato originale, perché doveva essere la novella Eva. Ecco Eva nel paradiso terrestre, vergognosa si nasconde agli occhi del Signore e sente col suo compagno la terribile sentenza: tutti i figli che nasceranno da Eva saranno soggetti al peccato, privi della grazia, soggetti alla morte, alle miserie della vita.
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S. Bernardo dice che Eva fu la vera madre dei morti. Maria doveva cambiare il nome di Eva in Ave ed essere la vera madre dei viventi e quanti vanno a lei rimangono purificati, vivono bene, vanno in paradiso e sono i veri viventi.
Oh, beata sorte di Maria, la madre dei vivi, e disgraziata Eva, madre dei morti! E Maria santissima come divenne madre dei viventi? Il giovedì santo, nell'orto del Getsemani, Gesù aveva detto ai nemici: «È venuta l'ora vostra, l'ora delle tenebre»2. Il serpente compiva l'opera sua. E Gesù fu preso, legato, flagellato, crocifisso là sul Calvario. Il suo corpo, pendente da una croce, è tutto sanguinante. Ma non siamo più nel paradiso terrestre, dove il serpente strisciando fra le erbette insidia alla nostra madre Eva ed ella acconsente; ora il serpente si accosta a Maria che sta ai piedi della croce, ma è giunto il momento in cui si avvereranno le parole del Signore: «Verrà una donna a cui tu insidierai..., ma ella ti schiaccerà il capo col suo piede verginale»3. Ora Maria ha già messo il suo piede sul capo infernale e il serpente, come un rettile schiacciato sulla coda, si dimena e tenta con gli ultimi sforzi di liberarsi, parla ancora per bocca degli scribi e dei farisei che insultano Gesù, ma sono inutili gli sforzi, Maria ha vinto. Per un momento le tenebre hanno trionfato e il serpente già si gloria dell'opera sua, ora è giunta la sua nemica eterna e il capo è schiacciato dal suo piede.
Ecco il grande momento, e il paradiso è riaperto per noi. Con Maria santissima noi abbiamo ricevuto molto di più: l'opera del serpente per grazia fu mutata in merito. Gesù ci ha dato più grazia di prima: la sapienza e altre grazie in più di Adamo, perché egli non avrebbe mai avuto la Comunione, la Messa, e noi per mezzo di Maria abbiamo ricevuto tutto questo. È proprio vero che «dove abbondò il delitto, sovrabbondò la grazia»4.

3. [Come celebreremo la festa dell'Immacolata].
Maria ci libera dal peccato e converte i peccatori. Le figlie che non si sentono tranquille, che hanno forse la coscienza un po' agitata, facciano una bella confessione, anche senza ripetere i peccati, ma rinnovando o aumentando il dolore, versando molte
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lacrime perché lavino: un vero dolore lava tutto, fa immacolati. Ma ho già fatto una confessione lunga!. E ora falla breve, ma mettici tanto dolore ed estendila a tutta la vita passata. Ma sono così fredda, non sento il dolore!. Recita un rosario di cuore e Maria ti otterrà il pentimento sincero, perché ella è la nemica del peccato. Va' con confidenza, tu non sai come entri al confessionale e non vedi come ne esci, ma se ci vai con la Madonna, ne uscirai purificata, sta' tranquilla. La santa Madonna ottiene il vero dolore dei peccati. Unitevi, figliuole, per scacciare il peccato: né peccato grave, né veniale, né offesa al Signore neanche leggera! È tanto angustiato il Cuore di Gesù dalle offese degli uomini e viene a cercare conforto fra noi, e noi oseremmo scacciarlo e anche offenderlo? Ricorrete a Maria ed ella vi libererà da questo gran danno.
Maria ci libera dalle conseguenze del peccato, ci libera dall'ignoranza e ci fa facilmente apprendere le cose divine, purché abbiamo il cuore puro.
Maria ci libera dalle tentazioni e dalle concupiscenze: quando si è tentati, quando si sente il cuore che ribolle, in tempesta, quando le passioni vogliono il predominio, un rosario è il vero calmante, con esso si vincono i sette vizi capitali e il cuore torna calmo; provatevi a recitarlo.
Maria ci libera dalla morte eterna e ci darà modo e forza per resistere ai dolori.
Chi ricorre a Maria santissima avrà tanta grazia di Dio, amerà molto il Signore, perché Maria otterrà proprio questa grazia di cambiare le passioni del nostro cuore nella passione dell'amor di Dio e delle anime.
Preparatevi con molta umiltà di cuore e pentimento dei peccati, ma con molta fiducia nella misericordia di Dio e nell'intercessione della Madonna, madre di clemenza e di bontà.
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* Meditazione, in ciclostilato, fogli 2 (22,5x35), tenuta ad Alba il 4.12.1932, dal Primo Maestro. È stata stampata in quartino, senza data.

1 Si è tolta l'espressione: “del battesimo, né della circoncisione”.

2 Cf Lc 22,53.

3 Cf Gen 3,15.

4 Cf Rm 5,20.