XII
LA RISURREZIONE DELLA CARNE E IL GIUDIZIO FINALE
[68] Perché Dio ci ha dato questi pochi anni di vita? Rimarremo sempre quaggiù? No, dobbiamo andarcene presto, fra cento anni più nessuno di noi sarà ancora qui. Siamo sulla terra per prepararci al cielo: oh, il bel paradiso che ci aspetta! Siamo venuti da Dio, messi qui in prova, dovremo ritornare a Dio.
Chi sulla terra si istruisce molto nella religione, ama tanto Dio, coltiva molto la devozione, in cielo vedrà Dio, lo possederà, avrà il cuore inondato di gaudio. Andrà solo l'anima in paradiso? No, vi andrà anche il corpo, se sulla terra fu compagno all'anima nel fare il bene. Ma se con l'anima avrà commesso il peccato, con questa andrà nell'inferno.
Alla morte noi discenderemo nel sepolcro e [69] | l'anima tornerà a Dio. Il corpo avrà dunque il suo premio o il suo castigo. Un castigo è comune a tutti: la morte. La morte è il castigo tremendo dato nel paradiso terrestre ad Adamo ed Eva dopo il loro peccato. Quale orrore non incute a tutti il pensiero della morte!
Che pena fa un malato nel suo letto di dolore, disfatto dalle sofferenze, incapace del più piccolo movimento! Il respiro affannoso, gli occhi vitrei, le guance livide, a stento i parenti che lo attorniano soffocano i singulti, invano cercano di alleviare il sofferente. Si dà l'Olio santo per togliere gli ultimi resti del peccato, poi viene l'ultimo respiro, il cadavere vien deposto su un letto, si congiungono le mani, si intreccia la corona, si lega il volto; gli occhi son fissi, le labbra color di terra, se lo toccate è come il marmo, se lo chiamate non vi risponde: è morto. Si fa la sepoltura, il cadavere viene sotterrato, se scoprite la tomba dopo qualche tempo sarà irriconoscibile e disfatto. S. Francesco Borgia1 contemplando il cadavere della regina Isabella di Spagna, si sentì pieno d'orrore. L'aveva conosciuta avvenente, ammirata, acclamata da tutti, ed ora la morte col suo gelido bacio l'aveva ridotta ad un cumulo di putredine e marciume. Oh, come conviene
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che io serva un re, una regina incorruttibile!. E si convertì e si fece santo.
La morte è il gran castigo, bisogna tenervisi pronti e rendere meritoria questa grave conseguenza del peccato. Conviene procurare di acquistare l'indulgenza plenaria in articulo mortis. [70] | Conviene accettare non solo la morte, ma le conseguenze della morte, come Giobbe; il disfacimento del corpo si accetti in penitenza dei peccati con esso commessi.
Il nostro corpo discenderà nel sepolcro, ma non vi starà sempre. Verrà un giorno in cui questo mondo sarà alla fine, cioè quando il numero degli eletti in cielo sarà completo, allora tutto sarà ridotto come un immenso e silenzioso sepolcro; tutto sarà incenerito. Discenderanno dal cielo i quattro angeli che suoneranno la tromba finale, al cui suono i morti risorgeranno: «Sorgete, o morti»2. Si solleverà la polvere, si agiterà ovunque, si ricomporranno le ossa, le carni e la pelle, e sarà allora un esercito immenso di uomini. Si apriranno i cieli e verranno giù dal cielo le anime per riunirsi ai loro corpi, sbucheranno anche le anime dei reprobi in cerca dei loro corpi.
Il corpo degli eletti rassomiglierà a quegli angeli che venivano ad ossequiare Gesù, somiglierà a quello di Gesù, a quello di Maria. Il corpo di coloro che si consumano nell'esercizio dell'apostolato, quanto sarà bello! Ah, quei passi quanto renderanno belli i piedi di quel corpo fortunato! Il cuore di quella figlia che avrà amato tanto Gesù, come sarà bello! Il corpo sarà agile, sottile, risplendente, impassibile3, porterà scritto su di sé tutto il bene operato in vita: sulla bocca si vedranno tutte le preghiere fatte, le esortazioni. La fronte incoronata di gemme, che sono lo sforzo per star raccolta. Il corpo dei cattivi sarà [71] | pesante, macilento, deforme, puzzolente; su di sé avrà scolpito tutto il male commesso in vita. Quando uno è cattivo moltiplica i peccati all'infinito e non se ne accorge.
Risorgeremo col corpo bello e glorioso oppure deforme, secondo come ci saremo comportati in vita. Chi impiega ora il corpo nel fare il bene gli procurerà una gloria eterna, ma chi fa dei peccati, tremi, tremi. Soddisfa le sue passioni, ma ricordi bene: una goccia di piacere è corrisposta con un mare di pene.
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Ah, se molte figlie trattassero diversamente il loro corpo!
Scegliete dunque: come vorrete risorgere? «Qui amat animam suam, perdet eam»4. Chi ama il suo corpo lo perderà. Che terribile incontro dovrà essere quello dell'anima con il corpo di un dannato! Si uniranno come due mastini arrabbiati per maledirsi a vicenda in eterno.
Amate il corpo? Chi l'ama non lo risparmia affatto.
Gli eletti entreranno in cielo e i dannati saranno precipitati nell'inferno, là vi sarà Giuda la cui bocca è piena di serpenti, le cui mani sono rose dai vermi. Là vi è Caino, l'invidioso: ah, qual pena, qual tormento soffre! Alzate gli occhi al cielo: gli innocenti svolazzano fra gli angeli, cantano le lodi a Dio. Là vi sono i vergini, i martiri, coloro che avranno lavorato, scritto, insegnato, pregato tanto.
Porterete tra questi il vostro corpo? Sta da [72] | voi. Bisogna solo perseverare. La buona volontà ora l'avete: ci vuole solo la perseveranza. Il corpo spesso si ribella: non ha voglia di pregare, di lavorare, ha le sue esigenze, ma bisogna mortificarlo poiché il breve soffrire di quaggiù sarà ricompensato con un eterno godere.
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1 Francesco Borgia (1510-1572), spagnolo, di nobile famiglia, gesuita. Nel 1554 venne eletto terzo Preposito Generale della Compagnia di Gesù.
2 Cf Mt 24,31.
3 Cf 1Cor 15,42-44.53.
4 Gv 12,25: «Chi ama la sua vita la perde».