Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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XIII
L'ESAME DI COSCIENZA

[199] Qual è il segno da cui potete conoscere se avete fatto bene gli Esercizi? Non è quello di essere state otto giorni in silenzio, più raccolte, pregando di più, ecc., questo può accontentare le persone esteriori, ma il vero segno è l'aver concepito un grande dolore dei peccati e un vivo desiderio di emendazione. Non è neanche segno di aver fatto bene gli Esercizi il proporre cose esterne, come: Farò meglio l'apostolato, pregherò di più, ecc. Queste sono le conseguenze, il segno vero è di esserci riconosciuti superbi, carnali, umani, desiderosi della stima degli uomini, amanti delle comodità, poco amanti di Dio, fissi nelle nostre idee, golosi, attaccati alle nostre opinioni, e aver mosso guerra a queste passioni. Segno di aver fatto bene gli Esercizi è il concludere così: Lungo l'anno ho sempre preteso di aver [200] | ragione io, ora voglio proprio cominciare a riconoscere i miei torti e a dar sempre ragione a Dio.
Altro segno è l'aver conosciuto quanto è sconfinata la nostra alterigia, di aver veduto faccia a faccia il nostro io e di averlo preso per il collo.
Non tutti sanno fare gli Esercizi, perché questi sono una conversione, non una correzione di cose esterne, ma una correzione del cuore e di tutto l'interno. Neanche la confessione è segno di aver fatto bene gli Esercizi; a volte questa non è che una ninnananna; si dice tutto ciò che si è fatto durante l'anno e poi si ripiglia soddisfatte e indisturbate.
Segno di aver fatto bene gli Esercizi è l'aver scoperto quanto è malizioso il nostro io o astuto nel mettersi in vista o nel coprirsi, nello scusarsi e nel lisciarsi; altro vero segno è l'aver messo il dito sulla piaga o aver cominciato a curare di lì il male. Le cose esterne si correggono anche lungo l'anno e di solito basta l'assistenza che si ha, ma in tempo di Esercizi bisogna lavorare e confidare nella Madonna dicendole: Oltre che sprecar l'anno dovrò ancora sprecare gli Esercizi? No, non lasciarmi finire gli Esercizi senza avermi usato tutta la tua misericordia; non bastano otto giorni a conoscere quanto sia malizioso e ostinato questo io e a sradicarlo, aiutami tu e illuminami in questi pochi giorni.
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In seguito alla conoscenza del nostro io e alla lotta per sradicarlo viene l'amor di Dio, il fervore nelle pratiche di pietà e molte altre buone conseguenze.
Negli Esercizi il diavolo ci gira intorno più [201] | del solito, quindi bisogna fare un buon bilancio e disporsi bene onde non si abbia da cadere nei suoi lacci.
Vedremo ora: 1) cos'è l'esame di coscienza; 2) qual è la sua importanza; 3) come si pratica.

1. L'esame di coscienza è ordinato alla conoscenza di noi stessi in relazione con Dio. Non si tratta di conoscere noi stessi per cose esteriori, ma di vedere se la nostra anima si trova a posto, se ama davvero il Signore o se in noi domina l'amor proprio.
L'esame di coscienza è l'entrare che facciamo in noi stessi, per conoscere lo stato dell'anima di fronte al Signore e all'eternità. Figuriamoci di trovarci in punto di morte o al giudizio: non è vero che lì il Signore ci farebbe conoscere lo stato reale della nostra anima? Se un'anima ha progredito nella fede, nella carità, Gesù lo manifesterà anche, perché giudicare non è condannare; anche la Madonna fu giudicata e quando Dio vide quell'anima tutta bella, fu invaghito dalle sue alte virtù e la giudicò degna di sedere in paradiso nel più alto seggio, in anima e corpo.
Noi dobbiamo metterci di fronte all'eternità e considerare la nostra giornata come se fosse l'ultima della nostra vita: Se stanotte dovessi comparire al giudizio, cosa scoprirebbe in me Gesù? Quanti peccati, quanti desideri vani, quanto bene mal fatto, ma anche quanto bene ben fatto, quanto desiderio di servir meglio il Signore e di farlo [202] | conoscere! Come mi trovo ora? Ho aumentato nella carità, nell'umiltà? Di quanto ho superato il progresso già fatto ieri? Sono forse caduta di più?. Questo è far l'esame di coscienza; esso non è una cosa esteriore, non si tratta di vedere se abbiamo studiato meglio la geografia o la grammatica, è proprio la ricerca delle intenzioni, dei segreti dell'anima riguardo a Dio. L'esame di coscienza va molto al di là della confessione: scruta il bene ed il male fatto, le inclinazioni, lo sforzo che si fa per vincersi, il progresso e tende a prolungarsi nella ricerca diligente.

2. È importante l'esame di coscienza? Esso è assai importante e si deve fare, perché è prescritto dal Diritto canonico, è stabilito dalle Regole ed è di sommo vantaggio per togliere dall'anima
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il male. Se l'anima si esamina vede i propri difetti: Come va che non vado più bene, che sono così divagata nella preghiera? È perché non finisco di chiacchierare, perché frequento quella compagna tiepida. E allora si scopre dove sta il male. Quando si è in propaganda o in una vita sempre uguale, può venire facilmente la divagazione o la tiepidezza e se non ci si esamina bene e non si tolgono i difetti con l'esame di coscienza questi crescono, crescono. Se il giardiniere non cura per qualche tempo il suo orto, tornandovi troverà tante erbacce che hanno addirittura soffocato le piante buone. L'esame di coscienza conserva le buone virtù. L'anima che si esamina [203] | guarda il suo cuore, vi ha sempre un occhio fisso, ed ecco che le virtù crescono, crescono e l'anima diventa generosa nelle prove, umile nei sacrifici, piena di carità con le sorelle, attenta nell'apostolato; la vedrete crescere ogni giorno come Gesù: «Jesus autem proficiebat»1.
Vi sono degli ortolani che hanno solo un piccolo campicello da coltivare, ma vi mettono tante cure; in ogni pezzettino di terra piantano qualche cosa, in modo che non vi è un filo d'erba inutile, non vi è un'erbaccia o se vi spunta viene subito sradicata. L'ortolano vi sta d'attorno, cura e pianta a suo tempo ogni erbaggio, e pare impossibile che da un campicello così piccolo possa trarre tanto frutto, mentre altri che hanno un vasto campo e non lo coltivano non raccolgono quasi nulla. Il primo ortolano è paragonato dalla Scrittura all'anima diligente che fa l'esame di coscienza e fa ogni sforzo per progredire; l'ortolano che ha il vasto campo è paragonato all'anima trascurata e pigra2.
Ah, quell'attenzione, quella vigilanza su se stessi, sul cuore e specialmente sulla volontà, sulle disposizioni, come rende meritorie le azioni! La vita è breve, ma quando l'anima è attenta, da tutto ricava tesori di grazie! Quale spirito interno di raccoglimento, quale unione con Dio aveva la Madonna nella sua piccola casetta! Il comportamento esterno lo dimostrava; il suo parlare riservato, il suo atteggiamento, la sua maturità di senno, tutto diceva il dominio di quell'anima sui sensi, sulle facoltà interne, su tutto ciò che era [204] | umano. Rassomigliate alla Madonna? Le
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suore sono quelle che seguono più da vicino la Madonna; lo stato religioso fu iniziato da lei, e voi le dovete rassomigliare così che chiunque vedendovi possa dire: Queste sono le figlie di Maria santissima.

3. Come e quando si fa l'esame di coscienza? Negli Esercizi si fa su tutto l'anno trascorso, nel ritiro su tutto il mese, nella confessione su la settimana, poi si fa tutti i giorni. L'esame principale per voi è quello che fate nella Visita, e poi ve ne sono degli altri brevi, di due o tre minuti: quello preventivo al mattino, quello che si fa a mezzogiorno e finalmente quello generale della sera.
Quanto al modo di farlo, diciamo che si può fare o solo pensando, o pensando e annotando ciò che l'anima trova di sconfitte o di vittorie con dei segni convenzionali che solo chi scrive capisce, quest'annotazione è un gran mezzo di perfezione perché aiuta assai ad avanzare. Qui accade ciò che nella sacra Scrittura è detto di un negoziante3: S. Paolo chiama negozio spirituale l'affare dell'anima; perché si tratta di industriarsi per acquistare il paradiso. Quali sono i negozianti più prudenti e saggi? Quelli che annotano tutto, entrate ed uscite, guadagni e ricavi; quanto più si è diligenti nei conti, tanto più si è sicuri di ciò che si fa e tanto meno si teme di far fallimento; anche per l'anima è così. Chi cade in peccato fa fallimento completo, e di solito questo [205] | capita a chi fa le cose alla carlona, mentre chi è diligente e nota tutto, cade più difficilmente, perché l'abitudine di notare porta ad essere diligenti.
L'esame di coscienza noi lo consideriamo non tanto in ordine alla confessione, quanto in ordine al giudizio di Dio. In confessione si dicono i peccati che sono materia di confessione; il resto si guarda davanti a Dio, non davanti al confessore.
Esaminatevi alla presenza di Dio, non fermatevi neppure a guardare le sorelle se fanno più bene o meno bene di voi, perché è amor proprio e può essere che quella sorella a cui vi credete superiore, abbia molto meno conto da rendere a Dio, perché forse ha ricevuto meno grazie.
L'esame si compone di sei4 parti: 1) Preghiera. Si può dire un
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Pater al divino Maestro, un'Ave Maria alla Madonna, un Gloria a S. Paolo per poter scoprire le deficienze dell'anima. 2) Esaminare il bene e il male compiuto, se vi è impegno per progredire, se vi è amor di Dio, esaminare il carattere, le deficienze che ci sono, ciò che c'è di imperfetto. 3) Dolerci dei peccati. Dobbiamo chiedere a Dio il dolore ed eccitarci ad esso; insieme al dolore procurare di avere anche la riconoscenza verso Dio per il suo aiuto, questa riconoscenza deve portarci ad amarlo di più. 4) Rinnovare il proposito. 5) L'accusa al Signore: Signore, mi accuso dei peccati commessi stamattina, anche di quelli che non so spiegare. Poi si ascoltano gli avvisi [206] | mettendo la testa sulla porticina del Tabernacolo. Gesù di là parlerà certamente. Se lo interrogate, egli vi risponde subito: Come va, Gesù, che sono sempre così piena di difetti, di vanità, di amor proprio?. È perché mi ami poco e sei troppo sensibile alle parole degli uomini, chiedi più carità, mettiti sotto il manto della Mamma celeste, bacia più sovente le mie piaghe, chiedi ad esse ristoro. Gesù poi vi assolve anche, e se il pentimento è perfetto assolve anche dai peccati gravi, sebbene resti sempre l'obbligo di confessarli appena possibile, mentre se il pentimento è debole, cancella solo i peccati veniali. Eccitarsi al pentimento è facile durante la Visita: da quel Tabernacolo aperto partono continuamente fiumi di grazie che lavano l'anima nostra. Chiediamo un pentimento molto vivo e Gesù ce lo darà. 6) Domandare a Gesù la penitenza e accettarla. Di solito questa sarà un'azione, un pensiero, ecc., contrario a ciò che abbiamo fatto. Che penitenza suggerirà Gesù ad un'anima fredda? Più giaculatorie, più fervore nelle pratiche di pietà. Se fu la nostra superbia che ci fece cadere, un atto di umiliazione è una buona penitenza; se fu una mancanza di carità, chiediamo scusa a chi abbiamo offeso o usiamole un atto di grande gentilezza.
Vi sono tante anime che fanno l'esame di coscienza proprio bene e ricavano grandi frutti; esso da sé vale per santificare, quanto tutti gli altri esercizi di pietà insieme, perché la meditazione, [207] | la Comunione, ecc., sono utili sempre a condizione che ci sia l'esame di coscienza.
L'esame di coscienza è così necessario, che se si è malati si è dispensati dalla Messa, dalla Comunione, dal rosario, ma l'esame di coscienza è l'ultima pratica da lasciare, e quando non si può più dire una giaculatoria con la bocca, vi sarà ancor tempo
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per l'esame, e l'ultimo esame che potremo fare sul letto di morte finché avremo respiro, si unirà poi a quello che ci darà appena spirati il Signore.
Ci benedica Gesù. Se otterremo la grazia di far bene l'esame di coscienza, avremo fatto molto. È vero che quando vi mettete a far l'esame, tutti i diavoli vengono intorno a disturbarvi, anche il campanello pare che aspetti quel momento per mettersi a suonare, perché il diavolo le inventa tutte; non stupitevi: il diavolo lascia fare la Comunione, recitare il rosario, far la lettura spirituale, ma cerca di impedire l'esame, perché sa quanto esso sia utile per la nostra santificazione.
Più scopriremo delle nostre mancanze, più ci giudicheremo da noi, e meno avrà Gesù da scoprire e da giudicare.
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1 Lc 2,52: «E Gesù cresceva».

2 Cf Pr 24,27.30-31.

3 Cf Mt 13,45-46.

4 Originale: cinque