Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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24. LA SACRA SCRITTURA E LA CARITÀ *

[Recitiamo l'] Atto di carità.
I. Si legge nel Vangelo di S. Luca questa frase: «Il Signore aprì la mente di alcuni discepoli, per intendere il senso della Scrittura...»1. La Scrittura è la parola di Dio. Noi veneriamo la Scrittura non per le letture storiche, non come libro materialmente inteso, ma per il suo spirito, per le verità divine che vi sono contenute. Difatti nella sacra Scrittura vi è la lettera e lo spirito, ma «littera occidit, spiritus autem vivificat»2. Le cose prese alla lettera farebbero morire lo spirito, prese invece nel senso voluto da Dio danno la vita spirituale.
Vi sono nella Scrittura almeno tre sensi: senso letterale, senso mistico, senso accomodatizio.
Il senso letterale è quello espresso dalle parole, sia esso vero o figurato; ad esempio quando nel Vangelo leggiamo le parole di Gesù: «Ecco che noi ascendiamo a Gerusalemme»3, il senso letterale è che Gesù con gli Apostoli si avviano a quella città. Il senso letterale può essere ancora figurato: «Ecce Agnus Dei»4, dice S. Giovanni Battista. Qui non si vuol dire che Gesù sia un agnello materiale, ma che Gesù era raffigurato dall'agnello pasquale immolato per la liberazione dai peccati; questo è sempre senso letterale, ma figurato.
Il senso mistico poi viene fuori dalle cose [dette], per esempio Gesù dice: «Jerusalem, Jerusalem, vertere ad Dominum Deum tuum»5. Qui si parla dell'anima che il Signore invita a convertirsi. Quando si dice che nella celeste Gerusalemme non vi è pianto né dolore, si parla del paradiso; qualche volta Gerusalemme è
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presa anche come figura della Chiesa: qui abbiamo sempre il senso mistico. Nella Scrittura è detto che Mosè per ordine del Signore innalzò un serpente di bronzo, onde tutti quelli che avevano peccato, guardandolo fossero risanati6; il serpente è la figura di Gesù a cui l'uomo peccatore si volge per essere sanato: anche questo è senso mistico.
Il senso accomodatizio è quello che diamo noi [alle parole], non è tanto in esse, ma piuttosto in noi e può essere più o meno vero, occorre quindi che leggiamo la Scrittura con molta umiltà, con molto spirito.
Leggete la Scrittura nel senso letterale e, quando non intendete, leggete le note riportate nella Bibbia che avete fra le mani. Leggete la Scrittura anche quando non la capite, non importa, lo Spirito Santo illuminerà; leggetela nella scuola, nella Visita specialmente, perché lì il Signore piegherà la mente a capire.
S. Bernardo quando era stanco di scrivere e di trattare con gli uomini, si ritirava a leggere la Scrittura, per riposare in essa lo spirito e la lesse tanto che il suo parlare aveva più della Scrittura che di suo. Racconta egli stesso che mentre predicava, aveva la visione netta della Bibbia, che gli angeli gli presentavano, indicandogli i passi da citare. La sua conoscenza della Scrittura era mirabile, era un vero miracolo e con ciò Dio voleva manifestare che l'operare e gli scritti di S. Bernardo erano santi, che egli possedeva la Scrittura come i profeti e i vari agiografi.
Recitiamo ora, per intendere bene la Scrittura, la preghiera sacerdotale di Gesù: «Pater, venit hora...»7. Canterete poi le Beatitudini.

II. Dalla Bibbia impariamo la fede, la speranza e la carità e con la lettura della Bibbia si nutre la nostra fede, aumenta la nostra speranza, si accende la carità. Questa virtù soprannaturale non è nata dalla terra, è venuta dal cielo, è figlia di Dio ed ha sede in quel cuore sacratissimo che è il Cuore di Gesù. Egli amò il Padre con tutti i suoi affetti, amò le anime fino a dare la vita per esse; la carità fu insegnata da Dio e viene dal cielo. Tutte le volte che abbiamo da raccomandare l'amore di Dio e del prossimo
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bisogna che ricorriamo alla sacra Scrittura ove troviamo: «Amerai il Signore Dio tuo, con tutta la tua mente, con tutto il tuo cuore, ecc.»8, e nel Vecchio Testamento, propriamente nel Deuteronomio, troviamo: «Ama il Signore con tutta l'anima, con tutto il cuore, con tutte le forze»9. Nella Scrittura vi sono almeno duecento testi che raccomandano questa virtù; nel Vangelo troviamo abbondantemente questo incitamento e S. Paolo dice delle cose ammirabili sulla carità; infatti S. Alfonso scrisse La pratica di amare Gesù Cristo commentando il capo 13 della prima lettera ai Corinti. Ma ancora si distingue S. Giovanni, il predicatore, l'apostolo della carità attinta dal cuore del Maestro. E Gesù stesso volle da S. Pietro la triplice attestazione d'amore: «Pietro, mi ami tu?»10 e dopo averla ricevuta gli conferì il pontificato. Che dire poi delle parabole del buon Pastore, del buon samaritano, ecc., e della Maddalena a cui sono perdonati i molti peccati, perché molto ha amato! Vedete quanto è raccomandata la carità! Bisogna leggere la Scrittura tenendo davanti le tre virtù teologali e vedere come essa è l'alimento di queste tre virtù; dobbiamo cercarle nella Scrittura queste virtù. È nella Scrittura che si apprende come Dio ama tutte le anime e come ama ciascuno. S. Felice martire aveva appreso un grande amore alla Scrittura e da essa un amore ardentissimo a Gesù. Preso e legato dai tiranni, fu esiliato per non aver voluto rinnegare la fede consegnando le Scritture. In esilio gli fu ripetuta l'ingiunzione, ma egli fermo rispose: Chi consegna la Scrittura andrà a bruciare nell'inferno; io non voglio bruciare nell'inferno, quindi non vi darò la Scrittura; se volete fatemi pure bruciare qui, per andare poi nella fornace d'amore che è il paradiso. E difatti fu arso vivo.
Impariamo a cercare nella Scrittura la fede, la speranza e la carità. Ora recitiamo con molto amore l'Atto di carità, affinché nel nostro cuore si accenda l'amor di Dio e delle anime, quel fuoco divino che divampa nel cuore di Gesù. Canteremo il Veni Creator per ottenere la stessa grazia.
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III. Abbiamo considerato domenica scorsa come la Scrittura è il più bel libro di lettura spirituale e come esso basta per tutti. Aggiungiamo adesso come sia adatto specialmente alla gioventù: le anime giovanili, piene di calore, intendono facilmente la Scrittura. Gesù accoglieva bene i piccoli, e lo Spirito Santo dà ai piccoli la sapienza per intendere le Scritture.
«Io sono di Apollo, io di Pietro, io di Paolo»11, dicevano i primi convertiti, ma S. Paolo li rimproverò: «Siate di Gesù Cristo, del suo spirito»12. Anche voi siate dello spirito di Gesù Cristo, della Scrittura, che è forte e dolce ad un tempo. La parola di Dio è senza confronti: lo spirito che esce dagli scritti di S. Bernardo, di S. Alfonso, di altri grandi santi [è limitato], perché lo Spirito Santo è il sole, i santi sono le stelle; il sole ha luce propria, mentre le stelle, benché ve ne siano delle più luminose e delle meno luminose, risplendono per riflesso, ma l'astro maggiore è Dio.
La sacra Scrittura è per noi, per mantenere forte il nostro spirito. S. Paolo scrivendo a Timoteo gli dice: «Se vuoi ridivenire fervoroso e risuscitare la grazia che ti fu data, leggi la Scrittura»13. E ancora: «Attende tibi... et lectioni»14. E S. Girolamo, scrivendo a un gruppo di figlie spirituali che formate da lui nello spirito vivevano a Roma, le esorta a leggere sempre le Scritture per mantenersi forti nella fede e nella virtù.
Si deve leggere la Scrittura? La Chiesa nei sette ordini per ascendere al sacerdozio, in tre raccomanda e consegna il Vangelo e cioé nel lettorato, nel diaconato e nel suddiaconato. In essi il vescovo consegna il Vangelo, insistendo perché si legga, si mediti, si dia alle anime e si pratichi con le opere. Vedete come alla Chiesa sta a cuore che si leggano le Scritture!
Se volete anime fervorose e spiriti forti, date il Vangelo. Esso è potentissimo per suscitare le vocazioni. Se andando in una famiglia trovate delle giovani15 e non sapete che raccomandazione fare, date il Vangelo; in quelle famiglie sorgeranno delle vocazioni perché sarà Gesù stesso che si incaricherà di chiamarle: «Si vis: se vuoi essere perfetto, seguimi!»16.
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Quando una giovane entra nella Pia Società Figlie di San Paolo e prende subito amore al Vangelo, lo legge, lo bacia con amore, state sicure che apprenderà subito lo spirito, si fortificherà e in ogni prova della vita, tornando con amore al Vangelo, sarà vittoriosa.
Cantate il Magnificat per ringraziare, con la santa Madonna, il Signore per averci dato questi libri divini e recitiamo l'Atto di speranza perché lo Spirito Santo illumini le menti, per poter intendere bene i sensi della Bibbia. [Preghiamo la] Salve Regina.
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* Ora di adorazione, in ciclostilato, fogli 2 (22,5x35), tenuta ad Alba il 27.11.1932, dal “Primo Sig. Maestro”». Nell'archivio della Società San Paolo esiste un ciclostilato-Ora di adorazione, con la stessa data, lo stesso tema e lo stesso schema, ma in essa ci sono riferimenti espliciti a sacerdoti e chierici. Si pensa quindi si tratti di ore di adorazione predicate a due gruppi distinti.

1 Cf Lc 24,45.

2 Cf 2Cor 3,6: «La lettera uccide, lo Spirito dà vita».

3 Cf Mc 10,33.

4 Cf Gv 1,36: «Ecco l'agnello di Dio».

5 Cf Os 14,2: «Torna, Israele, al Signore tuo Dio».

6 Cf Nm 21,6-9.

7 Gv 17,1: «Padre, è giunta l'ora».

8 Cf Mt 22,37.

9 Cf Dt 6,5.

10 Cf Gv 21,16.

11 Cf 1Cor 1,12.

12 Cf 1Cor 3,23.

13 Cf 2Tm 3,14-16.

14 Cf 1Tm 4,16: «Vigila su te stesso e sul tuo insegnamento».

15 Originale: figlie.

16 Cf Mt 19,21.