GIACOMO ALBERIONE
ALLE FIGLIE DI SAN PAOLO
Meditazioni e Istruzioni
GLI ANNI DELLA PRIMA ESPANSIONE
Primo volume 1929-1933
1932
34 Meditazioni varie.
Esercizi spirituali, 4 luglio… , in HM II/4, pp. 5-87.
Esercizi spirituali, 7-16 agosto, in HM II/4, pp. 89-216.
MEDITAZIONI VARIE 1932
La predicazione alberioniana del 1932 comprende un ritiro; altri ventidue interventi: meditazioni, istruzioni e una conferenza; undici ore di adorazione; due corsi di Esercizi. Ad eccezione della meditazione n. 2 tenuta a Roma, dove il Primo Maestro si trovava temporaneamente, tutte le prediche di quest'anno sono rivolte alla Famiglia Paolina di Alba.
In queste pagine, insieme a tematiche di carattere ascetico, più frequente è l'invito di Don Alberione a crescere, progredire, andare avanti: «Bisogna crescere ogni momento, diligentemente, in ogni dovere» (n. 1). «Tutti i giorni fare un passo avanti. Fissiamo bene lo sguardo sulla Madonna che progrediva ad ogni istante, e miglioriamo la mente, il cuore e le opere» (n. 25). «Siamo solo ad Alba e l'alba, cioè l'albeggiare della giornata è solo il principio, e prima di giungere al meriggio, ce ne vuole ancora del cammino! Quindi, avanti, avanti!» (n. 18). E con insistenza, che si fa sempre più pressante, aggiunge: «Chiediamo di andare molto in su, diciamo alla Madonna che ci dia i meriti di Gesù affinché la vita di Gesù sia formata in noi, come afferma S. Paolo: Donec formetur Christus in vobis» (n. 1).
Il verbo progredire è la molla pedagogica che dà slancio alla paolina, la fa crescere in tutti gli ambiti della vita spirituale e apostolica; la rende consapevole «che tutto viene da Dio e a noi tocca corrispondere alla grazia: allora tutto cresce, sapienza, virtù, grazia e merito» (n. 1). «E quando la grazia investe un'anima, afferma Don Alberione, la fa crescere tanto da cambiarla in Gesù» , così essa «parla come Gesù, pensa come Gesù, guarda come Gesù, ama come Gesù; non è più lei che vive, è Gesù che vive in lei» (n. 29).
Il peccato, il solo «grande, unico male» , distrugge la vita divina in noi (n. 29), perciò lotta al peccato, massimo impegno per sradicarlo dalla mente, dal cuore, dalla casa…, dal mondo, ma ancor più sollecitudine è necessaria per progredire nella virtù (n. 25).
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Don Alberione presenta gli esempi di Gesù, di Giuseppe e di Maria nella casa di Nazaret (nn. 1, 4, 17, 22, 28), ed esorta le Figlie di San Paolo ad ispirarsi ad essi per avanzare ogni giorno nelle virtù ordinarie (n. 10). Pone l'accento sulla virtù dell'umiltà, la «più bella davanti all'occhio di Dio che ci ha detto espressamente di imitarlo in questo» (nn. 11, 17); sulla sincerità, «amore alla verità» che porta a «cercare Dio in tutto» (n. 31), e «apre la via ad intendere le beatitudini» (n. 27); sulla carità di famiglia che consiste nel volersi bene, nello sperimentare «la dolcezza del vivere insieme» , nell'unire in un sol cuore, senza distinzione di sorta, tutti i membri della Congregazione. È virtù soprannaturale, paziente, benigna (n. 10) che si rivela anche nell'unione tra Figlie di San Paolo e Pie Discepole, e nella riconoscenza verso i sacerdoti della Società San Paolo (n. 18).
Frequente è il richiamo alla vita interiore: amore e intelligenza nelle cose dello spirito, cura della propria anima, fedeltà alle pratiche di pietà, specialmente alla meditazione e all'esame di coscienza (nn. 2, 21, 27), senso profondo della presenza di Dio, ricorso continuo a Maria, studio diligente e amoroso delle verità della fede, stile di vita modellato sul Vangelo e passione per comunicarlo (n. 16).
Il Fondatore sottolinea l'impegno a servire il Signore e il prossimo con tutta la mente, la volontà e il cuore (n. 19) e a prodigarsi con zelo nelle opere dell'apostolato. Richiama il valore del lavoro, elemento importante della povertà paolina, il tenere da conto e valorizzare per l'apostolato i mezzi di cui si dispone e a far tesoro di tutto ciò che si riceve in casa: scuole, prediche, Vangelo, catechismo (n. 7).
Mentre si sta ancora celebrando il 31° Congresso eucaristico internazionale a Dublino - Irlanda, più forte diviene il suo invito a ravvivare la fede nell'Eucarestia e a pregare perché «i suoi effetti siano abbondanti» (n. 15).
Cinque, delle undici ore di adorazione tenute dal Fondatore in questo anno e a noi pervenute, sono sulla Sacra Scrittura. Esse intendono promuovere una maggiore conoscenza del libro sacro e a proporlo come norma di vita, mettono in luce come la Bibbia aiuti a crescere nella fede in Gesù Cristo (n. 22), sia la sorgente della speranza cristiana (n. 23), accenda nei cuori la
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carità (n. 24), costituisca il fondamento del catechismo (n. 27) e indichi la via che conduce al Paradiso (n. 30).
Quattro ore di adorazione hanno come tema le feste liturgiche: la Pasqua, morte e risurrezione di Cristo (n. 6); la Pentecoste, celebrazione dello Spirito Santo che opera nella Chiesa e la santifica (n. 12); la solennità della santissima Trinità, mistero augusto della fede cristiana (n. 13); il Natale che ci fa contemplare Gesù umile, povero, silenzioso, venuto per salvare gli uomini (n. 33).
L'ora di adorazione in preparazione al mese di maggio invita ad onorare Gesù Via, Verità e Vita con il rosario che è «scuola di vita… e di virtù» (n. 8).
L'ora di adorazione dedicata a San Paolo illumina sulla dottrina e missione dell'Apostolo e mette in particolare rilievo la dottrina del Corpo mistico. E di fronte alla sublimità della dottrina di Paolo il Primo Maestro, preso da profonda ammirazione, prorompe in un inno di lode: «Sia benedetto Gesù che si è degnato di cambiare il più grande persecutore in un grande apostolo e di elevarlo tanto. Sia benedetto Gesù che ci ha dato questo grande padre e protettore. Benedetto sia Gesù che ha riempito del suo amore e della sua altissima dottrina la mente e il cuore di S. Paolo. O Gesù, noi ti benediciamo e ti vogliamo ringraziare di tutti i doni e privilegi che hai concesso a questo nostro padre, noi siamo suoi figli e i figli hanno diritto all'eredità del padre, quindi tutto ciò che è di Paolo è nostro» (n. 14).
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