Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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15. IL PANE EUCARISTICO *

La giornata di oggi ci ricorda tre pensieri che realmente formano un solo pensiero: 1) Stiamo terminando il mese di giugno e cioè, siamo nei giorni della mietitura del grano. 2) Oggi il Vangelo ci ricorda la moltiplicazione dei pani. 3) Ed oggi il Pane eucaristico ha il suo pieno e grandioso trionfo1.
Mi pare utile che fermiamo la nostra considerazione sopra questi pensieri.

1. In questi giorni i contadini raccolgono i frutti dei loro sudori; si sente più che mai [vero] il detto del Signore: «Mangerai il pane col sudore della tua fronte»2. E le parole di S. Paolo: «Chi non lavora non mangi»3, ci sembrano di maggior attualità. Molti giovani, specialmente nelle comunità, qui sopra non si formano la coscienza che si deve e non riescono nella vocazione come dovrebbero riuscire; i frutti sono scarsi e credono che le parole: «Sudore vultus tui» si riferiscano ad altri. Vadano questi giovani là a Nazaret, dove vi è Gesù adolescente, garzone, giovanetto, vadano là ad imparare il lavoro, di cui oggi si celebra negli Stati Uniti, nella Francia ed in parecchie città d'Italia la festa.
Ma su questo [punto] parecchi non hanno orecchi per intendere e, se le conseguenze fossero solo materiali, potremmo passarci sopra facilmente, ma il più si è che chi non mette tutte le sue forze anche fisiche al servizio di Dio, non vi mette certamente le sue forze morali: cuore, volontà, né le sue forze intellettuali: intelligenza. E il suo [risultato in] campo intellettuale è scarso, lo si vede facilmente all'avvicinarsi degli esami.
[Anche in] campo morale è scarso: il cuore ha palpiti che non somigliano affatto ai palpiti potenti, caldi, accelerati del cuore di
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S. Paolo. E c'è amor di Dio? No, perché i doveri di natura non si possono mai sorpassare per dedicarsi ai doveri che ci impone la grazia.
Esame dunque, se mettiamo tutte le forze a servizio di Dio, ed esame serio che porti anche a confessarsi, perché non si sperino indulgenze se non vi è adempimento di tutte le leggi che vengono dalla natura. Tutti i santi parlano chiaro su questo punto.

2. Gesù ha moltiplicato il pane per quelle persone che lo seguivano dimentiche del pane materiale, per nutrirsi della parola di Dio: «Non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola che procede dalla bocca di Dio»4.
Il Vangelo condanna quelle premure, quei calcoli solo umani, il Vangelo vuole che si lavori, ma che si aspetti tutto da quel Dio che riveste il giglio del campo e nutre l'uccello dell'aria, da quel Dio che è Padre di tutti e non dimentica nessuno. E se la prima condizione per avere il pane è di adempiere la legge di natura: il lavoro, la seconda è di adempiere la legge della grazia che è la fede. Cessiamo di essere degli uomini che confidano solo e tutto nei calcoli umani. Quanti congressi in questi mesi, per dare pane a tutti e più a buon prezzo! Ricordiamo quelli in cui operano sì degli uomini, ma [che sono] anche cristiani: lavoro sì, ma fede assieme.

3. Il Congresso eucaristico5 dove tanti uomini e tanti bambini ricevono il Pane eucaristico, che è la Vita, ci deve portare ancora ad un altro pensiero. Chi è degno di ricevere il Pane eucaristico? Chi ha la carità. Ho fatto in questi giorni un calcolo ed ho visto che tra le Figlie ed i Figli di San Paolo nelle varie case, si fanno da trentacinque a trentaseimila Comunioni mensili, ed ora si può dire che la presenza reale di Gesù nelle varie case della Pia Società si è moltiplicata: in quasi tutte vi è la cappella. E qual è la condizione per ricevere il Pane eucaristico convenientemente? La carità, l'amor di Dio, l'innocenza. Le anime innocenti ricevono dalla Comunione grandi grazie, le anime innocenti alla Visita al santissimo Sacramento hanno lumi e attrattive fortissime. Carità
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dunque e innocenza, innocenza portata ad una delicatezza altissima. Ecco tre pensieri: il pane materiale richiede lavoro; il pane spirituale richiede fede; il Pane eucaristico richiede carità.
Preghiamo Gesù Eucaristico affinché tutti gli uomini abbiano il pane materiale e l'obolo di S. Pietro6, che si raccoglie in questi giorni per sovvenire all'augusta povertà del santo Padre, sia abbondante.
Preghiamo che gli uomini, come esseri ragionevoli, alzino un po' la fronte, abbiano un po' di fede, di fiducia nel Signore, e [questo] non solo i singoli, ma [anche] le società, le collettività, perché quella fede che si professa a Dio nel cuore sia professata pubblicamente. Non dobbiamo vergognarci di Dio, vergognarsi del Padre è l'onta dei figli ingrati.
Inoltre preghiamo che gli effetti del Congresso eucaristico siano abbondanti: maggior frequenza alla santa Comunione, Messa, il culto a Gesù Eucaristico sia sempre più diffuso e Gesù prenda possesso sempre più largamente in tutti i punti della terra affinché ogni luogo abbia Dio [presente], quel Dio che è il Salvatore di tutti i mortali.
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* Istruzione, in ciclostilato, fogli 2 (21,5x34), tenuta ad Alba il 26.06.1932, dal Primo Maestro. L'originale porta come titolo “Istruzione del Sig. Primo Maestro”.

1 Precisamente il 26 giugno 1932 si concludeva a Dublino (Irlanda) il XXXI Congresso Eucaristico Internazionale con la presenza del Legato Pontificio Card. Lorenzo Lauri e la partecipazione di fedeli provenienti da tutto il mondo cattolico.

2 Cf Gen 3,19.

3 Cf 2Ts 3,10.

4 Cf Mt 4,4.

5 L'Opera dei Congressi eucaristici fu promossa da Maria M. E. Tamesier (1844-1910), formata alla scuola di S. Pietro Giuliano Eymard, e fondata a Parigi nel gennaio 1881.

6 Per Obolo di S. Pietro si intende la consuetudine di fare pervenire offerte al Papa nella ricorrenza del 29 giugno. L'iniziativa ha avuto origine in Francia nella seconda metà dell'Ottocento e dopo l'elezione di Leone XIII fu estesa a tutte le diocesi. Oggi si chiama “Giornata per la carità del Papa” e le offerte, provenienti dai cattolici di tutto il mondo, ricchi e poveri, hanno come scopo di dare al Santo Padre la possibilità di arrivare con la sua carità a tutto il mondo bisognoso.